lunedì 24 febbraio 2025

CONTEST DI ROSE! - 2° EDIZIONE

L'anno scorso, dopo tanto tempo che lo desideravo, grazie all'appoggio di Villaggio Natura si è concretizzato il mio desiderio di organizzare una gara, un "Contest" di rose qui sul nostro territorio.

Qui l'articolo relativo.

Quest'anno sempre con Villaggio Natura, abbiamo iniziato a muoverci per tempo. 

Il "2° Contest delle Rose" si terrà sabato 10 maggio alle ore 16 presso Villaggio Natura di Russi, via Faentina Nord 125/5 a Russi (Ravenna).

















Regolamento:

- Ogni partecipante potrà portare un massimo di 3 varietà di rose (uno stelo per ogni varietà)

- lo stelo deve essere rigorosamente di 15 cm. (più corto non verrà accettato, più lungo... vi daremo le cesoie)

- tutti i fiori devono essere aperti

- presentarsi entro le ore 16; chi si presenterà più tardi non potrà partecipare

- verranno premiati forma, colore, profumo della rosa in gara

- saranno premiate le prime 3 rose classificate

- ogni partecipante avrà un premio di partecipazione.

Quest'anno chiediamo una cifra simbolica di partecipazione di € 3,00 (il ricavato sarà devoluto ad una struttura per animali domestici ancora da scegliere). Chiediamo questo piccolo contributo per scoraggiare eventuali "infiltrati" che partecipano con un bocciolo chiuso con il gambo lungo 5 cm. tanto per avere il premio di partecipazione.

Per iscrizione:

tramite Whatsapp al n. 327 6082575

tramite email a: marketing@villaggionatura.com.

Quindi, amici rosofili, annotatevelo in agenda, iniziate a coltivare amorevolmente le rose che intendete portare al concorso, e poi venite al Contest! Il 10 maggio a Villaggio Natura a Russi!

RIPRODUZIONE CON MARGOTTA

Lo scorso settembre ho voluto provare la riproduzione di rose tramite margotta.

La margotta è una tecnica di moltiplicazione agamica delle piante utilizzata in alternativa alla talea, e consiste nel far radicare un ramo ancora collegato alla pianta madre.

Da qualche tempo volevo provarla, e fare il confronto con la talea, per vedere se i risultati ottenuti erano migliori o peggiori. Soprattutto intendevo provare la margotta su una varietà di rosa che non riesco a duplicare tramite talea.

Il periodo migliore:

qui le opinioni variano. Io ho provato a metà settembre per un semplice calcolo che ho fatto: poto le rose da metà febbraio circa in poi, quindi ho calcolato 5 mesi per la radicazione. Forse sono un po' pochi, ma quest'anno mi è andata così.

Occorrente: coltellino da innesto, terriccio, buccia di banana o ormone radicante, fascette di plastica, dispositivo per la margotta. Per quest'ultimo elemento c'è vasta scelta: un semplice sacchetto, una bottiglia di plastica, una sfera per margotta (si possono acquistare da internet cercando appunto "sfera per margotta"), oppure ancora una sfera di plastica di quelle che contengono i gadget o giocattolini per i bimbi e che si prendono dalle macchinette per 1 Euro o 2 Euro.














Il sacchetto è sicuramente il dispositivo più semplice da utilizzare.

Anche una bottiglia di plastica dà buoni risultati.

Le sfere per margotta le ho ordinate online, e mi sono arrivate in queste dimensioni:















cioè con il diametro di 5, 8 e 10 cm. Ora che ho provato, posso dire che quelle con il diametro di 5 cm. sono troppo piccole, le ideali sono quelle più grandi cioè di 8 e 10 cm. di diametro. Comunque quando mi sono arrivate non lo sapevo, e le ho provate tutte.

Come si procede:

scegliere un ramo e decidere una posizione sul ramo su cui cercheremo di far formare le radici. Con il coltellino da innesto incidere la parte verde superficiale del ramo, cioè la corteccia, facendo due giri completi alla distanza di 1 cm. o poco più (dipende dallo spessore del ramo). Fare una incisione verticale tra le due incisioni orizzontali e "sbucciare" questa parte incisa (vedi foto sotto).



























Sulla parte scortecciata mettere un po' di ormone radicante, oppure utilizzare la buccia di una banana, che è una sorta di radicante naturale.














Io ho ritagliato una strisciolina di buccia, l'ho arrotolata intorno alla parte interessata e l'ho fermata con un filo di erba che ho trovato in giardino. In questo modo abbiamo tutti prodotti biodegradabili.

