mercoledì 28 febbraio 2024

UN ESEMPIO DI PRIMO FIORE DI SEMENZALE

Nell'ultimo post che ho pubblicato, ho scritto che di solito il primo fiore di un semenzale rappresenta solo una "bozza" di quello che sarà il fiore dopo 3-4 anni di vita.

Ed ecco che puntualmente porto una smentita.

Questo semenzale si è presentato così alla prima fioritura:















niente di stratosferico, una corolla semplice, un colore rosso intenso, un buon profumo. Lo vedete che era ancora nel bicchierino da caffè, quindi deve essere fiorito abbastanza presto, tipo maggio. L'ho trovato però molto simpatico e buffo, con quei petali arrotondati, che mi facevano venire in mente gli schizzi che fanno i bimbi quando disegnano i fiori.

Ecco, il disegno sotto rende la mia idea:










Nella terza estate di vita, questo semenzale produce ancora fiori così



















a parte essere molto profumati, trovo simpaticissima la loro forma, perciò ho deciso di tenere il semenzale e di chiamarlo "Doodle Rose" (doodle in inglese significa schizzo). E se non piacerà a nessun altro, di sicuro piace a me.

lunedì 26 febbraio 2024

ALCUNE INDICAZIONI SULLE ROSE NATE DA SEME

 Devo finire di potare le rose nel mio roseto, e le previsioni mettono pioggia per tutta la settimana...😢 

O inizio a potare con l'ombrello in una mano e le cesoie nell'altra, oppure mi dedico a qualcosa di ugualmente costruttivo.

Ho pensato di parlare con voi delle sorprese che riservano i semenzali nei primi 2-3 anni di vita.

I semenzali più "volenterosi" fioriscono già nel maggio del loro primo anno di vita, quando sono ancora piantine piuttosto piccole.

Guardate ad esempio questo fiore nella foto: la piantina era ancora nel bicchierino da caffè in cui metto gli acheni appena germinati. Sarà stata alta 15 cm. per esagerare. E già aveva la forza di sviluppare un fiore così grande rispetto al semenzale.












Come regola generale, occorre tenere presente che il primissimo fiore è di solito una "bozza", di quello che diventerà il prodotto finale. 

Ma se siete alle prime armi, vi assicuro che voi ammirerete e amerete anche quello che potrebbe sembrare uno sgorbio. Sì, l'amerete perchè l'avete creato voi, e, come si dice, "ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja". Quindi la vostra prima piantina di rosa sarà comunque un capolavoro ai vostri occhi.

Se poi la vostra passione di creare rose continua, inizierete pian piano ad essere più oggettivi e, comunque con gran dolore, inizierete a buttare le piantine più malaticce, più rachitiche, con i fiori più insignificanti e senza profumo. 

Nel corso del primo anno intanto vedrete subito se il vostro semenzale si ammala (oidio e ticchiolatura). Tenetelo presente. Se non vi importa più di tanto che sia soggetto a malattie, allora conservatelo. La resistenza alle malattie va considerata parecchio nella futura discendenza di quella pianta, ma se voi non avete aspirazioni da ibridatori allora questa cosa non vi interessa. 

Ma se non abbiamo posto per tenere tutti i nostri semenzali, come essere sicuri di non buttare qualcosa di meritevole? Qualcosa che nel tempo si sarebbe rivelata una bella pianta?

Occorre avere un certo istinto o sesto senso, perchè spesso i semenzali evolvono inaspettatamente durante i primi anni. 

Un esempio è quello di cui metto la foto sotto. 



Questo semenzale è fiorito una volta sola nella sua prima estate di vita. Il fiore mi incuriosì: aveva dei colori con sfumature particolari, ed era anche profumato. Per contro, sapevo che i genitori erano entrambi soggetti a malattie fungine (Topazio e Sterling Silver).

Il mio sesto senso (che può essere semplicemente "buon senso" sviluppato con l'esperienza) mi disse di provare a tenerlo.

