mercoledì 23 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "PINK GROOTENDORST"

La rosa di cui parlo oggi rientra nella categoria delle Rose Antiche.

Si tratta di "Pink Grootendorst", un ibrido di Rosa rugosa, scoperta da Grootendorst in Olanda nel 1923.
Nasce come mutazione di ‘F. J. Grootendorst’ (a destra), una rosa rossa, profumata, creata nel 1918 da De Goey.

Ma non si tratta di mutazione molto stabile, perché a volte i suoi 25-30 petali rosati ritornano rossi, o presentano contemporaneamente i due colori.

Come tutte le rugose e ibridi di rugosa, è molto resistente alle malattie.
E come il suo genitore di colore rosso, fiorisce continuamente per tutta l'estate e fino all'autunno. 
Fa gli stessi attraenti piccoli fiori sfrangiati che assomigliano a un garofano, ma il profumo è molto più debole.

Quando l'ho scoperto, è stata per me una grande delusione, soprattutto trattandosi di una rosa della famiglia Rugosa, che hanno di solito un profumo così favoloso. 
Ciononostante mi sono affezionata a questa rosa, e devo dire che è anche abbastanza popolare da apparire in un sacco di cataloghi:  una rosa presentata 95 anni fa, deve avere qualcosa di speciale per farla rimanere in coltivazione. 

Cresce fino a circa 1.5 m,  
produce fogliame brillante con foglie venate. 
Si può far crescere come una siepe affiancando diverse piante o alternando piante di altre specie. 
Io invece la tengo come esemplare unico in una aiuola dove ho raccolto rose un po' "speciali".

La pagina dedicata alla mia Pink Grootendorst è al link http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-57.html.


martedì 22 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "RHAPSODY IN BLUE"

In un post di qualche tempo fa ho parlato delle rose blu: http://valentinaelesuerose.blogspot.com/2016/07/il-mito-della-rosa-blu.html
affermando che non esistono in quanto il blu non è presente nel corredo cromosomico di questi fiori.



Le rose più blu che esistono attualmente sono viola, e ce ne sono molte.
Ma tra tutte, la rosa ‘Rhapsody in Blue’ è quella che più si avvicina al sogno proibito: non a caso nel linguaggio dei fiori di epoca vittoriana la rosa blu significava il raggiungimento dell’impossibile, e forse è questo ciò che maggiormente affascina l’uomo in questa sua ricerca. 


Lasciamo dunque l’arduo compito all’ingegneria genetica, dimentichiamo le rose bianche del fiorista a bagno nel colorante blu con risultati inquietanti, e immergiamoci nel mondo delle molte varietà dai colori magenta, lilla, lavanda, malva, violaceo con una testimonial floreale d’eccezione, la rosa ‘Rhapsody in Blue’, che al colore insolito unisce (cosa rara) molti altri pregi interessanti: intrigati?
Ottenuta da un giardiniere dilettante, Frank Cowlishaw, alla fine del secolo scorso ma apparsa in commercio solo dopo il 2000, ‘Rhapsody in Blue’ è la rosa il cui colore più si avvicina al blu. Il colore dei suoi petali è completamente diverso da quelle delle varietà che l’hanno preceduta nella lunga scia della ricerca della rosa blu: è viola prugna brillante con sfumature bluastre che, con il passare del tempo, si attenua nei toni del lilla opaco (o, come dicono gli Americani, blu ardesia), creando un bel contrasto con gli stami giallo oro, molto prominenti. Sulla pagina inferiore i petali sono più chiari, rendendo le corolle cromaticamente più leggere, mentre su quella superiore a volte presentano piccole screziature bianche. Un mix di stile contemporaneo e romantico che si intona perfettamente al brano musicale di George Gershwin da cui la rosa ha preso il nome.