A questo punto ho riempito le due emisfere di terriccio ben compresso (tenetevi abbondanti) e molto bagnato, e ho richiuso la sfera utilizzando le fascette. Nella foto sotto ho utilizzato 3 sfere piccole e una pallina da gadget (quest'ultima chiusa con lo scotch).














Come ho detto prima, queste sfere di 5 cm di diametro si sono dimostrate troppo piccole, o meglio, data la loro piccolezza le ho potute utilizzare solo con rami molto piccoli, che non hanno tenuto, si sono seccati.

Due giorni fa, quindi dopo 5 mesi esatti, ho raccolto le sfere i cui rami non si erano seccati. Come vedete dalla foto, ho tagliato subito sotto al bordo della sfera.














Aprendo la sfera, il risultato che ho trovato è stato questo:














Ho subito trapiantato il ramo in un vaso pieno di terriccio ben bagnato.

Posso trarre ora alcune conclusioni:

- come già detto, meglio non utilizzare rami troppo piccoli e quindi le sfere di 5 cm. di diametro;

- ho capito che quando si apre la sfera, il panetto di terriccio dovrebbe rimanere integro (a forma di palla) e non aprirsi insieme alla forma di plastica, perchè in questo modo si rischia la rottura delle radici (come mi è proprio successo in un caso). Vista l'esperienza, potrebbe essere utile foderare l'interno della sfera (o meglio delle due emisfere) con del cellophane da cucina.

- differenze con la talea? Dato il numero ristretto di varietà su cui ho provato la margotta, non posso avere avuto dei risultati definitivi, ma così a occhio posso dire che le rose che non sono riuscita a riprodurre per talea, non hanno radicato nemmeno con la margotta; quelle che hanno radicato bene con la talea hanno fatto altrettanto con la margotta.

venerdì 14 febbraio 2025

ULTIMISSIME SU TOM CARRUTH

Negli incendi di Los Angeles dello scorso gennaio, ha purtroppo perso la casa e le sue coltivazioni l'ibridatore americano Tom Carruth.

Tom è attualmente il curatore del Rose Garden presso la Huntington Library. Ha avuto una carriera molto influente come coltivatore di rose ed è l'ibridatore di rosai famosi in tutto il mondo come Ebb Tide, Twilight Zone (foto sotto e altre foto mie qui), Julia Child, Neil Diamond, Memorial Day, Moonstone, Life of the Party, Perfume Factory e molti altri.














Ho parlato di lui in questa pagina:

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/tom-carruth.html.

CAMBIARE VASO AD UNA ROSA

Può essere necessario ripiantare una rosa in vaso dopo un paio d'anni perché il terriccio nel vaso si è praticamente esaurito. Come si fa a capirlo? Il livello del terreno è diminuito e quando spingi nel terreno con le dita senti che è duro e pieno di radici. Questo significa che la tua rosa ha usato tutto lo spazio nel vaso e che il terreno è stato prosciugato dai nutrienti. Quindi cosa fare?

Facciamo questa operazione quando la rosa è dormiente, quindi diciamo qui in Italia a partire dal tardo autunno, fino a metà febbraio circa.

La prima cosa da fare è potare tutti i rami fino a 25 o 30 cm. Dopodichè occorre afferrare i due rami più grandi e tirare tenendo giù il vaso. Chiedete a qualcuno di darvi una mano, e mi raccomando, usate i guanti! Quando tirerete, vedrete che la rosa esce interamente con la sua radice, e capirete perchè è ora di cambiarle vaso. È diventata una grande palla di radici con pochissima terra. 

Bisogna rompere delicatamente la palla con le mani così da allentare tutte le radici. Non spaventatevi se radici più piccole si rompono. Alla fine avremo tutte le radici sciolte, e alcune saranno più lunghe, alcune più corte. Con le cesoie  potate le radici alla stessa lunghezza. Guardate la lunghezza dei  rami: le radici dovranno essere della stessa lunghezza o poco meno. Ci deve essere equilibrio tra radici e rami.

Ora bagnate le radici con acqua e rivestitele con spore di Mycorhizza (ne ho parlato in questo post https://valentinaelesuerose.blogspot.com/search?q=micorrize). Se non utilizzate micorriza saltate questo passaggio.













Ora occorre prendere un vaso più grande, riempirlo per 1/3 con un nuovo compost fresco senza torba. Mi raccomando: non usate un terreno vecchio! Una volta messo il terriccio, prendete la rosa e posizionatela in mezzo al vaso, stendendo le radici uniformemente in tutte le direzioni. Poi tenete ferma la pianta con una mano e riempite il resto del vaso con l'altra mano. 












Quando il vaso è pieno, tirate un po' su la rosa per assicurarsi che non ci siano sacche d'aria. L'innesto va lasciato pari al livello del terreno o poco più su (anche qui dipende dalla zona climatica: se si abita in una zona in cui l'inverno fa molto freddo, il punto d'innesto dovrebbe essere lievemente interrato, ma nella gran parte d'Italia ciò non succede).

