venerdì 19 gennaio 2024

IL GIARDINO IN GENNAIO-FEBBRAIO

Nelle fredde e dure giornate invernali di gennaio e febbraio, il nostro amato giardino appare abbandonato, lasciato a se stesso. I cinorrodi delle rose, che abbiamo lasciato sul rosaio per la vivacità che donano in autunno al nostro roseto, iniziano ad appassire. Notiamo poi che la parte aerea delle erbacee è secca, e i fiori che abbiamo lasciato sulle rispettive piante appaiono anneriti e cadenti.

Sappiamo naturalmente che si tratta di un momento transitorio, e ciononostante affascinante nella sua natura statica, che ci parla di calma, riposo, e attesa.



Il giardiniere saggio si concede ora un momento di riposo attivo, approfittandone per leggere, informarsi e progettare attentamente i prossimi lavori che affronterà nel suo piccolo regno.

Appena le temperature saliranno sopra lo zero in modo definitivo, a seconda della posizione geografica, potremo riprendere i lavori in giardino:

- potare le rose, gli alberi da frutto, le siepi decidue e applicare del ramato per una più rapida guarigione dei tagli

- ripulire dal secco le erbacee perenni 

- moltiplicare, tramite divisione del cespo, le erbacee perenni a fioritura autunnale

- piantare nuove rose, evitando di metterle dove sia già stata un’altra rosa (per approfondimenti a questo proposito clicca qui)

- se troviamo ancora spazi vuoti da poter riempire, è questo il momento di piantare erbacee perenni e arbusti

- concimare le piante con sostanze organiche (es. stallatico, cornunghia) per favorire la ripresa vegetativa delle piante

- nutrire il terreno con compost o humus di lombrico.

Nella mia zona, Bassa Romagna, inizio i "grandi lavori" verso la metà di febbraio se il tempo e la temperatura sono favorevoli. Il mio primo passo è la potatura delle numerose rose che ho nel roseto, e che mi impegna per circa una settimana. Successivamente ripulirò il terreno dalle numerosissime foglie cadute (io ho pochissimi alberi, e le foglie giungono quasi tutte dal vicinato).

E’ molto importante rimuovere qualsiasi residuo vegetale di rosa, soprattutto le foglie, per evitare che trasmettano malattie.

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