UDITE UDITE
Secondo un recente studio dell'Università di Harvard, dedicarsi alla cura di fiori e piante farebbe una gran bene al corpo e allo spirito.
Anzi: sarebbe un vero e proprio toccasana per la nostra salute mentale, tanto che, dicono i ricercatori, le persone che vivono a stretto contatto con il verde hanno ben il 30% di probabilità in meno di soffrire di depressione.
La natura, insomma, è un antidoto contro la tossicità della vita moderna, come spiega il professor Tim Lang del Centre for Food Policy dell'Università di Londra: «Per molti adulti e bambini con seri problemi psicologici curare un giardino o coltivare un orto possono dare grandissimi e duraturi benefici».
Ora, non è indispensabile creare un giardino impressionista, sia chiaro, basterebbe anche solo riempire la propria casa di piante che richiedono cure semplici, purché si affondino, almeno un po', le mani nella terra. Ma quali sono, nel dettaglio, i benefici reali del giardinaggio?
1. La terra è un antidepressivo. Le Università di Bristol e Londra hanno dimostrato come il contatto con la terra abbia sull'uomo gli stessi effetti di farmaci usati per combattere la depressione, perché il Mycobacterium Vaccae* contenuto in essa attiva dei neuroni che producono la fondamentale serotonina.
2. Giardinaggio significa mindfulness. E mindfluness significa felicità. La psicoterapeuta Hilda Burke ha dimostrato come dedicarsi al proprio pollice verde avvicini le persone a uno stile di vita più "flow", cioè calmo e rilassato, al punto che, proprio come durante una meditazione, non ci si accorge del tempo che passa e si stacca la testa dal vortice di pensieri antigeni del quotidiano.
3. Tiene allenato il cervello. Già, perché giardinaggio significa anche studio, risoluzione di problemi e sensi piacevolmente allertati. Tutte cose molto utili anche in situazioni gravi come la demenza e l'Alzheimer.
Quindi cosa aspettate? Non vi devono piacere per forza le rose! Vanno bene anche cactus, banani, stelle alpine... l'importante è sporcarsi di terra in un rigenerante ritorno alla vita primitiva.
*Sembra anzi che non sia solo un efficacissimo antidepressivo (qualcuno l’ha ribattezzato «il Prozac dello sporco»), ma si è andati oltre: renderebbe una persona addirittura più intelligente. Il nome latino, Mycobacterium vaccae, fa già capire dove è stato identificato per la prima volta. Appunto negli escrementi delle mucche. Il germe, innocuo, anche se imparentato con i micobatteri che causano la tubercolosi, si trova dappertutto nel suolo e soprattutto nella sporcizia, può essere inalato o ingerito dalle persone soprattutto quando stanno l’aperto, e sta rivelando inaspettate proprietà di stimolo sul cervello.
martedì 16 ottobre 2018
lunedì 15 ottobre 2018
LE ROSE E I SENSI
(da http://www.padovanet.it/sites/default/files/attachment/SCHEDE%20APPROFOND_%20Rose.pdf)
Come la recente botanica sta scoprendo, la rosa, come tutte le altre piante, è dotata di intelligenza.
Per questo ha sviluppato alcune caratteristiche grazie alle quali può difendersi dai nemici, sa crearsi degli amici, è in grado di sopravvivere negli ambienti più diversi.
Tutto questo si manifesta attraverso colori, profumi, sapori, elementi tattili che seducono l’uomo in ogni senso.
(nella foto a destra, la mia "Betty Boop")
LE ROSE E LA VISTA
Le rose utilizzano i colori per stimolare i sensi degli animali e in particolar modo per attrarre gli impollinatori che garantiscono la loro sopravvivenza. Ognuno di loro risponde a colori specifici. Molti insetti, e specialmente le api, sono attratti dalla gamma dei blu e dei viola, gli uccelli dal rosso e dall’arancio, le farfalle dal giallo, arancio, rosa e rosso. È anche con la bellezza dei suoi colori che la rosa si è fatta amare e coltivare dall’uomo sopravvivendo ad ogni avversità, dalle guerre all’ostracismo ideologico.
LE ROSE E IL GUSTO
Il fatto di essere commestibile ha consentito di utilizzare la rosa sia nella farmacopea che in cucina.