Ora pacciamate il terreno superiore con compost di foglie o letame bovino essiccato o qualsiasi materiale organico abbiate. E alla fine è importante: dare un bell'ammollo alla rosa con tanta acqua. Et voilà, la vostra rosa è pronta per altri tre o quattro anni.

(Consigli dell'esperto di rose Dirk Milis).

lunedì 3 febbraio 2025

UNA STORIA DI... SPORT

Trovo estremamente affascinante la capacità delle rose di mutare. Intendo i cosiddetti "sport": si tratta di mutazioni genetiche che avvengono in modo del tutto casuale e che possono produrre nuove varietà anche migliori rispetto all’originale. 

(vedi approfondimento nel mio blog https://valentinaelesuerose.blogspot.com/search?q=sport)

Esistono varietà di rose che mutano più facilmente di altre. Una di queste è sicuramente la rosa Iceberg, una floribunda di Kordes del 1958. Per chi fosse interessato alle sue origini, i suoi genitori sono

Robin Hood (hybrid musk, Pemberton, 1927) X Virgo (HT, Mallerin 1947).

La rosa Iceberg è una delle varietà di rosa più amate e apprezzate per la sua fioritura abbondante, resistente e dai colori puri e luminosi. Conosciuta per i suoi fiori bianchi candidi, è una rosa ideale per creare aiuole fiorite, bordure o anche per la coltivazione in vaso su terrazzi e balconi. Si trova facilmente nei vivai.











Nel 1991, in Australia, in una piantagione controllata della varietà  'Iceberg',  Lilia Margareth Weatherly scoprì una mutazione, che chiamò "Pink Iceberg" o "Pink Brilliant Iceberg". Si tratta ancora di una Floribunda che però era virata al rosa: le delicate sfumature di rosa dei petali producono quello che è stato descritto come un aspetto "dipinto a mano".














Ma la storia continua.

La tendenza a mutare di Iceberg viene ereditata da "Pink Iceberg": nel 1995, nella medesima piantagione, la signora Lilia Margareth Weatherly scopre una mutazione di Pink Iceberg che chiamerà "Brilliant Pink Iceberg". In questa pianta la tonalità rosa dei fiori si accentua.










E giungiamo ad una quarta mutazione,  da "Brillilant Pink Iceberg" 

La mutazione viene scoperta sempre in Australia ma da un altro vivaista, Edgar Norman Swane, nel 1998. La nuova varietà è un po' più bassa delle precedenti, ha fiori viola scuro con rovescio più chiaro, stami e antere rosso bordeaux scuro. E purtroppo non ha profumo, ma è comunque molto bella. Il suo nome è "Burgundy Iceberg" o "Burgundy Ice" e probabilmente è la più conosciuta tra le varie mutazioni.

Si trova facilmente nei vivai specializzati.





TERRICCIO FAI DA TE

Il famoso vivaista Nino Sanremo propone una ricetta per produrre da sé un terriccio adatto alle rose.

Per gli amanti del fai-da-te che volessero provvedere direttamente alla preparazione del terriccio, è bene sapere che la rosa predilige un terriccio composto da circa tre parti di torba bionda grossolana e fibrosa, ammendata, a pH 6-7 (la migliore è importata dalla Svezia), e di una parte tra argilla e pomice o vulcanite. 

Se non si dispone di torba a pH 6-7, bisogna aggiungere, per ogni litro di terriccio, 2-3 g di carbonato di calcio per elevare il pH naturale della torba, che generalmente è 3,4-4, fino a 6-7, e un'adeguata dose di fertilizzante organico a lenta cessione. 

Il carbonato di calcio si acquista facilmente online. 


TERRICCIO: QUALE EVITARE

Non è affatto banale parlare di terriccio giusto per le  nostre rose in vaso.

Vediamo allora cosa evitare:

- evitare di utilizzare sacchi di compost quando sulle confezioni non sono specificati in modo dettagliato l'origine e i contenuti;

- evitare il terriccio "universale" che si trova nella grande distribuzione e che costa pochi Euro: generalmente è scuro, fine e poco o nulla fibroso. A volte è addirittura puzzolente e caldo (mi è capitato con dei sacchi di terriccio "in ebollizione"). Alla larga!

Mi sono trovata molto bene con questi terricci della Compo e della Vigor Plant. La Vigor Plant fa anche un terriccio specifico per rose. Entrambe le aziende comunque hanno linee molto complete di terricci per le varie esigenze.





venerdì 31 gennaio 2025

ROSE: POTARE O NON POTARE?

