martedì 22 novembre 2016

ROSE BOTANICHE

Come ho avuto già modo di scrivere lo scorso giugno, il mio interesse per le rose spazia sempre di più sulle rose botaniche.
Cosa sono esattamente le rose botaniche? Sono definite anche spontanee, o selvatiche, (quest'ultimo termine viene usato ad esempio dal grande ibridatore italiano Domenico Aicardi nel suo volume "Le Rose - moderne coltivate ed allevate da amatori, floricoltori, seminatori").

Sono in pratica quelle rose che crescono spontanee nei boschi. I fiori sono di solito semplici, formano arbusti fitti e ramificati, producono frutti di varia forma in autunno e richiedono potature leggere. Tutti gli altri gruppi di rose si sono evolute da queste rose botaniche tramite incroci naturali o con l'intervento dell'uomo. La più nota rosa botanica è forse la "nostra" Rosa canina.
Crescono in tutto l’emisfero boreale, dal Nord della Kamchatka (Russia) e del Giappone al Sud dello Yemen ed Etiopia, mentre non è stata rinvenuta nessuna Rosa Botanica a Sud dell’Equatore e nell’emisfero Australe. Sono state individuate circa 160 Specie che si sono sviluppate essenzialmente in 4 aree dell’emisfero boreale.

Tante sono le qualità ed i pregi di questo importante gruppo di rose: la rusticità e adattabilità ad habitat diversi da quelli di origine, il vigore e la facilità ad estendersi in modo naturale e a coprire ampie superfici per la caratteristica generale di pollonare, il fascino delle fioriture semplici nelle forme, audaci nelle tinte che coprono l'arbusto dalla base alla sommità, la versatilità nelle stagioni con il fogliame che si tinge dei colori dell' autunno, la presenza di frutti (cinorrodi) di forme e tinte diverse (dal giallo all'arancio al rosso al porpora al nero) che le rendono ornamentali nei mesi invernali, la loro autosufficienza che richiede minimi interventi da parte dell'uomo come nel caso delle malattie dalle quali paiono essere totalmente immuni e dalle potature che sono necessarie solo in rari e sporadici casi.

venerdì 4 novembre 2016

ROSE ORMAI DI NOVEMBRE

Novembre dovrebbe essere, nel mondo delle rose, il mese dei trapianti per antonomasia. Invece nei nostri giardini, forse per tradizione, si mettono a dimora nuove piante di solito in primavera, quando i vivaisti (ma anche i supermercati) sono belli pieni di nuove piante da vendere.
Io dovrei, per ora, solamente spostare delle rose nel mio giardino, qualcuna anche toglierla, ma non posso farlo fintanto che non le poto, e la potatura andrebbe fatta a fine inverno... insomma, sono ferma fino a febbraio!
Allora per il momento mi limito a fotografare altre rose.

                
 Si tratta delle rose n. 15 - 13 - 11 - 23 - 30 - 51 

mercoledì 26 ottobre 2016

ALTRE ROSE DI OTTOBRE

Dall'ultima volta che ho postato, si sono succedute giornate non tanto fredde, quanto umide, poco soleggiate, che hanno tolto alle mie rose la voglia di aprirsi. Infatti la maggior parte rimane chiusa nel bocciolo, e poi i petali si rovinano. Ho preso comunque qualche foto (rose n. 52 - 42 - 40 - 51 - 46 - 27). Una bella macchia di colore viene dalle bacche della rosa rugosa trafugata la scorsa estate dalle Dolomiti.
    
      
    

lunedì 17 ottobre 2016

ROSE DI OTTOBRE

Il tempo in questo mese ha fatto un po' il birichino. Infatti, fino ai giorni 5-6 circa, era ancora un caldo estivo. Poi, all'improvviso, le temperature sono precipitate, ed è anche piovuto molto.
Le rose hanno messo tanti nuovi rametti, li si riconosce dal colore rossiccio, e hanno anche tanti boccioli, ma molti non riescono nemmeno a schiudersi per via del cattivo tempo, e si accartocciano e marciscono sulla pianta prima di aprirsi.
Qualche rosa aperta (o in procinto di aprirsi) però ce l'ho, e l'ho fotografata.