E l'estate successiva mi ha dato questa fioritura, profumata. Le foglie sono sanissime, di un bel verde scuro come non si vede spesso. E, cosa particolare, in inverno non sono cadute.














Naturalmente occorre aspettare ancora qualche anno prima di poterla dichiarare una buona rosa, ma intanto promette bene. e soprattutto mi piace, cosa più importante di tutte.

venerdì 23 febbraio 2024

COLTIVAZIONE DI ROSE IN VASO

Forse qualcuno si troverà, come me, a corto di posto nel giardino, e quindi nell'impossibilità di aggiungere altre rose alla propria collezione. Con un minimo di fantasia, si può riuscire ad "inventare" nuovi posti utilizzando i vasi. Ad esempio, io non ho potuto piantare a terra le rose vicino alla recinzione, perchè ad una profondità di circa 40 cm. c'è il cemento. Le ho quindi piantate più distanti. Ma successivamente, avendo riempito tutto, mi sono detta: perchè non mettere in quella posizione delle rose in vaso? Dopo qualche tempo, le loro radici escono dal fondo del vaso e si infiltrano nella terra, così non si trovano costrette in uno spazio piccolo. Ebbene, così sto facendo, e i risultati sono ottimi.

A parte questo mio escamotage, ci sono rose che si trovano bene in vaso anche senza fare uscire le proprie radici da sotto.

Ecco quindi alcuni suggerimenti.

Scegliete sempre dei vasi abbastanza grandi, non siate tirchi in questo caso. Investire in vasi grandi vi ripagherà con piante e fiori più grandi. Le dimensioni minime sono 50x50, ma più grande è meglio è.

Vi parlo ora di una tipologia di rose che riescono bene in vaso: le Rose Inglesi.

Il vaso ideale per una rosa inglese è 70x50. Il terriccio ideale è quello indicato "per rose", che contiene anche una parte di argilla, la quale mantiene meglio l'umidità. Sotto metto l'immagine del terriccio che io considero il migliore per le rose. Questo terriccio non ha bisogno di ulteriori aggiunte (es. compost, sabbia): è perfetto così come lo trovate nel sacco. Si acquista nei vivai ben forniti.















Coprite il fondo del vaso con materiale tipo argilla espansa, o lapillo vulcanico, o ghiaia o ancora frammenti di coccio. Mettete poi circa 1/3 di terriccio e introducete la rosa (che può essere a radice nuda o provenire dal vaso) al centro del vaso. Tenete ferma la rosa in posizione e riempite il resto del vaso con il terriccio. Pressate il terriccio delicatamente con le mani e aggiungerne altro se occorre. Versare poi l'acqua, in abbondanza. Quanta? Finché la vedete uscire dai buchi sotto al vaso.

In marzo potete aggiungere alle vostre piante in vaso del fertilizzante organico granulare. Di solito da marzo si mette il fertilizzante tutti i mesi fino ad agosto. Quantità? Diciamo circa un pugno tutti i mesi. 

Sempre in marzo possiamo aggiungere un pugno di cenere vulcanica, che contiene minerali e nutrienti che possono aiutare a migliorare la qualità del terriccio. Lavorate un po' il terreno in modo che i fertilizzanti si mischino bene al terriccio. Poi annaffiate, in modo che i concimi si sciolgano e raggiungano le radici. Da marzo è bene annaffiare costantemente per tenere la terra umida. Quanta acqua? Un buon metodo è quello del dito: se infilate un dito nel terriccio per tutta la sua lunghezza e lo sentite umido, allora non occorre acqua. In caso contrario occorre annaffiare. Prestate attenzione soprattutto nei mesi caldi, in cui l'annaffiatura dovrà avvenire quotidianamente.

