venerdì 4 luglio 2025

DA DOVE DERIVANO I NOMI DELLE ROSE?

In passato ho già dedicato alcuni post a questo argomento che ritengo molto affascinante: 

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2021/03/i-tempi-e-i-nomi-delle-rose.html

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2021/03/i-tempi-e-i-nomi-delle-rose-2.html

"Una rosa con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo", disse Shakespeare. Ma qualcuno la comprerebbe? I nomi delle rose possono essere controversi ed emotivi. Il nome giusto o sbagliato può fare una grande differenza sulle vendite e sul successo di una rosa.

Nel XIX secolo era uso, presso gli ibridatori, di dare alle loro rose nomi di persone. Potevano essere clienti facoltosi, come " Mme Alfred Carrière" (moglie di un produttore di tubi di cemento di Grenoble) o "Mme Isaac Pereire " (moglie di un banchiere parigino). O persone care: "Mme Hardy" era la moglie dell'ibridatore della rosa stessa. 

Ma non tutti i nomi funzionavano. Che ne dite di questa rosa del 1922, "Baronesse M. van Tuyll van Serooskerken"? (foto sotto). Oppure, del 1923, "Mevrouw G. de Jonge van Zwynsbergen"? No. Non mi sorprende che non siano mai sopravvissute nell'elenco delle rose più famose. Entrambe sono creazioni dell'ibridatore olandese Mathias Leender, il quale probabilmente aveva più a cuore il fatto di dedicare una rosa a qualche personalità, piuttosto che della facilità del nome.




Rose di festa

Se oggi vi trovate davanti al reparto dedicato alle rose di quasi tutti i garden center, è probabile che più della metà di esse siano quelle che il settore chiama rose "da celebrazione". Avranno nomi come "Nozze d'argento", "Birthday Girl", "Diamond Dad" o "Grandma's Rose". Tutte pensate per il mercato degli articoli da regalo, per eventi come la festa della mamma, quella del papà, un compleanno, un anniversario di matrimonio...

Le radici della mania per un nome "da celebrazione" affondano probabilmente nella rosa "Peace" (di cui ho già parlato qui). Si trattava di una nuova rosa promettente, importata clandestinamente dalla Francia nel 1939, alla vigilia dell'invasione tedesca. L'ibridatore Francis Meilland inviò delle gemme al suo agente, Robert Pyle, negli Stati Uniti, che ne riconobbe immediatamente la particolarità.

Quando la lanciò in Francia nel 1942, Meilland la chiamò inizialmente "Mme A. Meilland", in onore di sua madre. In Italia si chiamava "Gioia". In Germania diventò Gloria Dei. Ma l'astuto Pyle la ribattezzò "Peace" per il mercato americano. La data del suo lancio – con il rilascio di due colombe simboliche – coincise con la caduta di Berlino. Un paio di mesi dopo, quando i 49 delegati alla prima sessione delle nuove Nazioni Unite si riunirono a San Francisco, Pyle si assicurò che ognuno avesse una rosa "Peace" nella propria camera d'albergo. Includeva un biglietto dell'American Rose Society, con la scritta:

"Questa è la Rosa della Pace, battezzata a Pasadena il giorno della caduta di Berlino. Speriamo che la Rosa della Pace influenzi i pensieri degli uomini per una pace mondiale eterna."

Era un nome fantastico per una rosa. Era anche una rosa fantastica. 'Peace' compare nelle linee genetiche di quasi tutte le rose moderne per la sua salute e bellezza. Stranamente, non è stata la prima rosa 'Peace': risale infatti al 1902 una rosa Tè di G.W. Piper battezzata proprio Peace, ma che evidentemente è stata surclassata dalla rosa di Meilland e finita un po' nel dimenticatoio (foto sotto).


Poi, l'ibridatore inglese Joseph Pemberton lanciò l'ibrido di moscata "Pax" alla fine della Prima Guerra Mondiale. Basti dire che non ebbe lo stesso successo che ebbe di Peace di Meilland. Forse i clienti di Pemberton non conoscevano abbastanza il latino per capire cosa significasse il suo nome!









Dare un nome a una rosa non è facile. Di recente mi è stato chiesto perché le rose vengano spesso vendute con tre o quattro nomi diversi in diverse parti del mondo. A volte si fa per evitare violazioni del copyright locale, o perché il nome originale non è ben conosciuto. Ad esempio, la rosa più famosa dei grandi ibridatori tedeschi Kordes è "Schneewittchen", che significa Biancaneve. Non credo che la Disney abbia mai rivendicato il copyright sulla traduzione inglese di Schneewittchen, ma nel resto del mondo la conosciamo con un altro nome: "Iceberg" (foto sotto).










