venerdì 6 novembre 2020

ALCUNE ROSE BOTANICHE

(da http://www.lippocastano.com/categoria-prodotto/catalogo/catalogo-rose-botaniche/ e http://www.lacritica.org/le-rose-botaniche/)

Non si può apprezzare completamente la ricchezza che ci offrono le rose senza conoscerne gli antenati, tutte quelle specie selvatiche (denominate anche "botaniche"), che dall’Europa all’Asia, dall’America al Medio Oriente, testimoniano un genere botanico presente nel nostro pianeta da oltre quattro milioni di anni.
Il gruppo comprende sia le forme cespugliose sia le rampicanti, tutte di altezze considerevoli. Non è raro vederle salire ben oltre una decina di metri.
In primavera, più o meno inoltrata, a secondo della varietà, si ricoprono di abbondantissimi fiori piccoli, semplici (di solito 5 petali), con colorazioni insolite e magnifiche che liberano, tutto intorno nell’aria, aromi squisiti.
Il fogliame, a volte persistente, in inverno muta dal verde al rosso porpora.
I frutti autunnali hanno forme fantasiose e costituiscono un ulteriore elemento decorativo.
Sono piante dotate di grande autonomia, amano crescere libere di scegliere come e dove andare, non richiedono troppe cure e neppure troppe potature.

Nel nostro paese ci sono una trentina di specie. Eccone alcune.

Rosa canina è una pianta largamente diffusa nei nostri boschi, alta da uno a tre metri, con un portamento allargato, globoso. I fusti assumono una forma arcuata e danno alla pianta un aspetto piuttosto disordinato. Le foglie sono composte, imparipennate, formate da cinque-sette foglioline ovate e seghettate, di colore verde chiaro, leggermente glaucescente. I fiori sono formati da cinque petali rosa chiaro che tende a scurirsi leggermente sui bordi. Fiorisce a maggio. I cinorrodi (foto in alto a destra)sono allungati, rossi e sono utilizzati per la preparazione di tisane e marmellate. Il nome di Rosa canina le fu attribuito da Plinio il vecchio, il quale raccontava di un soldato guarito dalla rabbia canina grazie a un infuso di radici di questa pianta.
Questa rosa è una delle principali antenate delle varietà coltivate ed è una delle più utilizzate come portainnesto per le cultivar da giardino.

Rosa glauca ha portamento e dimensioni simili a quelle di Rosa canina. Si distingue per le foglie dal colore cangiante che va da tinte glaucescenti a tinte tendenti all’amaranto, tinta, quest’ultima, che assumono soprattutto le foglie e i germogli giovani. I fiori spuntano in aprile-maggio, sono di dimensioni ridotte (dai tre ai cinque centimetri di diametro), di colore bianco al centro e fucsia all’esterno. I cinorrodi sono di color rosso da acerbi e carminio a maturazione. È una specie abbastanza rara, presente nelle regioni del nord Italia e in Toscana, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Molise e Abruzzo.

Rosa pendulina (anche Rosa alpina) è una pianta con fusti esili, penduli, rossastri e quasi privi di spine. Raggiunge un’altezza tra trenta centimetri e due metri e ha spesso portamento prostrato o strisciante. I fiori vanno dal rosa al rosso, con un centro ricco di stami pollinici gialli. I cinorrodi sono rossi, lisci e hanno forma a bottiglia. Le foglie sono formate da sette-undici foglioline di colore chiaro e dal margine seghettato. Io questa varietà ce l'ho, la trovate al link http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-63.html.

Rosa sempervirens raggiunge un’altezza di uno-tre metri. Ha foglie composte solitamente da cinque foglioline. A differenza delle altre specie fin qui descritte, Rosa sempervirens è sempreverde, come dice il nome stesso. I fiori sono bianchi e i cinorrodi sono rossi, di piccole dimensioni e tondeggianti.

Rosa rubiginosa è un arbusto selvatico che cresce in maniera spontanea e selvatica in ambienti umidi e freddi. Ha uno stelo spinoso, i suoi fiori bianchi e rosa possono avere dei pigmenti gialli. Fiorisce tra i mesi di aprile e giugno generando un frutto di colore rosso, particolarmente ricco di semi. I semi sono la fonte primaria per l'estrazione del olio, prezioso in termini di cosmesi e cura del corpo.

LA FECONDAZIONE ARTIFICIALE SECONDO DOMENICO AICARDI (1° parte)

(da "LE ROSE - moderne coltivate ed allevate da amatori, floricoltori, seminatori", di D. Aicardi, Ed. Apeiron)

"Il primo esperimento documentato di fecondazione incrociata manuale è quello eseguito nel 1717 dall'orticoltore inglese Thomas Fairchild (vedi immagini), che a Hoxton, vicino Londra, nel suo stabilimento otricolo, aveva eseguito un incrocio fra garofani, ottenendo un ibrido chiamato "mule pink" - garofano mulo - perchè sterile.

Ancora al tempo dell'Imperatrice Giuseppina (1810), alla quale si deve nuovo impulso per aumentare il numero delle varietà di rose, la fecondazione artificiale era fatta molto empiricamente. Si formavano delle aiuole con varietà promiscue, scelte fra quelle migliori che ai seminatori veniva fatto di procurare e si allevavano in gruppo, in modo che al momento della fioritura le infiorescenze si trovassero presso a poco alla stessa altezza: quindi, durante le ore più soleggiate del giorno, con una piccola canna o un bastoncino, si battevano colpetti contro le infiorescenze in modo da provocare la caduta e la dispersione del polline che, portato dalla brezza, cadeva sui pistilli, provocando impollinazioni accidentali.

Altri si contentavano di raccogliere e radunare rose di varietà belle e diverse, ne combinavano un mazzo e dopo averlo spruzzato d'acqua con miele, lo collocavano nel mezzo di un'aiuola di rose fiorite lasciando alle api il compito di trasportare il polline da un fiore all'altro.

Ma questo empirismo non poteva protrarsi a lungo; ormai l'arcano era svelato: era questione di trovare i procedimenti idonei e la nuova via si sarebbe aperta per quanti si affannavano alla ricerca di nuove varietà.

La fecondazione incrociata artificiale, come svolgimento, non differisce da quella naturale. Le differenze sussistono invece nei dettagli, nei preparativi indispensabili e necessari all'incontro dei due sessi. L'uomo in questo caso si sostituisce agli insetti, trasporta il polline da un fiore all'altro, con la differenza che, mentre gli insetti lavorano per istinto, egli lavora per uno scopo, mentre essi visitano i fiori con delicatezza, rispettando tutti gli organi della riproduzione, l'uomo è costretto a provocare perdite per rendere più facile il suo compito e più sicuro il risultato.

Con la fecondazione incrociata artificiale della rosa, gli incroci vengono effettuati su fiori ermafroditi, previa castrazione degli organi maschili. E' in questa operazione che risiede tutta l'importanza della fecondazione incrociata artificiale".