Dalla fine del mese di marzo si può iniziare a dare, settimanalmente, un fertilizzante organico liquido (ad esempio fertilizzante a base di alghe). Le rose in vaso hanno bisogno di "cibo extra", quindi non temete di esagerare. Da agosto in poi non si useranno più i fertilizzanti, sia in polvere che liquidi. Perchè non bisogna fertilizzare in autunno? Perchè la pianta sarebbe stimolata a produrre nuova crescita, che non sopravviverebbe al freddo invernale.

Ed eccoci al punto essenziale: quali varietà di rose inglesi sono adatte alla coltura in vaso?

- Golden Celebration











---------------------------------

- Grace












---------------------------------

- Lady Emma Hamilton

---------------------------------

- Olivia Rose













---------------------------------

- Eglantyne













---------------------------------

- Elizabeth













---------------------------------

- The Ancient Mariner













---------------------------------

- Jubilee Celebration










---------------------------------

- Desdemona













---------------------------------

- Dame Judi Dench













---------------------------------

Sicuramente questo elenco non è completo, ma questi rosai presentano caratteristiche abbastanza diversificate da riuscire ad accontentare un po' tutti.

mercoledì 21 febbraio 2024

I PRIMI GERMOGLI

Questo caldo primaverile fuori stagione è sconcertante. Le rose sono in subbuglio a fanno a gara a chi caccia per prima i nuovi germogli. Quelle che mi rallegrano di più sono le rose rugose. In autunno perdono tutte le foglie e in inverno assumono un'aria talmente tetra che sembrano tutte morte. Ma è solo una finta! Ecco che ai primi raggi riscaldanti del sole, anche loro tornano alla vita. E sui loro rami spogli, i nuovi germogli sembrano l'emblema della rinascita, un inno alla vita.
Io ho circondato il mio gazebo di rose rugose (purtroppo devo tenerle in vaso). Ecco alcune foto. In estate si ricoprono di fiori bianchi e magenta, con un profumo meraviglioso.
Mi sembra impossibile che così poche persone apprezzino le rose rugose, ma purtroppo è così.















lunedì 19 febbraio 2024

COLTIVARE UNA ROSA RAMPICANTE CONTRO UN MURO











Un muro ricoperto da una rosa rampicante o sarmentosa rappresenta un elemento romantico e maestoso in qualunque giardino. Ma molte persone hanno difficoltà a far crescere le rose rampicanti, che spesso addirittura muoiono, appoggiate ad un muro.

Quale può essere la causa? E come risolvere il problema?

Uno dei problemi è rappresentato dal fatto che il terreno vicino al muro è spesso povero, a causa della presenza di detriti come pietre, sabbia ecc.

Il secondo problema è dovuto al fatto che i mattoni del muro hanno la capacità di "risucchiare". I mattoni sono come spugne, risucchiano l'acqua dal terreno vicino al muro e lo lasciano evaporare dai pori dei mattoni stessi. Soprattutto in primavera avanzata e in estate, quando i mattoni prendono tanto sole, questi si riscaldano e fanno evaporare litri e litri di acqua del terreno. Per le giovani rose piantate contro il muro, questo rappresenta una causa di morte quasi certa. Bisognerebbe annaffiare questa rosa una volta al giorno e anche più, perchè non muoia.

Ma ci sono alcuni escamotage per risolvere questi problemi:

- non piantare la rosa direttamente CONTRO IL MURO, ma lasciare 60 cm. circa di spazio;

- fare una buca molto ampia, e aggiungere terriccio al terreno: ciò aumenterà la capacità di trattenere l'acqua;

- utilizzare un graticcio di circa 120 x 60 cm. e interrarlo tra la rosa e il muro;

- ultimo accorgimento per essere sicuri che la rosa riceverà tutta l'acqua di cui ha bisogno: interrate un pezzo di tubo da grondaia vicino alle radici, e annaffiate tramite questo tubo.



I PRIMI SEMENZALI DI QUEST'ANNO

Sono andata a controllare i semenzali di rosa nella mia piccolissima serra riscaldata. Quest'anno sono davvero pochi. Ma quei pochi mi sembra stiano andando bene.
















