mercoledì 31 gennaio 2024

ESPOSIZIONI DI ROSE (1)



Nel 1950, Domenico Aicardi (grande nome tra i non numerosi ibridatori di rose italiani) scriveva:

"In molti paesi, più ricchi del nostro, esistono numerose società d'orticoltura, fra amatori, coltivatori di piante da fiori diverse ed ogni anno, anche nei più piccoli centri abitati, sono da queste organizzate mostre: della rosa, della dalia, del crisantemo, e così via.

Il giorno in cui in Italia tali associazioni e rassegne saranno ugualmente numerose e fiorenti, si sarà raggiunto quel grado di benessere che invidiamo agli altri popoli; poichè quanto più esteso è l'impiego che una nazione fa di fiori, tanto maggiore è la sua civiltà e la sua floridezza". [...]

Le mostre servono ad esaltare l'amore e la passione dei fiori, a tener acceso lo spirito di emulazione fra gli espositori coltivatori [...]. Le esposizioni di fiori sono empori di bellezza, di godimento per il pubblico visitatore, sono accademie dove si esaltano le bellezze della natura, che servono a raffinare lo spirito e ad ingentilire l'animo del popolo.

QUALE PREPARAZIONE PER LA PIANTA DI ROSA CHE VORREMMO PRESENTARE ALL'ESPOSIZIONE?

(Vi ricordo che continuo fermamente nella mia intenzione di organizzare una mostra-concorso di rose recise nel prossimo mese di maggio)

Il coltivatore può iniziare già in febbraio a curare in modo particolare le piante di rose, i cui fiori ha deciso di portare al concorso.

1. Quando la temperatura non va più sotto lo zero, si può potare.

2. Finita la potatura, si dovrà sgombrare il terreno da tutti i rami e anche dalle foglie (bruciarle o  buttarle tra i rifiuti; le foglie sono pericolose in quanto spesso portatrici di infezioni).

3. Concimare con letame fresco (ai nostri giorni piuttosto difficile da reperire) o con letame pellettato: stenderlo tranquillamente attorno alla pianta, perchè non brucia, ed aggiungere qualche manciata di concime minerale, composto più o meno con i seguenti titoli: 4 - 12 - 4 (4 di azoto, 12 di fosforo, 4 di potassio); se il potassio fosse anche leggermente più alto, non guasta.

4. Passare alla vangatura, cercando di fare attenzione a non molestare le radici superficiali.

5. Alla fine cospargere il terreno con cenere di legna passata al setaccio: questo determina un aumento del potassio e toglie di mezzo diversi animaletti, disinfettando il terreno. Questa cenere verrà poi interrata con la prima zappatura che si farà al terreno per mantenerlo fresco appena si sarà ispessito.

Finita la sistemazione del terreno, è tempo di passare ai trattamenti contro le malattie delle rose: nella prossima puntata!

lunedì 29 gennaio 2024

MA IL PUNTO DI INNESTO DOVE VA?

Le rose attuali che acquistiamo sono quasi sempre rose innestate (tranne quelle del "Rosificio"! e per amor di verità, anche di altri vivai italiani). 

Cosa significa esattamente che una rosa è innestata? 

In linea generale, per innesto di una pianta (e quindi anche di una rosa) si intende far concrescere sulle radici di una pianta (detta portainnesto o soggetto) un altro vegetale della stessa specie (detto nesto o oggetto), al fine di formare un nuovo individuo più pregiato o più produttivo o più giovane. Nelle rose, si utilizza come portainnesto di solito una rosa selvatica o comunque una rosa molto rustica, e vi si inserisce, poco sopra le radici, una gemma della rosa che si vuole moltiplicare.

Qui sotto i link a due articoli in cui ho trattato dell'innesto delle rose:

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2021/06/innesto-delle-rose-innesto-gemma.html

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2023/07/i-migliori-portainnesti-per-le-rose.html

Quasi tutti noi ci troviamo piuttosto incerti di fronte alla domanda: ma il punto di innesto va interrato o no? Anche perché su internet si trovano pagine e pagine a favore sia dell’una che dell’altra tesi.

