Una prosa carica di lirismo, dell'amico CARLO CARULLI. Per veri intenditori e amanti delle rose.
Alcune care amiche mi hanno chiesto se racconto loro storie di rose galliche.
Desideroso
di condividere il mistero di una di esse, ho pensato di recarmi a
trovare Charles de Mills, per descriverne le qualità, e soprattutto per
verificare con lei se, in quasi due secoli e mezzo di vita, vi siano
finalmente notizie certe sull'origine, più o meno sconosciuta, del suo
nome. Questa meravigliosa rosa, infatti, vanta un cospicuo numero di
nomi, tra i quali spiccano per eleganza e praticità etimologica, Bizarre Triomphant e, appunto, Charles de Mills.
Mentre mi avvicino al
cespuglio (che in questo periodo si presenta ancora piuttosto
dormiente), avverto una carezza sul braccio, e qualcosa scorrere con una
delicata ma pungente intermittenza sulla manica del giubbino che in
questi giorni, di primo mattino, è ancora piacevole indossare.
Mi
viene naturale voltarmi e riconoscere in quella carezza la superba
Stanwell Perpetual, quel meraviglioso ibrido di spinosissima, figlia
della damascena bifera e della pimpinellifolia (quest'ultima comunemente
conosciuta come rosa di Scozia).
"Ciao, è da un po' che non ti vedevo da queste parti", mi apostrofa quasi, dedicandomi il portamento rilassato dei suoi esili rami quasi a volermi complice della sua timidezza, racchiusa nella rosea dolcezza delle sue corolle, che fra pochi giorni daranno gioia agli sguardi e nettare agli insetti del mio giardino.
"Tu dici sempre di essere attratto dalle rose che chiami
antiche... e dedichi loro gran parte delle tue premure... ma guarda che
anche io vengo da tempi lontani", prosegue incalzando e finalmente
rubando tutta la mia attenzione. Io conosco bene la leggenda che si
narra sulle sue origini, ma forse desidero sia lei a raccontarmela,
quasi a voler 'ufficializzata' la 'storia' che la vuole scoperta per
puro caso durante la demolizione di una vecchia casa a Stanwell, nella
contea di Essex, regno unito. Erano gli anni della c.d. 'rivoluzione
industriale', gli anni in cui la frenesia del progresso sembrava avere
il sopravvento su tutto e tutti, spinta da miraggi di favori economici
mai ipotizzati fino ad allora. Eppure, in quel particolare stato di
impulsi tecnologici, un operaio si lasciò catturare dalla ribelle
delicatezza della 'rosa' di Stanwell e la salvò da sicura, tragica e
sconosciuta estinzione. Più tardi, il vivaista Lee ne venne in possesso e
la immise sul mercato. Era il 1838.
Hai ragione, Stanwell P., in
effetti ti si può considerare decisamente una rosa antica, ancorché
quasi sicuramente spontanea e figlia di rose botaniche. Mi farebbe
davvero piacere che tu confermassi come vere le voci che girano sul tuo
ritrovamento.
Ma a questa mia sollecitazione, Perpy non risponde, e
come mossa da un leggero alito di vento, lascia dapprima i suoi esili
ramoscelli ondeggiare ancora un po' lievemente, per poi addormentarsi,
tenera fanciulla, in attesa di risvegliarsi fra pochi giorni superba e
incomparabile principessa.
Non saprò mai se la leggenda da cui ha
tratto denominazione questa rosa sia la realtà, ma mi va bene così. Del
resto, il fascino di una rosa deriva anche dalle suggestioni che il suo
nome è in grado di generare.
Mi giro allora verso la gallica.. hai novità per me, Charles de Mills? Le chiedo... "nessuna, per ora", mi risponde. Appunto.
Carlo Carulli
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