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lunedì 3 novembre 2025

COME FAR NASCERE UNA ROSA DAL SEME

È iniziato l’autunno, le giornate si stanno inesorabilmente accorciando, ma il tempo può permetterci ancora qualche giro in bicicletta o una passeggiata a piedi.

Ai miei aspiranti “rose-lovers” svelo come gettarsi nella piú inimmaginabile delle esperienze: far nascere una rosa dal seme.

A questo punto il vostro stupore sarà salito alle stelle. Normale se vi chiedete: perchè, le rose fanno i semi? Non li ho mai visti…

Ebbene sí, le rose fanno i semi, e si chiamano achéni. Infatti, come per tutte le piante, pure le rose nascono dai semi, anche se i normali metodi di riproduzione commerciali sono la talea e l’innesto.

Se, quando una rosa è sfiorita, la si lascia sulla pianta, un po’ alla volta il fiore si secca, perde tutti i petali, e l’ovario del fiore inizia ad ingrossare. Lí dentro si vanno formando i semi. L’ovario diventa una bacca (chiamata cinòrrodo) che, una volta matura, sará rossa, arancione o bruna, a seconda della specie.

Quello che vi suggerisco è di raccogliere, nelle vostre uscite in bici o a piedi, i cinorrodi che trovate sulle rose (nei giardini di amici, nei giardini pubblici, lungo strade di campagna…). I cinorrodi possono avere diverse forme: sferica, a fiaschetto, allungata, oppure possono sembrare piccolissime palline rosse o arancioni.

In questa stagione sono sicuramente maturi, perció vedremo insieme come far nascere le rose dai semi contenuti nei cinorrodi che porterete a casa.

In botanica, il cinorrodo viene considerato un “falso frutto”, in quanto i veri frutti sono gli acheni.



Io procedo così: trovatevi uno spazio su cui poter lavorare, un tavolo ad esempio, e copritelo con un foglio di carta da giornale per poter poi pulire tutto più in fretta. Munitevi di un paio di cesoie.

Prendete i cinorrodi che avete raccolto e apriteli pian piano con le cesoie. Tenete presente che la quantità di acheni può variare da cinorrodo a cinorrodo: alcuni ne hanno 1 solo, altri diverse decine.

Io procedo tagliando il cinorrodo proprio a metà: probabilmente un achenio o due ne risulteranno rovinati, questi li potete buttare. Ora dovete staccare tutti gli acheni dalla polpa del cinorrodo, aiutatevi pure con la punta delle cesoie. Gli acheni dovrebbero essere molto chiari e scurire all’aria. A volte ci possono essere acheni che sporgevano dal cinorrodo, in alto, e questi saranno già scuri.

Gli acheni “buoni” sono molto duri perché legnosi. Se vi risultano degli acheni morbidi (provate a stringerli tra due unghie) potete già eliminarli, perché non maturi.

All’interno dello stesso cinorrodo possono esserci acheni ben formati (li vedete nelle foto) e altri più piccoli, perché non sviluppati. Questi ultimi sono inutili.

Una volta aperti tutti i cinorrodi e staccati gli acheni (attenzione a non lasciare nemmeno un pezzettino di polpa di cinorrodo attaccata ai semi) possiamo passare a lavarli. Mentre li laviamo possiamo fare anche una prima prova sull’eventuale “bontà” dei semi, anche se non è una prova definitiva.

In una bacinella o comunque un contenitore aggiungete all’acqua un po’ di bicarbonato o di varechina, e immergete gli acheni. Questo lavaggio serve a evitare che si formino muffe e batteri sulla superficie dei semi. Possiamo poi fare una prima cernita, in quanto, secondo una regola generale, i semi che galleggiano non sono fecondi e si possono buttare (anche se non è una regola valida al 100%; quindi chi vuole può tenerli anche tutti).

Lasciate asciugare gli acheni all’aria, magari sopra un asciugamano.

Preparate intanto un contenitore da frigor, alto al massimo 5-6 cm.; per la grandezza dovrete giudicare voi, dal numero degli acheni che avete ricavato. Se avete dei contenitori piccoli ne potrete usare anche diversi. Gli acheni dovranno stare leggermente separati gli uni dagli altri, sopra uno strato di scottex umido (umido e non bagnato, 2-3 fogli circa – vedi la foto).

