Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query noisette. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query noisette. Ordina per data Mostra tutti i post

lunedì 22 luglio 2024

ROSE ANTICHE: LE ROSE NOISETTE

Siamo ai primi dell’Ottocento. 

Un rosaista parigino, Luis Noisette, ed un suo fratello, Philippe, che viveva negli Stati Uniti, erano soliti scambiarsi semi e piante, malgrado la distanza che li separava. Philippe era il sovrintendente dell'orto botanico della città di Charleston (South Carolina). Philippe regalò ad un ricco agricoltore, John Champneys, che viveva nella stessa regione di Charleston, alcune piante di Old Blush (Parson’s Pink China) la rosa cinese rifiorente, così ricercata e mai vista prima di allora in America, arrivata invece in Europa già da alcuni decenni. 

L’agricoltore, evidentemente appassionato di rose, aveva già nella sua proprietà una siepe di Rosa Moschata, una specie molto rustica, originaria delle regioni mediterranee, con fiori grandi e profumati, riuniti in corimbi. La rosa Moschata e la Old Blush vennero ibridate fra loro ed il risultato fu una varietà dai caratteri intermedi, arbustiva, con fiori a mazzi, con il tipico profumo della rosa moschata, semidoppi e di colore rosa. L’ottenitore la dedicò a se stesso e la chiamò Champney’s Rose. 

Il Noisette, a sua volta, avuta la pianta ne raccolse i semi e da questi, in seconda generazione, ottenne una rosa, o più probabilmente un gruppo di rose, che avevano i caratteri della Champneys’ Rose ed in più una accentuata rifiorenza. Una di queste rose, rispedita in Francia al fratello, fu da questi diffusa come Rosa Noisettiana e rapidamente divenne molto popolare in Europa. 

Le rose Noisette introdussero in Europa le rose "rambler", cioè quelle rose rampicanti che si differenziano dalle "climber" per avere una crescita più morbida (in italiano vengono indicate come sarmentose).

Le rose Noisette hanno un ventaglio di colori che parte dal bianco puro e va al giallo crema, al giallo dorato e alle diverse tonalità di rosa. La fioritura inizia a primavera ed è molto lunga; di molte si può parlare di rifiorenza o addirittura di fioritura continua.


Alcune rose Noisette disponibili nei vivai specializzati:






















BELLE VICHYSSOISE
-------------------------------------------












AIMEE VIBERT

-------------------------------------------






















CELINE FORESTIER
-------------------------------------------




















M.ME ALFRED CARRIERE
-------------------------------------------

La mia rosa noisette: Crepuscule



venerdì 8 aprile 2022

LE ROSE NOISETTE

I fantastici ragazzi di LOMAR RADIO 432, Lorenzo e Martin, si sono dati alla coltivazione delle rose. (clicca la foto per visitare Lomar Radio)










Che li abbia influenzati io? Molto probabile (mea culpa mea culpa), anche perchè lo scorso settembre portai loro in dono una decina di rose ibridate da me, e ora finalmente, grazie al clima un pochino più mite, hanno potuto interrarle, creando un roseto che presto andrò a visitare.

Mancano loro ancora un paio di rampicanti, che presto arriveranno. Hanno scelto due rose Noisette "Gloire de Dijon". Ottimo gusto e ottima scelta, d'altronde da loro non ci si poteva aspettare di meno.

Gloire de Dijon è una rosa del 1853 di Jacotot conosciuta anche col nome di Old Glory Rose. E’ una rosa sarmentosa di buone dimensioni, sontuosa, famosa per la sua bellezza e molto diffusa in passato ma molto apprezzata ancora oggi.  I fiori sono grandi, a coppa, profumati, ricchi di petali di seta, dai mutevoli colori dell’aurora, più chiari con il tempo.























Le rose del gruppo Noisette hanno una storia interessante. Questa storia inizia a Charleston, nel Sud Carolina nel 1814, quando Philippe Noisette, appartenente ad un famiglia di floricoltori francesi, e sovrintendente dell’orto Botanico della città, donò al suo vicino, un locale coltivatore di riso di nome John Champney, alcuni semi di rosa cinese, la Old Blush. 