Di solito, il distributore di ogni paese ha voce in capitolo su come verrà battezzata la rosa. Poulsen, in Danimarca, nel 1996 ibridò una rosa dal profumo meraviglioso che chiamò "Ghita Renaissance". Il suo primo distributore nel Regno Unito, Cants, la chiamò "Millie". Ma un anno dopo, quando il più grande coltivatore di rose del Regno Unito iniziò a occuparsi della distribuzione, le diede il suo attuale nome britannico, "Mum in a million". Sul database internazionale delle rose, Helpmefind.com, trovate sempre tutti i nomi con i quali un rosaio è conosciuto nel mondo. Ho provato con "Ghita Renaissance" e qua vedete il risultato.


Quando il nome di una rosa diventa imbarazzante

Molte rose oggi prendono il nome da celebrità. Ciò è fantastico se si tratta di celebrità famose a livello internazionale. Non altrettanto fantastico se si tratta, ad esempio, di un attore danese poco conosciuto al di fuori del suo Paese. Né altrettanto fantastico se quella persona fa qualcosa di imbarazzante. 

"Duchess of York" (Duchessa di York), introdotta dal famoso coltivatore di rose irlandese Colin Dickson nel 1992, dovette essere rapidamente ribattezzata dopo che compromettenti foto di paparazzi furono pubblicate sui tabloid che ritraevano la un tempo popolare duchessa reale (Sarah Ferguson) su un lettino nel suo giardino in compagnia di qualcuno che non era il marito, il Principe Andrea. Il fatto che lei e Andrea avessero annunciato la loro separazione cinque mesi prima sembrava irrilevante per i redattori dei tabloid, che a quei tempi erano ovviamente anime sensibili. (Non si sa se il nuovo nome dato dagli agenti di distribuzione – "Sunseeker" = amante del sole – fosse ironico). Sotto la foto della rosa.












Ed ecco un altro caso. Nel 2022, David Austin Roses ha dovuto cambiare nome alla sua "Mortimer Sackler" (una rosa magnifica, tra l'altro). Si dice che la moglie di Mortimer avesse acquistato i diritti di denominazione della rosa in un'asta di beneficenza. In seguito è emerso che il denaro della famiglia filantropica americana Sackler proveniva dalla Purdue Pharma, un'azienda associata ad alimentare la dipendenza da oppioidi in America. Ora si chiama "Mary Delany", in onore di una raffinata artista del XVIII secolo che realizzava deliziosi collage di carta ritagliata. Più sicuro di così non si può! 











Oggigiorno, sempre più spesso i vivai vendono le rose senza un nome, o dando loro nuovi nomi.

Questo succede per tre motivi. Uno normativo, uno economico ed uno legato alla passione. (quello che segue è materiale tratto dal blog rosemania.it del mio amico Michele Pinto).

Le norme

La legge italiana prevede una protezione dei marchi commerciali, quindi anche dei nomi delle rose, molto lunga nel tempo. Mentre le varietà vegetali non sono altrettanto protette.

In pratica è legale prendere una rosa qualsiasi e venderla, purché non si usi il suo nome commerciale.

I soldi

Ibridare rose è molto impegnativo e ottenere risultati eccellenti è difficile. Questo lavoro viene monetizzato con la vendita delle rose ottenute. In altre parole creare rose sempre più belle e profumate costa, e il costo viene, giustamente, sostenuto da chi compre le rose.

Vendere rose senza dover pagare i diritti a chi le ha realizzate è molto più conveniente.

La passione

C’è chi si innamora di una varietà di rose. Ma a volte chi la produce preferisce ritirala dal mercato per far spazio a nuove varietà. Per poter continuare a commercializzare queste rose è necessario cambiarne il nome.

Nel complesso, il nome dovrebbe essere l'ultima cosa da considerare quando si acquista una rosa. Prima vanno sicuramente valutate altre cose come la resistenza alle malattie, il fatto che tolleri o meno zone d'ombra, il portamento (la volete a cespuglio? Rampicante?) ecc.

Il nome pertanto deve essere l'ultima cosa da valutare: ma potrebbe essere la prima a scoraggiarti! 

E a smentire subito quanto appena affermato, vi confido una bella esperienza: dopo che la mia rosa "Emma's Whims" ha vinto il secondo premio al Concorso della Rosa Principessa Maria Letizia di Moncalieri, una signora di Torino me ne ha richiesto una pianta da regalare alla nipotina Emma in occasione del suo battesimo. Grande soddisfazione!













