Le foto sotto si riferiscono ad un "esperimento" con le micorrize
venerdì 11 aprile 2025
STUDIO SULLE MICORRIZE - INVIATO DA ANNALISA M.
venerdì 21 marzo 2025
LA ZAFFARDATURA O INZAFFARDATURA E LA MESSA A DIMORA DI ROSE A RADICE NUDA
Forbici da potatura
Guanti
Miscela di terriccio con torba, terriccio e pietra pomice
Una pala
Secchio con acqua
Micorrize
Concime di cornunghia o letame
Sassi
La rosa a radice nuda
PROCEDURA
Una volta acquistata o arrivata col corriere la nostra rosa a radice nuda, si toglie dall’involucro che le protegge e si comincia la pulitura che consiste nella scorciatura delle radici e nella potatura dei rami. Si scorciano quindi le radici ripulendole bene dalle parti secche o deboli. Poi si passa alla parte aerea dove si tagliano e puliscono i rami secchi o malati pulendoli. Quindi si scorciano i getti tagliando un centimetro sopra la gemma che guarda verso l’esterno della pianta, dando un taglio obliquo verso la parte opposta della gemma. Si fa questa operazione affinché il nuovo getto si disponga crescendo verso l’esterno della pianta così da dare alla rosa un andamento armonioso e salutare.
Nel secchio con acqua metteremo del terriccio, la poltiglia bordolese e le micorrize e si mischia il tutto con attenzione. Quindi si inserisce le radici della pianta nel secchio in modo che la terra bagnata ne venga a contatto ricoprendole il più possibile. Questa tecnica favorisce la germinazione delle radici che, stimolate dall’umidità, dal taglio precedentemente fatto e protette dal terriccio leggero, saranno maggiormente stimolate nella ricrescita. Si lascia dunque 10-15 minuti la pianta nell’acqua e terra, così che riprenda vita dopo il lungo tempo in cui è stata dormiente.
Le rose con zolla piantumate tardivamente dovranno invece essere immerse in un secchio d’acqua per 10/15 minuti affinché il pan di terra sia ben bagnato.
Si farà una buca di circa 50 centimetri di profondità. Sul fondo si aggiungeranno dei sassi che serviranno per il drenaggio e sopra a questi uno strato di terriccio leggero diviso in torba, terriccio ricco e pomice di piccolo taglio. Quindi aggiungeremo un po’ di concime organico come letame o cornunghia. Prima di mettere la pianta si ricoprirà il concime con del terriccio facendo una specie di monticello al centro.
Si prenderà quindi la rosa a radice nuda adagiandola al centro del monticello allargando le radici il più possibile e si coprirà di terra tenendola bene in modo che rimanga verticale. Quindi con un secchio di acqua si bagnerà il terriccio fresco così che la pianta rimanga bella umida. In ultimo si aggiungerà la terra del giardino coprendola fino al colletto da dove parte l’innesto della rosa. Per quanto riguarda le piante in vaso i passaggi saranno gli stessi, escludendo la realizzazione della buca e l’ultima copertura con il terriccio del giardino.
venerdì 14 febbraio 2025
CAMBIARE VASO AD UNA ROSA
Può essere necessario ripiantare una rosa in vaso dopo un paio d'anni perché il terriccio nel vaso si è praticamente esaurito. Come si fa a capirlo? Il livello del terreno è diminuito e quando spingi nel terreno con le dita senti che è duro e pieno di radici. Questo significa che la tua rosa ha usato tutto lo spazio nel vaso e che il terreno è stato prosciugato dai nutrienti. Quindi cosa fare?
Facciamo questa operazione quando la rosa è dormiente, quindi diciamo qui in Italia a partire dal tardo autunno, fino a metà febbraio circa.
La prima cosa da fare è potare tutti i rami fino a 25 o 30 cm. Dopodichè occorre afferrare i due rami più grandi e tirare tenendo giù il vaso. Chiedete a qualcuno di darvi una mano, e mi raccomando, usate i guanti! Quando tirerete, vedrete che la rosa esce interamente con la sua radice, e capirete perchè è ora di cambiarle vaso. È diventata una grande palla di radici con pochissima terra.
