venerdì 12 luglio 2019

DOMENICO AICARDI E IL "SEMINATORE" O "IBRIDATORE"

Ritengo assolutamente interessante quanto ho letto sul libro "Le Rose" di Domenico Aicardi sulla figura del seminatore o ibridatore di rose. Pertanto lo trascrivo di seguito. 

Domenico Aicardi (1878-1964) iniziò lavorando all'ibridazione dei garofani. Nel 1928 acquistò in Francia 100 rosai, da questo modesto patrimonio iniziale, a soli due anni di distanza, si aggiudicherà tutti i premi al Concorso di Roma del 1933. Le rose di sua creazione hanno abbellito numerosi e importanti giardini e fornito fiori recisi per i fiorai di mezzo mondo.

(Tratto dal libro "Le Rose" di Domenico Aicardi, 1951.)

"Con il nome di seminatore intendo definire chiunque si dedichi alla semina delle rose, sia come dilettante, sia come professionista, allo scopo di produrre nuove varietà; tanto colui che utilizza i semi raccolti su qualsiasi rosa, quanto quelli ottenuti in seguito ad incroci: operazione quest'ultima da ibridatore.

Quando si dice seminatore di rose, non si intende un seminatore nel senso comune, perchè le rose non si seminano per riprodurle alla stessa stregua di altri vegetali, ma per la ricerca di nuove varietà. [Infatti] Il seme non riproduce fedelmente nelle rose le caratteristiche della pianta madre, salvo che nelle specie pure, giacchè per la maggior parte sono ibridi.
Le specie pure si possono fissare in 93 per le asiatiche, 10 per le europee, 18 per le americane, formando un totale di 121 specie pure in tutto il mondo.
La seminagione pura e semplice non dà quasi mai soggetti migliori, mentre l'incrocio o l'ibridazione possono dare origine a tipi interessanti per vigore e bellezza: ciò avviene per il fenomeno di "eterosi".

La semina considerata come passatempo costituisce uno "sport", ma quando è praticata con indirizzo professionale, diventa un mestiere, un'arte. Nel primo caso non è necessario che il seminatore abbia conoscenze o preparazione speciali, poichè per buona parte si tratta di fortuna e chiunque vi si può avventurare, nulla rischiando.

Nel secondo caso, invece, oltre al possesso di un'attitudine alla valutazione, sono necessarie conoscenze di botanica e di genetica, nonchè una buona preparazioen nella nomenclatura enella classificazione delle rose. Tutto ciò, s'intende, congiunto ad altre doti, come pazienza, costanza, ordine, intuito, percezione e, soprattutto, buon gusto."

Alcune rose create da Domenico Aicardi:










Cristoforo Colombo

















Signora Piero Puricelli

















Elettra















Gloria di Roma













Saturnia






martedì 9 luglio 2019

PRIMI CONTROLLI SULLE IBRIDAZIONI

Nei giorni scorsi mi sono dilettata a togliere, uno per volta, tutti i bei "cappuccetti bianchi" dalle mie rose ibridate, per vedere cos'era successo.

Dirò subito che i successi sono all'incirca pari agli insuccessi + gli incerti.
Gli insuccessi sono riconoscibili all'istante: rimane una pallina secca e il gambino si stacca subito. Sono quegli incroci non compatibili, i motivi possono essere tanti.

Le ibridazioni incerte sono quelle in cui sembra ci sia un inizio di maturazione del cinorrodo, ma molto lenta, e che potrebbe fermarsi. Quindi queste le tengo in sospeso.

I successi sono quelli che - spero - hanno "tenuto", cioè è avvenuta la fecondazione e ha cominciato a formarsi il cinorrodo contenente i semi.

Ne ho fotografato alcuni.


  

In questo caso la "madre" è la rosa inglese "Lady Emma Hamilton" (foto al centro), mentre il polline mi è stato fornito dall'ibridatore piacentino Marc Alberici, ed è quello di un suo precedente incrocio tra la rosa inglese "Sharifa Asma" e la gallica "Pourpre Charmante" (foto a destra). Lo scopo conclamato di questo incrocio è di tentare di fornire alla rosa di Marc, che io chiamo "semigallica", la rifiorenza, perchè in quanto a bellezza e profumo, non c'è proprio niente da migliorare secondo me.
Qui sotto i genitori della "semigallica": Sharifa Asma e Pourpre Charmante   




 

Quest'altro cinorrodo è ancora molto piccolino, ma d'altronde i fiori della madre non sono molto grandi, quindi spero sia un "successo" reale, e non qualcosa destinato a seccarsi.
La madre è la rosa inglese "Brother Cadfael", mentre il polline del padre mi è stato fornito sempre da Marc Alberici, ed è di una "F2" (cioè seconda generazione") della sua "Souvenir de Gilles Villeneuve, di cui io ho la pianta originale (ma non ho l'F2).