E li dovrete mettere in frigorifero. Questa operazione si chiama “vernalizzazione”. Perchè dobbiamo sottoporre gli acheni alla vernalizzazione?

Perchè sulla loro superficie, così dura e legnosa, è presente una proteina che non permette agli acheni di schiudersi quando si trovano a temperatura ambiente; questa proteina si “scioglie” solo facendo trascorrere ai semi un periodo in frigorifero superiore alle tre settimane. Se si è fortunati, dopo tre settimane potrete anche vedere spuntare una “codina” bianchiccia dai vostri semi, ma solo i più precoci si muoveranno così presto. In media occorrono 4-8 settimane perchè gli acheni germoglino, e a volte anche di più.

Può capitare che durante la permanenza in frigorifero, sopra alla carta umida, attorno ai semi un po’ di muffa si formi ugualmente, nel qual caso potete tranquillamente lavare di nuovo i semi e poi risistemarli in frigorifero.

Passate almeno tre settimane dal posizionamento in frigorifero, potete iniziare a controllare, ogni due-tre giorni, i vostri acheni, in cerca di una "codina" che poi sarà la prima radichetta della vostra nuova rosa. Nella foto i miei acheni germogliati mostrano tracce di terriccio perchè invece della carta scottex io ora uso bustine di plastica ripiene di terriccio umido. Il metodo del contenitore con la carta scottex ha però il vantaggio di permettere un immediato riconoscimento degli acheni germinati.

Procuratevi nel frattempo dei bicchierini - in plastica o cartone biodegradabile - per caffè. Fate due-tre buchi sul fondo (per quelli in plastica potete usare un chiodino arroventato).

Riempiteli di terriccio umido (umido, non bagnato). Se possibile, non usate il terriccio che si trova nella grande distribuzione (supermercati) a costi irrisori: di solito è robaccia,  e le piante ne risentono. Il terriccio migliore è quello di marca VIGOR PLANT, per travasi. Si puó acquistare online ma ci sono anche rivenditori in tutta Italia, su internet trovate tutte le info del caso.

Con una matita, usando la parte senza punta, fate un buco profondo circa 2 cm. nel terriccio, lasciate cadere l'achenio germinato, possibilmente con la radichetta verso il basso, e ricoprite con un po' di terriccio. 

Ora la cosa migliore sarebbe di mettere i vostri vasetti in una serra fuori, ma riscaldata. Occorre usare una stufetta elettrica collegata ad un termostato impostato sui 13°C circa. Anche questo tipo di termostato si può acquistare online. Io tengo le serre sul mio balcone, dove sono un po' riparate ma comunque all'esterno.

Un anno ho provato a tenere i vasetti in casa, in una stanza non troppo riscaldata, però ho avuto una percentuale molto alta di decessi tra le piantine. Dal chè ho dedotto che la cosa migliore è che prendano la luce diretta del sole dentro ad una serra esterna.

Ogni tanto controllate l'umidità del terriccio nei vasetti, se occorre bagnate con uno spruzzino.

Le piantine cresceranno in fretta e in aprile faranno già il primo fiore. E' la vostra rosa, unica e irripetibile: siatene orgogliosi!

venerdì 27 giugno 2025

ROSE PER AMBIENTI DIFFICILI: GIARDINI DI MARE

Le rose adatte ai giardini di mare devono presentare resistenza alla salsedine nonchè al vento che solitamente sferza le coste delle isole e delle regioni bagnate dal mare.

Le più indicate sono senza ombra di dubbio le numerosa varietà derivate da Rosa Rugosa che, ai fiori semplici e spesso profumati che sbocciano in continuazione da maggio all'autunno, fanno seguire cinorrodi di un bel colore rosso arancio. Tra queste citiamo due esempi: "F.J. Grootendorst" (foto sotto),



 








dai fiori sfrangiati rosso carminio e doppi (esistono anche le versioni bianca "White Grootendorst" e quella rosa "Pink Grootendorst") e "Frau Dagmar Hastrup" (foto sotto), dai fiori rosa.










