...ovvero meglio del Paese delle Meraviglie
Come c'era da aspettarsi, non ho potuto mancare all'appuntamento del "Porte Aperte" ai Vivai Vittori. Giornata splendida, con un po' di vento che non faceva altro che spandere meglio nell'aria i soavi profumi delle rose... insomma, un pomeriggio in un mondo incantato, una evasione che... ci voleva!
Mia intenzione, poi, era di fotografare in modo ordinato i rosai che più mi avessero colpito, annotando a parte il nome per poter pubblicare il tutto in modo razionale. E invece... la mia speciale accompagnatrice under8, rosofila in erba, si è impossessata del telefono, ha iniziato a fotografare spasmodicamente qualunque cosa, e il risultato è stato sì un sacco di foto, ma di pochissime rose posso riferire il nome... Metterò quelle che ricordo in questo post, per le altre basterà cliccare qui e si aprirà la pagina con tutte le foto.
Il risultato di questa speciale giornata è stata la mia presa di coscienza di una cosa che, probabilmente, sentivo già dentro in modo indefinito, e cioè che... sono stufa delle rose ibridi di tea! Qualche segnale l'avevo già dato con il mio ultimo acquisto, l'ibrido di pimpinellifolia, niente di più lontano dall'eleganza delle moderne ibridi di tea. Ma ieri ho visto che le mie preferenze andranno sempre di più verso le galliche, le antiche, le botaniche, le muscose, le rugose... mi sono innamorata della "Belle Sultane" (foto), rosa gallica di inzio '700, il cui nome deriva da una storia straordinaria, che qui riporto (cfr. https://www.flickr.com/photos/37797486@N06/9126308283).
La storia inizia in Martinica, verso il 1780, dove due bambine, Joséphine e sua cugina Aimée, si recano presso una veggente per farsi predire il futuro. La veggente predice per entrambe un destino straordinario:la prima sarà più che regina e l'altra deterrà un immenso potere come sovrana nascosta di un palazzo che non potrà mai lasciare.
La predizione si avvera: Joséphine diventerà moglie di Napoleone e imperatrice dei Francesi mentre Aimée vivrà un'avventura incredibile. Al ritorno in Martinica da un viaggio in Francia ,la nave che la riporta in patria è catturata dai pirati e la ragazza viene rapita, venduta come schiava bianca in Algeria e infine offerta al Sultano di Costantinopoli, Abdoul Hamid. Da quel momento la sua vita si svolgerà tutta nell'harem dove Aimée, detta “Nakchidil”, acquisterà un potere silenzioso ma enorme, prima come favorita del vecchio sultano, poi del suo successore e infine, come madre adottiva di un terzo sultano, diventando la cosiddetta "Sultane Valide" (o Regina Madre)
Questa rosa, una gallica risalente al XVIII secolo, introdotta nel 1810 dal giardiniere André Dupont nel giardino dell'imperatrice Joséphine, la Malmaison, venne dedicata dalla stessa Joséphine, a Aimée Dubuc de Riverie, la bambina sua compagna di giochi che, attraverso vicende straordinarie, divenne una delle più potenti sultane dell'Impero Ottomano.
Altri rosai ammirati ieri e di cui ricordo il nome: la rosa verde, nome scientifico "Rosa chinensis viridiflora" e la "Variegata di Bologna" (purtroppo le foto sono un po' sfuocate) .
Poi la muscosa "Chapeau de Napoleon" (a destra), diverse rugose di cui ho fotografato anche le foglie, la bellissima cascata viola della "Veilchenblau".
Nel vivaio sono stata catturata da una rosa di Carruth, neanche tanto recente, ma diversa dalle solite ibride di tea: si chiama Hanabi, è una rampicante di taglia ridotta, che, mi ha detto Maria Vittori, potrei tenere anche in vaso visto che ormai ho finito il posto a mia disposizione. Non mi dispiacerebbe affatto! (a destra).
E infine... l'acquisto che non poteva mancare. L'inglese di David Austin "Lady Emma Hamilton", rosa-ramato. Bellissima!
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