Incrociando la Old Blush con una moschata, Champney ottenne una nuova varietà di rose, e per sdebitarsi, regalò i semi a Philippe Noisette. Entusiasta della varietà ottenuta, Philippe inviò i semi in Francia al fratello Louis, anch’egli esperto orticolture, che iniziò a diffondere le rose prima con il nome del fratello e, successivamente, con il semplice nome di famiglia, Noisette.

Le rose appartenenti a questo gruppo sono per lo più rampicanti, con poche e rade spine e un bellissimo fogliame ricco e leggero.

I fiori, elegantissimi, sono di colori tenui, pastello, ed emanano un forte profumo: dolce e fruttato.

Grazie al loro portamento morbido, e alla loro fioritura continua e abbondante, vengono utilizzate per coprire archi, pergole o grandi recinzioni. Bellissime anche se lasciate libere come grandi e morbidi cespugli. 

lunedì 25 agosto 2025

LA STORIA DELLA ROSA MOCENIGA



(foto dalla mia
pagina dedicata alla rosa Moceniga)

Da qualche anno in qua la rosa cinese Moceniga ha goduto di una aumentata popolarità. La sua storia è briosamente raccontata da Andrea di Robilant nel suo libro "Sulle tracce di una rosa perduta". (In questo post riporto parti del libro).

Quando io sono venuta a conoscenza dell'esistenza della Moceniga, questo libro era fuori catalogo, ma sono riuscita comunque a farmi un'idea abbastanza precisa della storia di questa rosa tramite internet. Una volta venuta in possesso di una talea di Moceniga, ho potuto a mia volta duplicarla e ne ho regalato un esemplare ad una cara amica che per riconoscenza mi ha regalato il libro di Robilant, che nel frattempo era stato ristampato.

E ora, libro alla mano, sono in grado di raccontare con maggior precisione la storia della rosa Moceniga.

Tutto ha inizio ad Alvisopoli (VE), un paese "inventato" alla fine del Settecento dal nobile Alvise Mocenigo.










Alvise aveva bonificato una vasta zona di terre paludose appartenenti alla sua famiglia, costruendovi successivamente una comunità agricola e manifatturiera modello, praticamente autosufficiente: case per i contadini, una struttura sanitaria, una scuola e un istituto tecnico d'avanguardia. E come ciliegina sulla torta, a questo paese volle dare il suo nome: Alvisopoli appunto. Durante il periodo napoleonico il paese vide il momento di maggior fioritura, anche se dopo la morte di Alvise pian piano il progetto sfiorì e Alvisopoli divenne un'azienda agricola come tante. Successivamente la famiglia non potè più farsene carico, la terra fu venduta e il paese fu lasciato a se stesso. Solo verso la metà degli anni Ottanta l'ATER di Venezia decise di convertire la villa e gli annessi in case popolari. In una di queste abita Benito Dalla Via con la moglie Giuditta, dalla quale ho acquistato la talea di Moceniga.

Alvise Mocenigo era il quadrisnonno di Andrea di Robilant, il quale, in un viaggio alla ricerca delle sue radici alvisopoliane, conobbe Benito e la rosa Moceniga.

Benito mostrò ad Andrea la rosa che era stata ritrovata nel bosco abbandonato della villa. Ce n'erano diversi arbusti, tutti in fiore nel momento in cui Andrea li vide. Nel libro la descrive così: "Presi in mano una rosa e la osservai attentamente. Aveva un diametro di cinque o sei centimetri. Era di un rosa argentato con leggere venature. I petali, molto chiari al centro, diventavano sempre più colorati verso le estremità, e si staccavano e cadevano al suolo appena li toccavi. Il profumo era forte e molto fruttato. Faceva pensare all'odore di lapone e pesca".

La domanda era: come era finita ad Alvisopoli quella rosa?

Tramite ricerche negli archivi di famiglia, Andrea di Robilant ricostruisce la storia.