Non scordiamoci comunque "Mermaid", ibrido di bracteata, vigoroso rampicante a fiori semplici di colore giallo pallido presenti per tutta la buona stagione.




mercoledì 11 giugno 2025

ROSE PER AMBIENTI DIFFICILI: LUOGHI POCO SOLEGGIATI

(materiale dal libro "Rose Sempre in Fiore" di Anna Furlani Pedoja e dal sito https://www.compo-hobby.it/)

Una rosa selvatica ideale per l'ombra parziale è Rosa Majalis, originaria delle foreste dell'Europa e della Siberia. Cresce fino a 2 m e produce frutti commestibili ricchi di vitamina C, che sono usati in medicina. Fiorisce relativamente presto nell'anno, a fine aprile è già piena di corolle. La varietà "Plena" (foto sotto) è particolarmente apprezzata per la forma dei fiori ed emana anche la sua sottile fragranza che ricorda la cannella. Si tratta di un rosaio molto resistente: le cure richieste sono minime e può resistere a forti gelate.











Le rose Moschata sono ideali per il giardino parzialmente ombreggiato. Durante il periodo di fioritura, da giugno ad agosto-settembre, si può godere del loro tipico profumo muschiato. Indichiamo qui due varietà per le zone di semiombra: "Buff Beauty" e “Cornelia”.





















Tra le Rose Galliche, una varietà particolarmente adatta per un posto ombreggiato è "Charles de Mills" con meravigliosi fiori di forma piatta, simmetrica e i suoi fantastici petali sulle sfumature del porpora; fiorisce una sola volta in tarda primavera, ed emana un intenso profumo. I fiori densamente pieni si sviluppano dai loro boccioli sferici. Cresce molto cespugliosa e raggiunge tra i 100 ei 150 centimetri di altezza.











Amanti di ombra parziale sono anche le Rose Rambler. Una rosa Rambler particolarmente vigorosa è la varietà “Venusta Pendula”, ottenuta dalla specie selvatica Rosa Arvensis. Viene utilizzata su pergolati, archi o alberi. La 'Venusta Pendula' fiorisce a fine primavera e inizio estate con fiori leggermente profumati, rosa tenue e semidoppi, che deliziano anche api e bombi. Grazie al suo notevole vigore, può crescere fino a sei metri di altezza. Dopo la fioritura, sviluppa grandi cinorrodi rossi che servono come cibo invernale per gli uccelli selvatici. È anche una delle rose più resistenti al gelo.











La rara varietà "Ayrshire Splendens" è un’altra rosa meravigliosa per l'ombra parziale. Incanta con i suoi fiori dal bianco al rosa tenue e i rami possono raggiungere anche una lunghezza di oltre dieci metri. I rami vanno fissati al supporto per favorire lo sviluppo in altezza.











Una rosa rampicante che si sente particolarmente a suo agio in ombra parziale è la varietà “Senegal”, sarmentosa e rifiorente; è un ibrido di Tea. I suoi fiori doppi, viola scuro e vellutati. sono sensibili al sole e bruciano facilmente quando i raggi sono intensi. Fiorisce tra giugno e luglio ed è profumata. Una seconda, debole seconda fioritura avviene in autunno. I rami della rosa “Senegal” sono quasi privi di spine. Può crescere fino a tre metri di altezza. Oltre ad amare i luoghi parzialmente ombreggiati, ha un  altro pregio: è particolarmente resistente al gelo.










Altre sarmentose che stanno bene all'ombra sono "Alberic Barbier", dai fiori bianchi semidoppi con centro giallo pallido a cui seguono decorativi cinorrodi; la deliziosa rifiorente "Ghislaine de Feligonde" con fiori gialli sfumati di bianco e semidoppi, e la splendida "Paul'2 Scarlet Climber", dai fiori rosso corallo portati a mazzetto.

La rosa Portland "Jacques Cartier" è un ibrido le cui lontane origini contengono la genetica delle rose galliche e di quelli damascene, Ha fiori rosa, densamente pieni, con una fragranza meravigliosa. Questa varietà cresce compatta e raggiunge un'altezza da uno a tre metri; fiorisce tra maggio e luglio e una seconda volta in autunno. Ha un portamento eretto e ordinato, con foglie verde scuro. Vive bene anche in vaso a mezz’ombra ed è adatta a formare siepi ordinate o aiuole.
















