mercoledì 17 marzo 2021

I TEMPI E I NOMI DELLE ROSE - 2


Battezzare ufficialmente una nuova rosa, cioè ottenere quel segno ® di fianco al nome, e che significa "Registrato", non è cosa burocraticamente semplice né tanto meno a buon mercato.

Per essere sicura di riportare informazioni esatte in proposito, ho intervistato il mio amico ibridatore Marc Alberici. Mi ha riferito che esistono due step possibili: la registrazione e il brevetto.

Per la registrazione, occorre recarsi presso qualsiasi sede della Camera di Commercio, che si occuperà di trasmettere in via telematica la domanda di registrazione all’Ufficio Marchi e brevetti di competenza.

Per evitare di recarsi di persona alla sede della Camera di Commercio, si può portare a termine questa operazione anche on-line, creando un accesso all’apposita piattaforma, assicurandosi però di essere in possesso della firma digitale del titolare della richiesta di registrazione, necessaria per inviare i moduli. L’operazione non è facile per un privato. 

La tassa per la domanda di registrazione è di € 300,00. In questo modo si protegge SOLO IL NOME, significa che chiunque può moltiplicare la varietà dandole un altro nome.

I brevetti sulle novità vegetali, che proteggono nome e pianta, sono invece "una nebulosa di articoli" - dice Marc Alberici -, il tutto va ad una commissione europea e inoltre si pagano cifre esorbitanti, si parla di migliaia di euro all'anno.

Marc Alberici sconsiglia entrambe le cose. Quando gli ho chiesto "allora come si fa", lui ha detto che quando ha una nuova varietà degna di essere messa in commercio, decide il nome e quando invia le piante ai vari concorsi, le presenta con quel nome. E basta. Anche ai vivai presso cui vende le sue rose, le presenta con il nome da lui scelto, semplicemente.

Proprio come ha fatto il mio vivaio di riferimento per le rose, Vittori Vivai di Forlimpopoli.

Ecco la storia (che ho già abbondantemente pubblicato  in passato, ma mi piace ripeterla). Un giorno di maggio del 2017 mi recai al vivaio per ammirare il loro splendido roseto, dove hanno soprattutto varietà antiche e anche rose nuove riprodottesi spontaneamente. Quando faccio queste visite di solito scatto un sacco di foto e le pubblico sui social, soprattutto in Instagram (se proprio volete dare un'occhiata al mio profilo cercate vale_roselover). Mi piace quando altri rosomani commentano le mie immagini, e quella volta ci fu una signora americana che commentò una foto dicendo che era bellissima, e chiedendo come si chiamava. Non avendo io stessa trovato il cartellino di riferimento di quella pianta, scrissi (in inglese come tutto quello che pubblico su Instagram): "Mr. Vittori, mi può dire per favore il nome di questa rosa?"  E i Vittori risposero: "Non ha ancora un nome, ma se sei d'accordo le possiamo dare il tuo". Al che quasi svenni dalla gioia.

La proposta naturalmente venne accettata dalla sottoscritta, ma anche qui dovetti fare i conti con i tempi delle rose. Il Battesimo ufficiale della multiflora "Valentina Bordini" avvenne, infatti, solo nel maggio 2019. Come mai? Perchè dovette essere riprodotta tramite innesto, e questo è il tempo che occorre tra l'innesto delle gemme e la disponibilità della nuova pianta innestata, circa un anno e mezzo.

E la dedica che mi fecero alla consegna della rosa fu: "Per i grandi meriti di appassionata blogger".

Nelle foto: la rosa "Valentina Bordini", disponibile presso i Vittori Vivai di Forlimpopoli, visibile alla mia pagina https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-76.html.

martedì 16 marzo 2021

I TEMPI E I NOMI DELLE ROSE - 1

Chi inizia, come amatore, ad affacciarsi nel mondo delle rose, deve essere ben consapevole che i tempi per giungere a dei buoni risultati come ibridatore, sono lunghissimi. Le grosse aziende, parliamo di nomi come Barni, Meilland, Guillot, Austin... impiegano anche fino a 10 anni prima di immettere una rosa sul mercato. I primi tre anni dalla nascita da seme sono, diciamo così, di assestamento; occorre tenere controllata la resistenza della pianta alle malattie, al caldo, al freddo, e tante altre variabili.

Se "sfogliate" il database mondiale delle rose  HelpMeFind all'indirizzo https://www.helpmefind.com/rose/plants.php, per cercare notizie e foto su una rosa, vedrete che nella descrizione viene dato il nome dell'ibridatore con l'anno, spesso preceduto da "before", che significa prima. Cioè, l'anno indicato è quello di immissione in commercio, ma la pianta è stata creata anni "prima".

Molte rose, spiega l'ibridatore Aicardi nel suo libro, per l'eccessivo entusiasmo e la troppa fretta, sono state presentate al pubblico in tempi troppo brevi, e così come è arrivata subito, la gloria è passata altrettanto velocemente, dopo che si sono manifestate diverse pecche nelle piante prima tanto esaltate e a volte anche premiate.

