Il momento giusto per la potatura delle rose è quando la pianta termina il periodo vegetativo e compaiono le prime gemme.
Ciò varia in base alla posizione geografica.
Generalizzando si può dire che la potatura delle rose si può effettuare verso fine autunno al sud e verso fine inverno al nord…
Centro-Sud Italia e Isole
Nelle zone a clima mite, tipiche del centro e del Meridione d’Italia, il periodo migliore per potare le rose cade tra l’autunno e l’inverno, nello specifico consigliamo di provvedere alla potatura delle rose da fine novembre fino a tutto gennaio così da anticipare la prima fioritura che in queste regioni geografiche può avvenire fin dai primi giorni di aprile.
Centro-Nord Italia
Nelle zone fredde, il periodo migliore per potare le rose cade a fine inverno, cioè da metà febbraio a tutto marzo. Chi abita nell’estremo settentrione d’Italia, dove le giornate di gelo si prolungano, dovrebbe addirittura aspettare il mese la fine di marzo o gli inizi di aprile. Le gelate tardive potrebbero danneggiare il ramo reciso.
La mia vivaista di fiducia mi ha sgridato la prima volta che le ho detto di aver potato le mie rose in novembre. Da noi infatti la potatura va effettuata a febbraio, al massimo inizio marzo (ricordo che lo scorso febbraio iniziai a potarle, poi un'ondata di gelo con neve ai primi di marzo bloccò a metà i lavori).
Lo scopo della potatura è polivalente: se è bene eseguita corregge la forma della pianta rendendola armoniosa, ma soprattutto stimola sensibilmente la fioritura, aumentandone il volume e la quantità.
Vedo, nella nostra zona, tanti roseti già potati a novembre, con la potatura che andrebbe fatta a fine inverno.
Si può dire che nei rosai adulti molto rigogliosi si può intervenire in due fasi distinte: una potatura autunnale, a novembre, per accorciare di circa un terzo i rami troppo lunghi, al fine di evitare che il vento o il peso della neve possano spezzarli, poi una potatura vera e propria alla fine dell'inverno. Da noi in Romagna è sbagliato effettuare la potatura definitiva prima dell'inverno!
Quando potate, tenete presenti alcune regole, valide per tutti i rosai (torneremo comunque sull'argomento in gennaio):
- asportate i rami morti, quelli spezzati o ammalati, tagliando all’altezza di una gemma rivolta verso l’esterno dell’arbuto o in prossimità del legno sano;
- eliminate i rami sottili, per favorire la crescita di quelli più vigorosi;
- asportate i rami che si intersecano tra loro, allo scopo di liberare il centro dell’arbusto, al fine di permettere alla chioma di ricevere luce e aria anche all’interno;
- il taglio di potatura va praticato a non più di 6-8 mm sopra una gemma rivolta verso l’esterno del cespuglio, e deve essere inclinato verso il basso dalla parte opposta della gemma. Quando eliminate completamente un ramo, praticate il taglio a filo della branca da cui si origina, ripulendo poi la superficie di taglio con un coltellino affilato. Per tagliare rami di un certo calibro (cioè di 3-4 cm di diametro), usate un tronchesino o una sega per potature, spennellate poi la superficie di taglio con mastice cicatrizzante.
mercoledì 24 ottobre 2018
mercoledì 17 ottobre 2018
PROFUMI, FRAGRANZE, ODORI E ROSE
La descrizione di un profumo è un'impresa irta di difficoltà. Tanto per cominciare, non esiste, nell'uso comune, un vocabolario preciso dei profumi, come invece esiste per i colori; possiamo descrivere un profumo solo tramite associazione. Ma anche questo solleva un problema, in quanto persone diverse hanno differenti percezioni degli odori e diverse associazioni basate sulle proprie esperienze passate.
Il senso dell'odorato è il più primitivo dei cinque sensi. A differenza della vista o dell'udito, è un senso chimico, che comporta l'abilità di riconoscere e rispondere a sostanze chimiche presenti nell'ambiente.
Alcune delle nostre preferenze per gli odori, come per il profumo di fiori e frutta, sono innate.
Altre le impariamo tramite associazioni. Questa capacità di riconoscimento e associazione ci dura per tutta la vita, ed è normale che uno specifico odore ci richiami alla memoria l'infanzia, l'odore di una stanza o di una credenza, o perfino la nostra nonna preferita.
La composizione del profumo di rosa è spesso estremamente complicata. L'olio essenziale è formato da oltre 450 componenti chimici. Alcuni di questi li riconosciamo come "profumo di rosa". Altri, per la maggior parte, sono in effetti abbastanza spiacevoli o troppo forti. Ma tutti insieme si uniscono per dare una fragranza unica, che riconosciamo e impariamo ad associare ad una particolare varietà di rosa.