Per la mezz'ombra citiamo inoltre la bourbon "Variegata di Bologna", con petali screziati bianco-fucsia e intenso profumo; "Stanwell Perpetual", ibrido di rosa spinosissima, molto rifiorente e profumata, con fogliame minuto e moltissime piccole spine; infine "White Meidiland", rosa floribunda a fiori bianco puro presenti da maggio ai geli.

venerdì 4 aprile 2025

ROSE PER AMBIENTI DIFFICILI: TERRENI SICCITOSI

(materiale anche dal libro "Rose Sempre in Fiore" di Anna Furlani Pedoja)

Le rose, generalmente, si adattano ad ogni tipo di terreno, ma alcune risultano particolarmente idonee ai terreni asciutti e siccitosi.

Tra queste ricordiamo "Complicata", ibrido di Rosa Gallica (quindi non rifiorente), dai fiori semplici color rosa intenso portati a mazzetti, a cui seguono grossi cinorrodi arancioni.



Vi sono poi le rifiorenti "Grootendorst Alba" e "Pink Grootendorst", ibridi di Rosa Rugosa dalle corolle simili a garofanini (con petali bianchi nella prima e rosa intenso nella seconda).


Ancora, le diverse varietà di "Rosa Banksiae", come per esempio "Rosa Banksiae Lutea", sarmentose che però temono le zone molto fredde, prediligendo posizioni esposte a sud.










E terminiamo con "Rosa Villosa", una specie botanica, che crea una bella pianta, con portamento eretto che produce fiori semplici, rosa brillante, seguiti da frutti grandi, colore arancio, a forma di mela. Ideale da coltivare come punto focale.




lunedì 31 marzo 2025

ROSE PER AMBIENTI DIFFICILI: TERRENI UMIDI

(materiale anche dal libro "Rose Sempre in Fiore" di Anna Furlani Pedoja)

Alcune rose non temono i suoli umidi, purchè senza ristagni d'acqua.
Tra queste citiamo:
- American Pillar, rosa sarmentosa di grande vigore dai fiori color rosa fragola; 
























- New Dawn, rampicante rifiorente dai fiori rosa pallido; 



- Rosa Palustris, rosa botanica dalla fioritura tardiva di colore rosa malva e dai cinorrodi di un intenso colore rosso arancio;




- Rosa Virginiana: rosa botanica che ha fiori rosa profumati con stami gialli. Va piantata in terreni umidi o nelle sponde di laghetti ornamentali. Non teme il gelo;




- Rosa sinowilsonii: rosa botanica che produce mazzi di fiori bianchi seguiti da cinorrodi piccoli e rossi. Ha fogliame veramente bello, lucido e venato. Ama i climi miti.









venerdì 28 marzo 2025

NEL NUMERO DI APRILE DI "VITA IN CAMPAGNA" (2)

Continuo con la diffusione dei consigli di "Vita in Campagna" per il mese di aprile:

IRRIGAZIONE












Se la primavera si presenta siccitosa, irrigate almeno una volta alla settimana, soprattutto i rosai di recente impianto, somministrando acqua sempre sottochioma (almeno 10 litri) prestando attenzione a non lasciare mai indurire il terreno. Un'irrigazione scarsa porta i rosai a mantenere le radici in superficie e quindi più vulnerabili sia al caldo estivo sia al freddo invernale.
Una volta al mese rompete la crosta superficiale del terreno con una leggera sarchiatura per arieggiare il suolo e favorire l'assorbimento sia dell'acqua piovana sia di quella irrigua.
Non dimenticate le rose in vaso, che vanno irrigate almeno una volta al giorno o anche due, al mattino presto e la sera tardi, nel periodo di maggior calura estiva.


ALTRI LAVORI
Ogni 2 settimane:
- eliminate le eventuali erbe infestanti cresciute nonostante la pacciamatura; 

- eliminate i succhioni cresciuti lungo il tronco dei rosai ad alberello e i polloni sviluppatisi sotto il punto d'innesto dei rosai arbustivi o dalle radici;

- accompagnate il più possibile paralleli al terreno i nuovi tralci delle rose rampicanti (fintanto che non sono ancora lignificati) e fissateli alle strutture con legacci morbidi;

- nelle rose moderne rifiorenti (HT e Floribunda) non asportate i fiori appassiti, perchè si formeranno durante l'estate cinorrodi che matureranno in autunno. Sugli stessi rami cresceranno ancora nuovi getti che fioriranno durante tutta l'estate.