La risposta è che tutto dipende dal clima della regione in cui ci troviamo.

In aree con clima mite e terreno umido, il cespuglio di rose sarà piantato con il punto di innesto esterno. Non c'è bisogno di seppellirlo, perché potrebbe marcire.

In zone con il clima più rigido, si raccomanda di seppellire il punto di innesto, a circa 2 cm di profondità per proteggerlo dal freddo.




ABBIAMO ACQUISTATO UNA ROSA A RADICE NUDA... E ORA?


Tutti gli amanti delle rose sanno sicuramente che una nuova rosa si può acquistare in vaso oppure a radice nuda.

Le rose a radice nuda sono piante estirpate dai campi di produzione nel loro riposo vegetativo, che presentano radici, appunto, nude, senza terra, e porzioni di rami.

La stagione di impianto delle rose a radice nuda va da novembre a marzo, (escludendo i periodi di grande gelo), perché in questo periodo le rose sono in fase di riposo vegetativo.

Le rose si piantano in luna calante.

A questo scopo il terreno nel quale verranno poste non dovrà essere gelato e nemmeno bagnato. Il lavoro dovrà essere eseguito in una giornata senza vento e senza sole, meglio una giornata con cielo coperto, per non contribuire a disidratare la nuova rosa.

Le rose a radice nuda normalmente si presentano  con una parte verde fatta di rami e con le loro radici, come se fossero state potate molto basse e poi sradicate.

Si potrà procedere ad accorciarne le radici, qualora le stesse fossero lesionate, marce o troppo lunghe. La parte verde, ossia i rami, si potranno accorciare anche all’inizio della primavera, lasciandoli ad un’altezza di massimo venti centimetri. Li si potrebbe accorciare anche in inverno al momento dell’impianto, ma il clima rigido soprattutto del nord Italia potrebbe danneggiarli.

Le radici delle rose a radice nuda si potranno immergere in una miscela di acqua, terra e letame. Questa miscela poi si potrà versare nella buca di impianto prima di riempire di terra la buca stessa. Questa fase consente di creare un film protettivo sulle radici della nuova rosa.  Se si realizza questa fase non è necessario porre altro concime dentro la buca e si dovrà bagnare di meno la pianta al termine dell’impianto. Questa fase naturalmente non esclude le concimazioni successive delle rose.

Veniamo allora ai singoli punti per trattare una rosa a radice nuda da quando ci viene consegnata:

1.Se la stagione lo permette, accorciare i rami a circa 20 centimetri.

Eliminare le radici danneggiate e tagliare un po’ le punte delle radici in modo da stimolarne la crescita. 

2. Bagnare le rose immergendole in un secchio riempito di acqua, o nella miscela di cui sopra, 12 ore prima della messa a dimora. In questo modo, le radici assorbiranno bene l’acqua. Per questo, le rose dovrebbero essere immerse nell'acqua fino al punto dell’innesto.

3. Scavare una buca di circa 40 centimetri di diametro. Dovrebbe essere abbastanza profonda da non far piegare le radici quando la pianta verrà inserita. Smuovere bene la terra della buca in modo che le radici possano insinuarsi facilmente nel terreno. Spargere nella buca del terriccio per rose e del concime (il guano va benissimo). Posizionare la pianta.

4. Compattare la terra con i piedi intorno alla rosa e poi annaffiare lentamente con 4-5 litri di acqua. In questo modo, l’acqua arriverà direttamente alle radici. 

Fatto questo, ammassare un po’ di altro composto, terriccio o terra sino a coprire i 2/3 dei rami. Non bisognerà troppo questo mucchio: servirà solo a proteggere la rosa dalla disidratazione (in caso di forti venti, ad esempio). Intorno a marzo, si scoprirà la pianta fino al livello del suolo.  Non appena la rosa inizierà a creare le prime giovani foglioline (solitamente intorno a fine febbraio/marzo), accorciare i rami anneriti, eliminare i rametti troppo esili e rovinati e concimare la rosa con del concime minerale.


sabato 27 gennaio 2024

LE TALEE: E UNA VOLTA CHE HANNO RADICATO?