Non è solo il colore, tuttavia, il motivo di tanto successo: i fiori della rosa ‘Rhapsody in Blue’ sono piuttosto grandi, circa 6 cm, semidoppi, prodotti in ampi grappoli (che in alcuni momenti della fioritura coprono quasi interamente la pianta) che non si aprono contemporaneamente, così ogni mazzetto porta corolle con sfumature diverse, in un gradevole effetto di chiaro scuro, incorniciato dal bel fogliame verde chiaro. La maggior parte delle rose nelle tonalità violacee è profumata e anche la nostra non è da meno, con una fragranza che definirei dolcemente speziata.

Questa rosa originale e sorprendente, al contrario di molte varietà di queste tonalità, è anche generosa: rifiorisce a ondate da giugno a settembre inoltrato, e anche oltre, dove le temperature sono più alte. È un arbusto sano, alto, anche 2 metri, folto, con il classico portamento di cespuglio eretto, che può anche essere coltivato come un piccolo rampicante contro un muro, con l’accortezza di collocarlo in una zona che lo ripari dal sole più forte, che potrebbe far sfumare velocemente le sue corolle verso il lilla, se non addirittura arrivare a ‘bruciare’ i margini dei petali. Come tutte le rose, preferisce un terreno fertile, leggermente umido ma ben drenato, evitando un luogo in cui sono state precedentemente coltivate rose.

lunedì 21 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "ROSE DE RESCHT"

Descritta da alcune autorità come una Portland e da altre come una Damascena, è una rosa con un passato misterioso. Dietro a tanti interrogativi c'è la bellissima "Rose de Rescht".

I suoi fiori hanno una  forma a metà tra una camelia e un garofano, non molto grandi e ricchi di petali, più corti al centro. Il colore è difficile da descrivere, rosso scuro o rosso fucsia molto luminoso. I petali così vivaci contrastano con il piccolo occhio a bottone dorato al centro. La fioritura è generosa e continua, la fragranza superba, tale che si disperde nell'ambiente e si avverte ancora prima di vedere il fiore.

"Rose de Rescht" ha gli steli fiorali con nodi ravvicinati come le Portland, perciò l'intero cespuglio appare fitto e foglioso. Le foglie, di color verde medio hanno la superficie leggermente rugosa, profumata agli apici. Anche i boccioli, tondi e rossi, se li strofinate delicatamente tra le dita vi lasceranno un gradevole aroma. La pianta rifiorisce con regolarità ad intervalli di sei settimane circa, purchè cimata dopo ogni fioritura o potata drasticamente ogni anno.

E' una rosa compatta, che si può coltivare in terra o anche in contenitore. Raggiunge al massimo 1 m. di altezza.

Rescht o Resht, troverete entrambe le grafie, è una città in Persia ora Iran. Nel 1945 una designer di giardini e appassionata di piante, Nancy Lindsay, trovò questa rosa che cresceva vicino alla città. Raccolse diversi esemplari e li portò nel Regno Unito, dove li presentò con il nome 'Rose de Rescht'. Una storia affascinante, ma che ora viene "presa con le pinze". Nancy Lindsay era rinomata per non essere troppo accurata! Di certo era stata a caccia di piante prima della seconda guerra mondiale, ma non vicino a Rescht. 

Graham Stuart Thomas, botanico inglese morto nel 2003, afferma che questa rosa persiana era in realtà di origine francese,  ed era coltivata a Castle Howard* prima della seconda guerra mondiale. Anche altre autorità sono d'accordo con lui, quindi sembra che la storia che la cara Nancy Lindsay presentò sul ritrovamento della sua rosa persiana, sia tutta una invenzione.

Ciò tuttavia non toglie nulla al suo fascino.


*Castle Howard è una residenza di campagna inglese che sorge poco distante (24 km) a nord di York, nella contea del North Yorkshire.

martedì 15 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "PAPA MEILLAND"

"Papa Meilland" è una classica rosa ibrido di tea, ha lunghi ed eleganti boccioli a punta, porta sempre un solo bocciolo su ogni lungo fusto, cosa che ne fa una rosa superba per il taglio. 

