lunedì 8 gennaio 2024

DAI RICORDI DI UN AMICO

La scorsa settimana ho fotografato la mia bellissima "Souvenir de Gilles Villeneuve" che, sorprendentemente, è fiorita anche in dicembre (complice la temperatura troppo mite).
















Ho postato queste foto su Facebook e, con mio grande piacere, Carlo Carulli ha commentato con una sua storia, che ora riporto con il suo permesso.

"Una rosa davvero bella, dalla fragranza molto particolare.. ho un ricordo particolare e simpatico che oggi desidero condividere con voi... Era il 2011, e al Roseto Comunale di Roma questa rosa partecipava allo storico concorso internazionale nella categoria delle floribunda.. mi attardavo intorno al cespuglio completamente fiorito, che aveva attirato più volte la mia attenzione in quella giornata.. frettolosamente definendone il fiore 'un'altra rosa screziata' (avrebbe vinto la medaglia d'oro al concorso internazionale di Monza, l'anno successivo!!!! 😳), quando si avvicinò a me un 'ragazzo col borsello a tracolla' che a bruciapelo mi chiese.. 'secondo lei, di cosa profuma questa rosa?'.. dopo varie 'annusate' avvertivo una particolarità ma non seppi rispondere; fu allora che si avvicinò una ragazza che gentilmente chiese.. 'posso?', si chinò e in una frazione di secondo sentenziò.. 'chiodo di garofano'.. ricordo che invidiai la ragazza per la sua prontezza olfattiva mentre si allontanava con naturalezza senza voltarsi, e ricordo lo sguardo ammirato che ci scambiammo io e il 'ragazzo col borsello'.. quel ragazzo era Marc Alberici, l'ibridatore della rosa e fu in quell'occasione che ebbi il piacere e la fortuna di conoscerlo.. la sua Souvenir di Gilles Villeneuve venne selezionata poi, nel 2013, per fare parte della collezione di rose, nell'allora 'roseto sperimentale' dell'istituto agrario G. Garibaldi di Roma, nella sezione dedicata agli ibridatori italiani, tra i quelli figuravano anche Aicardi e Mansuino.

Grazie a Marc quindi, per questa meraviglia, e buon anno e buone rose a tutti.

Carlo"

A questo link la pagina dedicata alle mie foto della Souvenir de Gilles Villeneuve https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-26.html.

venerdì 29 dicembre 2023

ROSE PRESSO I ROMANI

Come ho già scritto nel post precedente, Domenico Aicardi ci dice che "Quanto più esteso è l'impiego che una nazione fa di fiori, tanto maggiore è la sua civiltà e la sua floridezza". Già durante l'aureo periodo dell'Impero romano, a Roma si faceva smodato uso di fiori. Secondo Svetonio, Nerone in una sola festa spese 4 milioni di sesterzi in rose. Al cambio attuale non ho idea di quanto faccia, ma sicuramente non erano brustoline.

A Pompei sono stati ritrovati numerosi affreschi con la rappresentazione di rose.













Quello che non tutti sanno è che le tante rose affrescate nelle domus di Pompei potrebbero possedere un curioso primato: quei fiori dipinti da artisti ignoti più di duemila anni fa potrebbero essere la più antica rappresentazione visiva al mondo di questo fiore così conosciuto e apprezzato.

Il condizionale, però, in questo caso è d’obbligo. Si, perché fino a non molto tempo fa la rappresentazione più antica di una rosa era considerata quella contenuta nell’affresco “dell’Uccello blu” del palazzo di Cnosso, che risale addirittura al XVI secolo prima di Cristo.

Ma se la datazione di questo famoso affresco non è in discussione, lo è invece – almeno secondo le nuove teorie dei ricercatori – la pianta che vi è dipinta, che quindi non sarebbe una rosa, quanto piuttosto un fiore appartenente al genere Potentilla.
“Nell’affresco del cosiddetto “Uccello blu” del palazzo di Cnosso (vedi foto sotto) - spiega il ricercatore Gaetano di Pasquale – datato al XVI secolo a.C., è rappresentata una pianta con fiori tradizionalmente identificata come Rosa richardii, una rosa utilizzata in antichità sia per le ghirlande sia per le offerte funerarie. 


















“Tuttavia – prosegue il ricercatore – è possibile che il fiore rappresentato nell’affresco di Cnosso non appartenga al genere Rosa, ma piuttosto al genere Potentilla, una pianta erbacea con petali rosa e foglie composte da tre foglioline come quelle presenti nell’affresco in questione. Se questa ipotesi, che necessita di uno studio attento ed approfondito, si rivelasse esatta, allora le rose affrescate a Pompei sarebbero la più antica rappresentazione di questo fiore nel mondo occidentale”.

D’altra parte molte abitazioni dell’area vesuviana, anche all’interno delle città, erano dotate di un giardino le cui dimensioni spesso variavano in base allo stato sociale del proprietario e in cui si coltivavano piante ornamentali o destinate ad altri usi (alimentare, cosmetico, officinale, ecc.).

Gli affreschi pompeiani che ritraggono quei giardini, quindi, costituiscono un documento eccezionale per ricostruire esattamente quella che era l’organizzazione del verde privato nella Pompei di duemila anni fa.

In questi dipinti murali la rosa era molto frequente: si trova, ad esempio, nella Casa del Bracciale d’Oro, nella Casa del Frutteto, nella Villa di Diomede, nella Casa delle nozze di Alessandro e nella Casa Longus, detta anche “Casa dei quadretti teatrali” (nella foto di copertina).

Oltre che a Pompei la rosa compare anche ad Ercolano, a Boscoreale, e anche a Stabia.