  










        

       Si tratta dei rosai: 42, 51, 33, 46, 36, 7, 27.

martedì 4 ottobre 2016

LA ROSA NATA QUESTA PRIMAVERA

Lo scorso autunno mi sono limitata a raccogliere pochi cinorrodi da un'unica pianta (tra l'altro non mia, ma posizionata nel cortile di una casa disabitata. Però molto simile alla mia n. 43).
Seminati i semi dopo la solita vernalizzazione, nacquero due piantine in marzo-aprile, di cui una non è riuscita a sopravvivere.
Ho quindi ottenuto, tramite seme, un'unica rosa, che però è diventata una bella piantina, rifiorente. Ha perfino un leggerissimo profumo.
A sinistra, il fiore (a dire il vero un po' sfiorito) della pianta madre, sotto alcune foto prese ieri della figlia.

Ho aggiunto anche una foto al roseto n. 23 (Doble Delight).



mercoledì 28 settembre 2016

PICCOLI CONSIGLI PER LE CURE AUTUNNALI

Durante l’autunno, le rose non regalano più grandi fioriture anche se rose come le botaniche o le rugose, aggiungono un tocco di colore al giardino regalando piccoli cinorrodi (frutticini) di forme, dimensioni e tonalità diversi (nella foto: cinorrodo della Golden Wings, n. 34). Curare le rose in autunno ci consente di ottenere arbusti sani e fioriture ancora più rigogliose.
L’autunno è il momento migliore per la messa a dimora di nuovi impianti. Le piogge autunnali aiutano la radicazione degli arbusti che in primavera saranno già in grado di affrontare la fioritura.
Se vi state chiedendo come e quando potare le rose, l’autunno è la stagione giusta solo per chi vive nell’Italia meridionale. Per il Centro-Nord è meglio rimandare qualsiasi intervento di potatura a fine inverno: le gelate potrebbero danneggiare l’arbusto appena tagliato agevolando l’insorgenza di malattie e parassiti attraverso i tagli non ancora cicatrizzati.
Per curare le rose in autunno, limitatevi a eliminare i rami secchi, rotti o ammalati e accorciate quelli troppo lunghi che potrebbero spezzarsi a causa del vento o di forti grandinate.
(da www.ideegreen.it)

Ho aggiunto foto alle rose: 43,  34, 39.

lunedì 19 settembre 2016

ROSA E VITE

Riallacciandomi a quanto scrissi tempo fa, sull'usanza di piantare roseti a capo dei filari di viti, ecco una foto che mostra una "scena" che mi ha colpito per la sua tenerezza: la vite si prolunga fino ad appoggiarsi, ma con una certa delicatezza, sulla pianta di rose rosse, in piena fioritura. Che amore!

Intanto aggiungo un paio di foto: alla rosa n. 27 e alla n. 11.

venerdì 16 settembre 2016

MOLTIPLICAZIONE PER TALEA: IL "METODO DELLA POSTA"

Questo metodo per forzare le talee ad emettere prima il callo poi le radici l'ho letto su un forum, e ho provato a metterlo in pratica.
L'idea deriva da una forumista che aveva mandato per posta delle talee ad un collega. Causa indirizzo sbagliato, dopo una quindicina di giorni le talee le tornarono indietro, e quando le aprì, sorpresa: essendo state avvolte nello scottex umido, avevano fatto il callo e alcune anche la radichetta. Illuminata dalla scoperta, questa forumista ha divulgato la propria esperienza, aggiungendo che provava a simulare la stessa situazione della "posta" utilizzando dei rametti non troppo lunghi, tagliati alla base proprio in corrispondenza di un nodo, e avvolgendoli in carta da cucina umida (non inzuppata). Ogni varietà poi chiusa in un sacchetto da frigor. 

Poi sono nate delle varianti al metodo: ad esempio qualche appassionato ha provato a mettere i rametti avvolti nello scottex in una bottiglia di plastica invece che in un sacchetto.
Il tempo in cui lasciare le talee nella carta umida sono 15 giorni. Come ho già detto, io ci ho provato, con un successo "a metà", nel senso che il callo è apparso in quasi tutti i rametti, ma la radichetta l'ho vista solo in un caso, e il giorno dopo si era già seccata. Comunque ho piantato ognuno dei rametti con il semplice callo in un bicchiere di plastica a cui avevo praticato in fondo dei fori. I bicchieri li ho riempiti con un composto di sabbia, terriccio, terra da giardino e torba (per non farci mancare niente). Purtroppo non ho la perlite, altrimenti si può aggiungere anche quella. In fondo ho messo qualche pallina di argilla espansa.

