Proprio ieri ho incontrato, dopo diverso tempo che non la vedevo, una amica di gioventù, e ci siamo scambiate notizie anche sui nostri figli. I suoi due figli hanno scelto entrambi, come scuola superiore, l'Istituto Agrario. E ho fatto tra me e me una riflessione.
Provo una grandissima stima per i ragazzi che scelgono una formazione superiore nel ramo dell'Agraria. Il lavoro nella natura e con la natura è assolutamente consono all'uomo, fa parte delle sue radici primordiali. Dedicarsi oggigiorno all'agraria non è più come una cinquantina di anni fa, quando, almeno dalle mie parti, chi non andava tanto bene a scuola, oppure chi era già di famiglia contadina, sceglieva di studiare Agraria perchè non poteva fare altro.
Oggi lo studente di agraria sviluppa competenze in svariati campi del sapere, molti anche distanti tra loro, come, ad esempio: diritto agrario, idraulica, tecnologie alimentari, microbiologia, genetica, patologia vegetale (solo per citarne alcune), oltre a materie propedeutiche quali botanica, chimica, fisica e matematica.
Ne esce una figura veramente completa, competente, e adatta al nostro momento storico, in cui tanta attenzione è dovuta al nostro pianeta.
E per tornare alla mia esperienza personale: cosa c'è di più bello che sporcarsi le mani di terra per interrare nuove piante, oppure graffiarsele nel potare le rose, o ancora fare calli e vesciche per zappettare via le erbacce? Perché pur usando quasi sempre i guanti, un po’ di terra riesce sempre ad entrare; poi ci sono azioni che non riesco a fare con i guanti. Comunque non farei cambio con una professione di 8 ore in ufficio. Non avrò mai mani da manicure, ma ho mani felici.