Questi boccioli si aprono in una grande corolla rossa a petali turbinati. I petali sono vellutati, circa 35, e spesso presentano una piccola striscia sottile o un tocco di bianco.  Intensamente profumata, si ritiene che abbia una delle fragranze più forti nel mondo delle rose. Ripete la fioritura in modo costante durante la stagione.

Celebrata con molti riconoscimenti, si trova nella World Rose Hall of Fame. E' un'importante "rosa madre": si annoverano infatti 75 suoi figli. Significa, in parole povere, che è stata utilizzata come pianta madre o come impollinatrice dando origine a 75 nuove rose riconosciute.

Questa è una rosa che divide gli amanti delle rose.  I suoi fan ne amano il profumo, i petali di velluto, quei lunghi gambi che possono farla passare per una rosa da fiorista. 
Quelli che non la amano trovano un difetto insormontabile il fatto che il fogliame, scuro e coriaceo, sia sensibile sia alla peronospora che all'oidio, quindi ha bisogno di trattamenti regolari con fungicidi. 



Queste foto non sono di una rosa mia, sono prese da internet. 
Io ho una rosa simile che mi piacerebbe tanto fosse una "Papa Meilland", le caratteristiche di struttura della pianta, di colore e di profumo corrispondono, ma al mondo ci sono migliaia di rose rosso scuro. Io comunque continuerò a pensare che possa essere una "Papa Meilland" (vedi foto mie sotto). Occorre tenere presente che in fotografia il colore rosso non viene reso mai come nella realtà.

     

venerdì 11 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "RED INTUITION"


Oggi vi presento una rosa variegata, "Red Intuition" dell'ibridatore francese Delbard (1999). In realtà Red Intuition non è una sua "creazione", ma uno "sport", cioè una mutazione di una sua rosa precedente: "Belle rouge" del 1996 (foto qui a destra).

Come si può vedere dalla foto, Belle Rouge è una bella rosa, piena, ma niente di speciale se posso permettermi.

La sua mutazione Red Intuition, invece, è veramente qualcosa di particolare. 

Ma non è finita. Ci deve essere, nella specie, una certa instabilità genetica, in quanto Red Intuition ha creato a sua volta uno sport, che è stato chiamato "Pink Intuition". (foto sotto a Belle Rouge).

"Red Intuition" viene descritta come una "rosa da fioristi", cioè una rosa intesa per il mercato specialistico dei fioristi. Questo tipo di rose di solito viene coltivato in serra e può rivelarsi meno resistente di una Ibrido di Tea.

Dalla mia esperienza, posso dire che Red Intuition non soffre il nostro caldo estivo e non è particolarmente delicata.

L'aspetto è quello tipico di una Ibrido di Tea: petali turbinati, di un rosso vivo variegati di rosso più scuro. Purtroppo non ha profumo, ma fiorisce praticamente in continuazione dalla primavera all'autunno.
Forma un cespuglio alto fino a 1,5 m., e ha un fogliame lucido e sano.

Quando l'ho acquistata, l'ho voluta mettere sul lato del giardino che dà sulla strada, al posto di un'altra che ho tolto. Proprio perchè è così particolare, ho voluto "offrirla" alla vista di chiunque passi.

     

martedì 8 ottobre 2019

UNA VISITA FANTASTICA...

...al Vivaio Vivaverde di Zello, che lo scorso fine settimana (5-6 ottobre) ha organizzato il suo terzo Porte Aperte dell'anno. E questa volta, per fortuna, il tempo ha tenuto!!!

Potrei anzi dire che, a causa del pessimo (dal punto di vista climatico) maggio di cui abbiamo "goduto", l'attuale fioritura autunnale forse supera quella primaverile come bellezza.

Ho fatto alcune foto, che condivido con gli amici rosomani.

