lunedì 9 maggio 2016

E' fiorita una rosa ottenuta da seme

E' la prima delle mie roselline ottenute da seme la scorsa primavera, a fiorire quest'anno (quella che ho chiamato con la lettera A). Si vede come le foglie siano state attaccate dall'oidio, ma la pianta ha resistito, grazie anche alle cure prodigate, e ha prodotto questo bocciolo. Uno dei primi post pubblicati in questo blog, era proprio sulla semina delle rose, e conteneva tre link a siti che spiegano esaurientemente il procedimento. Lo ripeto di seguito brevemente.
A partire già dalla fine di agosto, e per tutti i mesi di settembre, ottobre, anche novembre, si raccolgono i cinorrodi quando sono maturi, cioè belli rossi o arancioni. Poi si tengono in un luogo fresco e asciutto fino a gennaio circa. Allora si possono aprire, si prelevano i semi, e li si puliscono. Io li ho anche lavati in acqua + una piccolissima parte di acqua ossigenata, perchè non si sviluppino muffe. 
Quando sono in acqua, si può anche già fare una prima scelta: i semi che galleggiano sono quelli non fecondati, e quindi si possono buttare. Poi ho messo i semi rimasti in un contenitore da frigor, (quindi chiuso con il coperchio) posandoli su alcuni fogli di scottex umidi. Ogni tanto cambiavo lo scottex e, se necessario, rilavavo i semi. Dopo circa due mesi, i semi cominciano ad aprirsi, a mostrare la radichetta. Ho preparato dei bicchieri di plastica forati in fondo (basta usare un ferretto incandescente). Sul fondo ho messo un piccolo strato di argilla espansa, e sopra del normalissimo terriccio. Con una matita ho fatto un buchetto nel terriccio, profondo al massimo 2 cm., vi ho posato il semino e ho ricoperto con altro terriccio. Dopo poche settimane, esce la piantina. Entro tre mesi la piantina fiorisce. In autunno ho spostato le piantine in vasi più grandi, sempre con terriccio e argilla espansa sul fondo. Purtroppo durante l'inverno diverse piantine non ce l'hanno fatta. Ne sono rimaste sei.

sabato 7 maggio 2016

Una rampicante comune, ma sempre bella



Intanto, non sarebbe corretto, per le rose, parlare di rampicanti. "Per rampicante, infatti, si intende una pianta che è autonomamente capace di arrampicarsi su un sostegno; la rosa, invece, è "sarmentosa", vale a dire con rami lunghi, flessibili, che hanno bisogno di essere legati e guidati su apposite strutture, perchè altrimenti tenderebbero a ricadere per assumere una forma arbustiva o per adagiarsi sul terreno"*. Ciononostante, ormai il termine "rampicante" con riguardo alle rose è entrato nel linguaggio comune.
Il mio acquisto di questa primavera "Pierre de Ronsard" di Meilland è da ritenersi una delle rampicanti più conosciute e coltivate. Tuttavia, continua ad affascinare. Non per niente, sta già suscitando l'ammirazione del vicinato...

*da Sublime Rosa - V. Barni, C. Medici