Altra variante: invece di utilizzare la carta scottex e i sacchetti del freezer o la bottiglia, si può utilizzare carta da giornale e una scatola. Io ho preso una scatola da scarpe e l'ho foderata di nailon, poi ho avvolto le talee in carta da giornale umida (ma non inzuppata), e le ho chiuse nella scatola. Ogni tanto, nel corso della quindicina, le ho controllate e ho aggiunto una spruzzata d'acqua se era il caso. Il callo si è quasi sempre formato, e ho piantato anche queste ultime talee nella stessa miscela di terriccio, nei bicchieri di plastica. Per ora sembra che poche si siano seccate, ma staremo a vedere.
L'importante è che non si "muovano" i nodi: se parte il germoglio, allora di sicuro non farà le radici e dopo un po' la talea morirà.

martedì 13 settembre 2016

FIORITURA DI SETTEMBRE

Continua la fioritura di settembre, tradizionalmente migliore di quelle estive, meno eclatante comunque della prima fioritura, che quest'anno, anticipando di circa quindici giorni sulla stagione, è stata quella di aprile-maggio.

Ho aggiornato foto delle rose (clicca sui numeri per vedere le relative pagine): 44, 25, 31, 23, 16, 43, 32, 17, 14.

Qui a destra, la n. 25 e la n. 44 insieme.

mercoledì 31 agosto 2016

NUOVE FOTO

Fioritura di fine agosto, mai bella quanto è stata quella di aprile, cioè di inizio stagione. 
Comunque ho aggiunto foto alle pagine delle rose (clicca sul numero per linkare alla pagina) n. 6 - 11 - 12 - 15 - 18 - 19 - 21 - 28 - 35 - 39 - 44.

martedì 30 agosto 2016

MOLTIPLICAZIONE PER TALEA: in acqua (?!)

Uno dei possibili metodi di riproduzione delle rose è costituito dalla talea per acqua. La lunghezza dei rami recisi dovrà essere compresa tra i 10 ed i 20 centimetri. Dovranno essere scelti dei rami con gemme dormienti ben in vista. Il ramo reciso dovrà essere posizionato in un vaso lungo e stretto, o in una bottiglietta, colmi per tre quarti di acqua di rubinetto. Nel corso delle settimane potrete monitorare la formazione delle radici. Ipotizzando di effettuare una talea all'inizio di giungo, il suo trasferimento in un vaso con terriccio universale potrà avvenire nel mese di settembre.

Ecco l'esperienza diretta di una coltivatrice, trovata in internet:
"Ho tenuto la talea in acqua per un bel po', non ricordo quanto ma direi il tempo necessario a veder spuntare le radici. Quelle della mia avevano raggiunto grosso modo la lunghezza di 1 cm o poco meno. 
L'acqua l'ho cambiata poche volte. Poi ho iniziato a mettere nell'acqua del terriccio universale quel tanto per far diventare l'acqua sporca e niente più e delle palline di argilla espansa (non chiedetemi perchè! :? ). 
In questa acqua sporca ce l'ho tenuta ancora per un mesetto e poi l'ho trasferita in un vasino con terriccio morbido e non pressato. 
Per il passaggio dall'acqua alla terra ho proceduto così: ho messo il terriccio nel vasino, ho adagiato la talea facendo attenzione a non rompere le delicatissime radici (sembrano di vetro) e poi ho iniziato a ricoprirle col terriccio spolverandocelo sopra come se fosse sale. 
Una volta riempito il bicchierino a dovere ho bagnato e lasciato lì. 
Tutto questo lavoro è stato fatto ormai diverso tempo fa e la talea è fresca, le sue gemme si ingrossano giorno giorno. Insomma sembra non abbia risentito del "trasloco". "

La foto invece è tratta da forum.giardinaggio.it.

mercoledì 3 agosto 2016

INTERMEZZO

Ieri ho fotografato una rosa della pianta n. 42, al momento ha solo questo fiore (il rosaio è un po' "a riposo"), ma mi è sembrato così particolare che ho voluto metterlo in evidenza. Sembra un incrocio tra una peonia e un crisantemo!

lunedì 1 agosto 2016

MOLTIPLICAZIONE PER TALEA: direttamente in terra

Sulla moltiplicazione delle rose tramite talea ci sarebbero da scrivere veramente dei volumi. Vedrò di attenermi all'essenziale.