Risponde sempre Andrea, del Vivaio Il Rosificio:

"Piantiamo in pieno campo e in pieno sole a giugno le talee radicate lo stesso maggio quindi minuscole (tolte dal vaso di gruppo) con radice pressoché nuda…Non ne muore una neanche per sbaglio!

Nessuna abilità…

sono solamente piccole piante di una forza incredibile perché cresciute ruspanti all’aperto.

Non cerchiamo la percentuale di attecchimento , chi se ne frega, ma solo la forza in quelle che attecchiscono …se poche su tante prendono allora, semplicemente, ne facciamo di più... tantissime…

Molti le mettono in vaso e rinvasano varie volte, 

 noi le mettiamo in terra. Il metterle in terra implica osservarle tra il verde del prato, bagnarle giusto quando e quanto è necessario ( si è no tre volte coprendo con erba ) e soprattutto prestare molta attenzione a non tagliarle sfalciando... 

Rinvasare tante volte non è sbagliato (è di più semplice gestione forse) ma le radici adattandosi al vaso perdono quello sprint che invece di natura hanno quando sono piccole per cercarsi da sole in profondità l’acqua."



venerdì 26 gennaio 2024

PERCHE' MOLTIPLICARE PER TALEA (2)











Al vivaio "Il Rosificio" si riproduce solo per talea e non tramite innesto, perchè - ci spiega Andrea:

"Prima di tutto perché trattiamo solo rose che ci permettono di non usarla: rose antiche e botaniche le quali hanno già subito la selezione del “Tempo” e negli anni sono state tramandate per talea o seme nel caso delle botaniche. 














Nella tecnica dell’innesto la radice del portainnesto cresce un paio di anni in pieno campo prima di ricevere la gemma della varietà che dovrà portare. La gemma per questo si sviluppa veloce durante il primo anno prendendo la forza delle radici vecchie di due anni e in quel momento viene venduta. 

Ad un certo punto però questo artificio si ferma e vengono fuori le mancanze insite nella tecnica. 

Non è in realtà più veloce ma semplicemente l’ innesto attecchisce sempre o quasi a prescindere dalla varietà. Si permette così una programmazione e uniformità al prodotto ovvero…

le radici fanno sviluppare all’inizio più velocemente anche varietà in realtà lente ma poi… 

che succede poi? 

Molte volte il vicino di sotto, quello ruspante, fa guerra al vicino del secondo piano. 

Chi vince?  Il più forte ovviamente: quello che ha le radici a terra. 

Riguardo la rapidità dipende dalla rosa più che dalla tecnica stessa …

lente sono solitamente le Cinesi e le Tè, le rose Multiflora le rampicanti per talea non hanno freni partono come missili nessun paragone con l’innesto..."


mercoledì 24 gennaio 2024

PERCHE' MOLTIPLICARE PER TALEA (1)

Il vivaio "Il Rosificio" di Mortegliano (UD) moltiplica le sue varietà di rose solo ed esclusivamente per talea.

Nella foto sotto, un piccolo scorcio di quelle che sono le talee di nuova produzione.














"Per la prima fase delle talee usiamo ogni vaso possibile evitando di acquistare nuova plastica." - dice un loro post su Facebook - "Sì, ci vuole più tempo all’inizio per avere una pianta sufficientemente grande da poter essere presentata ma la stessa pianta, una volta piantumata, cresce molto più forte e velocemente.

Ci vuole più tempo perché le nostre piante non le

Forziamo in nessun modo…. No SERRA, No CONCIMI, le lasciamo anche un po’ A CORTO D’ACQUA in modo che si sviluppino già preparate alle avversità della vita reale.