La moglie di Alvise Mocenigo, Lucia chiamata da tutti Lucietta, nel 1813 era andata a vivere a Parigi per stare vicina al figlio, Alvisetto, che frequentava un liceo parigino (Napoleone pretendeva che le personalità di spicco nei suoi domini europei mandasero i loro figli maschi a studiare in Francia).











Lucietta (ritratto sopra) conosceva Joséphine, allora già ex-imperatrice, che dopo il divorzio abitava nel castello della Malmaison. Lucietta e Joséphine si erano conosciute nel 1797 a Venezia poco dopo la caduta della Repubblica e l'arrivo dei francesi.

Lucietta si recava spesso alla Malmaison. Joséphine era un'appassionata di piante di ogni genere, per cui il parco e le serre erano piene di specie esotiche, tra cui eriche, piante grasse e pelargonie. Ma la vera passione di Joséphine erano le rose, per le quali aveva sviluppato una vera e propria ossessione. Joséphine aveva mezzi illimitati a disposizione ed era capace di tutto pur di procurarsi una rosa rara che ancora non possedeva. 

Il suo fornitore principale era André Dupont (ne ho parlato qui), ma ordinava rose anche all'estero. Joséphine era particolarmente ansiosa di mettere le mani sulle favolose rose che dalla Cina arrivavano in Inghilterra passando da Calcutta, dove le piante venivano fatte riposare in grandi vivai della British East India Company prima di affrontare il lungo viaggio verso l'Europa. Gli inglesi avevano il monopolio dell'importazione di piante dalla Cina, mentre i francesi ne erano stati esclusi causa la bancarotta della Compagnie des Indes. Ciò non impediva a Joséphine di ottenere ciò che desiderava, infatti ottenne vari nullaosta per ricevere piante e semi dall'Inghilterra anche durante il blocco continentale voluto da Napoleone.

Lucietta non aveva lo spirito della collezionista, ma in compagnia di Joséphine sviluppò un interesse per la botanica che non aveva mai mostrato. Fu presentata a René Desfontaines, decano della cattedra di botanica al Jardin des Plantes, e frequentò le sue lezioni. Il capogiardiniere André Thouin le impartiva inoltre lezioni private su come mettere le piante a dimora, sulla preparazione di fertilizzanti  naturali e sulle tecniche di potatura. Da Monsieur Dupont invece, Lucietta imparò l'arte dell'innesto. Spesso poi Lucietta si fermava al vivaio di Louis Noisette in rue du Faubourg-Saint-Jacques. Era lo stesso Noisette che qualche anno dopo avrebbe dato vita, con il fratello Philippe, ad un'intera famiglia di rose che portano il loro cognome (vedi il mio post dedicato).

Nella primavera del 1814 l'impero di Napoleone crollò e Alessandro I di Russia occupò Parigi alla testa delle forze alleate. A questo punto non c'era più alcun motivo di tenere Alvisetto in un liceo francese, per cui alla fine di agosto del 1814 Lucietta lasciò Parigi portando con sè una ricchissima collezione che includeva semi, talee e piccole piante di rose, fornite anche da Noisette. La Moceniga era quasi certamente una di quelle che Lucietta riportò da Parigi.

Ma torniamo ai nostri giorni.

La tenuta dei Mocenigo andò in rovina e la villa fu convertita in case popolari. Negli anni Ottanta un giovane studente di scienze forestali dell'Università di Padova, Ivo Simonella (sotto: foto recente), si interessò al bosco di Alvisopoli incuriosito dalla ricchezza e varietà di piante. Scrisse la sua tesi di laurea proprio sugli alberi del parco di Alvisopoli, e convinse il direttore dell'ATER che valeva la pena spendere qualche soldo per sfoltire il bosco e ripulire i canali: il WWF della zona accettò di gestire il parco e di farne uno spazio pubblico. Ciò durò per qualche anno, finchè i fondi si prosciugarono e il WWF fu costretto a rinunciare al progetto. Simonella racconta: "Successe tutto piuttosto in fretta. Un giorno chiusi a chiave il cancello che portava al bosco e me ne andai. Lasciai le chiavi a Benito; avendo lavorato tutta la vita come portiere d'albergo, avrebbe certo saputo cosa farne".











