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venerdì 11 agosto 2023

PIANTARE IN TERRA UNA ROSA DOVE CE N'E' STATA UN'ALTRA

Quante volte può capitare di dover togliere dal terreno una rosa, per qualunque motivo (non ci piace più, o è malaticcia, o addirittura si è seccata) per rimpiazzarla con un'altra.

Attenzione, perchè sorge un problema di cui pochi sono a conoscenza: la MALATTIA DEL REIMPIANTO (remplant desease).

Che cos'è la malattia del reimpianto?
La malattia del reimpianto è un problema riconosciuto ma poco compreso. Si verifica quando una pianta viene sostituita con una dello stesso tipo. Per la maggior parte delle piante questo non causa problemi. Tuttavia, per altre, in particolare rose e alcune altre nella famiglia delle rose, la nuova pianta non riesce a prosperare o a crescere in modo decente. Le radici della pianta precedente devono solo essere state nel terreno anche solo per alcuni mesi perché si verifichi il problema.

Sintomi
Le piante colpite dalla malattia del reimpianto possono mostrare quanto segue:
-le nuove piantagioni possono avere difficoltà a stabilirsi, avere una scarsa crescita e persino morire. Ciò è più evidente quando una pianta che cresce in un terreno colpito viene confrontata con una piantata contemporaneamente in un terreno inalterato o sterilizzato;
-le radici cresceranno male e le radici fini potrebbero marcire.

SOLUZIONE
La soluzione classica a questo problema è quella di cambiare il terreno con terra fresca proveniente da un'altra parte del giardino. Il terreno dovrebbe essere rimosso per creare una buca di piantagione di qualche centimetro più grande dell'intera diffusione delle radici. Di solito ha un diametro di circa 60 cm e una profondità di almeno 40 cm (ma c'è chi raccomanda fino a 80 cm!). E poi si ha sempre paura di non aver tolto abbastanza terra, perchè magari le radici si erano propagate alquanto.

Fino a questa primavera ho adottato questa soluzione, che comunque non mi ha mai dato assoluta sicurezza.

Recentemente ho trovato una soluzione assolutamente EFFICACE in quanto ho avuto modo di provarla già 4 volte nel mio roseto.
In inglese viene chiamato

THE BOTTLE BOX METHOD (metodo della scatola da bottiglie)
e online ho trovato che è stato consigliato sia da David Austin che da
Peter Beales, due giganti delle rose entrambi inglesi.

Il metodo è molto semplice e consiste in questo: procurarsi una scatola di cartone (viene consigliata una "scatola da bottiglie" ma va bene una qualsiasi scatola di misure all'incirca cm. 50x50x50). Dopo aver tolto la pianta vecchia e scavato una buca che possa accogliere la scatola, portare via tutta la terra rimossa e metterla in un'altra parte del giardino. Inserire la scatola nella buca, mettere la nuova pianta, ricoprirla di terra e terriccio nuovi riempiendo la scatola. A questo punto alla nuova terra vanno mescolate delle micorrize (di cui ho parlato in questo post https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2022/04/le-micorrize.html). Poi pestare e chiudere bene il buco.

Con il tempo la scatola si disintegra, e nel frattempo il terreno circostante sarà tornato "pulito".





martedì 26 febbraio 2019

LAVORI IN GIARDINO E PROGETTI

Approfittando del tempo sereno e delle temperature non troppo basse, nei giorni scorsi ho effettuato la potatura di tutte le mie 75 rose "ufficiali" (ho inoltre potato le 11 nate da seme nel 2018, da cui sono proprio curiosa di vedere cosa salterà fuori).

I lavori in giardino però non sono consistiti solo nella potatura, ma, come da qualche anno a questa parte, nella preparazione di un posto per delle nuove varietà. Il che significa naturalmente togliere delle piante già esistenti.

