lunedì 15 febbraio 2021

POTATURA DELLE ROSE IBRIDI DI TE'

 Come in tutte le piante di rosa, anche negli ibridi di tè è importante praticare una potatura "fisiologica", volta cioè ad eliminare le parti più vecchie che stanno andando incontro ad un lento deperimento durante il quale continuano comunque ad assorbire linfa e sostanze nutritive dalla pianta, andando quindi a togliere parte dell’energia alla pianta ed al
nuovo materiale verde.

Tuttavia questo non è l’unico motivo per il quale vengono potate le ibridi di tea. Le ibridi di tea infatti, come moltissime altre rose ornamentali, vengono potate per dare una forma corretta ed equilibrata alla pianta. Con questa potatura, detta appunto “di forma”, si cerca di mantenere o di dare alle rose una forma ordinata oltre che di stimolare le rose a produrre nuovi fiori.


QUANDO E COME POTARE GLI IBRIDI DI TE'

Il periodo migliore per potare le ibridi di tea è compreso tra febbraio e marzo, quando le temperature si alzano e fanno presagire un imminente ripresa dell’attività vegetativa. Quando le prime gemme compaiono sulle ibridi di tea è il momento di intervenire con la potatura. 

1. potare ogni rosa secondo le sue esigenze; ogni rosa nel tuo giardino è diversa. Impara con l'osservazione, non avere fretta e trattala di conseguenza: guardare l'impianto complessivo, pensare al portamento della nostra rosa.

2. Potare per la circolazione di aria e luce attraverso la pianta, e ridurre i problemi di insetti e funghi; dobbiamo rimuovere dalla pianta il suo carico di malattia se ne è soggetta, il fogliame vecchio e la crescita troppo densa.

3. Fare il taglio con un angolo di 45 gradi.

4. Accertarsi che sia un taglio netto (non sfilacciato).

5. Rimuovere tutti i rami rotti, morti, morenti o malati (qualsiasi ramo che sembra secco, striminzito o nero, se la corteccia ha anche solo qualche macchia nerastra). Tagliare finché l'interno dei rami è marrone chiaro - il midollo di un ramo malsano è nero, o nero e marrone.

6. Rimuovere - in genere - i rami deboli o più sottili di una matita.

7. Rimuovere i succhioni sotto l'innesto (se sono innestate): i rami
sospetti hanno la corteccia di colore diverso, le foglie diverse, e crescono in una forma diversa. Se il succhione proviene dalle radici, scavare, fino ad incontrare la radice principale. Girare e tirare più che tagliare, fare quel che meglio si riesce; se avete semplicemente tagliato un succhione di rosa al livello del suolo, si ottiene il doppio di crescita nello stesso luogo l'anno prossimo.

8. Rimuovere eventuale fogliame residuo.

9. Meglio potare poco o niente che potare troppo.

(Nella foto a destra: una rosa ibrido di tè correttamente potata).

martedì 9 febbraio 2021

FELICIA, CORNELIA, KATHLEEN, FRANCESCA, PENELOPE...

No, non è un gruppo di suffragette di fine Ottocento: sono rose del Rev. Pemberton.

Chi conosce un po' la storia delle rose, al nome del "Reverendo Pemberton" assocerà subito il gruppo delle Rose  Moschate. Joseph Pemberton fu sacerdote anglicano per più di 30 anni. Appassionato coltivatore di rose amatoriale, è entrato a far parte del Royal National Rose Society poco dopo la sua fondazione e nel 1911 ne servì come presidente. Dopo il suo ritiro nel 1914, Pemberton si dedicò all'allevamento di rose nel tentativo di ricreare le "rose della nonna" che ricordava dall'infanzia. Ha fondato la Pemberton Nursery a Romford e nelle vicinanze, dove alla fine sono state coltivate circa 35-40.000 rose all'anno per la vendita. Tutte le rose della Pemberton Nursery furono lasciate in eredità ai loro giardinieri, che a Romford erano Jack e Ann Bentall. Hanno rilasciato diverse nuove rose dopo la morte di Pemberton.

Ma c'è di più. 

Le rose di Pemberton sono rose di famiglia. Rose dal nome personale, ispirate dai membri della sua stessa famiglia: i nomi attribuiti alle nuove rose sono spesso quelli delle figlie e delle nipoti di casa (Felicia, Cornelia, Kathleen, Francesca, Penelope).

Le rose sono il mondo di Joseph Pemberton. Prima una passione dell'infanzia, poi, una volta in pensione, una piccola attività di famiglia ispirata da sentimenti di affetto incarnati dalla stesse rose. A catturare il cuore del reverendo è il mondo quotidiano che si rianima alle prime luci dell'alba e popola di suoni il silenzio in casa dopo il riposo notturno. Quando pensa alle sue nuove rose pensa alla donne di casa.

Anche l'origine di questa attività è di famiglia ed è femminile: la nonna  fa nascere nel giovane Joseph la passione per le rose.

Con l'aiuto di Jospeh la nonna coltiva meravigliose varietà come Aimee Vibert, Rose De Meaux, Tuscany e sperimenta ibridazioni nel suo piccolo giardino dell'Essex. Immaginiamo quale sfida rappresentasse, nella giovane mente di Joseph, perpetuare e superare in bellezza i fiori della nonna.

Questa ambizione spinge il giovane a partecipare con le proprie rose a diverse esposizioni dove ha modo di far conoscere la bellezza di varietà uniche. A lui è stata attribuita la paternità di ibridi di Rosa Moschata i cui validi rappresentanti sono le rose dal nome familiare appena ricordate: Cornelia, Felicia, Penelope.

Una delle prime amate, quasi perfetta, è la Rosa Felicia. La rosa porta il nome e la delicatezza della sorella: delicata quanto il profumo e il portamento dell'amata sorella.

Fra tutte si innamora però di Penelope per i particolari e generosi frutti. La Rosa Penelope è prodiga di frutti; questi, differenziandosi dalle usuali tonalità rosse, offrono all'apice di lunghi peduncoli gruppi di grossi confetti rosa, con macchie sia bianche, sia di un tenero verde pastello che lentamente assumeranno il gradevolissimo rosa degli altri frutti ormai maturi.

Di questa famiglia di rose unica eccezione dal nome differente è la Rosa Buff Beauty: creata dalla sorella Felicia, erede, con il giardiniere J. A. Bentall del vivaio e della passione di famiglia, la rosa è così denominata perché il colore dei petali (giallo albicocca) dovrebbe suggerire quello di un bel cuoio naturale.


(dal sito: museoroseantiche.it)