Ma durante il periodo in cui si occupò del bosco, Simonella conobbe un architetto paesaggista della zona di nome Paolo De Rocco. De Rocco aveva il pallino delle rose antiche e fu lui a segnalare a Simonella la presenza della rosa Moceniga.

Osservando la forma del fiore e il portamento dell'arbusto, De Rocco aveva concluso che doveva trattarsi di una rosa cinese di una certa importanza. La associò subito alla "Old Blush", rosa cinese presente in Europa a partire dal 1793, originariamente con il nome di "Parson's Pink China". Oggi la Old Blush è comune in tutto il mondo, ed è molto prolifica in Veneto e Fiuli. 

A prima vista la Moceniga e la Old Blush sembrano uguali: i fiori hanno lo stesso colore, la forma dell'arbusto e il portamento sono anch'essi simili. Le foglie sono di un identico verde, le spine rade e opache. Ma osservandole da vicino, De Rocco notò delle differenze: la Moceniga aveva meno petali, e la forma del fiore era più slabbrata. Le foglie erano più ruvide al tatto, più opache. E poi il profumo: blando quello della Old Blush, intenso e fruttato quello della Moceniga.

De Rocco non giunse mai ad una soluzione sulla questione dell'identità della Moceniga, in quanto purtroppo morì prima. Ma Andrea di Robilant venne a conoscenza delle sue ricerche, e decise di far esaminare le due rose (Old Blush e Moceniga) in laboratorio. Si rivolse a Stefano Mancuso, professore di scienze botaniche all'Università di Firenze, il quale propose un esame con il metodo ANN (Artificial Neural Network), in questo caso più efficace e risolutivo dell'esame del dna. Per l'esame servivano le foglie di entrambe le piante, per sottoporle ad un esame comparativo che teneva conto di diciotto parametri morfologici (area, perimetro, rotondità, compattezza, lunghezza assiale, pigmentazione ecc.). Le foglie sarebbero state scannerizzate e i dati analizzati attraverso complicati logaritmi.

Dopo una settimana, arrivò la risposta di Mancuso: "Ti confermo che le due rose sono diverse. Se una delle rose è una Old Blush, allora l'altra certamente non lo è. Di più non posso dirti". Mancuso aveva visto giusto.

A questo punto si era scoperto "cosa non era" la Moceniga. Ma ulteriori ricerche non hanno portato alla scoperta del nome originale della rosa che Lucietta portò a casa da Parigi, probabilmente dal vivaio di Noisette. Purtroppo Noisette aveva la cattiva abitudine di annotare il nome delle sue rose senza aggiungerne le caratteristiche. I suoi cataloghi esistono ancora, ma non è possibile rintracciare una rosa particolare fra le migliaia di nomi dei suoi elenchi.

Alla fine di Robilant decise di registrare il nome della Moceniga. Scrisse a Marily Williams, copresidente dell'American Rose Society, l'organizzazione che gestisce il registro ufficiale delle rose per conto dell'International Cultivar Registration Authority (ICRA). La sua prima risposta fu però negativa:

"La rosa rientra nella categoria che noi chiamiamo rose «ritrovate». Queste rose non possono essere registrate ufficialmente perchè, anche se lei non è finora riuscito a identificarla, non possiamo escludere che non ci siano da qualche parte documenti che permettano di farlo".

In seguito, aggiornata sulle ulteriori ricerche di Robilant, la signora Williams scrisse finalmente così:

"Caro Andrea, mi sembra di capire che lei abbia fatto delle serie ricerche, senza tuttavia arrivare a un buon esito per quanto riguarda l'identificazione della sua rosa. In tali circostanze non dovremmo procedere alla registrazione di tale rosa, ma ritengo che il suo caso sia insolito. Per cui ho deciso di appoggiare la registrazione del suo cultivar."

Il nome registrato è "Moceniga" (non Rosa Moceniga, in quanto il nome di un cultivar non può includere il nome del genere, in questo caso Rosa).