Siamo a fine gennaio, si sta avvicinando il fatidico momento in cui poteremo le nostre rose...

Quando è bene potarle? Come regola generale, suggerisco di potarle a fine inverno, quando non ci sono più le gelate notturne. Nella mia zona (Bassa Romagna) di solito il periodo giusto è da metà febbario in poi.

Altra domanda ricorrente: luna calante o crescente? (luna buona o luna cattiva?). La potatura delle rose va sempre effettuata in fase di luna calante, in quanto la circolazione di linfa è ridotta e la cicatrizzazione della pianta è favorita, riducendo di molto il rischio di marciumi ed attacchi parassitari. In genere il periodo migliore è qualche giorno dopo la luna piena. 









Ma ecco una domanda che forse non vi aspettate: POTARE O NON POTARE le rose?

(dal blog di Dirk Milis https://dirksrosebible.blogspot.com/)

Quando dici rose pensi subito alla potatura, ma tutta quella potatura è davvero necessaria? Quando osserviamo gli antenati delle nostre varietà coltivate, le rose selvatiche, vediamo che non vengono mai potate e nonostante ciò fioriscono ogni anno. Allora perché le potiamo ogni anno?

Prima di tutto: guarda la famiglia delle rose. Assicurati di che tipo di rosa è. È un'Alba? Una Bourbon? Un'ibrida di Tea? Tre rose molto diverse e tre metodi di potatura molto diversi, se vuoi potare! Una buona regola che si applica a tutte le rose tranne le ibride di Tea, le Floribunde e le Polyantha è: NON POTARE I PRIMI TRE ANNI. Lasciale crescere senza disturbarle. Lascia che facciano legno, tanto legno. Fioriranno, non preoccuparti. Dopo tre anni puoi iniziare a correggerle se necessario, ad esempio quando diventano troppo grandi o non ti piace la forma del cespuglio. Di nuovo, non devi farlo, ma è sicuramente possibile. Le vecchie rose antiche, una volta fiorite, Alba, Gallica, Damascene, Centifolia... non hanno bisogno di potatura. Le potiamo per dare loro una bella forma arrotondata e tenerle sotto controllo. Lo facciamo dopo che sono fiorite, quindi può essere a luglio, agosto o settembre. Ricordatevi sempre di NON POTARE MAI VIA L'INTERA CRESCITA DI QUELL'ESTATE. Accorciate la nuova crescita, non rimuovetela mai completamente. Altrimenti non fioriranno l'anno successivo.

Quindi puoi decidere di non potare o di dargli una bella forma arrotondata. Cosa è sempre consentito? Potare via il legno morto e la crescita molto sottile che non riesce a sostenere i fiori. 

Ma cosa dire delle vecchie rose tradizionali che rifioriscono, come le Portland, le China, le Bourbon, le Ibridi Perpetue, le Tea e le Noisette? 

Bene, anche queste rose fioriranno perfettamente senza essere potate ogni anno. Quindi è una scelta personale quella di potare, non un dogma. Le Portland possono essere addestrate a diventare un bel cespuglio arrotondato, quindi io stessa le poterei leggermente a febbraio. Le Bourbon e le Ibridi Perpetue sono sempre migliori come rampicanti, quindi non devi potarle. Quando allevi Mme Isaac Pereire o Louise Odier come rampicanti, accorci semplicemente i loro germogli laterali a febbraio, ma anche questo è facoltativo. Le China, le Tea e le Noisette in generale odiano la potatura, quindi lasciale stare, smettono di crescere quando il loro legno viene tagliato via. Ma anche qui: potare via il legno morto e debole è sempre consentito! 

Quindi ora ci restano solo: le rose moderne: rose inglesi, ibridi di Tea, floribunda, polyantha e ibridi moderni. Dobbiamo sicuramente potarle?
















(nella foto: potatura ottimale di un ramo di HT o Ibrido di Tè).

No, non è così. Ma è consigliabile dar loro forma. Guarda il tuo cespuglio a febbraio: vuoi una forma naturale con più fiori ma più piccoli? Allora pota via 1/3 di ogni stelo. Se la forma del cespuglio non è importante per te? E vuoi fiori più grandi ma meno numerosi? Allora pota via 2/3 di ogni stelo. Per le rose inglesi di David Austin la prima opzione è più probabile perché la forma è più importante. Per le rose HT e le floribunda la seconda opzione è la strada da scegliere. Idem per le polyantha e gli ibridi moderni. E naturalmente potiamo anche il legno morto e debole.

Ecco fatto! Non impazzire per la potatura. I primi tre anni non potiamo le rose e dopo è tutta una questione di preferenza. 

