sabato 17 febbraio 2024

SORPRESINA NEL ROSETO

17 febbraio ma sembra già primavera. Questa mattina 14 gradi nel roseto, quindi non potevo farmi mancare una bella passeggiata perlustrativa.

Per controllare un po' tutti i rosai, visto che in inverno non me ne occupo più di tanto. E ho constatato che è veramente ora di potare, perchè diverse piante hanno già delle gemme belle lunghe.

Attendo peró (penso sia questione di pochi giorni) che due care amiche mi dicano quali rametti vogliono per fare delle talee. Dopodichè inizieró a potare come se non ci fosse un domani😆.

Ma ancora non ho spiegato il perchè del titolo "Sorpresina". Ecco, mi ero abbassata a strappare alcune erbacce, quando ho visto che alcune piccolissime piantine non erano erbacce, ma... rose! Sí, rose nate da un semenzale caduto chissà quando e interratosi.

Allora con tutta l'attenzione possibile e servendomi di una paletta, ho estratto il mio "tesoro". Ecco come appariva:











Un groviglio di radichette con gli acheni ancora nel cinorrodo ormai corroso. Allora ho ripulito un po':











A questo punto erano distinguibili almeno 3 piantine. Le ho staccate con tutta la delicatezza possibile:











vi diró che alla fine sono risultate 4 piantine e un semino germinato. E li ho tutti invasati!

Una mattinata proficua!

A questo punto sorgono 2 domande, a cui sarà difficile rispondere: 

- di che rosaio saranno questi semi?

- saranno frutto di autoimpollinazione, o di vera e propria ibridazione (cioè con il polline proveniente da una pianta diversa)?

Per quanto riguarda la prima domanda, basandomi dulla vicinanza posso dire che il cinorrodo poteva provenire o da Wollerton Old Hall, o da Ferdinand Pichard, o da Oranges'n'Lemons.

Quanto alla questione dell'impollinazione, è già da un po' che anche io - come altri appassionati prima di me e che scrivono su Facebook - ho notato che i semenzali provenienti da autoimpollinazione risultano quasi sempre deboli e malaticci. C'è peró sempre la speranza che si tratti di impollinazione eterologa causata da vento o insetti, e su questa io spero.🤞

venerdì 16 febbraio 2024

ZONE DI RUSTICITA' O ZONE CLIMATICHE

Ho spesso notato che una persona straniera amante delle rose, soprattutto se statunitense, quando scrive sui social specifica sempre la "zona di rusticità" (hardiness zone) in cui abita. 

Qui da noi in Italia, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, non ho mai sentito un appassionato di rose specificare la propria zona climatica. Sarà perchè gli USA sono moooooooolto più estesi dell'Italia, per cui all'interno della stessa nazione troviamo una elevata varietà di climi.

Anche l'Italia però è stata divisa in zone climatiche.











Parlando di giardinaggio, esistono convenzionalmente sette zone climatiche in Italia identificate ciascuna con un numero. La classificazione adottata dai testi di giardinaggio è quella dell’Usda, il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, ed è diversa dalla classificazione climatica italiana in uso per gli impianti di riscaldamento (da A a F).














L’indicazione della zona climatica è utile per capire se una pianta può essere coltivata con successo in una data zona del Paese in base al microclima locale. Se siete soliti leggere di giardinaggio, con le indicazioni qui sotto avrete gli elementi per ‘decifrare’ i numeri. Soprattutto nei testi tradotti dall’inglese.

Le zone climatiche Italia sono sette, ma quelle abitate solo quattro. Le zone climatiche 5 e 6 comprendono le cime delle Alpi con temperature minime invernali che vanno da -30°C a -23,3°C: sappiate che esistono, ma non vi sarà tanto utile. C’è poi la zona 11 che coincide con Lampedusa, da ricordare per la minima invernale normalmente sopra i +4.5°C.

Le altre quattro zone climatiche Italia sono contrassegnate con i numeri sette, otto, nove e dieci. Comprendono territori da Nord a Sud della Penisola non sempre contigui perché, come detto, le zone climatiche Italia individuate dall’Usda tengono conto dei microclimi.

Zona 7: aree alla base delle Alpi e aree prealpine. Qui le temperature minime sono comprese tra -17°C e -12°C circa. È la tipica zona da clima alpino, però abitata, dove inverno significa gelo.

Zona 8: comprende l’intera Pianura Padana e le zone centrali dell’Appennino. È caratterizzata da temperature invernali minime comprese tra -12°Ce -6°C.

Zona 9: qui si trovano la Liguria, le rive del Lago di Garda, la Romagna orientale, l’Italia centrale e le zone interne della Sicilia e della Sardegna. Gli inverni hanno minime che variano da -6°C a -1°C.

Zona 10: è la zona climatica che non conosce l’inverno ‘cattivo’ con minime invernali che vanno dai -1°C ai +4°C. Qui si trovano il versante ionico di Calabria e Puglia assieme a piccole zone litoranee della Toscana meridionale e della Liguria di Ponente caratterizzate da microclimi particolari.