lunedì 10 luglio 2023

INNESTARE LE ROSE

Portainnesto:
Il portainnesto è la parte inferiore di una pianta moltiplicata con la tecnica dell'innesto.
Una pianta innestata è un albero, un arbusto o, meno frequentemente, una pianta erbacea, ottenuta dall'unione di due o più individui, detti bionti. Quello inferiore, il portainnesto, fornisce l'apparato radicale e una parte più o meno sviluppata dell'apparato caulinare, mentre quello superiore, la marza, costituisce la chioma. 

A cosa serve l'innesto
Le informazioni che seguono sono valide per tutte le piante innestate, non solo per le rose (ma ANCHE per le rose):

-Precocità: le piante innestate entrano in produzione più precocemente rispetto ai semenzali.
-Regolazione dello sviluppo e della produzione: il portinnesto può correggere il portamento della cultivar da cui è ottenuto il nesto, riducendone o aumentandone la vigoria. Agendo sul vigore vegetativo, il portinnesto influenzerà indirettamente la produttività della cultivar.
-Adattamento a specifiche condizioni pedologiche: il portinnesto può fornire un migliore adattamento a condizioni pedologiche particolari, come gli eccessi o i difetti di umidità nel terreno, gli eccessi di calcare, il pH anomalo, ecc.
-Adattamento a specifiche condizioni climatiche: il portinnesto può fornire una migliore resistenza a condizioni climatiche avverse (siccità, freddo).
-Adattamento a specifiche condizioni biologiche: il portinnesto può fornire una maggiore resistenza ad avversità di natura biologica prevenendo gli attacchi da parte di specifici o generici parassiti o fitofagi (funghi, nematodi, insetti, ecc.).

Innestare le rose:
la principale tecnica di riproduzione delle rose è l’innesto. Quest’ultimo consiste nell’innestare parti di una pianta della stessa specie, su un’altra più rustica detta pianta madre. Nelle rose si praticano solitamente gli innesti a gemma, ovvero si preleva dalla seconda pianta una piccola gemma (foto) e la si innesta nella pianta madre.


mercoledì 28 giugno 2023

L'ALLUVIONE DEL 17 MAGGIO 2023

 Non ho avuto finora il coraggio di scrivere qualcosa in merito a questo disastro, in quanto il tutto è stato troppo doloroso per me.

Solo ora, che sono riuscita a ripristinare diverse cose, posso parlare di quello che ho passato e di quello che hanno sofferto il mio vivaio, la mia serra e le mie rose.

Lasciando da parte i danni subiti dalla casa e dalle auto (entrambe inutilizzabili), mi concentro sulle mie piante.

Una volta ritirate le acque, l'inondazione ha lasciato uno strato più o meno alto, a seconda dei luoghi, di limo appiccicoso e impermeabile. E soprattutto difficilissimo da asciugarsi, tanto che in alcune posizioni del campo di mio padre ancora è molle e gli stivali di gomma ci si affondano.


LA SERRA

La serra purtroppo era aperta, e seppur dentro a dei portavasi, diverse piantine nei bicchieri da caffè hanno preso l'onda e se ne sono uscite.

Altre invece sono rimaste piantate nel fango. Al primo recupero di una cinquantina di rose (una vera impresa in mezzo al fango che ti sembrava risucchiare), ne sono seguiti altri in giornate successive, in quanto man mano che l'area si asciugava ho potuto accedere anche ad angolini dapprima nascosti, in cui ho trovato diverse piante.

Nella foto qui sotto, le piante che ho recuperato esattamente tre settimane e un giorno dopo l'alluvione. Ne avevo già recuperate prima e ne ho recuperate dopo.

La serra è tuttora piantata in mezzo ad uno strato di 5-10 cm di fango ormai essiccatosi, spero di riuscire a toglierla di lì e a metterla in un altro posto per il prossimo inverno.


IL VIVAIO

Nel vivaio le rose non sono andate via con la corrente, in quanto tutte collegate ai tubicini dell'irrigazione, che le hanno tenute al proprio posto.

Però sono state sott'acqua un paio di giorni, e ora le conseguenze si vedono con foglie gialle che cadono, e ticchiolatura.

Un vicino che fa il contadino mi ha fatto il grandissimo favore di recuperare con trattore e carro tutte le rose che erano in vivaio, e di portarle a casa mia, dove le accudite fino ad ora. Alcune sono riuscite a venderle, altre le ho buttate. Ora sono pronta a riportare in vivaio quelle che ho deciso di tenere.

Nella foto sotto: come appariva il vivaio quando ho portato via le rose.


Nel frattempo, tutte le piantine recuperate le ho messe in vasi, e poste nel vivaio. Sono tutte molto piccole, l'evento catastrofico ne ha fatto bloccare lo sviluppo, ma sembra che ora si stiano riprendendo. Non è detto che le terrò tutte, anzi... vedrò come reagiscono.

Nella foto sotto, il vivaio ripulito (ho impiegato una settimana a togliere il fango sia secco che ancora molliccio) e con le piantine recuperate.

Un signore che mi segue ha avuto la grande bontà di farmi una donazione tramite Postepay, per aiutarmi a riprendere la mia attività di coltura delle rose. Chiunque avesse il desiderio di fare altrettanto, può utilizzare il bottone nel menù a destra "Donazione". Ringrazio tutti fin da ora.