Spero di aver fatto un po' di luce su questo argomento molto dibattuto! 

lunedì 20 gennaio 2025

IL PROFUMO NELLE ROSE DAL PUNTO DI VISTA DI DIRK MILIS

Ho pubblicato ancora in passato articoli di questo grande intenditore di rose, il belga Dirk Milis. Il suo gruppo Facebook si chiama "Dirk's rose group: For real rose addicts"  e vi si può entrare tramite iscrizione. Cercatelo su Facebook, ne vale la pena.

Ultimamente, come chi mi segue avrà visto, sto approfondendo anche io l'argomento "Profumo delle rose" e mi sembra che il post di Dirk aggiunga informazioni utili. Ve lo propongo.

"Il profumo delle rose è una delle caratteristiche più amate delle nostre rose da giardino, eppure... solo pochi decenni fa la maggior parte delle persone aveva dimenticato che in realtà le rose possedevano di norma una profumazione da media a molto intensa. Il regno supremo degli Ibridi di Tè (o HT) fece sì che una delle caratteristiche più attraenti della rosa, la fragranza, andasse perduta. Sì, c'erano alcuni HT con fragranza, ma la stragrande maggioranza degli HT creati tra il 1960 e il 2000 erano praticamente senza profumo. L'anima della rosa, la sua fragranza, è stata deliberatamente creata per estenderne la vita in vaso. E' stato il commercio che ha quasi distrutto il profumo delle rose.

E' stato il grande merito di David Austin concentrarsi su questa perdita. Austin ha chiesto un ritorno alla fragranza nelle rose moderne. Le sue rose inglesi hanno mostrato come si potesse fare. A David non piacevano gli HT; cioè adorava i primi esemplari di HT, ma quando successivamente divennero solo un guscio vuoto rispetto a quello che erano prima, si ribellò e iniziò una controriforma.














(Foto: "La France", convenzionalmente il primo esemplare di Ibrido di Tè creato dal francese Guillot)

Poterbbe non piacerci la politica odierna di David Austin in materia di rose (in effetti molte delle loro nuove creazioni sono più o meno le stesse...), ma non dobbiamo mai dimenticare ciò che ha fatto David. La sua "ribellione" ha impiegato qualche tempo, ma è grazie a lui se oggi la gente che coltiva le rose, le vuole con il profumo.

Oggi le nuove vere HT sonno rare, poichè la maggior parte delle rose di nuova creazione sono ibridi moderni: un incrocio tra rose inglesi, floribunda e HT. La loro fragranza è un grande punto di forza, quindi la stragrande maggioranza delle nuove rose hanno un profumo da forte a molto forte. Sempre grazie a David!

Di seguito alcuni esempi di rose estremamente profumate, che non vi deluderanno: Mme Isaac Pereire, La France, Abraham Darby, Evelyn, Jude the obscure, Pope John Paul II, Peter Paul Rubens (foto sotto), Anna Olivier, Étoile de Hollande, Sœur Emmanuelle, Line Renaud..."














Ricordo che un primo sguardo su queste e altre rose, può essere dato  tramite l'importantissimo database internazionale delle rose HelpMeFind, al seguente Indirizzo: https://www.helpmefind.com/rose/plants.php.

Questo link si apre direttamente sulla pagina in cui si può inserire il nome della rosa ricercata, si clicca poi su SEARCH e si aprirà la pagina corrispondente, che oltre alla descrizione offre la scheda Photos ricchissima di immagini.

COSA E' SUCCESSO ALLA MIA PRODUZIONE DI SEMENZALI

Ora che sono passate ormai un paio di settimane da quanto mi è successo sul fronte dei miei nuovi semenzali di rose, mi sento di aver metabolizzato abbastanza l'episodio per essere in grado di parlarne e condividerlo.

Quest'anno sono riuscita a prepararmi una serra bella spaziosa per i nuovi semenzali. Una serra a tunnel, ricoperta di nailon, di dimensioni circa 3x3. All'interno ho preparato dei tavoli con due assi e 4 cavalletti; per il riscaldamento ho preso un termosifone a olio portatile, elettrico, che collego al termostato tenendo una temperatura di 14 gradi con uno scarto possibile di due gradi (quindi il termosifone inizia a riscaldarsi quando la temperatura scende sotto i 12° e si ferma quando raggiunge i 14°).

La scorsa primavera avevo fatto più di un centinaio di ibridazioni, e già a fine novembre i semini (acheni) di rosa hanno iniziato a germinare nelle loro bustine in frigorifero. Verso la fine delle feste natalizie avevo circa un migliaio di vasetti con semini germinati, stoccati in serra.