INTERVENTI FITOSANITARI
La giovane vegetazione è frequentemente esposta alle infestazioni dell'afide Macrosiphum rosae, nei confronti del quale potete intervenire con azadiractina-1 (bio) o con piretro-2 (bio), attenendovi a dosi e modalità indicate in etichetta.
























Comuni sono le infezioni di mal bianco (Oidio), con conseguente comparsa di macchie farinose di colore biancastro che interessano foglie, germogli e bottoni fiorali. Per il contenimento delle infezioni potete intervenire con zolfo bagnabile-80 (bio), sempre attenendovi a dosi e modalità indicate in etichetta.

giovedì 21 novembre 2024

VIDEO SUI SEMI DI ROSA - SECONDA PARTE

Il primo video sugli acheni - su come estrarli dai cinorrodi, la preparazione e i tempi della vernalizzazione - è piaciuto molto, ha ricevuto critiche positive. Tanto che ci ho preso gusto e ho preparato la seconda parte.

Buona visione!

https://youtu.be/-Rf1-m1D7JM?feature=shared





domenica 17 novembre 2024

VIDEO SUI SEMI DI ROSA

 Ecco il mio primissimo esperimento di video tutto fai-da-te, compreso l'editing e la pubblicazione su Youtube.

Come mi era stato chiesto in un gruppo Facebook, ho creato un video sulla estrazione degli acheni, cioè dei semi di rosa dai cinorrodi, e sulla loro preparazione perchè diano poi origine a delle piante di rosa "nate da seme".

Ecco il link del video su Youtube:

https://www.youtube.com/watch?v=l6T4t5jEo5Q

e alcune immagini tratte dal video:






venerdì 14 giugno 2024

ROSE ANTICHE: LE ROSE BOURSAULT

Per la categoria delle rose antiche, oggi tratto un gruppo di rose sconosciute ai più, ma che hanno avuto il loro momento di fama nel passato. 

(da "Le Rose in Fila", Firenze University Press, 2018)

Questo gruppo di rose prende il nome da Jean-François Boursault (1750?- 1842), un parigino eclettico che, dopo aver fatto l’attore, l’imprenditore e il politico, si era assicurato un discreto patrimonio. Botanofilo, collezionista e introduttore di piante, fu uno dei fondatori, nel 1827, della Société Royale d’Horticulture de Paris.

 Numerose informazioni su questo nouveau riche, sui suoi sontuosi giardini citati da Redouté, sulle sue collezioni e introduzioni sono fornite in "La Rose, une passion française di Joyaux" (2001). Nel giardino della sua villa a Yerres aveva fatto scavare una trincea lunga circa 49 m, con una copertura a vetri che poteva avere diversi gradi di apertura e di schermatura.

Le serre del suo giardino di Pigalle a Parigi, continuazione della casa con salone e biliardo al loro interno, erano sontuose. A Boursault, detto anche Malherbe, dal suo pseudonimo di attore, è attribuita l’introduzione dall’Inghilterra in Francia di “Rosa multiflora carnea” [sic] e del “Rosier de Lady Banks” (Joyaux, 2001, p. 88). A sua figlia, inoltre, si deve la comparsa di ‘Rose Boursault’, considerata un ibrido tra R. chinensis x R. pendulina, anche se tale ipotesi non è accettata da tutti.

‘Rose Boursault’ è alta fino a 4 m, con fusto e rami scarsamente aculeati; 3-7 foglioline, ovato-allungate. I fiori doppi o semidoppi, porpora, in corimbi, sono prodotti sui rametti dell’annata; cinorrodi subglobosi. Una sola fioritura primaverile-estiva (vedi foto sotto).












Le ibridazioni di ‘Rose Boursault’ hanno portato alla costituzione di un gruppo di rose chiamate, nel loro insieme, Boursault. Le Borsault sono sarmentose abbastanza rustiche, prive di spine o quasi; tollerano una lieve ombreggiatura e hanno fioritura precoce; i fiori doppi o semidoppi presentano generalmente una base di petali patenti sormontati da altri rialzati verso l’alto; i bocci ricordano l’ascendente cinese.

