Sempre avendo sottomano il preziosissimo volume "Sulle tracce di una rosa perduta" di Andrea di Robilant, tratto oggi l'argomento delle rose cinesi in generale, anche se ne ho già parlato in passato in questo post.
La Cina è da sempre la terra delle rose: delle circa duecento specie che conosciamo, almeno una buona metà sono originarie di questa terra. Quando i mercanti europei raggiunsero il lontano Oriente, i cinesi coltivavano e ibridavano le rose già da duemila anni.
E' probabile che alcune rose cinesi siano arrivate in Europa prima del Settecento grazie ai monaci che avevano viaggiato in oriente. Charles Chamberlain Hurst, genetista e ibridatore della prima metà del ventesimo secolo, era convinto, ad esempio, che una cinese rifiorente rosa pallido fosse presente in Italia già nel Rinascimento. Hurst basava la sua convinzione su un celebre dipinto del Bronzino l' "Allegoria del trionfo di Venere", dove un putto sorride divertito mentre si appresta a cospargere Venere con un pugno di petali di rose e Cupido la bacia sulle labbra (vedi particolare sotto).
Hurst affermava che "i piccoli fiori rosa con petali traslucidi, stami incurvati, sepali reflessi e piccole foglie ben salde, ovali e lucenti corrispondono precisamente a quelli della Pink China". Non è chiaro come Hurst potesse esserne così sicuro, e comunque un quadro non basta a identificare scientificamente una pianta.
Più interessante è l'annotazione che Michel de Montaigne riportò nel suo diario di viaggio in italia nel 1581. Giunto a Ferrara, si era fatto accompagnare in un monastero dove i monaci Gesuati (da non confondersi con i più famosi Gesuiti) gli mostrarono orgogliosi una rosa rifiorente. "La pianta fiorisce ogni mese dell'anno", scriveva Montaigne entusiasta. Purtroppo Montaigne non descrive né il colore nè la fragranza, ma la rosa era quasi certamente una cinese, perchè in quell'epoca nessuna rosa europea fioriva tutto l'anno.
Questi primi esemplari, tuttavia, arrivarono in Europa in maniera casuale e sporadica, senza lasciare segni sulla floricultura locale. Solo a partire dalla metà del Settecento, quando botanici, vivaisti e ibridatori "scoprirono" la rosa cinese, il suo potenziale fu finalmente chiarito.
Linneo, il grande botanico svedese, catalogò per primo una cinese rifiorente: gliela portò a Uppsala uno dei suoi allievi, Pehr Osbeck, di ritorno da un viaggio a Canton nel 1752. Linneo la chiamò R. Indica (perchè arrivava dall'India, dove le rose sostavano prima di essere imbarcate per l'Europa, ma in realtà proveniva dalla Cina).
Nei decenni successivi ne arrivarono molte altre, tanto da rivoluzionare i vivai europei con nuovi colori, profumi e soprattutto con la rifiorenza. Nacquero così le rose tea, le ibride perpetue e tutte le loro successive progenie, tra cui le infinite varietà di ibride di tea di oggi.
Ma l'interesse degli ibridatori si concentrò soprattutto su quattro rose cinesi d'allevamento, le cosiddette "Stud Chinas", che trasformarono il mondo delle rose noto agli europei fino ad allora:
- Slater's Crimson China
- Parson's Pink China (in seguito Old Blush)
- Hume's Blush Tea-Scented China
- Parks' Yellow Tea-Scented China (estinta, anche se una omonima è messa in commercio da Peter Beales).
SLATER'S CRIMSON CHINA
Nel 1792 un vivaista di Knotts Green, vicino a Leyton, tale Gilbert Slater, ottenne per la prima volta una rosa rosso cremisi denso e scuro che in Cina veniva chiamata "Yue Yue Hong" = cremisi ogni mese. Per gli europei era una novità assoluta: a sorprendere Slater nell’incontro con questa pianta infatti non fu solo la continua fioritura, ma anche il colore: rosso cremisi, tinta mai vista nelle rose Europee. Dopo qualche anno dal suo arrivo in Europa, la rosa di Slater si era già diffusa in Francia, Austria e Italia, diventando l'antenata di molte rose rosse dei nostri giorni.
PARSON'S PINK CHINA
Più o meno nello stesso periodo, un giovane diplomatico inglese, John Staunton, che viaggiava in Cina come segretario dell'ambasciatore Lord Macartney, trovò nei vivai di Canton una bellissima rifiorente color rosa argento. Pensò bene di spedirla al direttore dei Royal Botanic Gardens a Kew, Sir Joseph Banks. Un anno doppo, nel 1793, un certo Parsons, che aveva probabilmente ottenuto una talea da Banks, la piantò con successo nel suo giardino di Rickmansworth, nello Hertfordshire. La rosa venne chiamata Parson's Pink China e in seguito ribattezzata Old Blush.
HUME'S BLUSH TEA-SCENTED CHINA
La terza delle Stud Chinas sbarcò in Inghilterra una quindicina di anni dopo. Nel 1809 Sir Abraham Hume importò una varietà di un rosa pallido con un lieve profumo di tè (R. indica odorata). La rosa aveva suscitato in Joséphine Bonaparte un tale entusiasmo che si era adoperata in ogni modo perchè un esemplare arrivasse alla Malmaison nonostante il blocco continentale imposto da napoleone. La Hume's Blush, insieme ad altre nuove varietà, fu poi incrociata con le vecchie rose europee, dando vita alla grande famiglia delle Tea.
PARK'S YELLOW TEA-SCENTED CHINA
(R. indica sulphurea). E' stata l'ultima a giungere in Inghilterra, nel 1824 grazie a John Damper Parks per conto della Royal Horticultural Society. Era gialla e dal profumo delicato. Oggi è considerata estinta, ma è pur sempre ll'antenata delle tea gialle ancora molto diffuse oggi.
Tutte e quattro le Stud Chinas erano antiche varietà d'allevamento, probabili incroci tra l'antica rosa cinese (R. chinensis) e la R. Gigantea, molto diffusa nella Cina meridionale e nota come rosa gigante per i suoi grandi petali e per la capacità di arrampicarsi fino a dieci-dodici metri.
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