OGGI INIZIO DALLA TALEA IN TERRA

La talea è un metodo di moltiplicazione che consiste nel far radicare una porzione di ramo prelevato da una pianta madre. 

Il periodo migliore per eseguire la talea di rosa dipende dal tipo di ramo da far radicare.
Tra giugno e luglio, nel caso vengano usate talee non ancora lignificate, cioè di colore verde e dalla corteccia giovane.
Tra novembre e dicembre se si tratta di talee lignificate, cioè rami dalla corteccia scura e consistente.
Anche l'utilizzo dell'ormone radicante (in polvere o liquido) dipende dal tipo di ramo prelevato per la talea: legnoso o semi-legnoso.

Talea legnosa:
E’ la talea che permette di avere le percentuali più alte di successo, si realizza con legni maturi… tra gli appassionati li chiamiamo i legni “agostati” o legni che hanno avuto a disposizione agosto per maturare sulla pianta. Non beneficiano degli ormoni radicanti che si possono tranquillamente non utilizzare.

Talea semi-legnosa:
E’ una talea prelevata durante la fase vegetativa della pianta. Su queste talee bisogna eliminare quasi tutta la parte aerea e lasciare solo un paio di foglie che saranno vitali permettendo la continuazione della fotosintesi. Vanno assolutamente eliminati anche i bocci dei fiori e le cime tenere. Dopo aver reciso la parte aerea bisogna utilizzare del mastice o della cera per evitare una eccessiva trasudazione della talea. Questo tipo di talea ha bisogno di molta umidità perché a differenza della talea legnosa continua la sua fase vegetativa anche interrata. Spesso si realizzano queste talee anche in torba bruna o bionda pressata. Le talee semi-legnose si avvantaggiano molto dell’apporto di ormoni radicanti. Il ramo deve essere passato negli ormoni radicanti, bisogna rimuovere gli ormoni in eccesso e poi interrarlo.

Una volta scelti i rametti di rosa, si passa allo step successivo. 
I rami vanno accorciati con l'ausilio della forbice da giardino e la loro lunghezza deve essere di circa 20 cm. La base deve essere recisa con un taglio netto, orizzontale. Qualcuno taglia anche leggermente (per alcuni centimetri) la base in verticale. L'ho visto fare al mio vicino di casa, e lo faccio anche io.
 Si procede a pulire la parte da interrare, eliminando le foglie. Poi si devono tenere tali rami in un secchio pieno d'acqua per 2-3 giorni. Successivamente , se è il caso, si passa l'estremità da interrare nell'ormone radicante in polvere.

Poi riempite un vaso dal diametro di circa 10-12 cm con una miscela (data in parti uguale) di torba, terra di giardino e sabbia, da mantenere moderatamente umida. Interrate la talea di rosa circa due terzi della lunghezza.

Per stimolare ulteriormente la radicazione, infilate sulla talea una bottiglia di plastica alla quale avrete eliminato il fondo.

Trascorsi 50-60 giorni vedrete spuntare i primi germogli dalla talea eseguita tra giugno e luglio. Per le talee autunno-invernali, invece, bisognerà attendere la primavera successiva per vedere i primi germogli. La piantina di rosa sviluppata dalla talea dovrà essere lasciata in vaso e irrigata settimanalmente fino a quando non sarà pronta per la messa a dimora (dopo 12-24 mesi). La messa a dimora può avvenire in piena terra o in un vaso dal diametro di 20 cm.

lunedì 25 luglio 2016

IL MITO DELLA ROSA NERA

Può sembrare sorprendente, ma gli esperti affermano che la rosa nera si può ottenere senza grandi difficoltà. Ogni anno, nelle serre degli ibridatori di tutto il mondo, nascono sicuramente molte varietà il cui colore è vicino al nero, quanto meno in buona parte del fiore o in certi periodi dell'anno.