Una mattina mi sono accorta che erano arrivate le lumache: quelle scure, piccoline, senza guscio e molto viscide, tipo questa nella foto per intenderci. E' un problema che ho avuto anche negli anni precedenti, perciò non mi sono preoccupata più di tanto.











Purtroppo quando me ne sono accorta, le maledette avevano già smangiucchiato le foglioline di una decina di semenzali, quindi sono corsa ai ripari. Avevo in casa del lumachicida, quello azzurro in grani, e l'ho sparpagliato in tutti i vasetti e sui tavoli.

Qualche giorno dopo mi sono resa conto che il lumachicida non aveva funzionato, probabilmente per il fatto che l'avevo in casa già da diversi anni, e aveva esaurito l'effetto. Mi sono recata presso il mio consorzio agrario di fiducia dove mi hanno spiegato che il lumachicida che avevo in casa era a base di veleno (metaldeide) ma ormai non si produceva più perchè la gente lo utilizzava anche per fare le polpette velenose da somministrare ai cani o ad altri animali importuni. Il nuovo lumachicida era di aspetto del tutto simile al precedente, ma a base di ossido di ferro. Bastava usarne un po' di più perchè avesse la stessa efficacia del precedente.

Uso quindi il nuovo lumachicida, spargendone in abbondanza nei vasetti, e dentro e fuori la serra.

Ebbene, non so se sia stato il nuovo lumachicida all'ossido di ferro (ma penso di sì), fatto sta che nelle notti successive ho avuto la visita di una colonia di RATTI (mai successo prima, e sono già 4 anni che tengo la serra in quello stesso terreno). La vista che mi si è presentata agli occhi quando mi sono recata qualche giorno dopo alla serra è stata inconcepibile. Sembrava che dentro alla serra si fosse scatenato uno tsunami.

























Questi ratti hanno divelto i vasetti, mangiato le foglioline, ESTRATTO DAI VASETTI i semini che ancora non erano spuntati. TUTTI I SEMINI di tutti i vasetti, veramente un lavoro da certosini (i topi sono golosissimi dei semi di rosa). E a riprova della furia con cui si sono avventati sulla mia produzione, dirò che i maledetti hanno parzialmente mangiato anche diversi vasetti in bioplastica...

Ho salvato circa il 10% dei semenzali che erano nati finora. Queste piantine salvate (ho tenuto anche quelle in cui era rimasta anche solo una fogliolina, per vedere se ce la fanno a sopravvivere) le ho portate a casa, le ho messe sul balcone in una piccola serra acquistata in fretta e furia, con dentro una stufetta elettrica. La nuova serra, piccola, verticale con 5 ripiani, l'ho acquistata online e ha impiegato qualche giorno ad arrivare. Nel frattempo ho tenuto i vasetti con i semenzali in casa, nella mia camera da letto (sic!) che è la più luminosa, e durante il giorno tenevo acceso e puntato su di loro un faro led perchè avessero più luce possibile.

Al momento sembra stiano sopravvivendo, anche se non sono cresciute più di tanto, forse anche loro si devono riprendere dallo shock.

Questa è stata la mia enorme disavventura, vorrei capire se qualcun'altro ha notato che il lumachicida a base di ossido di ferro attira i topi e i ratti.

E per finire con i ratti... insieme a mio babbo abbiamo messo delle trappole a base di colla, e per ora abbiamo catturato 7 ratti. Se qualcuno ci tiene a vederle, ho anche foto delle bestie in oggetto.

Ma riguardo alla mia serra, non mi arrendo. Mi sono data da fare, ho studiato la problematica online, e sono giunta alla conclusione che la soluzione migliore da adottare per poter riavere l'uso della mia serra siano gli ultrasuoni. Ho contattato una azienda specializzata in provincia di Reggio Emilia, ho avuto un colloquio con il titolare, e ho acquistato un apparecchio che produce ultrasuoni della potenza adatta alla mia serra (all'aperto riesce a tenere lontano i topi per un raggio di 100 metri). Sto aspettando che mi arrivi l'apparecchio, poi farò diversi esperimenti nella serra: ho pensato che metterò degli acheni con l'apparecchiatura in funzione e una trappola con la colla. Vedremo se gli scellerati si faranno di nuovo vivi (la mia speranza sarebbe di avere smantellato l'intera colonia, almeno per ora).

venerdì 17 gennaio 2025

IL PROFUMO DI ROSA DAL PUNTO DI VISTA DI UN PROFUMIERE (2° PARTE)

COME ANNUSARE LE ROSE - DAL PROFUMIERE CHE INSEGNO' A DAVID AUSTIN (2° PARTE)

(continua dal post precedente)
Passeggiando nel suo piccolo giardino a St Albans, Calkin indica le sue rose preferite, un mix di rose tradizionali e moderne.

