mercoledì 16 dicembre 2020

ALTRE ROSE DI GIORGIO BERTI

Le creazioni di Giorgio Berti non si esauriscono con le 5 varietà che ho pubblicato ieri, in vendita al Vivaio Vivaverde di Monica Cavina (Imola).

Ecco altri suoi rosai:

MARIA LUIGIA

(2008; Bourbon; cm. 130 x 120)

Una rosa ottenuta da un seme raccolto da Louise Odier. Fiore di colore rosa deciso, molto doppio e quartato e deliziosamente profumato. Arbusto di medie dimensioni sano e rifiorente.


BERTI 9

(2013; Floribunda; incrocio di Tobia x Edith Holden; cm. 110 x 70)

Arbusto sano molto simile a Tobia ma con colori più caldi e, come Tobia, generoso nella fioritura.


BERTI 10 (2013)

Rosa trovata in giardino nelle vicinanze di MICOL. Buon profumo e rifiorente. Altezza ancora da definire.



BERTI 11  (2013)
Da un seme di Lavender Lassie. profumata, rifiorente. Altezza e portamento ancora non definite.



AUNARIA
(Maestro x Delight) x Sharifa Asma. 2012. Floribunda
Rosa all'apparenza modesta, ma di forte carattere. Arbusto medio, molto rifiorente, profumato e sano.



 BERTI 13
(Maestro x Delight) x Sharifa Asma; anno 2012; floribunda.
Piccolo arbusto, molto rifiorente e leggermente profumato.



BERTI 15
Da un seme di Ballerina. Anno 2013. Portamento e caratteristiche simile alla madre. 



BERTI 16
Stesso semenzale di Anna maaria. Rosa semplice. Arbusto medio-alto. Profumata. Rifiorente.



BERTI 17
Rosa trovata anno 2011. Profumata. Rampicante. M. 2,50 x 1.50. Profumata. non rifiorente. Cangiante con l'età.



BERTI 18
Rosa trovata. Arbusto alto o piccolo rampicante, non rifiorente.

martedì 15 dicembre 2020

L'IBRIDATORE ITALIANO GIORGIO BERTI

Ho da pochissimo tempo scoperto un ibridatore italiano che non conoscevo. L'ho scoperto grazie al catalogo delle rose del Vivaio Vivaverde di Monica Cavina, che ha, appunto, in vendita alcune varietà di Giorgio Berti. 

Di lui non sono riuscita a sapere molto, dalla sua pagina Facebook apprendo che si è laureato all'Università di Padova, è sposato e vive a Onara, in Veneto.

Gli ho chiesto l'amicizia su Facebook e me l'ha concessa, poi l'ho messaggiato spiegato come ero venuta a conoscenza delle sue rose e chiedendo, se gli faceva piacere, un po' di materiale per il mio blog, ma non mi ha risposto. Si vede che non è di suo interesse. Quanto vado a pubblicare comunque è di dominio pubblico, non ho rubato nulla a nessuno. (Foto dalla sua pagina FB)

La maggior parte  delle sue rose provengono da ibridazioni naturali, nel senso che i semi prelevati "a caso" vengono seminati in autunno e le piantine nate selezionate negli anni successivi. E' questo il metodo che più lo affascina in quanto il lavoro di mamma natura è sempre avvincente e molte volte sorprendente.

Altre sue rose, invece, sono il frutto di ricerca (nelle lunghe notti invernali) sulla genealogia riguardante sia la rosa padre che la rosa madre, al fine di ottenere un figlio con le caratteristiche desiderate; cosa non semplice da ottenere... ma a volte i desideri prendono forma ed allora la soddisfazione è grande.

La sua passione per le rose deriva probabilmente dalla sua infanzia, quando suo padre Basilio (che allora lavorava come giardiniere nella villa dei Conti Giusti del Giardino di Onara) gli chiedeva di aiutarlo nei lavori di manutenzione del roseto: il profumo di quelle rose lo ricorda ancora...

