martedì 7 luglio 2020

GIUSEPPINA, LA MALMAISON E LE ROSE

Oggi dedico il post ad una donna che, con la sua passione, ha dato un grande impulso in Europa alla coltivazione delle rose.

Il 21 aprile 1799 Giuseppina Bonaparte, moglie di Napoleone e imperatrice dei francesi, mentre il marito è impegnato nella campagna d'Egitto, acquista la Malmaison, piccolo castello circondato da terre e boschi e, tempo pochi anni, accanto a questa dimora tutto sommato modesta, allestisce un lussureggiante giardino e un magnifico roseto.

La Malmaison, "mala mansio", ovvero la "cattiva casa", viene chiamata così forse per la sua posizione insalubre o per la presenza di un antico lebbrosario, ma più probabilmente per i ricordi non piacevoli che i normanni invasori, risaliti dalla Senna, lasciano nella zona.

Nel suo giardino Giuseppina coltiva piante rare e cerca di far acclimatare specie vegetali esotiche ottenute grazie a botanici, famosi vivaisti e agli studiosi del museo di Scienze Naturali di Parigi. Come molti appassionati, Giuseppina è generosa e quando, grazie alle sue relazioni privilegiate, riesce a ottenere piantee semi rari riportati in patria dagli esploratori francesi, condivide sempre con altri i suoi tesori.
Circa 200 piante "nuove" fioriscono per la prima volta in Francia proprio nei giardini della Malmaison, fra queste la magnolia porpora, la peonia arbustiva, l'hibiscus, la camelia, il mirto e la dalia. 

Ma l'affascinante giardino è famoso anche e soprattutto per le rose, oltre 250 specie diverse provenienti da tutto il mondo: dall'Asia centrale, dall'Europa e dalle Americhe. Ci sono rose di ogni colore, forma, profumo, rose arbustive e rose coltivate in vaso; nulla è troppo bello e troppo raro per l'imperatrice dei francesi la quale, nel 1805, chiede a J.P. Redouté di dipingere le sue piante più belle. 
L'illustratore realizza 120 tavole che saranno pubblicate in un album dal titolo "Le jardin de la Malmaison" e renderanno celebre il suo autore e immortali le bellissime rose di Giuseppina.

Durante la guerra fra Francia e Inghilterra, le rose destinate a La Malmaison vennero tutelate, scortate, protette. Alle navi di Napoleone che trasportavano piante o talee, veniva garantita l’incolumità da parte del nemico, in antitesi con la brutalità di un conflitto fra due nazioni che si fronteggiavano via terra e via mare. Gli eserciti francesi avevano l’ordine di fare incetta di rose, ovunque si trovassero. L’esperto inglese, che la moglie dell’Imperatore volle assumere alla Malmaison come consigliere sulle varietà da selezionare, ibridare e riprodurre, venne protetto nei suoi viaggi di ricerca da uno speciale lasciapassare che lo indicava come “L’incaricato per l’acquisto di rose”.
Il tesoro botanico e la rilevanza del progetto prevalsero dunque sulla guerra! Era il 1808 quando in quei giardini privilegiati venne isolata la prima Rosa Tea, così definita per il sottile profumo delle sue corolle perfette e rifiorenti che evocavano l’aroma delle foglie del tè. Da quella rosa discendono molte delle attuali varietà rifiorenti e moderne oggi in commercio.

Alla morte di Giuseppina, il roseto della Malmaison contava più di 250 specie e varietà diverse; 167 Galliche, 27 Centifolia, 22 Chinensis, 9 Damascena, 8 Alba, 4 Spinosissima e dozzine di altre specie, comprese Rosa moscata.
In onore di Giuseppina e della sua dimore, l'ibridatore Béluze nel 1848 creò "Souvenir de la Malmaison", la splendida rosa Bourbon di origine creola come l'imperatrice.

La Malmaison non sopravvive di molto alla scomparsa dell'imperatrice; gli eredi non hanno i mezzi per curare l'enorme tenuta che quindi finisce con l'essere venduta pezzo dopo pezzo. 
Oggi restano un parco di sei ettari che conserva ancora tracce della grande passione di Giuseppina per la botanica e un piccolo castello pieno di ricordi di una donna decisamente poco ordinaria.

Duecento anni dopo la morte dell’Imperatrice, il roseto torna alla vita con l’aiuto di Piaget. La casa di gioielleria e orologeria svizzera ha sia restaurato il giardino piantando 750 tipi di rose antiche del Primo e del Secondo Impero, sia riportato all’antico splendore un abito e un mantello in seta di Giuseppina.