Li ho annaffiati e ho buttato quei pochissimi che erano morti. Una mortalità davvero bassa quest'anno, per fortuna.
Purtroppo avevo dimenticato di prendere i guanti, ma un po' di sporco di terra sulle mani non mi ha mai fermato🤣.

sabato 17 febbraio 2024

SORPRESINA NEL ROSETO

17 febbraio ma sembra già primavera. Questa mattina 14 gradi nel roseto, quindi non potevo farmi mancare una bella passeggiata perlustrativa.

Per controllare un po' tutti i rosai, visto che in inverno non me ne occupo più di tanto. E ho constatato che è veramente ora di potare, perchè diverse piante hanno già delle gemme belle lunghe.

Attendo peró (penso sia questione di pochi giorni) che due care amiche mi dicano quali rametti vogliono per fare delle talee. Dopodichè inizieró a potare come se non ci fosse un domani😆.

Ma ancora non ho spiegato il perchè del titolo "Sorpresina". Ecco, mi ero abbassata a strappare alcune erbacce, quando ho visto che alcune piccolissime piantine non erano erbacce, ma... rose! Sí, rose nate da un semenzale caduto chissà quando e interratosi.

Allora con tutta l'attenzione possibile e servendomi di una paletta, ho estratto il mio "tesoro". Ecco come appariva:











Un groviglio di radichette con gli acheni ancora nel cinorrodo ormai corroso. Allora ho ripulito un po':











A questo punto erano distinguibili almeno 3 piantine. Le ho staccate con tutta la delicatezza possibile:











vi diró che alla fine sono risultate 4 piantine e un semino germinato. E li ho tutti invasati!

Una mattinata proficua!

A questo punto sorgono 2 domande, a cui sarà difficile rispondere: 

- di che rosaio saranno questi semi?

- saranno frutto di autoimpollinazione, o di vera e propria ibridazione (cioè con il polline proveniente da una pianta diversa)?

Per quanto riguarda la prima domanda, basandomi dulla vicinanza posso dire che il cinorrodo poteva provenire o da Wollerton Old Hall, o da Ferdinand Pichard, o da Oranges'n'Lemons.

Quanto alla questione dell'impollinazione, è già da un po' che anche io - come altri appassionati prima di me e che scrivono su Facebook - ho notato che i semenzali provenienti da autoimpollinazione risultano quasi sempre deboli e malaticci. C'è peró sempre la speranza che si tratti di impollinazione eterologa causata da vento o insetti, e su questa io spero.🤞

venerdì 16 febbraio 2024

ZONE DI RUSTICITA' O ZONE CLIMATICHE

Ho spesso notato che una persona straniera amante delle rose, soprattutto se statunitense, quando scrive sui social specifica sempre la "zona di rusticità" (hardiness zone) in cui abita. 

Qui da noi in Italia, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, non ho mai sentito un appassionato di rose specificare la propria zona climatica. Sarà perchè gli USA sono moooooooolto più estesi dell'Italia, per cui all'interno della stessa nazione troviamo una elevata varietà di climi.

Anche l'Italia però è stata divisa in zone climatiche.











Parlando di giardinaggio, esistono convenzionalmente sette zone climatiche in Italia identificate ciascuna con un numero. La classificazione adottata dai testi di giardinaggio è quella dell’Usda, il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, ed è diversa dalla classificazione climatica italiana in uso per gli impianti di riscaldamento (da A a F).














L’indicazione della zona climatica è utile per capire se una pianta può essere coltivata con successo in una data zona del Paese in base al microclima locale. Se siete soliti leggere di giardinaggio, con le indicazioni qui sotto avrete gli elementi per ‘decifrare’ i numeri. Soprattutto nei testi tradotti dall’inglese.

Le zone climatiche Italia sono sette, ma quelle abitate solo quattro. Le zone climatiche 5 e 6 comprendono le cime delle Alpi con temperature minime invernali che vanno da -30°C a -23,3°C: sappiate che esistono, ma non vi sarà tanto utile. C’è poi la zona 11 che coincide con Lampedusa, da ricordare per la minima invernale normalmente sopra i +4.5°C.

