Le Rose Damasco o Damascene sono un gruppo molto antico e furono probabilmente i Greci a diffonderle in gran parte del bacino mediterraneo. Furono ampiamente coltivate anche dagli Egiziani che ne estraevano il profumo e che le utilizzavano nel culto dei morti.
Come dice il nome, la loro origine è quasi sicuramente il Medio Oriente.
La Rosa Damascena ha il tipico profumo del genere Rosa, un elegante portamento vegetativo, con bel fogliame e fiori in genere raggruppati in corimbi ariosi, con la particolarità di aprirsi contemporaneamente. Già Virgilio ne descrive una rifiorente, probabile mutazione genetica dell’originale, coltivata a Pompei e conosciuta come Rosa Damascena Bifera. Questa rifiorenza tuttavia è molto casuale, per cui le rose damascene sono da ritenersi a fioritura unica.
Le rose di Damasco quasi scomparvero dopo la caduta dell’impero romano e come per molte altre, la loro sopravvivenza fu assicurata unicamente dalle coltivazioni negli orti e giardini dei conventi, dove tra l’altro, l’interesse era molto limitato dal fatto che queste rose erano più difficili da riprodurre di altre, quali le Galliche, e servivano soprattutto per l’estrazione del profumo, industria che decadde nel Medio Evo. Certamente le Rose Damascene furono reintrodotte in Europa dai crociati, dalla Terrasanta. La specie comprende una quindicina di varietà, con colore dei fiori che va dal bianco al rosso e con la comune caratteristica del profumo, che per secoli e tuttora viene estratto da queste rose.
Nel mio roseto coltivo una sola Rosa Damascena, il cui nome è Omar Khayyam.
Questa rosa, intitolata al poeta e filosofo persiano Omar Khayyam (1048-1131), ha un’origine estremamente romantica, ed un fascino molto particolare.
Edward Fitzgerald rese famoso Omar Khayyam nell’Inghilterra del XIX secolo traducendo le sue Rubʿayyāt – poco dopo la sua morte un’altro artista, in visita in Iran, raccolse dei semi della rosa che cresceva sull’antica tomba del poeta-scienziato, e dalla più vigorosa delle piante nate da essi deriva questa rosa, a sua volta piantata sulla tomba di Fitzgerald, nel Suffolk.