lunedì 3 febbraio 2025

UNA STORIA DI... SPORT

Trovo estremamente affascinante la capacità delle rose di mutare. Intendo i cosiddetti "sport": si tratta di mutazioni genetiche che avvengono in modo del tutto casuale e che possono produrre nuove varietà anche migliori rispetto all’originale. 

(vedi approfondimento nel mio blog https://valentinaelesuerose.blogspot.com/search?q=sport)

Esistono varietà di rose che mutano più facilmente di altre. Una di queste è sicuramente la rosa Iceberg, una floribunda di Kordes del 1958. Per chi fosse interessato alle sue origini, i suoi genitori sono

Robin Hood (hybrid musk, Pemberton, 1927) X Virgo (HT, Mallerin 1947).

La rosa Iceberg è una delle varietà di rosa più amate e apprezzate per la sua fioritura abbondante, resistente e dai colori puri e luminosi. Conosciuta per i suoi fiori bianchi candidi, è una rosa ideale per creare aiuole fiorite, bordure o anche per la coltivazione in vaso su terrazzi e balconi. Si trova facilmente nei vivai.











Nel 1991, in Australia, in una piantagione controllata della varietà  'Iceberg',  Lilia Margareth Weatherly scoprì una mutazione, che chiamò "Pink Iceberg" o "Pink Brilliant Iceberg". Si tratta ancora di una Floribunda che però era virata al rosa: le delicate sfumature di rosa dei petali producono quello che è stato descritto come un aspetto "dipinto a mano".














Ma la storia continua.

La tendenza a mutare di Iceberg viene ereditata da "Pink Iceberg": nel 1995, nella medesima piantagione, la signora Lilia Margareth Weatherly scopre una mutazione di Pink Iceberg che chiamerà "Brilliant Pink Iceberg". In questa pianta la tonalità rosa dei fiori si accentua.










E giungiamo ad una quarta mutazione,  da "Brillilant Pink Iceberg" 

La mutazione viene scoperta sempre in Australia ma da un altro vivaista, Edgar Norman Swane, nel 1998. La nuova varietà è un po' più bassa delle precedenti, ha fiori viola scuro con rovescio più chiaro, stami e antere rosso bordeaux scuro. E purtroppo non ha profumo, ma è comunque molto bella. Il suo nome è "Burgundy Iceberg" o "Burgundy Ice" e probabilmente è la più conosciuta tra le varie mutazioni.

Si trova facilmente nei vivai specializzati.





TERRICCIO FAI DA TE

Il famoso vivaista Nino Sanremo propone una ricetta per produrre da sé un terriccio adatto alle rose.

Per gli amanti del fai-da-te che volessero provvedere direttamente alla preparazione del terriccio, è bene sapere che la rosa predilige un terriccio composto da circa tre parti di torba bionda grossolana e fibrosa, ammendata, a pH 6-7 (la migliore è importata dalla Svezia), e di una parte tra argilla e pomice o vulcanite. 

Se non si dispone di torba a pH 6-7, bisogna aggiungere, per ogni litro di terriccio, 2-3 g di carbonato di calcio per elevare il pH naturale della torba, che generalmente è 3,4-4, fino a 6-7, e un'adeguata dose di fertilizzante organico a lenta cessione. 

Il carbonato di calcio si acquista facilmente online. 


TERRICCIO: QUALE EVITARE

Non è affatto banale parlare di terriccio giusto per le  nostre rose in vaso.

Vediamo allora cosa evitare:

- evitare di utilizzare sacchi di compost quando sulle confezioni non sono specificati in modo dettagliato l'origine e i contenuti;

- evitare il terriccio "universale" che si trova nella grande distribuzione e che costa pochi Euro: generalmente è scuro, fine e poco o nulla fibroso. A volte è addirittura puzzolente e caldo (mi è capitato con dei sacchi di terriccio "in ebollizione"). Alla larga!

Mi sono trovata molto bene con questi terricci della Compo e della Vigor Plant. La Vigor Plant fa anche un terriccio specifico per rose. Entrambe le aziende comunque hanno linee molto complete di terricci per le varie esigenze.