Alcuni di questi ibridi, sebbene non utilizzati frequentemente, si trovano ancora in coltura come (vedi foto sotto in ordine): ‘Amadis’ (1829, Laffay), ‘Madame de Sancy de Parabère’ (1874 circa, A. Bonnet & Fils) e ‘Morletii’ (1883, Morlet).

























lunedì 18 marzo 2024

ROSE SELVATICHE E ROSE COLTIVATE

Per gli amici che si avvicinano per la prima volta al mondo delle rose, penso che sarà utile studiare insieme un po' di glossario, al fine di fare  chiarezza nell'ultra-variegato mondo delle rose.

Un prima grande suddivisione va fatta tra rose selvatiche e rose coltivate.

Le rose selvatiche (o botaniche), cioè spontanee, già presenti nel Miocene, si trovano nell’emisfero boreale e nel corso dei secoli sono state descritte in testi specializzati. (Non ci sono rose selvatiche originarie dell'emisfero australe).
Molte di queste, insieme con le loro varietà, forme e ibridi sono state selezionate e coltivate dall’uomo.

Le rose orticole (cioè coltivate) sono quelle conosciute allo stato domestico che, nella stragrande maggioranza, derivano da selezione e/o ibridazione da parte dell’uomo. 
Quando commercializzate ed entrate in coltura, si definiscono cultivar (cultivated variety, normalmente abbreviato in cv). 
Le rose coltivate si dividono convenzionalmente in rose antiche (ante 1867) e rose moderne.

Nel nostro paese ci sono una trentina di specie di rose selvatiche. Eccone alcune.



Rosa canina è una pianta largamente diffusa nei nostri boschi, alta da uno a tre metri, con un portamento allargato, globoso. I fusti assumono una forma arcuata e danno alla pianta un aspetto piuttosto disordinato. Le foglie sono composte, imparipennate, formate da cinque-sette foglioline ovate e seghettate, di colore verde chiaro, leggermente glaucescente. I fiori sono formati da cinque petali rosa chiaro che tende a scurirsi leggermente sui bordi. Fiorisce a maggio. I cinorrodi (foto in alto a destra)sono allungati, rossi e sono utilizzati per la preparazione di tisane e marmellate. Il nome di Rosa canina le fu attribuito da Plinio il vecchio, il quale raccontava di un soldato guarito dalla rabbia canina grazie a un infuso di radici di questa pianta.
Questa rosa è una delle principali antenate delle varietà coltivate ed è una delle più utilizzate come portainnesto per le cultivar da giardino.


Rosa glauca ha portamento e dimensioni simili a quelle di Rosa canina. Si distingue per le foglie dal colore cangiante che va da tinte glaucescenti a tinte tendenti all’amaranto, tinta, quest’ultima, che assumono soprattutto le foglie e i germogli giovani. I fiori spuntano in aprile-maggio, sono di dimensioni ridotte (dai tre ai cinque centimetri di diametro), di colore bianco al centro e fucsia all’esterno. I cinorrodi sono di color rosso da acerbi e carminio a maturazione. È una specie abbastanza rara, presente nelle regioni del nord Italia e in Toscana, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Molise e Abruzzo.


Rosa pendulina (anche Rosa alpina) è una pianta con fusti esili, penduli, rossastri e quasi privi di spine. Raggiunge un’altezza tra trenta centimetri e due metri e ha spesso portamento prostrato o strisciante. I fiori vanno dal rosa al rosso, con un centro ricco di stami pollinici gialli. I cinorrodi sono rossi, lisci e hanno forma a bottiglia. Le foglie sono formate da sette-undici foglioline di colore chiaro e dal margine seghettato. Io questa varietà ce l'ho, la trovate al link http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-63.html.



Rosa sempervirens
 raggiunge un’altezza di uno-tre metri. Ha foglie composte solitamente da cinque foglioline. A differenza delle altre specie fin qui descritte, Rosa sempervirens è sempreverde, come dice il nome stesso. I fiori sono bianchi e i cinorrodi sono rossi, di piccole dimensioni e tondeggianti.


Rosa rubiginosa è un arbusto selvatico che cresce in maniera spontanea e selvatica in ambienti umidi e freddi. Ha uno stelo spinoso, i suoi fiori bianchi e rosa possono avere dei pigmenti gialli. Fiorisce tra i mesi di aprile e giugno generando un frutto di colore rosso, particolarmente ricco di semi. I semi sono la fonte primaria per l'estrazione del olio, prezioso in termini di cosmesi e cura del corpo.