La pianta da talea sarà più longeva, più resistente alle malattie, alle avversità climatiche, avrà un portamento più naturale anzi avrà il suo specifico portamento datole dalle proprie radici. 

L’innesto impedisce alla pianta, che ne abbia le capacità, di rigenerarsi dalle radici producendo direttamente da esse nuovi getti. 

Questa rigenerazione è fondamentale per moltissime categorie di rose ad esempio tutte le antiche europee: galliche, alba, damascene, centifolie, muscose, spinosissime, in generale è la qualità che contraddistingue tutte le rose arbustive come rugose roxburghii e tantissime altre. Se sono sopravvissute nei secoli lo devono a questo e al fatto che qualcuno le notò, le apprezzò, ne prese un pollone o un ramo, ne fece una talea, la donò...".

lunedì 22 gennaio 2024

SEMBRA QUASI UNA PEONIA

Ops, stamattina ho fatto un guaio.

Sapete quando siete presi da un tale desiderio di possedere una cosa che vi piace tantissimo, che non riuscite proprio a farne a meno?

Ecco, ho visto su Facebook il post di una amica che ha pubblicato la foto di questa rosa










l'immagine mi ha colpito al cuore e ho pensato che dovevo avere questa rosa. Ho cercato su diversi vivai italiani e stranieri (un vivaio italiano ce l'avrebbe in catalogo ma al momento ne sono sforniti, peccato). L'ho trovata in un vivaio tedesco e l'ho acquistata, a radice nuda.

E allora, il guaio dov'è?

E' che semplicemente non ho il posto dove metterla!!!

Ora quando arriverà a radice nuda, dovrò piantarla nel giro di un paio di giorni al massimo, il tempo di tenerla un po' in acqua per farla riprendere bene.

Mumble mumble, urge che mi inventi qualcosa... 

Idee???

Intanto vediamo di che rosa si tratta: si chiama "Souvenir de Trelasé", è una rosa ibrido di rugosa, una tipologia di rose che mi hanno sempre attirato e affascinato, anche se non a tutti fanno questo effetto (ad esempio al mio amico Marc Alberici non piacciono). Io le trovo stravaganti in confronto alle altre rose, ma affidabili, profumatissime, facili da replicare sia per talea che con il seme. Adoro le righine sulle foglie.

Lo scorso anno avevo ricavato una cinquantina di semenzali, la maggior parte dei quali però si sono rovinati con l'alluvione. Ne avevo ancora una quindicina dell'anno precedente e ho provato a metterli in vendita, ma nessuno li ha richiesti... sono rose troppo di nicchia secondo me, non hanno nulla a che spartire con le rose che piacciono ai non esperti, cioè quelle "papagnone" (come dice M. Vittori) che hanno un miliardo di petali e la cui rozzezza supera spesso la bellezza.

Tornando a palla a questa rugosa nella foto, devo dire che la trovo speciale. Questa la descrizione che ne dà il Vivaio "La Rosa del Borghetto":

"Souvenir de Trélazé è un ibrido di Rosa Rugosa ottenuto da una semina spontanea nei vivai Delaunay. Ha il tipico fogliame dalle profonde venature delle altre varietà della famiglia delle rugose. I grandi fiori semi-doppi, da rosa a rosso cremisi, sono arricchiti da una moltitudine di stami gialli e bianchi al centro, tanto da far sembrare Souvenir de Trélazé una peonia! Fiorisce ripetutamente fino ai primi freddi, dedicata alla città di Trélazé sul confine sud-est di Angers, Francia."

Ebbene, non è' un amore?

venerdì 19 gennaio 2024

UMANESIMO NATURALISTA

Un bell'articolo di CARLO PAGANI, che condivido:

"Circolano in giro parolone grosse come umanesimo naturalista, messaggio straordinario assolutamente da condividere ma da spiegare. Occorre creare una consapevolezza della necessità dell’uomo d’oggi rispetto a quello di mezzo secolo fa, del bisogno necessario di natura, di verde di bellezza. I ritmi, i luoghi, le attività di ogni giorno della moderna società, ci allontanano sempre di più dalla natura. Serve coinvolgere e responsabilizzare le persone, entusiasmarle, riavvicinarle, favorire i contatti con le piante, il giardino, la campagna, serve far capire che la natura è vita, linfa vitale per ognuno di noi. E’ un’altra missione del giardiniere, oltre a crescere le piante serve far crescere le persone, anche solo raccontando un fiore, una rosa! 