Ma quando si giunge, finalmente, ad avere un esemplare degno di essere immesso sul mercato, occorre prima dargli un nome. E ancora il grande Aicardi ci insegna qualcosa in proposito:

"Dare il nome ad una rosa è facile, però non è cosa da prendere alla leggera, specialmente se la varietà ha dei pregi. Molte belle varietà non fecero carriera e caddero nell'oblio a causa del nome, poco simpatico o poco felice; mentre altre meno pregevoli, ma battezzate con nomi piacenti ed indovinati, divennero popolari più in grazia del loro nome che per i pregi posseduti. Nei tempi antichi i nomi dei fiori venivano presi in prestito dalla mitologia, dalla storia, dalla geografia, dalle costellazioni; poi fu la volta di nomi di imperatori, regnanti, presidenti, nobili e militari; i nomi di signora (Madame e Mistress), di signorina (Mademoiselle e Miss) sono frequentissimi, come quello di ricordo (souvenir). Nomi di uomini e donne oggi sconosciuti e scomparsi sopravvivono essendo stato il loro nome imposto a belle rose tuttora coltivate. [...]

In Inghilterra e negli Stati Uniti d'America il nome da dare alle varietà di rose è disciplinato da apposita regolamentazione approvata dalla Conferenza internazionale tenutasi a Londra nel 1930, con la quale fu stabilito:

a) che il nome delle varietà di rose consista possibilmente di una sola parola, al massimo di tre;

b) che i nomi simili o confondibili siano esclusi;

c) che i prefissi Mr., Mrs., Miss ed equivalenti siano aboliti, così pure gli articoli il, lo, la;

d) che i nomi lunghi o comunque difficili da pronunciare siano esclusi."

(D. Aicardi, Le Rose moderne coltivate ed allevate da amatori, floricoltori, seminatori, Ed. Apeiron, 2008).

Non so se oggigiorno tale normativa sia ancora vigente, o se nel mondo vengano comunque seguiti questi consigli, che trovo sicuramente di buon senso e validi sempre. Sicuramente in nomi inizianti per Miss, Signora, Signorina sono ormai desueti, e trovo che i nomi assegnati alle nuove rose siano più fantasiosi e piacevoli.

(foto dall'alto: Madame Meilland, chiamata anche, a seconda dei paesi, Peace, Gioia, Gloria Dei; Imperatrice Farah; Lady Emma Hamilton; Baron Girod de l'Ain; Mrs. Oakley Fisher).

(continua)

lunedì 15 marzo 2021

3 ERRORI DA EVITARE CON LE ROSE

Uno degli errori più gravi che possiamo commettere e che pregiudicano la vita delle nostre rose, è quello di far ristagnare l'acqua vicino alle radici. Se l'acqua rimane per lungo tempo vicino al colletto, ben presto le radici marciranno e la pianta morirà.

Per evitare questo problema, occorre realizzare un "monte", cioè un dosso quando mettiamo a dimora la rosa, in modo che il centro della pianta sia più alto del terreno circostante. Quando annaffieremo, l'acqua non si fermerà vicino al gambo della rosa, ma sgronderà verso l'esterno. La stessa cosa avverrà in caso di pioggia.

Un altro errore grave che possiamo commettere è eseguire delle potature sbagliate. La potatura va eseguita sempre con forbici ben affilate e disinfettate con alcol etilico. Dovremo potare la nostra rosa fuori dai rigori invernali ma prima della ripresa vegetativa (non ci devono essere germogli). Per le modalità di potatura potete consultare i miei precedenti post sull'argomento.

Il terzo grosso errore da non commettere, è quello di non curare le nostre rose sia dalle patologie fungine sia contro gli insetti.

Le patologie principali che colpiscono le rose e le fanno morire se non curate sono:

- la peronospera

- la ticchiolatura

- la ruggine (nella foto) 

- l'oidio.

Contro queste patologie la miglior lotta è la prevenzione. Nel periodo invernale occorre trattare la rosa con prodotti a base di rame. In pieno inverno, quando le foglie sono tutte cadute si raccolgono e si eliminano (perchè potrebbero contenere le spore). Poi si fa il trattamento con ossicloruro di rame o poltiglia bordolese.

Un secondo trattamento si fa subito fuori dai rigori invernali e prima della ripresa vegetativa. Un terzo trattamento si può fare in piena fase vegetativa, se notiamo che la malattia sta colpendo le foglie.

Quanto agli insetti che attaccano la rosa, i più devastanti sono i pidocchi (afidi) e i bruchi (nella foto). 

Un buon "allontanatore" naturale per gli afidi è un insetticida fatto con aglio e peperoncino. In caso di attacchi più massicci si può usare il sapone molle potassico. 

Nel caso di bruchi, che in poche ore possono mangiare grandi quantità di foglie, ecco la ricetta per un insetticida repellente naturale. Occorrono:

- 1 litro di acqua

- 100 grani di pepe nero (corrispondente a 4,5 grammi di pepe macinato).

Portare l'acqua ad ebollizione, spegnere il fuoco ed aggiungere il pepe nero in polvere. Coprire il contenitore e lasciare a macerare per 4 ore. In seguito filtrare con un colino a trama fitta e il liquido è pronto. Spruzzare la soluzione alla mattina presto e alla sera tardi, facendo attenzione anche alla parte di sotto della foglia. 

Questa soluzione con il pepe nero va fatta al momento, perchè dopo 24 ore l'effetto irritante lentamente svanisce.