Souvenir de Gilles Villeneuve, di Marc Alberici














 

Ecco un altro cinorrodo che sembra aver successo.
Si tratta di un incrocio tra la mia rosa ibrido di tea che vedete nella foto al centro, sconosciuta ma molto profumata (mi piace pensare che possa essere "Papa Meilland" ma non ci sono prove a sostegno di ciò) e la rosa cinese "Mutabilis". Quest'ultima non la possiedo, ma vicino al centro commerciale "Le Maioliche" di Faenza ce n'è una lunga siepe, e non mi è stato difficile procurarmi il polline.


   

Ecco quella che mi sembra proprio una bella "pallina" e che spero mantenga le promesse. La madre in questo caso è un mio F2 di una sconosciuta (con tutta probabilità "Alliance" di Meilland, 1985) e il polline deriva da "Malabarista", fantastico rampicante di Davide Della Libera, e mi è stato gentilmente fornito sempre da Marc Alberici.


  

Quest'altro cinorrodo in maturazione è il frutto dell'ibridazione tra la mia "Golden Tower" e di nuovo il polline della "semigallica" di Marc Alberici.
Questa "semigallica" ha un polline molto forte, che va d'accordo quasi con tutte le rose a cui "l'ho presentato".


 

Qui mi sono allontanata dalle solite "ibridi di tea" per usare come madre la rosa Tea "Mme. Antoine Mari", a mio parere molto delicata nell'aspetto, e profumata. Mi ha detto Marc Alberici che molto probabilmente la rosa che otterrò (se la otterrò) sarà sterile, ma vale la pena di provare per giocare sul fascino delle rose Tea.
Il polline me l'ha dato sempre Marc, ed è quello di un suo incrocio, cioè il risultato di "Astrid Gräfin von Hardenberg" (cespuglio moderno di Evers del 1997) e la floribunda "Henri Matisse" di Delbard, una delle "rose dei pittori".
Qui sotto: Astrid Gräfin von Hardenberg a sinistra e Henri Matisse a destra.

   


  

Questa "cosa mostruosa" che ha impressionato anche me appena l'ho vista, è il risultato dell'impollinazione tra "Monica Bellucci" e la solita "semigallica".
Riguardo a "Monica Bellucci", penso che sia una delle rose il cui nome si adatta di più al fiore. Così piena, curva, abbondante... richiama proprio le caratteristiche dell'attrice.
E anche il cinorrodo si dimostra esuberante, traboccante, pieno all'inverosimile... speriamo bene.


  

Questo è il cinorrodo che si sta formando dall'ibridazione della madre "Magdalena" con il polline della mia rugosa "Basye's Purple Rose". Ci tengo veramente che arrivi a maturazione e che dia origine a qualcosa di bello, perchè le rugose mi piacciono molto, e questo è l'unico incrocio che sembra riuscito, sia usando la rugosa come madre che come padre.


  

Quest'ultima foto presenta un caso già difficile. Il cinorrodo sembra in via di formazione, ma ha una colorazione preoccupante in alto, inoltre il piccolo gambo sembra mezzo secco. Quando l'ho fatta vedere a Marc Alberici mi ha detto che se fa in tempo a formarsi l'embrione all'interno dei semi, può esserci qualche speranza. Potrò provare comunque a raccogliere il cinorrodo e a mettere i semi in frigorifero.
Per questo incrocio ho usato come madre una ibrido di tea abbastanza vecchia, "Topazio" del 1938 dei F.lli Ingegnolli. E' una rosa che ho trovato presso un vivaio non specializzato in rose, quindi un brevetto "scaduto" ma secondo me non da disprezzare. La pianta è molto sana, il fiore anche un po' profumato, e mi piace soprattutto perchè i petali sono un po' frastagliati, cosa che sembra andare tanto di moda ora tra certi ibridatori moderni, mi vengono in mente ad esempio alcuni esemplari di Massad.
Il padre è la floribunda "Independence" (Kordes, 1951), il cui polline mi è stato fornito dal solito Marc Alberici.