Approfittando del tempo sereno e delle temperature non troppo basse, nei giorni scorsi ho effettuato la potatura di tutte le mie 75 rose "ufficiali" (ho inoltre potato le 11 nate da seme nel 2018, da cui sono proprio curiosa di vedere cosa salterà fuori).
I lavori in giardino però non sono consistiti solo nella potatura, ma, come da qualche anno a questa parte, nella preparazione di un posto per delle nuove varietà. Il che significa naturalmente togliere delle piante già esistenti.
Quest'anno ho tolto (e già regalato):
- la n. 3 (un ibrido di tea rosso, non profumato, che mi ero portata addirittura dal giardino di Lugo)
- la n. 1 (un ibrido di tea bianco ottenuto da talea, forse "Garden Party", poco profumata)
- la n. 55 (una plantula ottenuta da seme, ibrido di tea, bianca, non profumata)
- la n. 21 (una ibrido di tea rosa, forma del fiore da rosa antica, non profumato, che comunque ho doppio)
- la n. 20 (ibrido di tea "Eminence", color viola, profumato)
- la n. 50 (una plantula ibrido di tea, rossa, ottenuta da seme, non profumata)
il progetto è di acquistare le seguenti nuove varietà: (le successive foto sono tutte prese a prestito dal web, mentre le precedenti sono mie)
- BASYE'S PURPLE ROSE
La prima volta che ho visto questa rosa in internet sono rimasta assolutamente affascinata per il colore e soprattutto per il fatto che gli stami e il centro sono rossi come i petali. Si tratta di una rugosa, altro aspetto che mi ha motivato nella scelta. Purtroppo in Italia non l'ho trovata, l'ho ordinata presso un vivaio francese. Sto aspettando che arrivi!
- ROSE DE RESCHT
E' una Portland (varietà che mi mancava), profumata, che dovrebbe rimanere abbastanza contenuta, e che metterò in vaso
- ELSE POULSEN, una floribunda immessa sul mercato nel 1924 dall'ibridatore danese Poulsen, con fiori mediamente profumati
- BOSCOBEL, una rosa inglese di David Austin, che ho scelto per il colore molto particolare
-WOLLERTON OLD HALL, un'altra rosa inglese, questa l'ho scelta per il profumo di mirra, che "mi manca"
- BRERA, una floribunda che acquisterò da Vittori Vivai, e la prenderò praticamente a scatola chiusa, essendo una novità del 2018 di cui non ho trovato foto sul web
- ? UNA PICCOLA FLORIBUNDA da coltivare in vaso (la scelta si è ristretta tra Topolina, Weg der Sinne e Amber Sun - le foto sono in ordine - disponibili da Vittori Vivai).
martedì 26 febbraio 2019
venerdì 26 ottobre 2018
CINORRODO O "BACCA"?
Ogni fiore di rosa è ermafrodito ed è portato da una base un po’ rigonfia, detta ricettacolo, esternamente glabra o un po’ pelosa.
Il calice è formato da cinque sepali, molto simili alle foglioline, con margini un po’ frastagliati. Nelle rose spontanee i petali, che spesso hanno una tacca sul margine superiore, sono nello stesso numero dei sepali, con i quali si alternano, formando una corolla semplice, ma che con facilità può diventare doppia o addirittura piena, poiché gli stami (organi sessuali maschili) hanno la predisposizione a trasformarsi in petali.
Gli stami, che ricoprono un ruolo non secondario nell’attrattiva del fiore, sono numerosi, arrivando anche al numero di duecento e più, disponendosi in circolo su diversi ordini. Gli stili (organi sessuali femminili) sono liberi o uniti in una colonna, più o meno sollevata rispetto alla bocca del ricettacolo.
Il frutto – chiamato cinorrodo o “cinorrodonte”, ma che per semplicità chiamiamo “bacca” – è in realtà un falso frutto, perché è formato da un ricettacolo carnoso e colorato che contiene i veri frutti, detti acheni, ciascuno con un solo seme. Sulla parte alta del cinorrodo spuntano i resti dei sepali del calice, ormai secchi ma persistenti.
I cinorrodi rappresentano un elemento in più per vivacizzare il nostro giardino o terrazzo anche nei mesi invernali. Di varie forme e colori, sono particolarmente decorativi in un momento delicato del ciclo stagionale. Non tutte le rose sono indicate per questo scopo, anche se un elenco esauriente delle migliori occuperebbe troppo spazio. In generale, le rose da frutto più belle appartengono alla categoria delle specie spontanee o selvatiche, con le loro cultivar.
In questo senso vanno segnalate:
- R. canina (cinorrodi da ovoidali a quasi globosi, lisci, rosso-arancione, di 1-3 cm),
- R. filipes ‘Kiftsgate’ (numerosissimi c. sferici di 1-1.5 cm, scarlatto-arancione),
- R. glauca (c. quasi globosi di 1.5 cm rosso-marrone, a volte ricoperti di setole),
- R. holodonta (c. lunghi fino a 1.8 cm, a forma di bottiglia rosso e setoloso),
- R. rugosa e sue cultivar (c. di 2.5 cm quasi rotondi, lisci, di colore rosso o arancione),
- R. agrestis (c. a fiaschetta di 1.5 cm, rossi e lisci)
Il calice è formato da cinque sepali, molto simili alle foglioline, con margini un po’ frastagliati. Nelle rose spontanee i petali, che spesso hanno una tacca sul margine superiore, sono nello stesso numero dei sepali, con i quali si alternano, formando una corolla semplice, ma che con facilità può diventare doppia o addirittura piena, poiché gli stami (organi sessuali maschili) hanno la predisposizione a trasformarsi in petali.
Gli stami, che ricoprono un ruolo non secondario nell’attrattiva del fiore, sono numerosi, arrivando anche al numero di duecento e più, disponendosi in circolo su diversi ordini. Gli stili (organi sessuali femminili) sono liberi o uniti in una colonna, più o meno sollevata rispetto alla bocca del ricettacolo.
Il frutto – chiamato cinorrodo o “cinorrodonte”, ma che per semplicità chiamiamo “bacca” – è in realtà un falso frutto, perché è formato da un ricettacolo carnoso e colorato che contiene i veri frutti, detti acheni, ciascuno con un solo seme. Sulla parte alta del cinorrodo spuntano i resti dei sepali del calice, ormai secchi ma persistenti.
I cinorrodi rappresentano un elemento in più per vivacizzare il nostro giardino o terrazzo anche nei mesi invernali. Di varie forme e colori, sono particolarmente decorativi in un momento delicato del ciclo stagionale. Non tutte le rose sono indicate per questo scopo, anche se un elenco esauriente delle migliori occuperebbe troppo spazio. In generale, le rose da frutto più belle appartengono alla categoria delle specie spontanee o selvatiche, con le loro cultivar.
In questo senso vanno segnalate:
- R. canina (cinorrodi da ovoidali a quasi globosi, lisci, rosso-arancione, di 1-3 cm),
- R. filipes ‘Kiftsgate’ (numerosissimi c. sferici di 1-1.5 cm, scarlatto-arancione),
- R. glauca (c. quasi globosi di 1.5 cm rosso-marrone, a volte ricoperti di setole),
- R. holodonta (c. lunghi fino a 1.8 cm, a forma di bottiglia rosso e setoloso),
- R. rugosa e sue cultivar (c. di 2.5 cm quasi rotondi, lisci, di colore rosso o arancione),
- R. agrestis (c. a fiaschetta di 1.5 cm, rossi e lisci)
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