Sono fortunata ad avere questa rosa nel mio roseto: la considero la regina del mio giardino, in quanto è la prima a fiorire (già a marzo) e questa prima fioritura è molto prolungata, spettacolare. Ed è pure l'ultima a fiorire, fino a novembre.














Posso testimoniare che si riproduce facilmente tramite talea, infatti ne ho diverse piante pronte se qualcuno decide di volerla.

mercoledì 14 febbraio 2024

A PROPOSITO DI ROSE RAMPICANTI

Le rose rampicanti non sono tra le mie preferite, ma non si può negare che, utilizzandole al meglio, creino degli effetti strepitosi nei giardini.

Domenico Aicardi ci dice che 

"tutte le rose rampicanti hanno un vasto e largo impiego nell'ornamento dei giardini. Il loro adattamento è altrettanto cario quanti sono i tipi.

Esse possono utilizzarsi per: 

- coprire muri e pareti di ogni genere, pergolati e pergole, tralicci, cancellate, portali, colonne, archi, verande;

- servono a costituire mascheramenti, divisioni, siepi, difese, a formare ghirlande, cordoni, "pillars".

Però bisogna sempre tenere presente lo scopo cui le rose rampicanti sono destinate. Un tipo può essere ottimo per costituire una colonna e non per coprire un pergolato e un traliccio. 

Per portare le rose rampicanti al massimo del loro rendimento è necessario saperle ammaestrare in tempo e nei modi voluti. Tutti sappiamo che la linfa delle piante tende a portarsi in alto, cioè verso la cima di ciascun ramo; ciò avviene tanto più speditamente e con maggior affluenza quanto più i rami sono dritti ed eretti; di modo che le gemme apicali, essendo in condizioni di sviluppo più favorevoli, germogliano e sviluppano più precocemente ed a detrimento di quelle che si trovano in basso che, per mancanza di nutrizione, per la maggior parte rimangono latenti.

Le rose rampicanti, a differenza di quelle cespugliose, devono essere ben vestite sino dal piede, cioè coperte di foglie e fiori dalla  base alla cima. Quando il piede di una rosa rampicante è nudo, viene a mancare uno dei fattori decorativi di grande importanza e perde molto della sua prestanza."

---------------------------------------------------------

Vediamo ora gli utilizzi delle rampicanti e alcune tra le varietà più adatte (gli elenchi di varietà non pretendono assolutamente di essere esaustivi - tra parentesi alcuni vivai che le tengono).

ROSE RAMPICANTI PER MURI E GRATICCI

in genere di taglia contenuta (attorno ai 3 metri, possono talvolta, e in condizioni ottimali, raggiungere altezze ragguardevoli). Vanno incluse in questo gruppo le forme rampicanti di HT e di Floribunda, ad esempio, che si caratterizzano per la fioritura molto lunga o ripetuta, per il portamento ordinato e la crescita contenuta. Durante la stagione vegetativa emettono un numero piuttosto scarso di nuovi getti, tendendo ad invecchiare rapidamente.

Altissimo, rosso, rampicante moderna, fiori semplici, da climi freschi (Vittori Vivai)













-------------------------

Boule de Neige, bianco, Noisette, cresce fino a 3 metri formando un cespuglio lasso e foglioso. Si spezza facilmente e va maneggiata con cura, predilige climi caldi. Rifiorente (Vivaio Fior di Rosa)











-------------------------

Cassandre, rosa ciliegia, Rampicante moderno, rifiorente, leggermente profumata (Vittori Vivai)














-------------------------

Castor, rosa, Polyantha-Ibrido di Moschata-Tappezzante, rosa dalla fioritura quasi continua, usata sia come tappezzante o anche per archetti, muri, graticci e obelischi (il Rosificio)










-------------------------

Cocktail, mélange di rosso, rosa e giallo, Arbustiva Moderna, piccolo rampicante o grosso arbusto, rifiorente, profumata, adatta per muretti o graticci (Vittori Vivai, Veimaro, Fior di Rosa, Rose.it)