Un’occasione buona per avvicinarci alla Tea Clipper (in foto), una mirabile creazione di David Austin risalente al 2006. Una rosa inglese che incarna la bellezza in tutte le sue manifestazioni. Il colore albicocca vivo cattura per la tessitura e la sua intensità, gli occhi si fermano davanti a tanto incanto e il naso è obbligato ad avvicinarsi per l’intensa fragranza di mirra, tè e frutta di agrumi. Pochissime le spine e ottimamente resistente alle malattie. Creata all’epoca per festeggiare il centenario della morte Frederick Horniman il cui nome è legato al celebre Museo Horniman a Forest Hill, Londra, contenente reperti storici da tutto il mondo."


Ho sentito un richiamo forte leggendo la spiegazione che Carlo Pagani ci dà di "umanesimo naturalista": la missione del giardiniere, e io sottolineo anche del rosaista, è anche di trasmettere la passione per una pianta, un fiore, la passione nel coltivarle e nel farle nascere seguendone tutto il loro corso di vita.

E' quello che sto cercando di fare io da quando ho deciso di creare questo blog: spargere come semi, attorno a me, l'amore per i fiori e per le rose in particolare.

Lo scorso anno organizzai una iniziativa che mi ha dato una bella soddisfazione. Contattai una maestra referente della scuola materna del mio paese, a cui spiegai qual era la mia proposta: invitare i bimbi della scuola a venire, in una mattina di novembre, a visitare il mio roseto e a prelevare dei cinorrodi direttamente dalla pianta. Poi avrei insegnato loro a vernalizzare gli acheni e a far nascere le piantine.



Questa attivissima maestra rimase entusiasta della mia proposta e riuscì a creare un progetto, accettato dal Consiglio di Istituto. Quindi una mattina di metà novembre i bimbi della scuola materna, accompagnati dalle maestre, vennero a casa mia e uno alla volta prelevarono, con le forbici da bimbo che gli fornii, tanti cinorrodi. Ricordo che questi bimbi furono bravissimi: quelli che in quel momento non raccoglievano cinorrodi se ne stavano seduti su coperte imbottite che avevo preparato, e si passavano i miei semini vernalizzati nei sacchetti per vedere come appariva la radichetta, oppure guardavano con ammirazione i piccoli semenzali che erano già nati nei bicchierini da caffè che uso io.

Spiegai ben bene come aprire i cinorrodi, come vernalizzarli e trasferirli nei vasetti. E ci riuscirono! Alla festa di fine anno scolastico poterono vendere i semenzali che i bimbi avevano allevato. Una bella soddisfazione!

IL GIARDINO IN GENNAIO-FEBBRAIO

Nelle fredde e dure giornate invernali di gennaio e febbraio, il nostro amato giardino appare abbandonato, lasciato a se stesso. I cinorrodi delle rose, che abbiamo lasciato sul rosaio per la vivacità che donano in autunno al nostro roseto, iniziano ad appassire. Notiamo poi che la parte aerea delle erbacee è secca, e i fiori che abbiamo lasciato sulle rispettive piante appaiono anneriti e cadenti.

Sappiamo naturalmente che si tratta di un momento transitorio, e ciononostante affascinante nella sua natura statica, che ci parla di calma, riposo, e attesa.



Il giardiniere saggio si concede ora un momento di riposo attivo, approfittandone per leggere, informarsi e progettare attentamente i prossimi lavori che affronterà nel suo piccolo regno.

