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venerdì 16 febbraio 2024

IL FASCINO DI UN NOME

Una prosa carica di lirismo, dell'amico CARLO CARULLI. Per veri intenditori e amanti delle rose.

Alcune care amiche mi hanno chiesto se racconto loro storie di rose galliche.
Desideroso di condividere il mistero di una di esse, ho pensato di recarmi a trovare Charles de Mills, per descriverne le qualità, e soprattutto per verificare con lei se, in quasi due secoli e mezzo di vita, vi siano finalmente notizie certe sull'origine, più o meno sconosciuta, del suo nome. Questa meravigliosa rosa, infatti, vanta un cospicuo numero di nomi, tra i quali spiccano per eleganza e praticità etimologica, Bizarre Triomphant e, appunto, Charles de Mills.











Mentre mi avvicino al cespuglio (che in questo periodo si presenta ancora piuttosto dormiente), avverto una carezza sul braccio, e qualcosa scorrere con una delicata ma pungente intermittenza sulla manica del giubbino che in questi giorni, di primo mattino, è ancora piacevole indossare.
Mi viene naturale voltarmi e riconoscere in quella carezza la superba Stanwell Perpetual, quel meraviglioso ibrido di spinosissima, figlia della damascena bifera e della pimpinellifolia (quest'ultima comunemente conosciuta come rosa di Scozia).















"Ciao, è da un po' che non ti vedevo da queste parti", mi apostrofa quasi, dedicandomi il portamento rilassato dei suoi esili rami quasi a volermi complice della sua timidezza, racchiusa nella rosea dolcezza delle sue corolle, che fra pochi giorni daranno gioia agli sguardi e nettare agli insetti del mio giardino.












"Tu dici sempre di essere attratto dalle rose che chiami antiche... e dedichi loro gran parte delle tue premure... ma guarda che anche io vengo da tempi lontani", prosegue incalzando e finalmente rubando tutta la mia attenzione. Io conosco bene la leggenda che si narra sulle sue origini, ma forse desidero sia lei a raccontarmela, quasi a voler 'ufficializzata' la 'storia' che la vuole scoperta per puro caso durante la demolizione di una vecchia casa a Stanwell, nella contea di Essex, regno unito. Erano gli anni della c.d. 'rivoluzione industriale', gli anni in cui la frenesia del progresso sembrava avere il sopravvento su tutto e tutti, spinta da miraggi di favori economici mai ipotizzati fino ad allora. Eppure, in quel particolare stato di impulsi tecnologici, un operaio si lasciò catturare dalla ribelle delicatezza della 'rosa' di Stanwell e la salvò da sicura, tragica e sconosciuta estinzione. Più tardi, il vivaista Lee ne venne in possesso e la immise sul mercato. Era il 1838.
Hai ragione, Stanwell P., in effetti ti si può considerare decisamente una rosa antica, ancorché quasi sicuramente spontanea e figlia di rose botaniche. Mi farebbe davvero piacere che tu confermassi come vere le voci che girano sul tuo ritrovamento.
Ma a questa mia sollecitazione, Perpy non risponde, e come mossa da un leggero alito di vento, lascia dapprima i suoi esili ramoscelli ondeggiare ancora un po' lievemente, per poi addormentarsi, tenera fanciulla, in attesa di risvegliarsi fra pochi giorni superba e incomparabile principessa.
Non saprò mai se la leggenda da cui ha tratto denominazione questa rosa sia la realtà, ma mi va bene così. Del resto, il fascino di una rosa deriva anche dalle suggestioni che il suo nome è in grado di generare.
Mi giro allora verso la gallica.. hai novità per me, Charles de Mills? Le chiedo... "nessuna, per ora", mi risponde. Appunto.

Carlo Carulli