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venerdì 19 aprile 2024

ROSE ANTICHE: LA ROSA GALLICA

La Rosa Gallica è probabilmente la più antica rosa della quale si abbiano elementi sufficienti per una quasi certa classificazione. La sua origine, a differenza di altri gruppi, ha radici ben chiare in una rosa botanica: la Rosa Gallica. Questa rosa botanica ha un fiore semplice (cioè a 5 petali) di colore rosa che può variare da sfumature più chiare a più scure.









Tutti gli ibridi derivati dalla Rosa Gallica non sono rifiorenti; hanno fiori con tonalità degradanti dal rosso al rosa vivo e la sua vastissima diffusione fu dovuta al fatto che fin dall’antichità era coltivata come pianta medicinale e si riproduceva con facilità da stoloni radicali (radici orizzontali che ogni tanto riaffiorano nel terreno formando nuove piante).

La Rosa Gallica era conosciuta a Roma (descritta da Plinio il Vecchio) dove era probabilmente arrivata dalla Gallia, dato che per i romani la rosa era considerata bottino di guerra. Fu diffusamente coltivata a Provins, vicino a Parigi, dove a causa di mutazioni o di riproduzioni per seme, furono selezionate tantissime varietà di colore porpora, profumatissime, con fiori doppi e semidoppi. 

I fiori venivano usati in campo ornamentale ma l’uso principale fu in campo medico, tanto che sorsero fabbriche dove si producevano dolciumi e medicamenti utilizzando i petali, le bacche, le foglie ed anche le radici. Si arrivò a coltivarne più di mille varietà con colori dal rosa pallido a rosso scuro e con petali variegati o maculati. Oggi ne sopravvivono pochissime che hanno comunque il merito di aver trasmesso il color rosso scuro alle rose moderne. Si trovano in commercio e hanno tuttora tantissimi estimatori. 

Ecco alcune delle varietà in commercio (ce ne sono naturalmente altre, e le potete trovare nei vivai specializzati):










CARDINAL DE RICHELIEU 

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CHARLES DE MILLS

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BELLE SULTANE (che ha una bellissima storia di cui ho già parlato QUI)

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TUSCANY SUPERB

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BELLE DE CRECY

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OFFICINALIS (chiamata anche ROSA DEL FARMACISTA)

martedì 10 luglio 2018

ROSE ANTICHE O ROSE MODERNE?


(da https://www.unquadratodigiardino.it/novita/rose-che-passione/antica-vs-moderna-rose-antiche-o-rose-moderne.html)

Le rose nei giardini sono come i guardaroba nelle case,‭ ‬subiscono le mode.‭
‬In questi anni sono‭ “‬in‭” ‬le rose antiche almeno quanto lo è il vintage nell’abbigliamento.‭

A dare il via a questa inversione di stile è stato l’ibridatore inglese David Austin,‭ ‬quando ebbe la felice idea,‭ ‬che poi è stata la sua fortuna,‭ ‬di creare rose che avessero la robustezza delle moderne ma in stile antico,‭ ‬per portamento,‭ ‬forma del fiore e profumo.‭

‬Ebbe un tale successo che i maggiori ibridatori si sono subito dati un gran da fare per creare proprie linee con le stesse caratteristiche,‭ ‬e abbiamo assistito ad una divertente ricerca di nomi che evocassero tale suggestione.‭
‬Meilland:‭ ‬Le romantiche
Guillot:‭ ‬Generose
Tantau:‭ ‬Nostalgiche‭

‬Dopo decenni di HT con fiori grandi pieni e portamento rigido ed eretto (quelle rose che io, disprezzandole un po', chiamo "rachitiche"),‭ ‬si è iniziato ad apprezzare fiori più piccoli e cespugli più arrotondati.

