(da "LE ROSE - moderne coltivate ed allevate da amatori, floricoltori, seminatori", di D. Aicardi, Ed. Apeiron)
"Il primo esperimento documentato di fecondazione incrociata manuale è quello eseguito nel 1717 dall'orticoltore inglese Thomas Fairchild (vedi immagini), che a Hoxton, vicino Londra, nel suo stabilimento otricolo, aveva eseguito un incrocio fra garofani, ottenendo un ibrido chiamato "mule pink" - garofano mulo - perchè sterile.
Altri si contentavano di raccogliere e radunare rose di varietà belle e diverse, ne combinavano un mazzo e dopo averlo spruzzato d'acqua con miele, lo collocavano nel mezzo di un'aiuola di rose fiorite lasciando alle api il compito di trasportare il polline da un fiore all'altro.
Ma questo empirismo non poteva protrarsi a lungo; ormai l'arcano era svelato: era questione di trovare i procedimenti idonei e la nuova via si sarebbe aperta per quanti si affannavano alla ricerca di nuove varietà.
La fecondazione incrociata artificiale, come svolgimento, non differisce da quella naturale. Le differenze sussistono invece nei dettagli, nei preparativi indispensabili e necessari all'incontro dei due sessi. L'uomo in questo caso si sostituisce agli insetti, trasporta il polline da un fiore all'altro, con la differenza che, mentre gli insetti lavorano per istinto, egli lavora per uno scopo, mentre essi visitano i fiori con delicatezza, rispettando tutti gli organi della riproduzione, l'uomo è costretto a provocare perdite per rendere più facile il suo compito e più sicuro il risultato.
Con la fecondazione incrociata artificiale della rosa, gli incroci vengono effettuati su fiori ermafroditi, previa castrazione degli organi maschili. E' in questa operazione che risiede tutta l'importanza della fecondazione incrociata artificiale".