E ALLORA?
Come mai queste rose non vengono moltiplicate e messe in commercio?
Il tutto dipende da un problema tecnico. I colori scuri, infatti, assorbono la luce e con essa il calore. Questo assorbimento di calore provoca, attraverso reazioni chimiche conosciute ma non controllabili, un rapido deterioramento del colore o addirittura una bruciatura dei petali, che nel giro di qualche ora si seccano e si sbriciolano.
Le varietà attualmente in commercio sono quindi quelle che compatibilmente con il loro colore rosso scurissimo, ed almeno in parte dei petali quasi nero, meno si deteriorano per effetto del sole.
Varietà di rose di colore rosso scurissimo ne esistono del resto fin dagli inizi del secolo, e negli anni ne è stata migliorata la forma, l'eleganza dei fiori e la rifiorenza.
Il profumo, invece, per una felice e sconosciuta combinazione di geni, è quasi sempre stato presente nelle rose di colore molto scuro e si riesce a trasmetterlo nei loro ibridi con sufficiente frequenza (cfr. V. Barni, C. Medici, Sublime Rosa).

ROSA NERA IN NATURA
In Turchia, in un paese di nome Halfeti, esiste una rosa nera che cresce così in natura, non frutto di ibridazioni. "Rara e stagionale, questa rosa non è frutto di esperimenti di biotecnologia, né di finzione cinematografica, ma è il risultato dell'influenza che hanno sul colore dei petali di un fiore, il terreno, dal quale cresce, e l'acqua, che assorbe." In realtà il colore è un cremisi molto scuro, che si avvicina abbastanza al nero.
Purtroppo sembra che questa rosa sia in via di estinzione. A fine anni '90, la costruzione di dighe volute dal governo turco ha comportato l'allagamento totale di Halfeti, ad oggi riemersa solo in parte, obbligando gli abitanti a trasferirsi a circa 10 km di distanza. Qui, il terreno non è risultato perfettamente adatto alle necessità della rosa nera. I coltivatori hanno così tentato di ripiantare le rose in serre più vicine al loro luogo di origine. La situazione è migliorata, ma non ancora risolta.

martedì 19 luglio 2016

A PROPOSITO DI IRRIGAZIONE DELLE ROSE

Presa dal sacro fuoco per tutto quanto riguarda le rose, ho acquistato un secondo libro su tale argomento (il primo, lo ricordo, è "Sublime Rosa" di Vittorio Barni, nella prima edizione e non nella terza aggiornata come in questa immagine).
Il mio secondo acquisto è "Le Rose - Moderne coltivate ed allevate da amatori, floricoltori, seminatori", del famoso ibridatore italiano Domenico Aicardi. E' un libro che all'apparenza può sembrare datato, scritto nel 1951. Invece, leggo nella quarta di copertina: "questa monografia... intende essere in primo luogo un rigoroso punto di riferimento per chiunque voglia interessarsi, giorno dopo giorno, alla storia e alla coltivazione della Regina dei Fiori. Per competenza e passione viene universalmente considerato il contributo più importante che sia stato edito sull'argomento negli ultimi cento anni: una luce che continua a illuminare il cammino dei neofiti e degli esperti.
 
Pur essendo un manuale pieno di tecnicismi (che rivelano le profonde conoscenze biologiche, tecniche, naturalistiche ecc. del grande Aicardi), la lettura risulta scorrevole e molto piacevole.
Una parte mi ha colpito in questo particolare momento di gran caldo: quello che riguarda l'irrigazione delle piante di rose, e che riporto di seguito.
"Annacquare sembra una cosa facile e di nessun conto, mentre è un'operazione delicata, che richiede una certa pratica, dovendola eseguire a tempo e a modo. L'acqua, come sappiamo, è l'elemento più importante per mantenere attiva e turgida la vegetazione; senza la sua presenza i concimi restano inattivi; pertanto per nessuna ragione bisogna dilazionare l'annaffiamento a quando il terreno comincia a disseccarsi, peggio se fosse già asciutto. Ogni qualvolta somministrate acqua alle rose, siate generosi. Se al momento, per qualsiasi causa, l'acqua di cui disponete non fosse sufficiente a bagnarle tutte, annacquatene soltanto una parte come si deve, quelle che restano le bagnerete non appena vi sarà possibile. La peggior cosa che si possa fare nell'annaffiare è non dar acqua a sufficienza, poichè ciò non porta alcun giovamento reale e si perde liquido e tempo. Se avete acqua a volontà, non gingillatevi con il tubo di gomma in mano, deponetelo in terra vicino al piede della pianta e lasciatevelo fino a quando l'acqua rigurgiti ed abbiate la certezza che sia arrivata sino alle radici profonde.
[...] l'acqua di irrigazione, per trovarsi nelle condizioni termiche migliori, dovrebbe avere la stessa temperatura del terreno, poichè se è troppo calda accelera la vegetazione e se è troppo fredda la rallenta, portando nei due casi squilibrio alla circolazione della linfa.
Un altro pregiudizio è quello che non si debba eseguire l'annaffiamento di giorno con il sole cocente. Le rose non sono come certe piante ortive o da fiore, specialmente annuali, ch'è preferibile annacquare di sera. Esse sono piante legnose, dal sistema radicale vigoroso e profondo e con la chioma mantengono un'ombra rotante al loro piede, che impedisce il riscaldamento eccessivo del terreno".