Le altre quattro zone climatiche Italia sono contrassegnate con i numeri sette, otto, nove e dieci. Comprendono territori da Nord a Sud della Penisola non sempre contigui perché, come detto, le zone climatiche Italia individuate dall’Usda tengono conto dei microclimi.

Zona 7: aree alla base delle Alpi e aree prealpine. Qui le temperature minime sono comprese tra -17°C e -12°C circa. È la tipica zona da clima alpino, però abitata, dove inverno significa gelo.

Zona 8: comprende l’intera Pianura Padana e le zone centrali dell’Appennino. È caratterizzata da temperature invernali minime comprese tra -12°Ce -6°C.

Zona 9: qui si trovano la Liguria, le rive del Lago di Garda, la Romagna orientale, l’Italia centrale e le zone interne della Sicilia e della Sardegna. Gli inverni hanno minime che variano da -6°C a -1°C.

Zona 10: è la zona climatica che non conosce l’inverno ‘cattivo’ con minime invernali che vanno dai -1°C ai +4°C. Qui si trovano il versante ionico di Calabria e Puglia assieme a piccole zone litoranee della Toscana meridionale e della Liguria di Ponente caratterizzate da microclimi particolari.

IL FASCINO DI UN NOME

Una prosa carica di lirismo, dell'amico CARLO CARULLI. Per veri intenditori e amanti delle rose.

Alcune care amiche mi hanno chiesto se racconto loro storie di rose galliche.
Desideroso di condividere il mistero di una di esse, ho pensato di recarmi a trovare Charles de Mills, per descriverne le qualità, e soprattutto per verificare con lei se, in quasi due secoli e mezzo di vita, vi siano finalmente notizie certe sull'origine, più o meno sconosciuta, del suo nome. Questa meravigliosa rosa, infatti, vanta un cospicuo numero di nomi, tra i quali spiccano per eleganza e praticità etimologica, Bizarre Triomphant e, appunto, Charles de Mills.











Mentre mi avvicino al cespuglio (che in questo periodo si presenta ancora piuttosto dormiente), avverto una carezza sul braccio, e qualcosa scorrere con una delicata ma pungente intermittenza sulla manica del giubbino che in questi giorni, di primo mattino, è ancora piacevole indossare.
Mi viene naturale voltarmi e riconoscere in quella carezza la superba Stanwell Perpetual, quel meraviglioso ibrido di spinosissima, figlia della damascena bifera e della pimpinellifolia (quest'ultima comunemente conosciuta come rosa di Scozia).















"Ciao, è da un po' che non ti vedevo da queste parti", mi apostrofa quasi, dedicandomi il portamento rilassato dei suoi esili rami quasi a volermi complice della sua timidezza, racchiusa nella rosea dolcezza delle sue corolle, che fra pochi giorni daranno gioia agli sguardi e nettare agli insetti del mio giardino.