A destra, il simpaticissimo Bob, mascotte, anzi, che dico, padroncino del Vivaio!



venerdì 4 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "DIABLESSE DE MERS"

La rosa di cui voglio parlare oggi l'ho acquistata presso il vivaio "Novaspina" di Teolo, in provincia di Padova. Mi ci sono recata lo scorso 12 settembre insieme al mio amico ibridatore Marc Alberici, di Piacenza. Ci siamo trovati là verso mezzogiorno, il padrone ci ha offerto il pranzo, poi nel pomeriggio ci ha fatto visitare i campi in cui fa crescere le rose da rivendere che innesta in primavera.

Il nuovo acquisto si chiama "Diablesse de Mers" ed è dell'ibridatore francese Dominique Massad, che l'ha presentata nel 2014.
Presenta inusuali fiori viola con sfumature bluastre, profumati e dal grande cuore giallo, che sono le stranezze di questa nuova varietà. 
Forma un arbusto eretto e quasi senza spine, con folto fogliame grigio-verde sano. I fiori prodotti per tutta la stagione, nei giorni caldi diventano ambra e crema al centro, mentre i bordi rimangono scuri. 

Lo strano nome deriva da un romanzo di George Sand del 1948, intitolato "La mare au diable", in cui si legge della città di Mers.

Sono stata fortunata in quanto il mio acquisto, seppur fatto in stagione molto avanzata, presentava sia un fiore quasi aperto (vedi nella foto, in piena fioritura sullo sfondo azzurro della parete esterna di casa mia), sia un cinorrodo, che mi sono affrettata a rinchiudere in un sacchettino di carta in attesa che sia maturo. Allora lo aprirò e proverò a seminare.

L'unico problema che mi si presenterà in primavera sarà: dove la metterò? Dovrò sacrificare una delle rose più vecchie (sicuramente una ibrido di tea) per trovare un posto alla "Diablesse". Ho già un'idea che non vi anticipo. Comunque, per principio, le rose che tolgo non le butto, ma le regalo, e per ora so che tutte quelle che ho dato via hanno poi tenuto nei nuovi giardini.

mercoledì 2 ottobre 2019

LA ROSA DEL GIORNO: "WOLLERTON OLD HALL"

La rosa di cui voglio parlarvi oggi è "Wollerton Old Rose" di David Austin, quindi una rosa inglese. Con lei è stato amore a prima vista.
E' stata introdotta nel 2011 come rosa "a cespuglio", tuttavia per la sua crescita vigorosa porterebbe quasi essere  catalogata come rampicante.

I boccioli sono appuntiti, di un leggero color albicocca, spesso venati di rosso scuro. Quando si aprono, mostrano delle belle corolle piene, a coppa, di un delizioso e caldo color giallo-burro, quindi molto chiaro. La forma di queste corolle è quella caratteristica delle ultime creazioni di David Austin. I petali infatti hanno la forma "a cuore", con il bordo ondulato, e sono ricurvi, cioè ripiegati uno sull'altro nel centro del fiore. Un po' come le peonie.
Il colore sfuma dall'albicocca pallido, al giallo pergamena, al crema e a un rosa chiarissimo. Queste variazioni naturalmente dipendono dal clima.

Il profumo è molto forte, di mirra (proprio il profumo di mirra è stato il motivo principale per cui ho acquistato questa rosa), con note di agrumi che lo rendono delizioso. Per alcuni, però, questo profumo risulta un po' tagliente, altri lo hanno definito quasi "da medicina".

Anche se nel catalogo di David Austin viene descritta come una rosa che si trova bene in qualsiasi ambiente, io ho visto che rende benissimo in pieno sole, non in un posto in ombra o mezza ombra.

Il nome "Wollerton Old Hall" deriva dall'omonimo giardino nello Shropshire, un giardino nato e sviluppato a partire dal 1984, seguendo strettamente l'antica tradizione del Giardino all'Inglese. Ha una estensione di 4 acri ed è aperto alle visite.