Quest'anno ho tolto (e già regalato):

- la n. 3 (un ibrido di tea rosso, non profumato, che mi ero portata addirittura dal giardino di Lugo)


- la n. 1 (un ibrido di tea bianco ottenuto da talea, forse "Garden Party", poco profumata)


- la n. 55 (una plantula ottenuta da seme, ibrido di tea, bianca, non profumata)


- la n. 21 (una ibrido di tea rosa, forma del fiore da rosa antica, non profumato, che comunque ho doppio)


- la n. 20 (ibrido di tea "Eminence", color viola, profumato)


- la n. 50 (una plantula ibrido di tea, rossa, ottenuta da seme, non profumata)


il progetto è di acquistare le seguenti nuove varietà: (le successive foto sono tutte prese a prestito dal web, mentre le precedenti sono mie)

- BASYE'S PURPLE ROSE
La prima volta che ho visto questa rosa in internet sono rimasta assolutamente affascinata per il colore e soprattutto per il fatto che gli stami e il centro sono rossi come i petali. Si tratta di una rugosa, altro aspetto che mi ha motivato nella scelta. Purtroppo in Italia non l'ho trovata, l'ho ordinata presso un vivaio francese. Sto aspettando che arrivi!










- ROSE DE RESCHT
E' una Portland (varietà che mi mancava), profumata, che dovrebbe rimanere abbastanza contenuta, e che metterò in vaso













- ELSE POULSEN, una floribunda immessa sul mercato nel 1924 dall'ibridatore danese Poulsen, con fiori mediamente profumati














- BOSCOBEL, una rosa inglese di David Austin, che ho scelto per il colore molto particolare












-WOLLERTON OLD HALL, un'altra rosa inglese, questa l'ho scelta per il profumo di mirra, che "mi manca"
















- BRERA, una floribunda che acquisterò da Vittori Vivai, e la prenderò praticamente a scatola chiusa, essendo una novità del 2018 di cui non ho trovato foto sul web

- ? UNA PICCOLA FLORIBUNDA da coltivare in vaso (la scelta si è ristretta tra Topolina, Weg der Sinne e Amber Sun - le foto sono in ordine - disponibili da Vittori Vivai).







venerdì 16 settembre 2016

MOLTIPLICAZIONE PER TALEA: IL "METODO DELLA POSTA"

Questo metodo per forzare le talee ad emettere prima il callo poi le radici l'ho letto su un forum, e ho provato a metterlo in pratica.
L'idea deriva da una forumista che aveva mandato per posta delle talee ad un collega. Causa indirizzo sbagliato, dopo una quindicina di giorni le talee le tornarono indietro, e quando le aprì, sorpresa: essendo state avvolte nello scottex umido, avevano fatto il callo e alcune anche la radichetta. Illuminata dalla scoperta, questa forumista ha divulgato la propria esperienza, aggiungendo che provava a simulare la stessa situazione della "posta" utilizzando dei rametti non troppo lunghi, tagliati alla base proprio in corrispondenza di un nodo, e avvolgendoli in carta da cucina umida (non inzuppata). Ogni varietà poi chiusa in un sacchetto da frigor. 

Poi sono nate delle varianti al metodo: ad esempio qualche appassionato ha provato a mettere i rametti avvolti nello scottex in una bottiglia di plastica invece che in un sacchetto.
Il tempo in cui lasciare le talee nella carta umida sono 15 giorni. Come ho già detto, io ci ho provato, con un successo "a metà", nel senso che il callo è apparso in quasi tutti i rametti, ma la radichetta l'ho vista solo in un caso, e il giorno dopo si era già seccata. Comunque ho piantato ognuno dei rametti con il semplice callo in un bicchiere di plastica a cui avevo praticato in fondo dei fori. I bicchieri li ho riempiti con un composto di sabbia, terriccio, terra da giardino e torba (per non farci mancare niente). Purtroppo non ho la perlite, altrimenti si può aggiungere anche quella. In fondo ho messo qualche pallina di argilla espansa.

Altra variante: invece di utilizzare la carta scottex e i sacchetti del freezer o la bottiglia, si può utilizzare carta da giornale e una scatola. Io ho preso una scatola da scarpe e l'ho foderata di nailon, poi ho avvolto le talee in carta da giornale umida (ma non inzuppata), e le ho chiuse nella scatola. Ogni tanto, nel corso della quindicina, le ho controllate e ho aggiunto una spruzzata d'acqua se era il caso. Il callo si è quasi sempre formato, e ho piantato anche queste ultime talee nella stessa miscela di terriccio, nei bicchieri di plastica. Per ora sembra che poche si siano seccate, ma staremo a vedere.
L'importante è che non si "muovano" i nodi: se parte il germoglio, allora di sicuro non farà le radici e dopo un po' la talea morirà.