-------------------------

Guinée, rosso scuro, Rampicante moderna, fiore simile alle HT, sensibile a qualche avversità, dopo una prima fioritura seguono scarsi fiori o nulla del tutto. Molto profumata, rosaio popolarissimo (Vittori Vivai, Rose.it)










-------------------------

M.me Gregoire Staechelin (conosciuta anche come La Belle Espagnole), rosa, HT, profumata, bei cinorrodi piriformi (Vittori Vivai, il Rosificio, Rose.it)















------------------------

Phyllis Bide, polyantha, color albicocca-salmone, profumo assente o molto lieve (il Rosificio,  Fior di Rosa)










ROSE RAMPICANTI PER ARCHI

Alcune rose rampicanti (Climber) crescono così in fretta che seppellirebbero un arco di rose sotto di loro. Sono da preferire quindi varietà che raggiungono un’altezza massima di 2-3 metri. Sviluppano germogli relativamente morbidi che si avvolgono delicatamente attorno all’impalcatura. 

Anche le Rose Rambler fanno la loro figura su un arco di rose, però hanno bisogno di un po’ più di attenzione perché i germogli crescono ostinatamente verso l’alto. Per ottenere più fiori, piegate alcuni rami in orizzontale. 

(per la differenza tra Climber - Rampicanti, e Rambler - Sarmentose, vedi questo articolo).


Guirlande d'Amour, ibrido di Moschata, bianca, di Lens, profumo forte (Vivaio Fior di Rosa)












------------------------

Frau Eva Schubert, ibrido di Wichurana, Lambertana, di Hugo Tepelmann, rosa, occasionalmente rifiorente (Pharmarosa.it)














------------------------

Super Dorothy, rosa col rovescio più chiaro, di Karl Hetzel, occasionalmente rifiorente (Rose.it, Vivaio Fior di Rosa, Novaspina, Vittori Vivai)












------------------------

Super Excelsa, rosso scuro col centro chiaro, di Karl Hetzel, occasionalmente rifiorente (il Rosificio)



------------------------
Ghislaine de Féligonde, ibrido di Multiflora, giallo chiaro, di Eugène Turbat, molto profumata (il Rosificio, Vivai Veimaro, Novaspina, Vivaio Fior di Rosa)


























------------------------
Teasing Georgia, rosa inglese di D. Austin, gialla con sfumature albicocca, profumo medio. In realtà è nata come rosa ad arbusto, ma se  la si alza su elementi di viticcio, può facilmente raggiungere un’altezza di tre metri. Fiorisce fino ai primi geli.






























ROSE PER PALI, COLONNE, LAMPIONI
Quelle adatte a questi scopi sono le rose Climbing, quelle rose rampicanti le cui dimensioni si possono definire “contenute” (2,5-4 mt) e il cui portamento risulta essere molto più rigido rispetto alle Rambler, con un numero notevolmente inferiore di ricacci nuovi. Sono quasi tutte rifiorenti e derivano, in molti casi, da sport di rose H.T., Floribunda, Arbustive. Molte possono essere usate per essere addossate a pali, colonne e lampioni, attorno a cui possono essere avvolte senza creare ingombro o confusione. Queste rose si definiscono da pillar e sono rosai climber dal portamento eretto. L’altezza è variabile e può andare dai due ai quattro metri. Inoltre molti alti arbusti (come alcuni Ibridi di Moschata o Rose Inglesi) possono essere usate come rose da pillar. Anche le Noisette non troppo esuberanti si prestano molto bene a questo scopo.
Sono numerosissime e quindi la mia lista è tutt'altro che esaustiva.