Le sue doti astringenti e antinfiammatorie erano già note anticamente. Citata anche da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, fu coltivata dai monaci delle grandi abbazie medioevali e negli Orti Botanici e fino alla fine dell’Ottocendo i trattati di Farmacologia la citavano come un efficace antinfiammatorio.
Per quello che riguarda la cucina è noto che l’essenza di rosa è sempre stata ampiamente utilizzata per aromatizzare liquori, infusi e dolci di ogni tipo. Dai suoi cinorrodi si ricavano marmellate e gelatine, molto più ricche di vitamina C di qualsiasi agrume.
LE ROSE E L'OLFATTO
Il profumo dei fiori serve alle rose per attrarre gli impollinatori, mentre le foglie profumate allontanano in genere gli erbivori. Il profumo delle rose è stato classificato da Monique Schenger e Henri Delbard partendo da note olfattive di base:
Agrume
Aroma
Fiorito
Verde
Frutta
Spezie
Legno
Balsamo.
LE ROSE E IL TATTO
Toccare le rose ci porta a scoprire un universo particolarmente sfaccettato: dalle spine al muschio delle R. muscose, dalla consistenza dei petali alla superficie dei cinorrodi.
Ciò che caratterizza principalmente la rosa è la presenza di spine, destinate a difendere la pianta dai nemici.
In generale nel roseto potrete notare come le spine più fitte appartengano alle rose più antiche e quelle più rade alle moderne.
Quanto all'UDITO... cosa c'è di più "naturale" del ronzio delle api che passano di rosa in rosa e compiono il miracolo dell'impollinazione?
Come la recente botanica sta scoprendo, la rosa, come tutte le altre piante, è dotata di intelligenza.
Per questo ha sviluppato alcune caratteristiche grazie alle quali può difendersi dai nemici, sa crearsi degli amici, è in grado di sopravvivere negli ambienti più diversi.
Tutto questo si manifesta attraverso colori, profumi, sapori, elementi tattili che seducono l’uomo in ogni senso.
(nella foto a destra, la mia "Betty Boop")
LE ROSE E LA VISTA
Le rose utilizzano i colori per stimolare i sensi degli animali e in particolar modo per attrarre gli impollinatori che garantiscono la loro sopravvivenza. Ognuno di loro risponde a colori specifici. Molti insetti, e specialmente le api, sono attratti dalla gamma dei blu e dei viola, gli uccelli dal rosso e dall’arancio, le farfalle dal giallo, arancio, rosa e rosso. È anche con la bellezza dei suoi colori che la rosa si è fatta amare e coltivare dall’uomo sopravvivendo ad ogni avversità, dalle guerre all’ostracismo ideologico.
LE ROSE E IL GUSTO
Il fatto di essere commestibile ha consentito di utilizzare la rosa sia nella farmacopea che in cucina.
Le sue doti astringenti e antinfiammatorie erano già note anticamente. Citata anche da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, fu coltivata dai monaci delle grandi abbazie medioevali e negli Orti Botanici e fino alla fine dell’Ottocendo i trattati di Farmacologia la citavano come un efficace antinfiammatorio.
Per quello che riguarda la cucina è noto che l’essenza di rosa è sempre stata ampiamente utilizzata per aromatizzare liquori, infusi e dolci di ogni tipo. Dai suoi cinorrodi si ricavano marmellate e gelatine, molto più ricche di vitamina C di qualsiasi agrume.
LE ROSE E L'OLFATTO
Il profumo dei fiori serve alle rose per attrarre gli impollinatori, mentre le foglie profumate allontanano in genere gli erbivori. Il profumo delle rose è stato classificato da Monique Schenger e Henri Delbard partendo da note olfattive di base:
Agrume
Aroma
Fiorito
Verde
Frutta
Spezie
Legno
Balsamo.
LE ROSE E IL TATTO
Toccare le rose ci porta a scoprire un universo particolarmente sfaccettato: dalle spine al muschio delle R. muscose, dalla consistenza dei petali alla superficie dei cinorrodi.
Ciò che caratterizza principalmente la rosa è la presenza di spine, destinate a difendere la pianta dai nemici.
In generale nel roseto potrete notare come le spine più fitte appartengano alle rose più antiche e quelle più rade alle moderne.
Quanto all'UDITO... cosa c'è di più "naturale" del ronzio delle api che passano di rosa in rosa e compiono il miracolo dell'impollinazione?
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