13 GIUGNO 2019
Grande giornata oggi, da ricordare sul calendario. 13 giugno 2019 il giorno in cui ho ibridato (rose) nel giardino sperimentale di un ibridatore (vero) insieme all'ibridatore: Marc Alberici.
Non abita propriamente dietro l'angolo, ma i quasi 500km tra andata e ritorno ne sono valsi la pena.
Per cominciare la giornata è stata ottimale, con tanto sole ma caldo non eccessivo.
La cosa che più può colpire un non addetto ai lavori che entri per la prima volta nel giardino, è la gran quantità di sacchettini bianchi che, come minuscoli cappucci, ricoprono i fiori già ibridati o pronti per esserlo.
Io sono una principiante, ma i sacchettini stanno già apparendo, in piccola quantità, anche nel mio giardino.
Tutta colpa di Marc. Era ancora inverno, che giá su whatsapp mi diceva: hai pensato agli incroci che farai? Inizia a segnarteli!
Poi mi ha inviato la procedura, con tanto di foto illustrative. Insomma, praticamente un tutorial.
Verso metà maggio (uno dei maggio climaticamente peggiori che io ricordi) ero pronta. Avevo preparato tutta l'attrezzatura: forbicine, contenitori per raccogliere il polline, pennellino per ibridare. Ho prima raccolto il polline da alcune rose, poi bisognava aspettare qualche giorno perché maturasse.
Siccome pioveva, ho tardato forse qualche giorno in più, insomma, quando finalmente è uscito il sole, ero al limite, il polline rischiava di "scadere". Ho raccolto i miei strumenti, e, sorpresa, era sparito il pennellino. Dopo breve indagine è saltato fuori che ci aveva giocato mia figlia e non si ricordava più dove l'aveva messo. Non potendo perdere altro tempo, ho messaggiato il problema a Marc e lui mi ha risposto: usa il dito.
E ho veramente usato il dito (indice della mano destra) e ho trovato l'esperienza alquanto gratificante.
Tanto che alla sera ho scritto a Marc che avevo "ibriDITATO" molto bene. E il verbo "ibriditare" è entrato nel nostro vocabolario.
Oggi ho avuto l'onore di ibriditare nel suo giardino sperimentale.
Questa storia continua nel prossimo post.
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