Rosa antica 
La prima è "Comte de Chambord", una rosa Portland rosa caldo introdotta dagli ibridatori francesi Moreau-Robert nel 1860. La sua fragranza intensa e deliziosa suggerisce che le sue origini siano da ricercare nelle rose damascene, presumibilmente portate in Europa da Damasco dai crociati di ritorno nel XIII secolo.
L'analisi del DNA mostra che le rose damascene discendono dalla  Rosa gallica selvatica (responsabile di gran parte di questo profumo di "rosa antica"), dalla Rosa moschata  dal profumo muschiato  e dalla  Rosa fedtschenkoana dal profumo di crusca.



















Calkin descrive il profumo del "Comte de Chambord" come "brillantemente caldo e inebriante", con una nota speziata che deriva dagli antenati moschata e fedtschenkoana.

Si china, prende un fiore tra le mani e respira profondamente. "Se avessi spazio solo per tre rose, dovrei tenere una Damascena perché è la rosa usata in profumeria e per la sua storia", dice. "Questa è forse la quintessenza della fragranza alla rosa. Non può essere descritta come nient'altro che pura "rosa". Davvero meravigliosa".
Ci fermiamo ad annusare la rosa damascena "Quatre Saisons" ma facciamo fatica a percepire un profumo forte. 

È difficile stabilire qual è il momento ottimale per annusare le rose: la maggior parte sostiene di farlo al mattino presto, ma ci sono molti fattori da prendere in considerazione, tra cui il meteo. Anche la nostra capacità di sentire gli odori deve essere presa in considerazione. La nostra sensibilità olfattiva diminuisce con l'avanzare dell'età, in particolare dopo i 60 anni. I profumieri esperti riconoscono che ci sono momenti della giornata in cui la loro sensibilità è più accentuata e molti adattano le loro abitudini di lavoro per adattarsi a questo.
"Se il sole estivo avesse una fragranza, questa sarebbe."














Mentre siamo in piedi, delusi, per "Quatre Saisons", Calkin dice malinconicamente: "Per la fragranza, questa è la mia rosa numero uno. È forse la rosa più antica in coltivazione e mi piace pensare che sia forse quella associata a Cleopatra. Ha una fragranza più brillante di "Comte de Chambord" , inebriante. Se il sole estivo avesse una fragranza, questa sarebbe. È molto simile alla fragranza dell'attar di rose usata in profumeria che proviene da un'altra damascena. È un peccato che oggi abbia una giornata no!"


La seconda e la terza rosa nella lista dei "must-have" di Calkin sono entrambe rose da tè rampicanti a fioritura ripetuta, rinomate per la loro fragranza: la rosa ibrido di tè "Lady Sylvia" ("uno dei migliori fiori recisi" - foto sotto) e la gialla "Lady Hillingdon". 

















Calkin continua: “Le prime rose da tè furono importate dalla Cina all'inizio del XIX secolo. Ci sono diverse versioni su come nacque il nome. La prima era che fossero state ibridate da un vivaista chiamato Mr Fa Tee. Altri dicevano che si chiamavano rose da tè perché le piantine venivano spedite con le vecchie casse da tè.
"La spiegazione più ovvia è semplicemente che profumavano di tè e questo fatto è stato riconosciuto molto presto, quando venivano spesso descritte come 'rose profumate di tè' piuttosto che semplicemente 'rose da tè'.
"La mia massima autorità è "The Rose Fancier's Manual" scritto da Catherine Gore. In esso descrive la rosa gialla da tè di Guerin come 'molto gradevolmente profumata con l'aroma del tè Pekoe'. Fu scritto nel 1838 e arrivarono solo intorno al 1809. Sono d'accordo con lei. Per me hanno l'odore di una confezione di tè cinese appena aperta. Hanno una specie di odore catramoso che non ha assolutamente nulla a che fare con le rose europee, chimicamente completamente diverse e l'odore deve essersi evoluto in modo completamente diverso."

Muschio
Il muschio deriva dalla ghiandola odorifera di un piccolo cervo nativo dell'Himalaya ed è stato utilizzato come profumo fin dall'antichità, prima in Cina e poi in Medio Oriente. Non sorprende che il cervo sia ormai prossimo all'estinzione e sia una specie protetta. Calkin, una delle poche persone ad aver sentito l'odore dell'originale, afferma che le moderne imitazioni chimiche sono "come il suono di un violino di plastica rispetto a uno Stradivari", ma è felice di cercare accenni di profumo nelle sue rose muschiate.
Nelle rose muschiate le fragranze sono prodotte dagli stami piuttosto che dai petali e sono caratterizzate da un carattere di chiodi di garofano prominente simile a quello del dianthus e del garofano. 
Un altro tipo di fragranza "muschiata" è quella della rosa selvatica di campo, ritenuta la "rosa muschiata" di Shakespeare. Qui, dice Calkin, la fragranza è "quasi pungente, o aldeidica, come nella buccia d'arancia".

