lunedì 6 maggio 2024

MERENDA NEL PICCOLO ROSETO

Il 20 aprile scorso una mia collega mi chiese: pensi di aprire anche quest'anno il tuo roseto, come facesti due anni fa? (L'anno scorso purtroppo non feci niente a causa dell'alluvione). La domanda mi ha preso un po' alla sprovvista perchè sinceramente non avevo ancora pensato di organizzare nulla, e quindi alla mia collega risposi di no.

Però con la sua domanda riuscì a mettermi la pulce nell'orecchio, per cui, nel giro di due giorni, avevo già progettato una "Merenda" con visita del roseto, fissata per il sabato 27 aprile. Le previsioni davano tempo incerto, per cui il mercoledì precedente un'altra mia collega mi disse che secondo lei avrei fatto meglio ad spostarla.

E così è stato e devo ringraziare la mia collega Lorena. Perchè non solo il 27 aprile è piovuto, ma quel giorno mi è anche scoppiato un grandissimo raffreddore per cui nel pomeriggio ero veramente KO.

Ma non mi sono arresa e sempre affidandomi a Lorena (lei ha il Meteo di pancia, sente come sarà il tempo), abbiamo deciso di fissare la nuova data per il sabato successivo, il 4 maggio.













E la decisione è stata quanto mai azzeccata e ripagata. La temperatura era mite, il cielo in un primo momento nuvoloso ma poi si è aperto e si è fatto vedere il sole. Le mie rose sono state molto apprezzate, e gli amici che sono intervenuti (una ventina) hanno portato qualcosa per la merenda, per cui io sono rimasta molto contenta.

La carissima e geniale amica Lucia Baldini, dietro mia richiesta, ci ha letto alcune poesie in dialetto romagnolo (quasi tutte sue). Una l'ha anche dedicata particolarmente a me, da commuoversi. Inserisco il testo con la traduzione e il video della lettura.

L'è ora d'féa i cumplimeit a la Valentina
la somna, la puda, l'adaqua ogni piantina
la fa fiurì la bleza, l'è la su pasion,
guardeas d'atoran aquè l'è propi un'emuzion;
al su roas agli è prufom, armuneia e culor
un'urazion e un ringraziameit a nostar Signor.

E' il momento di fare i complimenti a Valentina,
lei semina, pota, innaffia ogni piantina
fa fiorire la bellezza, è la sua passione,
guardarsi attorno qui è proprio un'emozione;
le sue rose sono profumo, armonia e colore
una preghiera e un ringraziamento a nostro Signore.


E dopo aver ammirato ed osservato le rose, e ascoltato Lucia, ci siamo dati alla merenda dolce e salata, innaffiata di dolci bibite e di due tisane buonissime.







venerdì 26 aprile 2024

ROSE ANTICHE: LA ROSA CENTIFOLIA











Citazioni e descrizioni di rose, che farebbero pensare a questa specie, si trovano in Erodoto il quale scrive che “nei giardini di Re Mida” fioriscono rose così belle che non hanno rivali e portano fiori con sessanta petali ciascuno. Per Teofrasto, certe rose coltivate in Grecia avevano cinque, venti ed anche cento petali, e Plinio, che viveva in mezzo alle rose a Pompei, ne descrive una molto profumata e con tanti petali che il suo boccio si apriva con difficoltà.










Non è possibile accertare se si trattasse veramente della Rosa Centifolia, che gli Inglesi chiamano attualmente “Cabbage Rose”, Rosa Cavolo, il cui boccio per i tanti petali da cui è composto assume la forma del noto ortaggio.

E’ difficile stabilire la provenienza di questa specie, mai ritrovata spontanea in natura, né ipotizzabile come mutazione di altre specie o ibrido naturale di queste. Non se ne hanno più notizie durante il Medio Evo, come del resto per tante altre rose, e la ritroviamo descritta nel Rinascimento, citata dal poeta inglese Chaucer come “Rosa del Rodano”. In Italia, benchè coltivata a Paestum in epoca romana, scompare dopo la caduta dell’impero e non si ritrova coltivata nemmeno in pieno Rinascimento, probabilmente perché non rispondente al gusto italiano dell’epoca. Era invece certamente diffusa nel mondo fiammingo, dove nel ‘600 appare spesso dipinta nelle opere dei pittori più famosi. In questo periodo furono proprio i Paesi Bassi che invasero il mercato delle rose con circa 200 cultivar di Rose Centifolia. 










La duplicazione dei petali avviene spesso a scapito degli stami che portano il polline, pertanto una rosa con tali caratteristiche rischia di essere sterile e di non potersi autonomamente riprodurre. A ciò ha posto rimedio l’uomo, che interessato ad un fiore tanto diverso e sicuramente di lunga durata, ha provveduto a selezionare e moltiplicare i soggetti migliori. 

I colori variano dal rosa fino al bianco che non è però mai puro. Diverse varietà hanno petali variegati. Il profumo è forte e dolce. Fiorisce una volta sola in primavera.











POMPON DE BOURGOGNE

L'unica rosa Centifolia che mi sono regalata è "Pompon de Bourgogne", che fa dei fiorellini molto piccoli, e anche la pianta è abbastanza contenuta (raggiunge al massimo i 150 cm. di altezza, la mia ora è più bassa). Il profumo è strabiliante. E' una rosa centifolia di origine francese del 1684 con un fiore a pompon di color rosso cardinale, ha un portamento a cespuglio compatto. E' adatta anche per la coltivazione in vaso.

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-81-centifolia-pompon-de-bourgogne.html