‬A questo punto vediamo quali sono i pro e contro tra antiche e moderne.‭


‬Le antiche presentano una biodiversità maggiore,‭ ‬hanno fogliame diverso sia nel colore,‭ ‬tutti i toni del verde con riflessi blu o grigio,‭ ‬che nella forma a seconda dell’appartenenza.‭ ‬Il portamento è libero,‭ ‬finanche disordinato per alcune.‭ ‬I fiori poi di alcune specie,‭ ‬come le alba,‭ ‬hanno un aspetto opalescente che non è stato eguagliato da nessuna moderna,‭ ‬altre sono sericee ovvero i petali presentano una superficie setosa paragonabile alla pelle trattata con un olio secco...‭ ‬che lusso‭! (foto: sopra la gallica Belle Sultane e la Rosa Centifolia, a sinistra l'ibrido perpetuo Baron Girod de l'Ain)

Ma le patologie fungine‭ “‬possono costituire un problema‭” ‬per molte di loro e,‭ ‬potarle bene è un prenderci...‭ ‬si impara con il tempo e sbagliando,‭ ‬che in questo caso le regole generali lo sono troppo per adattarle a tanta diversità.‭

Le rose più nuove (quelle cui ha dato il via David Austin) vengono definite "modern shrub", che si può tradurre come "rose a cespuglio moderne". Questa definizione è piuttosto vaga, infatti ricopre un'ampia  gamma di rose a cespuglio di origine diversa, molte delle quali non sono nemmeno troppo distanti dalle rose botaniche. 



(foto: "Iceberg", "Morning Has Broken", a fianco "Rhapsody in Blue"). 

Sono tutte molto robuste e fioriscono liberamente e continuamente dalla primavera all'autunno inoltrato. Sono affidabili,‭ ‬le impianti e loro lavorano e producono,‭ ‬superati i primi anni di assestamento diventano macchine di produzione vegetativa.‭ ‬Come riconoscerle‭? ‬hanno tutte‭ (‬o quasi‭) ‬foglie verde brillante e lucide...‭ ‬perfette‭! ‬sono una soddisfazione in giardino e creano pochi problemi.‭

A questo punto... a voi la scelta. Io mi sono orientata ad averne almeno un cespuglio di ognuna.


martedì 24 aprile 2018

NUOVE PIANTINE

Quelle che vedete a sinistra sono solo una parte delle piantine di rose nate questa primavera. 

Sì, le ho seminate io, ancora in dicembre (ricordo che era il 30). Ho provato a seminare diverse varietà, ma alla fine ne sono nate solo alcune: "Baron Girod de l'Ain" (ibrido rifiorente), "Hanabi" (rampicante), Sibelius (ibrido di moscata), e queste che vedete che sono "La Belle Sultane" (gallica).

Sono molto felice del risultato, a giugno le trapianterò in contenitori più spaziosi. Sono veramente tante, se a qualcuno ne interessasse una o più, gliele regalo volentieri.
Sotto, le foto, nell'ordine. Solo La Belle Sultane non è una foto mia, ma è stata presa dal web.








venerdì 3 marzo 2017

NUOVO ANNO!

E' iniziato marzo! E vedo con vergogna che da novembre non posto più niente... D'altronde, in questo periodo, le rose dormivano, c'era proprio poco da dire.
Sabato 18 febbraio ho frequentato un corso di potatura delle rose presso il Vivaio Vittori, e mi sono trovata molto bene. Il corso è stato tenuto dal sig. Alberto e dalla figlia Maria. Abbiamo avuto una prima parte teorica, al coperto, dove i due insegnanti ci hanno mostrato, dopo le regole di base valide per tutte le rose, la potatura sulle diverse tipologie di rose: cespugliose moderne, arbustive, antiche.
Ho fatto incetta di rametti tagliati per tentare delle talee (in particolare di due rosai che mi interessavano: una muscosa, la James Mitchell, e la Veilchenblau), e ho preso anche dei cinorrodi, in particolare della Belle Sultane. Ho già preparato il tutto (semi e talee), vedremo se ne uscirà qualcosa.
Dopo la prima parte teorica, ci siamo trasferiti in vivaio, all'aperto, e abbiamo continuato lì la dimostrazione.
Il vivaio Vittori è bello adesso che le piante sono ancora ferme, figuriamoci in maggio...
I nostri insegnanti ci hanno anche consegnato una dispensa su come potare le rose, e un prospetto dei trattamenti e concimazioni annuali delle rose.
Quest'ultimo lo pubblico (a destra).
Durante la settimana successiva, sono riuscita a potare da sola tutte le mie rose, e ho fatto seguire un trattamento antifungino con poltiglia bordolese, come consigliato.
Poi ho rivoluzionato un po' le cose nel mio giardino, anche perchè da Vittori ho acquistato cinque nuovi rosai: Baron Girod de l'Ain (ibrido rifiorente), Stanwell Perpetual (ibrido di pimpinellifolia), Rhapsody in Blue (floribunda), Pink Grootendorst (ibrido di rugosa), Hanabi (rampicante).
Per ora ho messo a terra solo la Baron, tanto sono tutte in vaso. Devo finire di spostare rose più vecchie per far posto alle più nuove.