Quando agli inizi degli anni Ottanta ha avuto la possibilità di coltivare un terreno, ha cominciato a cercare rose che avessero quei profumi. La prima rosa che comprò fu la Mme. Alfred Carrière e crede che scelta migliore non avrebbe potuto fare. 

Tutte le sue rose non sono registrate e pertanto chiunque può liberamente duplicarle.

Queste le rose di Giorgio Berti in catalogo da Vivaverde Vivaio di Imola:


Anna Maria (2010)

cm. 180 x 130. Ottenuta da seme di Brise Perfume (Barni).

Arbusto ampio o piccolo rampicante  dai deliziosi mazzi di fiori dal colore rosa tenue che sfiorisce in bianco e dall'aspetto molto campagnolo. Bel fogliame fitto. Molto rifiorente e profumata.

Tobia (2011)

Floribunda (Maestro X Dusky Maiden) cm. 100 x 70. Arbusto sano piuttosto rigido ma generoso nella fioritura. Fiori semplici con petali ondulati di un bel rosso ciliegia luminoso con evidenti stami gialli al centro.

Maria Ilva (2007)

Ibrido di moschata. Ottenuta da un seme di rosa Cornelia, sviluppa un piccolo cespuglio sano con fioritura a mazzi e fiori piccoli rosa. Molto profumata e sempre in fiore.

Micol (2007)

Tea-noisette, cm. 180 x 100. Ottenuta da un seme di Paul Lédé X Rêve D’Or. Bellissimo fiore delicato dal color rosa aranciato, leggermente reclinato e che si apre lasciando intravvedere gli stami con i filamenti color marrone. Molto profumata e sempre in fiore.


Maria Cristina (2005)

150 x 150. Plantula rinvenuta nel giardino della famiglia Berti, da seme di Penelope. Fiori semplici portati a mazzi di colore crema, leggermente soffuso di arancio e rosa. Un cespuglio ampio con rami vigorosi e foglie sane. Si adatta bene ad essere impiegata come piccolo rampicante. In autunno caratteristici cinorrodi allungati aumentano il suo valore decorativo. Rifiorente.

Potete contattare il Vivavio Vivaverde di Imola cliccando qui.

lunedì 14 dicembre 2020

LE MIE ROSE 51 - 60

Con la presunzione che vi continui ad interessare, pubblico altre 10 rose del mio roseto. 

51 - Rosa Inglese "Lady Emma Hamilton"

52 - Rugosa specie botanica

53 - Rampicante "Hanabi"

54 - Ibrido Perpetuo "Baron Girod de l'Ain"

55 - Ibrido di Rugosa "Basye's Purple Rose"

56 - Shrub "Rhapsody in Blue"

57 - Ibrido di Rugosa "Pink Grootendorst"

58 - Ibrido di Pimpinellifolia "Stanwell Perpetual"

59 - Ibrido di Moschata "Sibelius"

60 - Ibrido di Rugosa "Fimbriata"



CONSIGLI UTILI - MESSA A DIMORA DELLE ROSE A RADICE NUDA

 All'inizio della mia storia come "rosofila" ero molto insicura di quello che facevo, temendo sempre di non essere in grado di prendermi cura nel modo migliore delle piante che amo tanto.

Per questo motivo ci ho messo un po' a vincere il timore di non riuscire a trattare bene le rose a radice nuda. Con il tempo ho preso confidenza, e ora penso che siano facili come le rose acquistate in vaso, basta avere le giuste accortezze.

Le rose a radice nuda si mettono a dimora nel periodo in cui il terreno può ancora essere lavorato, cioè non deve essere eccessivamente duro e freddo, e le piantine sono nel loro periodo di riposo vegetativo: i mesi più propizi vanno da novembre a febbraio.

Ma per chi non è pratico, cosa sono le rose a radice nuda?

