venerdì 5 luglio 2024

ROSE ANTICHE: LE ROSE IBRIDI PERPETUI (o PERENNI o RIFIORENTI)

Verso la metà dell’Ottocento vecchie e nuove rose raggiungono la massima diffusione e sempre maggiore è l’interesse per le novità che apportano: fiori più grandi ed eleganti, profumo, nuove tonalità di colori e soprattutto rifiorenza. 

La mancanza di rusticità delle Tea ne aveva limitato l’uso e quindi il mercato, per cui la produzione vivaistica si focalizzò verso piante che coniugassero la rifiorenza con una migliore resistenza al freddo: la comparsa degli Ibridi Perpetui (o Rifiorenti o Perenni) verso la metà dell’Ottocento venne a risolvere in parte il problema. Vennero chiamate così a motivo della loro forte rifiorenza (per quel tempo) e della grande durata in acqua dei fiori recisi. 

Non si può ricostruire la loro genesi, ma era opinione dei rodologi francesi, come si legge in Les plus belles roses au début du XXe siècle, che all’inizio ci fosse stata l’ibridazione di una R. gallica o di una sua forma affine con varietà di R. indica fragrans e semperflorens.

Altri ritengono che l'origine degli Ibridi Perpetui sia dovuta al rosaista francese Vibert che nel 1825 mise in commercio una rosa eccezionalmente vigorosa e rifiorente che era il risultato di un incrocio naturale fra una rosa cinese ed una bourboniana. Si sviluppa in forma di arbusto molto forte e sano, con fiori grandi, semidoppi e profumati, di colore rosso cremisi. 










Fu chiamata “Gloire des Rosomanes” (foto sopra) e da lei, alla metà del secolo, nacque quella che è considerata il prototipo delle Ibride Rifiorenti: “General Jacqueminot”, che trasmise alla discendenza bocci eleganti, fiori doppi, profumati e con steli lunghi e forti, e colori con tonalità cremisi scarlatto e rosso scuro (foto sotto).











Questo gruppo di rose rappresenta in ogni caso ibridi complessi e quindi differiscono anche molto l’uno dall’altro, tanto che sono stati suddivisi in diversi sottogruppi, ognuno con caratteristiche morfologiche comuni. 

Si può dire che le Ibride Perpetue divennero il simbolo dell’Età Edoardiana, basti pensare che all’inizio del Novecento se ne contavano almeno 4000 varietà (adesso anche un catalogo ben fornito non ne conta più di una trentina, benché in coltivazione siano più numerose). Se date una scorsa ai nomi di queste rose vedrete come molte siano intitolate a nobili di vario genere ed a personaggi importanti. Una fu dedicata alla Baronessa Rothschild, della famiglia dei famosi banchieri ebrei.

In effetti i pregi delle Ibride Perpetue sono circoscritti al fiore, che ha magnifiche tinte e grandi dimensioni, ma l’arbusto cresce sgraziato, con rami forti e disordinati, tant’è che tenerlo in ordine in una aiuola è veramente impossibile, e bisogna utilizzarli in siepe o come esemplari isolati. In effetti spesso si dimentica come in passato si coltivassero i fiori per raccoglierli, non dissimilmente dalla frutta e dalla verdura, in filari regolari come quelli degli ortaggi. Avere fiori freschi ogni giorno era una sorta di sacro comandamento nella Francia e nell’Inghilterra di allora, e le Ibride Perpetue si prestavano benissimo allo scopo.

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BARONESSA ROTHSCHILD










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LOUIS VAN HOUTTE









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SOUVENIR DE MADAME DE CORVAL










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PAUL NEYRON










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REINE DES VIOLETTES
















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 Io ho due rosai di Ibridi Perpetui:


venerdì 28 giugno 2024

ROSE ANTICHE: LE ROSE TE' (TEA)

Le rose Tè sono arrivate a noi dalle regioni di Cina, India e Sudest Asiatico. Sono probabilmente ibridi antichissimi di Rosa Chinensis con (forse) Rosa Gigantea.

Questo nome così poco scientifico, Rose Tè, che nel corso degli anni ha assunto il significato generico di “rosa gialla”, non aveva in origine nessuna attinenza con il colore, ma veniva usato dagli Inglesi per identificare due varietà di rose, scoperte in giardini cinesi, i cui fiori avevano un profumo che ricordava quello delle foglie fresche della pianta del tè. 

Queste due rose, quando arrivarono in Inghilterra nei primi decenni del 1800, ebbero nomi molto più altisonanti. La prima, nel 1809, fu chiamata “Hume’s Blush Tea-Scented China” ed era di colore rosa chiaro, doppia e profumata; la seconda, di colore giallo pallido, arrivata dalla Cina nel 1824, ebbe il nome di “Park’s Yellow Tea-Scented China”. 

L’eleganza dei boccioli e dei fiori, la rifiorenza e le delicate tonalità dei colori, costituivano un insieme di caratteri talmente diversi ed evoluti rispetto a quelli delle rose diffuse da secoli in Europa, che l’uso massiccio di queste due rose cinesi nei programmi di ibridazione dei rosaisti più importanti provocò la comparsa di centinaia e centinaia di nuove varietà. Furono i Francesi, probabilmente per ragioni climatiche, che lavorarono in misura maggiore con queste rose profumate di tè, incrociandole con le varietà europee più diffuse, creando vastissime progenie di ibridi difficilmente catalogabili. Dopo qualche generazione, il famoso profumo di tè non era più apprezzabile ma il patrimonio genetico dei nuovi ibridi aveva acquisito caratteri importantissimi: le tonalità di giallo, ocra, albicocca e salmone fino ad allora sconosciute.

Le rose Tè divennero un'icona del periodo vittoriano. La caratteristica più significativa era costituita dal bocciolo a centro rilevato (e di qui la corolla a petali turbinati), ereditato poi dalle Ibridi di Tè e divenuto purtroppo il simbolo della rosa tanto che molte persone faticano a riconoscere come rose i fiori che non rispondono a questa caratteristica.

Alcune Rose Tè fra le numerose in commercio:











ARCHIDUC JOSEPH

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LADY HILLINGDON

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GENERAL SHABLIKINE

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SAFRANO

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LE MIE ROSE TE': 

M.me Antoine Mari

Clementina Carbonieri