Bisogna rompere delicatamente la palla con le mani così da allentare tutte le radici. Non spaventatevi se radici più piccole si rompono. Alla fine avremo tutte le radici sciolte, e alcune saranno più lunghe, alcune più corte. Con le cesoie potate le radici alla stessa lunghezza. Guardate la lunghezza dei rami: le radici dovranno essere della stessa lunghezza o poco meno. Ci deve essere equilibrio tra radici e rami.
Ora bagnate le radici con acqua e rivestitele con spore di Mycorhizza (ne ho parlato in questo post https://valentinaelesuerose.blogspot.com/search?q=micorrize). Se non utilizzate micorriza saltate questo passaggio.
Ora occorre prendere un vaso più grande, riempirlo per 1/3 con un nuovo compost fresco senza torba. Mi raccomando: non usate un terreno vecchio! Una volta messo il terriccio, prendete la rosa e posizionatela in mezzo al vaso, stendendo le radici uniformemente in tutte le direzioni. Poi tenete ferma la pianta con una mano e riempite il resto del vaso con l'altra mano.
Quando il vaso è pieno, tirate un po' su la rosa per assicurarsi che non ci siano sacche d'aria. L'innesto va lasciato pari al livello del terreno o poco più su (anche qui dipende dalla zona climatica: se si abita in una zona in cui l'inverno fa molto freddo, il punto d'innesto dovrebbe essere lievemente interrato, ma nella gran parte d'Italia ciò non succede).
Ora pacciamate il terreno superiore con compost di foglie o letame bovino essiccato o qualsiasi materiale organico abbiate. E alla fine è importante: dare un bell'ammollo alla rosa con tanta acqua. Et voilà, la vostra rosa è pronta per altri tre o quattro anni.
(Consigli dell'esperto di rose Dirk Milis).
venerdì 11 agosto 2023
PIANTARE IN TERRA UNA ROSA DOVE CE N'E' STATA UN'ALTRA
Attenzione, perchè sorge un problema di cui pochi sono a conoscenza: la MALATTIA DEL REIMPIANTO (remplant desease).
Che cos'è la malattia del reimpianto?
La malattia del reimpianto è un problema riconosciuto ma poco compreso. Si verifica quando una pianta viene sostituita con una dello stesso tipo. Per la maggior parte delle piante questo non causa problemi. Tuttavia, per altre, in particolare rose e alcune altre nella famiglia delle rose, la nuova pianta non riesce a prosperare o a crescere in modo decente. Le radici della pianta precedente devono solo essere state nel terreno anche solo per alcuni mesi perché si verifichi il problema.
Sintomi
Le piante colpite dalla malattia del reimpianto possono mostrare quanto segue:
-le nuove piantagioni possono avere difficoltà a stabilirsi, avere una scarsa crescita e persino morire. Ciò è più evidente quando una pianta che cresce in un terreno colpito viene confrontata con una piantata contemporaneamente in un terreno inalterato o sterilizzato;
-le radici cresceranno male e le radici fini potrebbero marcire.
lunedì 4 aprile 2022
LE MICORRIZE
Non elogerò mai abbastanza i social media per la possibilità che danno di condividere velocemente informazioni ed esperienze tra i gruppi di persone; nel nostro caso, tra gli amanti delle rose.
Fino a circa un anno fa non avevo mai sentito parlare delle MICORRIZE e devo ringraziare a questo proposito l'amico F.V.
Voi magari sapete già cosa sono, ma ora ne parlerò per tutti.
Circa il 90 per cento di tutte le piante formano un rapporto simbiotico con funghi micorrizici benéfici nel terreno. Spesso, tuttavia, nel terreno non sono presenti abbastanza spore, ad esempio perché sono state uccisi eliminate l'uso di fungicidi.