"Tu dici sempre di essere attratto dalle rose che chiami antiche... e dedichi loro gran parte delle tue premure... ma guarda che anche io vengo da tempi lontani", prosegue incalzando e finalmente rubando tutta la mia attenzione. Io conosco bene la leggenda che si narra sulle sue origini, ma forse desidero sia lei a raccontarmela, quasi a voler 'ufficializzata' la 'storia' che la vuole scoperta per puro caso durante la demolizione di una vecchia casa a Stanwell, nella contea di Essex, regno unito. Erano gli anni della c.d. 'rivoluzione industriale', gli anni in cui la frenesia del progresso sembrava avere il sopravvento su tutto e tutti, spinta da miraggi di favori economici mai ipotizzati fino ad allora. Eppure, in quel particolare stato di impulsi tecnologici, un operaio si lasciò catturare dalla ribelle delicatezza della 'rosa' di Stanwell e la salvò da sicura, tragica e sconosciuta estinzione. Più tardi, il vivaista Lee ne venne in possesso e la immise sul mercato. Era il 1838.
Hai ragione, Stanwell P., in effetti ti si può considerare decisamente una rosa antica, ancorché quasi sicuramente spontanea e figlia di rose botaniche. Mi farebbe davvero piacere che tu confermassi come vere le voci che girano sul tuo ritrovamento.
Ma a questa mia sollecitazione, Perpy non risponde, e come mossa da un leggero alito di vento, lascia dapprima i suoi esili ramoscelli ondeggiare ancora un po' lievemente, per poi addormentarsi, tenera fanciulla, in attesa di risvegliarsi fra pochi giorni superba e incomparabile principessa.
Non saprò mai se la leggenda da cui ha tratto denominazione questa rosa sia la realtà, ma mi va bene così. Del resto, il fascino di una rosa deriva anche dalle suggestioni che il suo nome è in grado di generare.
Mi giro allora verso la gallica.. hai novità per me, Charles de Mills? Le chiedo... "nessuna, per ora", mi risponde. Appunto.

Carlo Carulli

mercoledì 14 febbraio 2024

M.ME ISAAC PEREIRE: LA DONNA E LA ROSA

La rosa M.me Isaac Pereire è considerata oggigiorno una delle rose antiche più belle e con il profumo di lampone più forte. E la rosa dell'opulenza e dello splendore barocco. 











Prima di tutto, da notare che il nome di questa rosa, all'inizio, non era M.me isaac Pereire. Il suo ibridatore, Armand Garçon, le diede il nome "Le Bienheureux de la Salle", in onore di san Giovanni Battista de la Salle, ricordato per la sua devozione verso i bambini orfani e senza casa.

Armand Garçon era un ibridatore amatoriale, e sottopose la sua rosa all'amico ibridatore professionista Margottin. Quest'ultimo riconobbe subito il valore di questa rosa, ma riferì a Garçon che si trattava di una rosa tutt'al più mediocre, e che non sarebbe mai diventata famosa. Si offrì comunque di acquistargliela e di immetterla sul mercato. Armand Garçon, che all'epoca navigava in cattive acque, acconsentì e vendette la rosa a Margottin per una manciata di Franchi.

Margottin cambiò il nome in M.me Isaac Pereire e la immise sul mercato nel 1881. La rosa divenne subito enormemente popolare.

Ma veniamo ora all'idendità di questa M.me Isaac Pereire. Era la moglie di un certo Isaac Pereire, membro della famosa famiglia di banchieri francesi Rodriguez-Pereire. Si trattava di una famiglia di ebrei sefarditi che giunsero in Francia dal Portogallo nel XVIII secolo, cambiando il nome da Pereira al più francese Pereire. 













Fanny fu la seconda moglie di Isaac. I Pereire furono una coppia di filantropi e costruirono parecchie scuole, ospedali, orfanotrofi. Isaac era impegnato nell'industria ferroviaria e edilizia, e fu una importante figura della rivoluzione industriale in Francia.


























Potete acquistare la rosa  M.me Isaac Pereire potete rivolgervi a questi vivai miei "amici": il Rosificio, Vittori Vivai, Le Rose di Regina, Quando Fioriranno le Rose, Rose.it, Fior di Rosa. I link ai loro siti li trovate nel menù nella colonna a destra.

ANCORA SUL PROFUMO DELLE ROSE

Il profumo delle rose rappresenta uno dei temi più controversi riguardo la nostra amata regina dei fiori.

Il profumo delle rose ha incantato l'umanità nel corso di tutta la storia, e in quasi tutte le civiltà. Il profumo delle rose ci fa sentire meglio, ci rilassa. La frase "Fermati e annusa le rose" è proprio un invito a fermarsi e ad cogliere la bellezza di quanto ci circonda, compresi i profumi.