Appena le temperature saliranno sopra lo zero in modo definitivo, a seconda della posizione geografica, potremo riprendere i lavori in giardino:

- potare le rose, gli alberi da frutto, le siepi decidue e applicare del ramato per una più rapida guarigione dei tagli

- ripulire dal secco le erbacee perenni 

- moltiplicare, tramite divisione del cespo, le erbacee perenni a fioritura autunnale

- piantare nuove rose, evitando di metterle dove sia già stata un’altra rosa (per approfondimenti a questo proposito clicca qui)

- se troviamo ancora spazi vuoti da poter riempire, è questo il momento di piantare erbacee perenni e arbusti

- concimare le piante con sostanze organiche (es. stallatico, cornunghia) per favorire la ripresa vegetativa delle piante

- nutrire il terreno con compost o humus di lombrico.

Nella mia zona, Bassa Romagna, inizio i "grandi lavori" verso la metà di febbraio se il tempo e la temperatura sono favorevoli. Il mio primo passo è la potatura delle numerose rose che ho nel roseto, e che mi impegna per circa una settimana. Successivamente ripulirò il terreno dalle numerosissime foglie cadute (io ho pochissimi alberi, e le foglie giungono quasi tutte dal vicinato).

E’ molto importante rimuovere qualsiasi residuo vegetale di rosa, soprattutto le foglie, per evitare che trasmettano malattie.

lunedì 15 gennaio 2024

MI PERMETTO DI PUBBLICIZZARE...

...i cataloghi di due vivai che considero grandi amici, e cioè "Il Rosificio" di Mortegliano (UD), e "Rose Glorio" di Diano S. Pietro (IM).


Il Rosificio è una mia scoperta recente, e ne ho parlato in questo post. Mi trovo assolutamente in linea con la filosofia di Andrea - il padrone del vivaio - e dei suoi collaboratori, per come vivono il mondo delle rose a tutto tondo. Li ho conosciuti perchè una conoscenza comune mi disse, poco tempo fa, che da loro aveva trovato la rosa Moceniga, di cui ho parlato tanto in passato.

A questo link trovate il catalogo del Rosificio.


Il vivaio "Rose Glorio" ha sede invece in Liguria. Il loro sito spiega che: 

"in oltre 25 anni di attività la nostra passione per le Rose si è trasformata in una vera e propria ricerca di Varietà di Rose particolari e ha arricchito il Vivaio di centinaia di specie appartenenti a tutte le Famiglie Botaniche delle Rose."

Ammiro moltissimo Annalisa e tutta la famiglia, i proprietari del vivaio, in quanto a partire dal mese di marzo partecipano a numerosissime fiere del verde in tutto il Nord Italia. Io ho avuto la fortuna di conoscerli personalmente lo scorso anno presso la fiera di Pordenone (vedi questo post). Poche settimane fa ad Annalisa è arrivato il primo "carico" di miei semenzali innestati: ha accettato infatti di testare alcune mie creazioni. Le sono tanto grata per questo!

Il catalogo di Rose Glorio si trova a questo link.






venerdì 12 gennaio 2024

ALCUNI MIEI SEMENZALI

Ibrido rose dal 2019, da quando ho conosciuto l'ibridatore italiano Marc Alberici e lui mi ha insegnato molti segreti dell'ibridazione (qui le piante da lui create). Abbiamo anche ibridato insieme, un giorno di giugno 2019, nel suo roseto.

E' proprio una di queste rose ibridate insieme a Marc, che parteciperà al Concorso Internazionale per nuove varietà di Rose di Faenza del 2024.

Il mio semenzale si chiama "Raggisolaris" (in onore della squadra di basket di Faenza) ed è frutto dell'incrocio:

Prince Jardinier x ht arancione senza nome.

E' una ibrido di tè dal colore corallo, sanissima, dal fogliame verde chiaro semilucido, il fiore è molto profumato.






Su consiglio di Marc, facemmo subito innestare questo semenzale, così lo scorso anno, in marzo, potei portare personalmente 5 esemplari a Faenza, alla sede del concorso.