Le fragranze migliori che si possano trovare fra le rose, sono quelle che danno questo senso di "unicità", di singolarità. Ciò si ritrova in modo particolare nelle rose botaniche e in molti dei primi ibridi, come le rose Damascene, le Alba, le Portland, e in alcune delle Bourbon. Ulteriori incroci e ibridazioni in molti casi hanno portato solo a fragranze confuse, meno attraenti.
Ma perfino nella composizione della fragranza di una rosa "finemente profumata", è possibile captare altre associazioni quali limone, ribes nero, lampone, miele, narciso e violetta, e la maggior parte dei nostri tentativi di descrivere il profumo di una rosa sarà basato su tali paragoni.
Ma, come già sottolineato, ognuno di noi ha sviluppato associazioni diverse. Abbiamo anche differenti "limiti" nella percezione di un odore. Per qualcuno, una certa rosa può sapere di uva, per altri di ribes nero e per altri ancora di... gatto!
Sono effettivamente tutte impressioni corrette, in quanto la chimica di questi diversi odori è strettamente connessa.
Per aumentare le difficoltà, bisogna poi tener presente che molti profumi di rosa dipendono dall'ora del giorno, dalla maturità del fiore, dalla stagione, e dalle condizioni atmosferiche. Perfino due fiori sulla stessa pianta a volte possono avere una fragranza diversa.
E' prassi generale classificare il profumo di rosa in 4 queste categorie:
- Rosa Antica
- Muschiato
- Fruttato
- Tè
le quali possono essere suddivise in ulteriori categorie.
Delle quattro principali, il profumo di Rosa Antica, associato con le antiche rose europee discendenti dalla Rosa Gallica, è quello generalmente considerato la quintessenza del profumo di rosa. Semplicemente, non ci sono altre parole per descriverlo: è solo "profumo di rosa".
Questa fragranza è basata sulla presenza, in proporzioni variabili, di 4 principali componenti chimici: citronellolo, geraniolo, nerolo e alcol feniletile. I primi tre sono strettamente collegati agli alcol e tipicamente "di rosa" nel carattere, variando dal calore del citronellolo, al carattere più brillante del geraniolo e all'asprezza del nerolo (il linguaggio è quanto mai inadeguato per esprimere le differenze). L'alcol feniletile è probabilmente l'alcol più riconoscibile fra i quattro, essendo tipico dell'acqua di rose.
L'introduzione di rose dalla Cina alla fine del 18° secolo segnò un drammatico sviluppo nella fragranza delle rose. Molte di queste erano ibridi dall'origine molto antica. Una rosa in particolare, la "Old Blush", quando fu incrociata con le antiche rose europee, ebbe un profondo effetto.
Il profumo di Old Blush, quando c'è, ricorda il pisello odoroso, ma quando la pianta viene incrociata con le antiche rose europee, produce un profumo decisamente fruttato.
Il profumo delle rose Cinesi, quando furono introdotte in Europa, fu spesso associato a quello del tè.
Per quanto riguarda il profumo muschiato, esso non va ricondotto al "muschio" (quello che mettiamo nel presepe per intenderci), ma alla secrezione prodotta dalle ghiandole odorifere di un piccolo cervo, il cervo muschiato (Moschus Moschiferus). Da sempre questo odore è stato associato al trifoglio.
Oltre le 4 categorie principali, vediamo ora una "sotto-fragranza". Quella di mirra.
Abbastanza difficile è descrivere questo profumo nelle rose. Quello che ci può venire subito in mente è l'odore dell'incenso. Per alcuni questo odore assomiglia invece all'anice, altri ancora lo descrivono come liquerizia o liquore Pernod. Tra le rose moderne, il profumo di mirra si trova in molte varietà inglesi di David Austin.
Le moderne ibridazioni hanno portato all'introduzione di nuove variazioni nel repertorio dei profumi delle rose. Un recente sviluppo ha portato alla ribalta il profumo di fiori d'arancio, del gelsomino, del mughetto, tutti rintracciabili nelle rose più "nuove" che ogni anno escono dai laboratori dei moderni ibridatori.
Il senso dell'odorato è il più primitivo dei cinque sensi. A differenza della vista o dell'udito, è un senso chimico, che comporta l'abilità di riconoscere e rispondere a sostanze chimiche presenti nell'ambiente.
Alcune delle nostre preferenze per gli odori, come per il profumo di fiori e frutta, sono innate.