In molte rose una fragranza muschiata proveniente dagli stami si mescola con la fragranza proveniente dai petali. Come ad esempio nel muschio ibrido giallo, "Buff Beauty" (foto sotto), che secondo Calkin profuma di muschio, rosa antica, tè e violette. "È una fragranza complessa ma molto bella. Come per tutte le rose profumate di muschio, la fragranza ha un enorme potere di trasporto. Può riempire un piccolo giardino". Calkin consiglia anche "Paul's Himalayan Musk" e '"Rambling Rector", che ha fatto arrampicare attraverso una siepe nel suo vialetto.















Mirra
Il profumo di mirra nelle rose non è quello associato nella Bibbia all'oro e all'incenso. Si riferisce all'erba selvatica Sweet Cecily,  Myrrhis odorata, che ha un carattere dolce e anisilico simile. La pianta cresce in abbondanza nella zona della Scozia dove sono state coltivate le prime rose profumate di mirra.
Per un esempio di rosa con una forte fragranza di mirra, Calkin consiglia una rosa di Austin più moderna, "Scepter'd Isle". "L'odore di mirra deriva da un'unica sostanza chimica, che avevo isolato e fatto sintetizzare dall'azienda per cui lavoravo. È un odore di anice, o liquirizia, presente in tracce in altre rose. Ma è una sostanza chimica molto, molto potente, e ne basta circa l'1% nella composizione e domina completamente la fragranza. Non ho mai fatto analizzare "Scepter'd Isle", ma immagino che ne contenga il 2%".

Calkin allude continuamente alle sostanze chimiche responsabili di ogni profumo. "La fragranza è quasi sempre un riflesso chimico dell'intera chimica della rosa", spiega. "Le fragranze floreali originali erano probabilmente prodotti di scarto della pianta, progettati per mantenere un equilibrio nelle cellule. Se una pianta riceve troppa luce solare, può produrre un eccesso di cose che devono essere espulse. Quindi, ad esempio, pini e conifere producono resine; le rose producevano profumo. Da lì si è sviluppata la coevoluzione tra fiori e insetti. Si pensa generalmente che gli insetti abbiano stabilito le proprie memorie olfattive e preferenze per le piante. Questa è una fortuna perché significava che continuavano a visitare la stessa specie di pianta: altrimenti molto polline sarebbe stato sprecato. Il processo evolutivo ha incoraggiato le piante a sviluppare profumi più forti.
“Persino lo stesso Darwin notò che i fiori impollinati dal vento hanno poca o nessuna fragranza rispetto a quelli che, come le rose, sono impollinati dagli insetti.”

Fruttato
Per il profumo fruttato Calkin indica "Mme Isaac Pereire" (foto sotto), una bourbon rosa intenso, che ha una fragranza fruttata calda e potente. "Qualcuno una volta lo descrisse come un profumo da boudoir francese".


















Abbiamo tralasciato un'altra importante rosa storica, "Old Blush". Calkin dice: "È una rosa modesta, introdotta in Europa dalla Cina nel 1789. È stata incrociata con numerose rose europee per dare molti dei più importanti gruppi di rose coltivate oggi. È molto timida nel produrre la propria fragranza e quando lo fa odora di pisello odoroso, ma è stata in gran parte responsabile della fioritura ripetuta delle rose moderne e dell'introduzione di fragranze fruttate.
"È importante capire che la fragranza che deriva da un incrocio tra due rose non è solo una miscela di quelle dei genitori, ma della chimica ibrida delle due. Quindi, ad esempio, il carattere fruttato delle rose bourbon, di cui si pensa che uno dei genitori sia "Old Blush",  non si trova in nessuno dei genitori, ma è il risultato degli alcoli delle rose europee convertiti in esteri".

Mentre siamo sotto "Mme Alfred Carrière", la noisette rampicante creata da Schwarz nel 1879, Calkin spiega come l'età del fiore possa influenzare il profumo. "
Mme Alfred Carrière è un esempio interessante di profumo fruttato", dice. "Ha un'ascendenza piuttosto complessa. Inizia quando i fiori si aprono per la prima volta in primavera.
"Ha un profumo leggero di rosa antica, fresco, pulito, una bella fragranza, leggermente agrumata, un po' di limone. Invecchiando, diventa pompelmo e poi ribes nero. E invecchiando ulteriormente, può odorare di pipì di gatto. E in effetti pompelmo, ribes nero e pipì di gatto sono tutti chimicamente correlati."