Alba Semi-Plena, bianca con stami gialli, molto profumata (Quando Fioriranno le Rose, Vivaio Fior di Rosa, Rose.it, Rose Glorio, Vivai Veimaro)





















------------------------
Aloha, rosa corallo, di Eugene S. Boerner, HT rampicante, profumata, rifiorente (Rose.it, Vivaio Fior di Rosa)





















------------------------
Autumn Delight, Ibrido di Moscata, di Bentall, bianca, profumo forte (Le Rose di Regina)













------------------------
American Pillar, rosa, Ibrido di Wichuriana, di W. Van Fleet, profumo assente o leggero (il Rosificio, Vivaio Fior di Rosa, Rose.it, Quando Fioriranno le Rose, Vittori Vivai)




















------------------------
Blanc Pur, bianca, Noisette, di Mauget, fioritura unica ma abbondante, profumata (Vivaio Fior di Rosa)






















------------------------
Compassion, rosa-arancio, di Harkness, HT rampicante, profumo forte (Novaspina, Vivaio Fior di Rosa, Vittori Vivai)

























------------------------
Eric Tabarly, rossa, di Meilland, profumata,rifiorente (Vivai Veimaro, Rose.it)



















------------------------
Polka, rosa albicocca, di Mouchotte-Meilland, profumata, rifiorente (Rose.it, Vivai Veimaro)
















GRANDI RAMPICANTI DA ASSOCIARE AD UN ALBERO
Queste sono le rampicanti "rambler", quelle rose che presentano uno sviluppo estremamente esuberante, con rami molto lunghi e flessuosi, prodotti in numero abbondante durante la stagione vegetativa. La maggior parte di queste rose, deriva da Sarmentose botaniche (Wichurana, Multiflora, Sempervirens etc…)ed hanno ereditato, oltre all’estrema vigoria, anche la mancata rifiorenza, salvo alcuni sporadici casi. Alcune sono rose botaniche o arbustive che raggiungono notevoli dimensioni e si possono crescere come rampicanti. Molte tra queste cultivar vengono utilizzate per essere associate a degli alberi, anche di grandi dimensioni.

Aglaia, sin. ‘Yellow Rambler’, di J. B. Schmitt, giallo-bianco, Multiflora sarmentosa, precoce, non rifiorente, può crescere come grande arbusto senza sostegni (Quando Fioriranno le Rose)














------------------------

Aimée Vibert, bocci rosa, fiori bianchi, Noisette, di Vibert, una sola fioritura, ma lunga, profumata (Rose.it, Vivaio Fior di Rosa, Novaspina, Vittori Vivai)














------------------------
Alchymist, variabile da giallo crema a rosa, di Kordes, Arbustiva con carattere sarmentoso, non rifiorente, rustica, ma predilige climi caldi (Rose.it, Vivaio Fior di Rosa)

















------------------------

Belle Portugaise, rosa chiaro, Ibrido di Gigantea, di Henry Caieux, non rifiorente, molto profumata, raggiunge i 5 metri, anche i 10 se appoggiata ad un albero (Vivaio Fior di Rosa, Novaspina)


















------------------------

Breeze Hill, rosa pallido, ibrido Wichurana, tra le migliori sarmentose non rifiorenti, di Walter Van Fleet, profumo medio (Novaspina)














------------------------

Chevy Chase, rosso-rosa ciliegia, Multiflora sarmentosa, non rifiorente, tardiva, di Hansen. Profumo forte. Lenta nella crescita, diventa nel tempo di taglia considerevole, molto amata (Rose.it)


















------------------------

City of York, giallo crema, Wichurana sarmentosa, rosa che quando è fiorita è di grande effetto, anche da lontano. Di Tantau, profumo medio. Non è rifiorente. Molto spinosa (Rose.it, 

















------------------------

Blairii n° 2, rosa, Ibrido cinese, di Blair, molto vigorosa, profumatissima, fiori poco durevoli, fioritura abbondante, non rifiorente (Vivaio Fior di Rosa, Vittori Vivai)
























------------------------

Bleu Magenta, rosa-porpora, Rampicante multiflora, i fiori si aprono di color rosa-porpora e trascolorano al malva. Non rifiorente (Vivaio Fior di Rosa, Novaspina, Rose.it)

















------------------------

Treasure Trove, rosa albicocca, di John Treasure, rampicante sarmentosa, molto profumata (Vittori Vivai, Novaspina, Fior di Rosa)
















------------------------

Wedding Day, bianca o giallo chiaro, di F. Stern, sarmentosa, profumo forte di agrumi (Rose.it)