Ho già parlato in altri articoli delle 4 (o 5) classi in cui possiamo raggruppare i profumi delle rose (vedi qui e qui). Ma ora, a rischio di annoiare, mi ripeterò. 

Le classi di profumo delle rose sono:

1. di rosa Damascena o Rosa Antica

2. Fruttato

3. di Tè

4. di Mirra

5. Muschiato


1. Il profumo di rosa Damascena o Rosa Antica è considerato il profumo tipico di rosa, quello che ti aspetti quando ne annusi una. Le rose Alba, Gallica, Damascene e Centifolia, tutte hanno profumo di Rosa Antica. Tra le rose moderne, molti Ibridi di Tè (o HT) hanno questo profumo di rosa antica. Buoni esempi sono Etoile de Hollande (foto sotto), Papa Meilland, Mister Lincoln e Oklahoma.












2. La fragranza fruttata è altrettanto comune nelle rose. E' stata la Rosa Wichurana a passare questo profumo a tutte le sue discendenti. La wichurana Paul Noel, ad esempio, ha un forte profumo di mela. Il profumo fruttato è però molto presente anche nelle rose moderne, come gli HT, le Rose Inglesi, le Floribunda. Tra le rose inglesi, Jude the Obscure e Lady Emma Hamilton hanno un forte profumo di frutta esotica, mentre Papa Giovanni Paolo II (foto sotto), una HT, ha probabilmente il profumo di limone più intenso di tutte. Madame Isaac Pereire, rosa Bourbon, ha un fortissimo profumo di lampone misto a rosa antica.












3. Il profumo di Tè consiste in una fragranza di foglie di tè e ci giunge dalle rose cinesi. Da queste è stato trasmesso alle Noisette, alle Tè, agli HT e alle Rose Inglesi. Buoni esempi sono Lady Hillingdon (foto sotto) e Crown Princess Margareta.













4. Il profumo di Mirra è piuttosto controverso. O lo ami o lo odi (io personalmente ne vado pazza). Ricorda il profumo di anice dolce e non ha nulla a che fare con la mirra dei Re Magi. Questo profumo deriva dalla Rosa Ayrshire (foto sotto), una derivata della Rosa Arvensis. La rosa Ayrshire Splendens è un ottimo esempio di forte profumo di mirra. Altre rose con questa fragranza sono Belle Isis, Constance Spry (rosa inglese).












5. Il profumo muschiato deriva dalla Rosa Moschata, nativa delle montagne dell'Himalaya. Consiste in un profumo forte e fresco di chiodo di garofano, che hanno ereditato le rose Noisette, Tè, Hibridi di Multiflora (Moschate) e molte sarmentose. Interessante il fatto che nelle rose il profumo muschiato non deriva dai petali ma dagli stami. Buoni esempi di questa profumazione sono Rambling Rector e Paul's Himalayan Musk (foto sotto).














Le rose moderne hanno spesso una combinazione di questi profumi, che producono una fragranza assai complessa.

---------------------------------

MA QUANDO ANNUSARE LE ROSE?

Esperti di rose con alle spalle l'esperienza di una vita, sanno che anche le rose più profumate danno il meglio in determinate condizioni atmosferiche e orario della giornata.

Per odorare il profumo di una rosa al suo occorrono:

- umidità piuttosto alta

- temperatura notturna piuttosto alta

- vento assente o molto debole

- orario tra le 9 e le 11 di mattina.

L'umidità alta e la temperatura notturna sopra alla media fanno sì che i petali producano profumo in abbondanza. Alla base dei petali più interni ogni mattina si formano minuscole goccioline di profumo che si uniscono alla rugiada. Ma il vento può rovinare l'effetto: un vento forte farà evaporare le goccioline di profumo, soprattutto se si tratta di un vento secco. In primavera avanzata e in estate possiamo avere giornate con cielo sereno alla mattina, ma se l'umidità è bassa e soffia un vento secco, non ci sono le condizioni per sentire al meglio il profumo delle rose.