Al momento non ho altri semenzali già riprodotti per innesto e quindi pronti da presentare ad altri concorsi. La scorsa estate ho comunque provveduto a innestare, io personalmente, altri 3 miei semenzali, nella speranza di ottenere delle piante per i concorsi. I semenzali in questione sono:

BOR030-21
che si può visualizzare a questo link del mio blog:
Il nome di questo semenzale è: "Maestra Barbara" (Barbara è stata un'insegnante di scuola materna di mio figlio Gabriele).

BOR058-21 F

Ho pensato di chiamare questo semenzale: "Lorenzo", che è il nome di mio marito.

BOR106-21
che si può visualizzare alla pagina: https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-30.html e a cui ho dato il nome "Maestra Maria Domenica" (un'insegnante di scuola materna di entrambi i miei figli, Gabriele ed Emma).

Ho altri semenzali che ritengo degni di nota e che penso di innestare la prossima estate:

BOR099-21
Di questo semenzale trovo adorabile il colore e la corolla semplicemente semidoppia e non piena. Ho deciso di chiamarlo "Alberico da Barbiano". Un personaggio realmente esistito, nato nel 1349, che fu condottiero e capitano di ventura. L'unico personaggio famoso a cui il nostro paesino ha dato i natali.

BOR209-22
un semenzale che si sta rivelando una piccola rampicante, molto sana, e a cui ho dato il nome "Monica", una mia carissima amica.

BOR011-20
un semenzale di cui vado molto fiera, e in cui nemmeno Marc Alberici credeva. Infatti solo al secondo anno di vita ha mostrato le variegature sui petali. Ho deciso di dedicarlo a mio figlio chiamandolo "Lele's heart".

BOR050-21
questo è forse il semenzale che mi stupisce di più, infatti ha già raggiunto dimensioni ragguardevoli. Potrei definirlo un piccolo rampicante rambler, e forse crescerà ancora. L'ho dedicato a mia figlia chiamandolo "Emma's Whims". Adoro le sue sfumature.

BOR208-22
Un semenzale ancora senza nome, ma per la cui originalità ho già ricevuto dei complimenti. E' frutto dell'incrocio
STERLING SILVER X COCORICO
ha una bellissima corolla con il bordo fucsia, ed è profumato.






DESIDERIO DI ROSE BLU

Un bell'articolo di CARLO PAGANI, che condivido con il benestare dell'autore.

Chi fa il mio mestiere di storico delle rose ha necessariamente buona memoria del passato, gli occhi sono costantemente attratti dalle decine di novità che arrivano sul mercato, sempre più caratterizzate dalla forma, dalle tinte e dall’immancabile profumo. 

Ma la memoria non tralascia nulla del passato di questo fiore  che affianca la storia dell’uomo dalla nascita alla scomparsa. Ci sono rose che hanno fatto la storia e hanno rappresentato un epoca che hanno il solo difetto di essere datate o passate di moda, eppure hanno rappresentato l’avvio di una tendenza. 

Una di queste è la rosa ‘BLUE MOON’ (in foto) 












quella che maggiormente ha illuso di essere finalmente arrivati alla rosa blu. Negli anni 60 quando dall’Olanda arrivavano i primi cataloghi con la vendita per corrispondenza, la foto della ‘Blue Moon’ era mistificata,




 








totalmente blu, con la totale delusione nel vederla poi fiorire successivamente. Bastava accettare la sua bellezza comunque straordinaria e non raccontarla con l’inganno. 

Creata in Germania nel 1964 da Mathias Tantau, viene venduta anche con lo pseudonimo di ‘Sissi’. Si tratta di un ibrido di rosa tea dal colore lilla fisso, immutevole, fiore dalla forma classica, 40 petali e un profumo che varia secondo calore ed orario della giornata. Boccioli lunghi ed appuntiti, un classico delle rose tea, forma della pianta eretta e fogliame lucido verde scuro.  Resiste bene al caldo, buona prestazione anche come fiore reciso. 