Le rose a radice nuda sono quelle che si acquistano senza la zolla di terra intorno; quelle il cui l’apparato radicale è stato ripulito e quindi protetto con ausili temporanei, tipo pacciamatura e teli di nylon. Di solito vengono spedite con l’apparato radicale imbustato in sacchetti di plastica riempiti con trucioli di legno o segatura.

Quali sono i vantaggi delle rose a radice nuda?

Il vantaggio di acquistare rose a radice nuda consiste nel fatto che lo sviluppo radicale avviene direttamente nel terreno del giardino, in posizione definitiva, senza bisogno di trapiantare. Inoltre queste piante hanno un costo inferiore perché sono più leggere e maneggevoli, facili anche da spedire per corrispondenza. Infine, se il substrato è lavorato con meticolosità, arricchito con concimi organici che agevolino la radicazione e con elementi che favoriscano il drenaggio e l’aerazione dell’apparato radicale, queste piante saranno sicuramente più ricettive delle altre ad attecchire nel nuovo substrato in cui verranno messa a dimora, anche in vaso.

Ed eventuali svantaggi?

Lo svantaggio maggiore è che le rose a radice nuda possono essere messe a dimora solamente quando entrano in riposo vegetativo e quindi in autunno. Se si attende troppo tempo prima dell’impianto, le radici possono disidratarsi in modo eccessivo, oppure le temperature invernali prendono rapidamente piede rendendo le condizioni di ambientazione delle piante in terra poco agevoli.

Quando impiantare la rosa?

Quando la rosa è stata acquistata o recapitata, l’imballo le consentirà di avere circa trenta giorni di autonomia, in modo da poter consentire a chi la coltiva di scegliere il momento con le condizioni climatiche ideali per metterla a dimora. Per la salubrità futura della rosa, è molto importante aspettare una giornata in cui la temperatura sia stabile, non ci deve essere troppo freddo e neanche un eccessivo caldo, e il cielo sia preferibilmente coperto.

La posizione migliore?

La posizione migliore per la messa a dimora deve essere ben soleggiata, dove l’irraggiamento diretto arrivi per circa sei ore al giorno, in modo da far prosperare i fiori, sia in numero che in robustezza. Il terreno più idoneo deve avere un pH compreso tra 5,5 e 7, essere insomma leggermente calcareo, di buon impasto, drenante, fresco e profondo.

COME SI FA

1. Prima della messa a dimora delle rose a radice nuda, si dovrà rimuovere l’imballo intorno alle radici. Dopo averne verificato l’integrità e aver rimosso le parti eventualmente danneggiate, l’apparato radicale deve essere messo a bagno in una fanghiglia composta da acqua, terriccio universale e stallatico maturo: questa miscela dovrà aderire all’apparato radicale per almeno tre o quattro ore, con lo scopo di nutrirlo e distenderlo. Questa operazione si chiama “inzaffardatura”. Nel momento in cui la rosa verrà spostata dal secchio per essere inserita nella buca di impianto, non si scuota via l’inzaffardatura: è bene che essa rimanga aderente alle radici. Chiaramente la lunghezza e l’imponenza dell’apparato radicale andrà commisurato con quella dell’apparato aereo ed eventualmente potato.

2. Mentre si effettua il trattamento radicale, si prepari una buca larga e profonda dai 40 ai 50 cm., abbastanza capiente da contenere le radici della rosa completamente distese. Sul fondo, prima di adagiare l’apparato radicale, si depositino due palate di terra sciolta da coltivo e due manciate di cornunghia o stallatico. 

3. Le rose a radice nuda vanno posta nella buca in modo che il colletto rimanga leggermente sopra il piano di campagna, mentre le radici vanno coperte con abbondante terra. Occorre quindi comprimere il terreno senza esagerare, così che non si compatti troppo. Si proceda quindi a un’abbondante annaffiatura.

4. Si aggiunga ancora terra attorno al colletto creando una montagnola che copra anche parte dei rami. Questa operazione proteggerà sia l’apparato radicale che quello aereo dal freddo pungente durante l’inverno.