In questo periodo vacanziero, in cui il caldo la fa da padrone, e in seguito ad alcuni incontri con persone del mondo delle rose, ho ritirato fuori un prezioso libro che mi pare sia di nuovo fuori stampa: "Sulle tracce di una rosa perduta", di Andrea di Robilant, in cui viene narrata la storia della rosa Moceniga.
Il volumetto mi è stato regalato da una carissima amica, la quale conosceva la rosa Moceniga solo per aver letto questo libro, ma non l'aveva mai vista. Questa signora si è però innamorata della linea di profumi basata sull'essenza della rosa Moceniga, di una importante azienda veneziana. E quando per caso è venuta a sapere che io mi ero procurata la Moceniga, mi ha contattato: io le ho regalato la rosa, e lei il libro.
L'autore, Andrea di Robilant, non si sofferma solo sulla sua personale ricerca per scoprire le origini della Moceniga, ma narra i suoi incontri con esperti mondiali di rose, con illustri botanici e semplici appassionati, del passato e del presente, attraverso i quali scoprirà e farà conoscere a noi lettori aneddoti e segreti, notizie scientifiche e tecniche di giardinaggio. Un volumetto prezioso, quindi, da rileggere spesso.
Generalmente parlando, la moda va a onde: le tendenze cambiano ma si ripetono nel tempo. Questo avviene perchè le tendenze seguono un ciclo: nascono, raggiungono il picco di popolarità e poi declinano, per poi eventualmente tornare di moda in futuro.
Anche nel settore delle rose ciò avviene. Le rose antiche, che per forza di cose, furono per secoli le padrone indiscusse nel mondo della rodologia, rischiarono letteralmente di scomparire all'inizio del Novecento. Cioè quando orde di rose rifiorenti e dai colori sgargianti invasero letteralmente il mercato - scrive Robilant nel suo libro.
Nessuno voleva più le rose antiche. I vivaisti non le mettevano neanche più in catalogo e pian piano cessarono di coltivarle. Un patrimonio di secoli andò perduto nel giro di pochi anni. E se alcune varietà sono miracolosamente sopravvissute lo si deve a un pugno di devoti amatori.
Vediamo alcune storie.
Graham Stuart Thomas, il grande esperto inglese di rose antiche nonchè creatore di meravigliosi giardini, fu il principale artefice del revival della rosa antica negli anni Settanta.
Aveva cominciato a interessarsi di botanica quarant'anni prima lavorando come apprendista giardiniere al Botanic Garden di Cambridge. In quel periodo non aveva alcuna conoscenza particolare delle rose antiche. Anzi, provava "quasi una repulsione" per i colori porpora e rosa-malva delle poche varietà che aveva osservato nei suoi primi vagabondaggi tra i giardini inglesi e irlandesi. Certo non si preoccupava dell'oblio in cui stava svanendo il mondo delle rose antiche. O comunque non ancora.
Esisteva in quegli anni un'ultima grande collezione privata di rose antiche, messa insieme tra le due guerre da Edward Bunyard, uomo di gusto e di cultura, grandissimo giardiniere e noto per essere il maggior pomologo del Regno Unito.
Le sue rose furono messe all'asta dopo il suo suicidio, nel 1939. Sembrò davvero la fine di un mondo. Qualche giorno prima dell'asta, però, il giovane Thomas fu mandato dai suoi superiori a vedere la collezione. Rimase incantato "dal tesoro che quell'uomo illuminato aveva accumulato" e si scatenò in lui una passione che durò per tutta la vita.
Così negli anni immediatamente successivi, malgrado fosse assai difficile viaggiare in Inghilterra per via della guerra, Thomas riuscì comunque a mettere insieme la sua piccola collezione di rose antiche.
La collezione venne notata da Constance Spry, indiscussa regina del buono gusto british negli anni Quaranta e Cinquanta. Aveva lavorato come assistente sociale nei bassifondi di Londra prima di fare la fioraia e trasformarsi nella Martha Stewart del dopoguerra. Nella vita privata il suo grande amore erano proprio le rose antiche, che coltivava nella sua bella casa di campagna.
Fu molto prodiga di consigli a Thomas. E quando, ormai anziana, volle disfarsi della sua collezione, la signora Spry si affidò al suo giovane amico. Constance morì nel 1960 e già nel 1961 Stuart Thomas, con l'amico vivaista e ibridatore David Austin, introdusse la "Constance Spry", la prima e più famosa delle English Roses. Ma le rose inglesi sono un'altra storia (ricordiamo che David Austin ha dedicato una sua rosa, la Graham Thomas appunto, al suo grande amico).
Dopo la guerra, Thomas si avventurò sempre più lontano, fin nello Yorkshire, per trovare altre rose antiche. Ad aiutarlo e incoraggiarlo furono i pochi grandi amanti di quelle rose ancora rimasti, come Vita Sackville West a Sissinghurst e Sacheverell Sitwell a Weston Hall.
(A Vita Sackville West ho dedicato in passato due post, qui e qui).
Nel 1948 Stuart Thomas aveva già la più importante collezione di rose antiche al mondo, con esemplari provenienti da Francia, Germania e Stati Uniti.
Oggi se ne occupa il National Trust, e la si può visitare nel giardino murato di Mottisfont Abbey, nello Hampshire, progettato dallo stesso Thomas (sotto, alcune immagini).
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