lunedì 23 maggio 2016

FULL IMMERSION IN UN MONDO DI ROSE

...ovvero meglio del Paese delle Meraviglie

Come c'era da aspettarsi, non ho potuto mancare all'appuntamento del "Porte Aperte" ai Vivai Vittori. Giornata splendida, con un po' di vento che non faceva altro che spandere meglio nell'aria i soavi profumi delle rose... insomma, un pomeriggio in un mondo incantato, una evasione che... ci voleva!
Mia intenzione, poi, era di fotografare in modo ordinato i rosai che più mi avessero colpito, annotando a parte il nome per poter pubblicare il tutto in modo razionale. E invece... la mia speciale accompagnatrice under8, rosofila in erba, si è impossessata del telefono, ha iniziato a fotografare spasmodicamente qualunque cosa, e il risultato è stato sì un sacco di foto, ma di pochissime rose posso riferire il nome... Metterò quelle che ricordo in questo post, per le altre basterà cliccare qui e si aprirà la pagina con tutte le foto.
Il risultato di questa speciale giornata è stata la mia presa di coscienza di una cosa che, probabilmente, sentivo già dentro in modo indefinito, e cioè che... sono stufa delle rose ibridi di tea! Qualche segnale l'avevo già dato con il mio ultimo acquisto, l'ibrido di pimpinellifolia, niente di più lontano dall'eleganza delle moderne ibridi di tea. Ma ieri ho visto che le mie preferenze andranno sempre di più verso le galliche, le antiche, le botaniche, le muscose, le rugose... mi sono innamorata della "Belle Sultane" (foto), rosa gallica di inzio '700, il cui nome deriva da una storia straordinaria, che qui riporto (cfr. https://www.flickr.com/photos/37797486@N06/9126308283).
La storia inizia in Martinica, verso il 1780, dove due bambine, Joséphine e sua cugina Aimée, si recano presso una veggente per farsi predire il futuro. La veggente predice per entrambe un destino straordinario:la prima sarà più che regina e l'altra deterrà un immenso potere come sovrana nascosta di un palazzo che non potrà mai lasciare.
La predizione si avvera: Joséphine diventerà moglie di Napoleone e imperatrice dei Francesi mentre Aimée vivrà un'avventura incredibile. Al ritorno in Martinica da un viaggio in Francia ,la nave che la riporta in patria è catturata dai pirati e la ragazza viene rapita, venduta come schiava bianca in Algeria e infine offerta al Sultano di Costantinopoli, Abdoul Hamid. Da quel momento la sua vita si svolgerà tutta nell'harem dove Aimée, detta “Nakchidil”, acquisterà un potere silenzioso ma enorme, prima come favorita del vecchio sultano, poi del suo successore e infine, come madre adottiva di un terzo sultano, diventando la cosiddetta "Sultane Valide" (o Regina Madre)

Questa rosa, una gallica risalente al XVIII secolo, introdotta nel 1810 dal giardiniere André Dupont nel giardino dell'imperatrice Joséphine, la Malmaison, venne dedicata dalla stessa Joséphine, a Aimée Dubuc de Riverie, la bambina sua compagna di giochi che, attraverso vicende straordinarie, divenne una delle più potenti sultane dell'Impero Ottomano.

Altri rosai ammirati ieri e di cui ricordo il nome: la rosa verde, nome scientifico "Rosa chinensis viridiflora" e la "Variegata di Bologna" (purtroppo le foto sono un po' sfuocate) .
Poi la muscosa "Chapeau de Napoleon" (a destra), diverse rugose di cui ho fotografato anche le foglie, la bellissima cascata viola della "Veilchenblau".
Nel vivaio sono stata catturata da una rosa di Carruth, neanche tanto recente, ma diversa dalle solite ibride di tea: si chiama Hanabi, è una rampicante di taglia ridotta, che, mi ha detto Maria Vittori, potrei tenere anche in vaso visto che ormai ho finito il posto a mia disposizione. Non mi dispiacerebbe affatto! (a destra).
E infine... l'acquisto che non poteva mancare. L'inglese di David Austin "Lady Emma Hamilton", rosa-ramato. Bellissima!