Ho evidenziato in neretto le parti che mi hanno colpito di più, in quanto anche io avevo un comportamento errato riguardo a queste situazioni.

mercoledì 13 luglio 2016

ROSA RUBATA

Ora che la pianta ha attecchito ed è addirittura fiorita, posso confessare il mio crimine: dalla mia vacanza sulle Dolomiti mi sono portata a casa un rosaio di rosa rugosa che era piantato in una aiuola pubblica. 
Era piccolina, non si vedeva neanche dove l'ho presa, ce n'erano tante... questo per giustificare la mia azione. ;-)

In più la stagione, come sapete (fine giugno), era molto avanzata, le altre piante vicine stavano per fiorire, insomma, nulla mi garantiva che riuscisse ad a radicare.
Appena tornata a casa, in piena notte (erano le 23) l'ho interrata, l'ho innaffiata molto abbondantemente, l'ho circondata di sedie da giardino perchè di giorno non fosse bruciata dal sole. Ho continuata ad innaffiarla molto tutti i giorni; certo, un paio di rami si sono seccati, e anche diverse cime. Ma poi ha ributtato i germogli, e, come ho detto, stamattina è fiorita! Il fiore è semplice, color magenta, molto molto profumato, una essenza dolce.
Guardando qua e là in internet penso di aver capito che si tratta o di una Rosa rugosa typica o di una Rosa rugosa scabrosa (non ho notato grosse differenze nelle foto online), o un'altra simile.
Sarà la rosa n. 52.

Alcune notizie sulla rosa rugosa.
La rosa rugosa è una specie della rosa originaria della Corea, del Giappone, della Cina e della Siberia caratterizzata dalla sua buona resistenza al freddo.
L'arbusto può raggiungere un'altezza di 1,6 m, ed una larghezza di 2,5m.
Le foglie di questa specie presentano delle venature caratteristiche, (da cui deriva il nome specifico "rugosa"). La lamina è oblunga e seghettata. In autunno, le foglie assumono belle sfumature rossastre.
Il fiore è bianco o rosa con gli stami gialli, è relativamente piuttosto grande; i petali sono nettamente aperti e non racchiusi a calice, specie nei fiori semplici. I fiori possono presentarsi a gruppi, ma più frequentemente sono singoli. La pianta è rifiorente e produce bacche lucide che passano dal verde al rosso-arancione scuro. Hanno forma globosa-oblata (schiacciata, più larga che lunga), sono grandi (2 - 2,5 cm di diametro), con una considerevole quantità di polpa.

Importata in Europa nel 1796, questa rosa è oggi una delle specie più diffuse nel continente. In coltivazione, la rosa rugosa è resistente e viene utilizzata per l'ibridazione.

martedì 12 luglio 2016

LA MIA ROSA "BUCCANEER"

La mia piccola rosa Buccaneer (H.C. Swim, 1952), piantata questa primavera, si sta rivelando una vera sorpresa in positivo (n. 32).
L'ho acquistata presso un ipermercato, ad un prezzo davvero ridicolo (€ 3,49 se ricordo bene). L'ho presa perchè l'immagine mostrava una rosa gialla, e sperando che corrispondesse alla realtà, l'ho comprata (non sarebbe la prima volta che una rosa risulta di un colore diverso da quello dichiarato nella confezione o nel cartellino...)
Non ha avuto difficoltà ad attecchire, è fiorita abbastanza presto, e durante l'attuale rifioritura ha prodotto dei fiori veramente belli. E molto profumati! Tipico profumo di rosa tea. Fiori giallo intenso.
 Naturalmente il prezzo esiguo è da attribuire al fatto che sia una rosa di vecchio brevetto, probabilmente ritenuta superata da nuovi ibridi. Invece io ne sono molto soddisfatta.