venerdì 18 marzo 2022

CLEMENTINA CARBONIERI

Da un po' di tempo ho iniziato ad apprezzare sempre di più le rose Tè (non le Ibridi di Tè. mi raccomando). Al momento ne ho solo due nel mio roseto, e ho anche tentato di ibridarle, ma finora senza molto successo. Le mie due rose Tè sono "Mme. Antoine Mari" e "Clementina Carbonieri".

Ancora non ho scoperto chi fosse la signora Antoine Mari, però ho trovato notizie circa Clementina Carbonieri, e oggi ve ne parlo.

Fu moglie di Francesco Carbonieri, figlio di benestanti proprietari terrieri di Reggio Emilia. Francesco nasce nel 1886 e cresce in un clima ricco di stimoli e opportunità. Non si sa come e quando sviluppò l’interesse per la fotografia; sicuramente nel 1908 possedeva una macchina fotografica per lastre formato 13x18. Da quel momento si diletta con la fotografia e incomincia a scattare foto della donna che diventerà sua moglie due anni dopo, Clementina Cionini, e foto di parenti a amici, dei viaggi che documentano gli anni più belli della sua vita. Il suo archivio, composto per un quinto da diapositive stereoscopiche e da numerose e rare autocrome, nonostante la tecnica non sempre eccelsa, è di grande interesse storico. Carbonieri con leggerezza e allegria ritrasse la moglie Clementina, i parenti e gli amici in contesti signorili, in luoghi di villeggiatura in auge al tempo e percorsi in automobile, nuovo status symbol della ricca borghesia. Le immagini che ci ha lasciato sono quelli delle passeggiate sulla Grande Plage di Biarritz, dei viaggi in auto lungo i tornanti della Costa Azzurra, delle puntate al Casinò di Montecarlo, delle meraviglie del progresso nelle esposizioni universali, e ancora delle atmosfere lussuose e cosmopolite di Parigi, Bruxelles, Barcellona e del Lago di Como.

Smette di fotografare proprio quando il suo mondo smette di esistere a causa delle avversità subite durante il regime fascista e la Seconda Guerra Mondiale. L'esperienza del confino e la mutata situazione economica gli tolgono quel velo dagli occhi che gli impediva di vedere le brutture del mondo e, come segno tangibile di questo drastico cambiamento, egli smette di fotografare.

La freschezza della visione che caratterizza Carbonieri è quella di chi non deve vivere grazie alla macchina fotografica (come i professionisti degli studi), non ha nemmeno velleità artistiche (come la larga schiera dei dilettanti pittorialisti), né fa un uso documentativo/sociale della fotografia (come i fotogiornalisti). Semplicemente immortala la propria vita. Gli scatti di Carbonieri non sono fatti per gli altri, ma principalmente per sé stesso e la propria famiglia, ma al contempo riescono a restituire il profumo autentico della vita di quegli anni.

La storia di queste vite è sicuramente avvincente, e ben fece Massimiliano Lodi, che ibridò la rosa Clementina Carbonieri, a dedicarla alla moglie di questo personaggio. Un mistero incombe però sulla sorte di questa rosa: qualcuno dice che quella che viene venduta oggigiorno come "Rosa Tè Clementina Carbonieri" non corrisponda alle descrizioni dell'epoca (1913) e che nel tempo ci sia stata confusione con un'altra rosa, di Gilbert Nabonnand, dal nome "Isabelle Nabonnand" o "Nonna Censy". Con il risultato che l'originaria "Clementina Carbonieri" sarebbe andata perduta per sempre!

2 commenti:

  1. Hello, are you sure that the rose "Clementina Carbonieri " is from Nabonnand ? I found this variety "Clementina Carbonieri" through the "Variegata da Bologna" that is supposed to be from the same breeder. From what I found "Clementina Carbonieri" is bred by Massimiliano Lodi (1863-1930) (Italy, before 1913) and introduced in Italy by Gaetano Bonfiglioli e figlio in 1913 as 'Clementina Carbonieri'. I have discoverd your blog today and it's very interesting. Thanks a lot !

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    1. Hello, maybe the translator wasn't accurate. In the final part of this post I write that "nowadays they say that with time "Clementina Carbonieri" was confused with "Isabelle Nabonnand" by Nabonnand, but this is not certain". I still think "Clementina Carbonieri" is the rose created by Massimiliano Lodi.

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