Altre le impariamo tramite associazioni. Questa capacità di riconoscimento e associazione ci dura per tutta la vita, ed è normale che uno specifico odore ci richiami alla memoria l'infanzia, l'odore di una stanza o di una credenza, o perfino la nostra nonna preferita.
La composizione del profumo di rosa è spesso estremamente complicata. L'olio essenziale è formato da oltre 450 componenti chimici. Alcuni di questi li riconosciamo come "profumo di rosa". Altri, per la maggior parte, sono in effetti abbastanza spiacevoli o troppo forti. Ma tutti insieme si uniscono per dare una fragranza unica, che riconosciamo e impariamo ad associare ad una particolare varietà di rosa.
Le fragranze migliori che si possano trovare fra le rose, sono quelle che danno questo senso di "unicità", di singolarità. Ciò si ritrova in modo particolare nelle rose botaniche e in molti dei primi ibridi, come le rose Damascene, le Alba, le Portland, e in alcune delle Bourbon. Ulteriori incroci e ibridazioni in molti casi hanno portato solo a fragranze confuse, meno attraenti.
Ma perfino nella composizione della fragranza di una rosa "finemente profumata", è possibile captare altre associazioni quali limone, ribes nero, lampone, miele, narciso e violetta, e la maggior parte dei nostri tentativi di descrivere il profumo di una rosa sarà basato su tali paragoni.
Ma, come già sottolineato, ognuno di noi ha sviluppato associazioni diverse. Abbiamo anche differenti "limiti" nella percezione di un odore. Per qualcuno, una certa rosa può sapere di uva, per altri di ribes nero e per altri ancora di... gatto!
Sono effettivamente tutte impressioni corrette, in quanto la chimica di questi diversi odori è strettamente connessa.
Per aumentare le difficoltà, bisogna poi tener presente che molti profumi di rosa dipendono dall'ora del giorno, dalla maturità del fiore, dalla stagione, e dalle condizioni atmosferiche. Perfino due fiori sulla stessa pianta a volte possono avere una fragranza diversa.
E' prassi generale classificare il profumo di rosa in 4 queste categorie:
- Rosa Antica
- Muschiato
- Fruttato
- Tè
le quali possono essere suddivise in ulteriori categorie.
Delle quattro principali, il profumo di Rosa Antica, associato con le antiche rose europee discendenti dalla Rosa Gallica, è quello generalmente considerato la quintessenza del profumo di rosa. Semplicemente, non ci sono altre parole per descriverlo: è solo "profumo di rosa".
Questa fragranza è basata sulla presenza, in proporzioni variabili, di 4 principali componenti chimici: citronellolo, geraniolo, nerolo e alcol feniletile. I primi tre sono strettamente collegati agli alcol e tipicamente "di rosa" nel carattere, variando dal calore del citronellolo, al carattere più brillante del geraniolo e all'asprezza del nerolo (il linguaggio è quanto mai inadeguato per esprimere le differenze). L'alcol feniletile è probabilmente l'alcol più riconoscibile fra i quattro, essendo tipico dell'acqua di rose.
L'introduzione di rose dalla Cina alla fine del 18° secolo segnò un drammatico sviluppo nella fragranza delle rose. Molte di queste erano ibridi dall'origine molto antica. Una rosa in particolare, la "Old Blush", quando fu incrociata con le antiche rose europee, ebbe un profondo effetto.
Il profumo di Old Blush, quando c'è, ricorda il pisello odoroso, ma quando la pianta viene incrociata con le antiche rose europee, produce un profumo decisamente fruttato.
Il profumo delle rose Cinesi, quando furono introdotte in Europa, fu spesso associato a quello del tè.
Per quanto riguarda il profumo muschiato, esso non va ricondotto al "muschio" (quello che mettiamo nel presepe per intenderci), ma alla secrezione prodotta dalle ghiandole odorifere di un piccolo cervo, il cervo muschiato (Moschus Moschiferus). Da sempre questo odore è stato associato al trifoglio.
Oltre le 4 categorie principali, vediamo ora una "sotto-fragranza". Quella di mirra.
Abbastanza difficile è descrivere questo profumo nelle rose. Quello che ci può venire subito in mente è l'odore dell'incenso. Per alcuni questo odore assomiglia invece all'anice, altri ancora lo descrivono come liquerizia o liquore Pernod. Tra le rose moderne, il profumo di mirra si trova in molte varietà inglesi di David Austin.
Le moderne ibridazioni hanno portato all'introduzione di nuove variazioni nel repertorio dei profumi delle rose. Un recente sviluppo ha portato alla ribalta il profumo di fiori d'arancio, del gelsomino, del mughetto, tutti rintracciabili nelle rose più "nuove" che ogni anno escono dai laboratori dei moderni ibridatori.
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