Ma quindi, alla fine, il nome delle rose è importante o no???

mercoledì 2 luglio 2025

FOGLIAME INGIALLITO

Dalla scorsa tarda primavera una serie di rosai in vaso presentava un problema che andava peggiorando di giorno in giorno: il fogliame di tutte queste piante perdeva la tonalità verde diventando sempre più giallo.

Potete vedere la situazione nelle foto sotto, che purtroppo hanno una qualità mediocre in quanto sono tratte da un video che avevo inviato alla mia vivaista di fiducia per chiedere aiuto.
























Nel mio caso non si trattava di semplice clorosi (mancanza di ferro), ne ero sicura, ormai riconosco i segni della clorosi: le foglie, specialmente quelle più giovani, diventano sì gialle, ma le nervature principali di solito rimangono verdi.











La mia vivaista ha diagnosticato una mancanza generale di nutrienti, e la causa principale è la presenza di un terriccio che lascia dilavare le sostanze. La prima indicazione è stata quella di potare (la stagione era comunque giusta: in giugno si procede con la potatura estiva); il suo consiglio è stato di togliere 1/3 dei rami. E secondo consiglio: concimare concimare concimare...
Ho seguito immediatamente il consiglio della potatura, e ho acquistato un concime con cui mi ero già trovata bene tempo fa: ASSO DI FIORI della Cifo.


















Questo è il risultato dopo una ventina di giorni di utilizzo intensivo del concime:




















Io stessa ne sono stata sorpresa, ma assolutamente soddisfatta. La mia non è una pubblicità per un prodotto specifico, infatti ci saranno altri prodotti simili che porteranno agli stessi risultati. Qui racconto semplicemente la mia esperienza.

VARIETA' DI ROSE CON POCHE SPINE

Tra i molti ibridi di Rosa Gallica, numerosi sono quelli che presentano pochissime spine. In genere hanno un aspetto robusto ed eretto e i fiori, il cui colore varia dal rosa confetto al rosa viola, sono generalmente portati singoli o a coppie, di medie dimensioni, doppi e suddivisi in quattro parti.

Un primo esempio ce lo regala la varietà Splendens, dai robusti rami che portano rare ma forti spine.














Poi citiamo Belle de Crecy, Duchesse de Montebello, Empress Josephine, Gros Provins Panaché, Le Grand Sultan (foto sotto), Nouvelle Pivoine e Ombrée Parfaite.















Con poche spine, Rosa Glauca risulta particolarmente interessante per il verde grigio del fogliame, i rami rosso porpora, i fiori semplici di colore rosa intenso e le splendide bacche autunnali che seguono i fiori.














Fra gli Ibridi Perpetui, ricordiamo Ulrich Brunner Fils, un rosaio molto rifiorente dal portamento slanciato, con fiori rosa cremisi.






















Tra le Rose Tè, Safrano vince per il minor numero di spine: ha i fiori di colore rosa intenso con ombre camoscio e rame al centro della corolla.














Quattro sono le Rosa Chinensis degne di nota per la scarsità di spine: Mutabilis, Sanguinea, Papa Hemeray e Cramoise Superior.

Gli ibridi di Rosa Rugosa sono in genere molto molto spinosi, ma vi è l'eccezione di Thérése Bugnet (sotto) che presenta bei boccioli appuntiti, fiori doppi di colore rosa lilla e un elegante fogliame che in autunno si tinge di caldi colori.
















Più numerosi sono i rosai Sarmentosi o Rampicanti provvisti di poche spine; tra questi citiamo Ghislaine de Feligonde che però può essere allevata anche ad arbusto, e M.me Alfred Carrière, dalla fioritura quasi continua. Seagull, Violette (foto sotto), e Wedding Day presentano lunghi tralci che vanno lasciati crescere liberamente su tronchi d'albero, colonne e pilastri, in modo da creare morbide ghirlande fiorite.

















Fra le rose moderne senza spine segnaliamo: Anne Boleyn (foto sotto) e Leonardo da vinci, entrambe a fiore rosa di diverse tonalità; Toulouse-Lautrec a fiore giallo, Flash di colore arancio, il bianco Bouquet Parfait e il lilla azzurro di Blue Monday.

















Due varietà ottime anche per fiori recisi sono: Donna Marella Agnelli e Frédéric Mistral.
Un rosaio di piccola mole particolarmente adatto per bordure e vasi è Dispetto (foto sotto). 

















Tra le rose moderne di grande crescita segnaliamo invece Iceberg e Sally Holmes.
Infine, tra le rose rampicanti, ricordiamo Sorbet Fruité (sotto), The Generous GardenerA Shropshire Lad, le ultime due di David Austin.