14 GIUGNO 2019
Una panoramica del Giardino Sperimentale di Marc Alberici. Il luogo principale dove effettua gli incroci e dove segue l'andamento delle nuove rose da lui create. Ho scritto "il luogo principale" in quanto anche nel giardino di casa sua ho visto diversi sacchettini bianchi sulle piante di rose, segno che lui ha ibridato anche lì.😊 Insomma, quando vede una rosa non sa resistere, gli parte l'ibridazione...😂
Ho visto lo spirito del vero ibridatore nel modo in cui Marc giudica una pianta di rose. Un profano fa caso al colore del fiore, poi magari al profumo e alla forma. I veri professionisti devono giudicare prima di tutto quanto è sana la pianta, ed è la prima cosa che Marc guarda. Io sono una povera profana, e davanti a un fiore di rosa ci pianto il naso dentro x sentire che profumo ha. 😁
Purtroppo ho mancato di una settimana la piena fioritura. Non ho quindi potuto ammirare le non rifiorenti, tra le quali una considerevole siepe di galliche. Sará per il prossimo anno!
Un settore essenziale del giardino sperimentale di Marc Alberici è la nursery, il luogo che più crea aspettative.
Qui infatti le piantine germinate in inverno, mettono radici e si sviluppano in vasi pieni di una mistura di ottimo terriccio e sabbia .
Giá a tre mesi di etá, le piantine, alte anche solo una decina di centimetri, mettono il primo bocciolino.
Da buona regola, bisognerebbe eliminare il primissimo bocciolo senza lasciarlo nemmeno aprire, per dare modo alla pianta di diventare piú robusta.
Ma come si fa a essere più forti della curiositá?
In ogni vaso ci sono piantine "sorelle", cioè derivate dalla stessa pianta madre (e stesso polline padre) e difficilmente se ne trovano due uguali.
A questa etá si può anche giá capire quanto siano sane le plantule. Se qualcuna presenta tracce di oidio, si può buttare.
13 GIUGNO 2019
Grande giornata oggi, da ricordare sul calendario. 13 giugno 2019 il giorno in cui ho ibridato (rose) nel giardino sperimentale di un ibridatore (vero) insieme all'ibridatore: Marc Alberici.
Non abita propriamente dietro l'angolo, ma i quasi 500km tra andata e ritorno ne sono valsi la pena.
Per cominciare la giornata è stata ottimale, con tanto sole ma caldo non eccessivo.
La cosa che più può colpire un non addetto ai lavori che entri per la prima volta nel giardino, è la gran quantità di sacchettini bianchi che, come minuscoli cappucci, ricoprono i fiori già ibridati o pronti per esserlo.
Io sono una principiante, ma i sacchettini stanno già apparendo, in piccola quantità, anche nel mio giardino.
Tutta colpa di Marc. Era ancora inverno, che giá su whatsapp mi diceva: hai pensato agli incroci che farai? Inizia a segnarteli!
Poi mi ha inviato la procedura, con tanto di foto illustrative. Insomma, praticamente un tutorial.
Verso metà maggio (uno dei maggio climaticamente peggiori che io ricordi) ero pronta. Avevo preparato tutta l'attrezzatura: forbicine, contenitori per raccogliere il polline, pennellino per ibridare. Ho prima raccolto il polline da alcune rose, poi bisognava aspettare qualche giorno perché maturasse.
Siccome pioveva, ho tardato forse qualche giorno in più, insomma, quando finalmente è uscito il sole, ero al limite, il polline rischiava di "scadere". Ho raccolto i miei strumenti, e, sorpresa, era sparito il pennellino. Dopo breve indagine è saltato fuori che ci aveva giocato mia figlia e non si ricordava più dove l'aveva messo. Non potendo perdere altro tempo, ho messaggiato il problema a Marc e lui mi ha risposto: usa il dito.
E ho veramente usato il dito (indice della mano destra) e ho trovato l'esperienza alquanto gratificante.
Tanto che alla sera ho scritto a Marc che avevo "ibriDITATO" molto bene. E il verbo "ibriditare" è entrato nel nostro vocabolario.
Oggi ho avuto l'onore di ibriditare nel suo giardino sperimentale.
Questa storia continua nel prossimo post.