La bellezza si racconta da sé, non servono alterazioni o esaltazione che vanno oltre la realtà, raccontarla come una rosa blu ha finito per  togliergli l’interesse dovuto. Eppure dal 1964 da questa mirabile creazione, ogni ibridatore si è cimentato nella spasmodica ricerca tutt’ora vana del colore blu. Ora sono decine le rose con questo colore malva, tutte seducenti, affascinanti e incantevoli, tutte hanno inciso il Blue nel loro nome, tutte a offrire il loro contributo alla bellezza alla quale non ci abitueremo mai!

LE PRIME GERMINAZIONI

Sono passati due mesi da quando ho messo gli acheni di rosa a vernalizzare in frigor. Se ricordate, utilizzo bustine di plastica trasparente contenente terriccio umido. Ho messo le bustine contenenti gli acheni in un contenitore tipo "tupperware".










Grazie alla trasparenza delle bustine, mi accorgo subito quando un achene inizia a germinare, perchè butta quella che io chiamo "codina", come si può vedere dalla foto qui sotto (scusate la scarsa qualità).


















Una volta individuato il semino germinato, lo estraggo con un cucchiaino di plastica, facendo la massima attenzione a non danneggiarlo.

Poi preparo i bicchierini da caffè di plastica (riesco anche a riciclarli dagli anni precedenti finchè non si rompono): metto del terriccio (naturalmente di ottima qualità), lo schiaccio bene e pratico un buchetto profondo circa 2 cm. con uno stuzzicadenti da spiedini in legno.










Metto delicatamente l'achene germinato nel buco e ricopro con un po' di terriccio. Dopo alcuni giorni spunteranno le piantine.



lunedì 8 gennaio 2024

DAI RICORDI DI UN AMICO

La scorsa settimana ho fotografato la mia bellissima "Souvenir de Gilles Villeneuve" che, sorprendentemente, è fiorita anche in dicembre (complice la temperatura troppo mite).
















Ho postato queste foto su Facebook e, con mio grande piacere, Carlo Carulli ha commentato con una sua storia, che ora riporto con il suo permesso.

"Una rosa davvero bella, dalla fragranza molto particolare.. ho un ricordo particolare e simpatico che oggi desidero condividere con voi... Era il 2011, e al Roseto Comunale di Roma questa rosa partecipava allo storico concorso internazionale nella categoria delle floribunda.. mi attardavo intorno al cespuglio completamente fiorito, che aveva attirato più volte la mia attenzione in quella giornata.. frettolosamente definendone il fiore 'un'altra rosa screziata' (avrebbe vinto la medaglia d'oro al concorso internazionale di Monza, l'anno successivo!!!! 😳), quando si avvicinò a me un 'ragazzo col borsello a tracolla' che a bruciapelo mi chiese.. 'secondo lei, di cosa profuma questa rosa?'.. dopo varie 'annusate' avvertivo una particolarità ma non seppi rispondere; fu allora che si avvicinò una ragazza che gentilmente chiese.. 'posso?', si chinò e in una frazione di secondo sentenziò.. 'chiodo di garofano'.. ricordo che invidiai la ragazza per la sua prontezza olfattiva mentre si allontanava con naturalezza senza voltarsi, e ricordo lo sguardo ammirato che ci scambiammo io e il 'ragazzo col borsello'.. quel ragazzo era Marc Alberici, l'ibridatore della rosa e fu in quell'occasione che ebbi il piacere e la fortuna di conoscerlo.. la sua Souvenir di Gilles Villeneuve venne selezionata poi, nel 2013, per fare parte della collezione di rose, nell'allora 'roseto sperimentale' dell'istituto agrario G. Garibaldi di Roma, nella sezione dedicata agli ibridatori italiani, tra i quelli figuravano anche Aicardi e Mansuino.

Grazie a Marc quindi, per questa meraviglia, e buon anno e buone rose a tutti.

Carlo"

A questo link la pagina dedicata alle mie foto della Souvenir de Gilles Villeneuve https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-26.html.