Le micorrize sono dei microrganismi fungini che realizzano un legame simbiotico con le radici delle piante e del prato. Questo legame stretto tra radice e fungo offre alla pianta numerosi benefici sia nutrizionali che fisiologici.
Il termine micorriza si deve al biologo A.B.Frank e deriva dal latino Myco (fungo) e da Rhizae (radici in greco). Frank aveva osservato che il fungo colonizzava le radici delle piante ospiti creando una rete supplementare di ulteriori piccolissime radici che si espandevano a grande distanza nel terreno alla ricerca di acqua ed altri elementi utili; la pianta a sua volta, con la sintesi clorofilliana, provvedeva a nutrire il fungo.
Quello che succede nella simbiosi è che dopo la colonizzazione dei tessuti radicali, il fungo sviluppa un reticolo di ife, una sorta lunghi di filamenti simili ai peli radicali, che sondano ed esplorano il terreno, assorbendo elementi nutritivi e acqua.
Le ife possono essere lunghe da 10 a 100 volte in più dei normali peli radicali (!) e dopo aver intercettato i nutrimenti e l’acqua, li trasportano fino alle radici e li cedono alle cellule della pianta.
È stato dimostrato che la simbiosi tra i funghi e la pianta aumenta fino a 1000 volte la superficie di assorbimento e amplia in modo enorme il volume di terreno esplorato. Come conseguenza i nutrimenti e l’acqua vengono resi disponibili in quantità molto superiori.
Le micorrize sono sino a 6 volte più efficienti della radice nel prelevare il fosforo, abbassano il pH per aiutare l’assorbimento minerale e inducono una più efficiente assimilazione di azoto e potassio.
Ma non è finita qui perchè i benefici sono ancora più numerosi e sono talmente desiderati dalle piante che esse stesse cedono nutrimenti (esudati radicali) alle micorrize pur di tenersele strette.
Quando una struttura radicale è bene micorrizata vi è una maggior resistenza alle malattie fungine in quanto i patogeni trovano gran parte dello spazio occupato.
Il sistema di ife delle micorrize garantisce inoltre un migliore attecchimento radicale ed è in grado di ripulire il suolo abbattendo la presenza di composti fenolici e metalli tossici.
E dulcis in fundo, le micorrize, formando aggregati con le particelle del suolo, migliorano la struttura del terreno che risulterà più capace di trattenere acqua e aria.
Le micorrize sono disponibili in due forme:
- polvere di micorrize idrosolubili
- polvere di micorrize non idrosolubili
Le polveri di micorrize idrosolubili vengono apportate attraverso l’acqua di irrigazione che viene usata come veicolo per arrivare alle radici.
Le polveri di micorrize non idrosolubili vengono usate in tutte le applicazioni in cui è possibile inserirle facilmente nel terreno, quindi mescolate nel terriccio di un rinvaso.
La somministrazione che garantisce un primo livello di simbiosi è l’esecuzione di almeno 3 trattamenti all’anno che solitamente vengono fatti:
- fine inverno / inizio primavera
- fine primavera
- fine estate / inizio autunno
Ovviamente aumentando il numero di interventi aumenta anche la garanzia che si sviluppi bene il legame simbiotico tra micorrize e radici e non vi è alcune controindicazione nell’eseguire più trattamenti, anzi.
È molto importante scegliere solo prodotti professionali ad alta concentrazione di colonie e tenere a mente che i risultati della micorrizzazione non sono visibili immediatamente ma richiedono da 2 a 4 settimane per dare tempo di compiersi la “fusione” tra radici e funghi. Le temperature ottimali per le micorrize sono comprese tra 8 e 30°C e sono relative alla temperature del terreno.
Io personalmente ho iniziato in novembre un primo tentativo di micorizzazione su alcune piante che ho visto un po' in crisi. Probabilmente era tardi e la pianta già dormiente e non so dire al momento se il primo trattamento abbia fatto effetto; comunque ieri sono partita con la seconda micorizzazione. Vedrò tra qualche settimana e vi terrò aggiornati.
Foto: simbiosi micorrize-pianta di rosa