Sentite un po' quanto sono presuntuosa oggi.
Mi permetterò di criticare nientepopodimeno che il grande David Austin, l'inventore delle rose inglesi, e del quale ho già parlato ampiamente nel post http://valentinaelesuerose.blogspot.com/2018/04/david-austin-e-le-rose-inglesi.html.
Prima però vi elenco tutte le mie rose inglesi con il link alla relativa pagina a loro dedicata nel mio blog:
- BOSCOBEL http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-21.html
- HARLOW CARR http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-27.html
- BENJAMIN BRITTEN http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-33.html
- WOLLERTON OLD HALL http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-50.html
- LADY EMMA HAMILTON http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-51.html
- MOLINEUX http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-65.html
- EGLANTYNE http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-67_7.html
- BROTHER CADFAEL http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-68.html
- SUMMER SONG http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-69.html
- THOMAS A BECKET http://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-70.html
Sfogliando il web, ho trovato sul sito http://www.rosemania.it/ un'intervista al sig. Austin (che è morto, circa un anno fa).
Riporto alcune parti.
Capita spesso di leggere sui forum italiani dedicati che le Rose Inglesi, a causa del clima italiano particolarmente caldo, interrompono la fioritura in estate ed hanno un comportamento eccessivamente vigoroso. In futuro proporrà rose inglesi particolarmente indicate al clima mediterraneo?
Le Rose Inglesi hanno molte più varietà di quelle a cui siamo abituati a pensare. Molte varietà sono particolarmente adatte ai climi mediterranei. Vorremmo suggerire: Sophy’s Rose, Molineux, Evelyn, Tamora, Lady Emma Hamilton, Monferrato, Grace, Mary Rose, Winchester Cathedral, William Shakespeare 2000, Alan Titchmarsh, The Alnwick Rose, Christopher Marlowe.
Molte delle varietà più vigorose potrebbero richiedere una potatura estiva per dare il meglio di se nei climi caldi come in Italia. Questo incoraggia il ripetersi della fioritura più velocemente e impedisce alle rose di crescere troppo. E’ sufficiente tagliare i nuovi rami fioriferi dell’anno dopo ogni fioritura di circa due terzi.
Fin qui nulla da dire, anzi trovo molto utile il consiglio di una piccola potatura estiva per stimolare la rifioritura.
Tra le varietà da lui elencate e consigliate per il nostro clima, come avete visto dall'elenco io posseggo Molineux e Lady Emma Hamilton. Non posso dire nulla delle altre rose elencate perchè non ne ho conoscenza diretta.
Ora vi riporto il mio giudizio su ognuna delle mie rose inglesi.
BOSCOBEL
è una novità di questa primavera e l'ho voluta acquistare sia per il colore che per il profumo, di mirra misto a biancospino, pera, mandorla e sambuco (io sinceramente non riesco a discernere tutti questi diversi aromi, però sento che il suo profumo non è quello tipico delle rose antiche).
Non ho nulla da segnalare su di lei, per quanto ho potuto constatare in questa prima estate, ha dimostrato di non avere particolari difficoltà nel nostro clima.
HARLOW CARR
la migliore tra tutte le rose inglesi che posseggo. Si sviluppa molto in altezza, fiorisce con continuità, i fiori sono sempre molto belli (a volte le altre mie inglesi producono fiori con meno petali quando è molto caldo). Il fogliame è sempre verde e sano. Mai un segno di sofferenza. Insomma, sembra fatta per il nostro clima.
BENJAMIN BRITTEN
l'ho scelta per il suo particolare colore, rosso vivo con una punta di giallo al centro.
L'ho acquistata nel 2018 e l'avevo dapprima sistemata in vaso. Il primo anno non ha brillato, così lo scorso febbraio l'ho messa in terra, ed è rinata. La pianta è molto cresciuta, anche se non si è dimostrata generosissima nella quantità di fiori. Nessuna sofferenza per il caldo.
WOLLERTON OLD HALL
La seconda novità di questa primavera, anche questa l'ho scelta per il profumo (puramente di mirra), che non mi ha deluso. Poi mi sono innamorata anche del suo delicatissimo profumo.
La pianta si è subito "trovata bene" nel mio giardino; si è sviluppata molto in altezza e ha prodotto fiori con continuità, anche se non in grande quantità (ma teniamo presente che è il suo primo anno). Nessuna sofferenza per il nostro clima estivo.
LADY EMMA HAMILTON
che David Austin consiglia per il nostro clima.
Con lei ho incontrato diversi ostacoli, nel senso che la posseggo dal 2016, e ho visto sempre una fioritura scarsa e a volte anche stentata.
La pianta sembrava in continua sofferenza. L'ho anche spostata dalla terraferma al vaso, tanto ho visto che non si sviluppa molto. Finalmente quest'anno l'ho trovata un po' meglio, per lo meno la pianta ha sviluppato una bella forma, e ultimamente ha prodotto più fiori del solito. Ma continuo ad avere l'impressione che soffra il caldo.
MOLINEUX
Secondo la mia esperienza, Molineux (consigliata da David Austin) non ha particolari difficoltà, cioè sopporta bene il nostro clima e fiorisce con continuità durante tutta l'estate. Produce sempre dei fiori belli e completi (cioè più o meno sempre con lo stesso numero di petali). Anche la sua vegetazione non va incontro a particolari difficoltà.
EGLANTYNE
ecco un'altra pianta che ho trovato particolarmente delicata. La posseggo dal 2017; all'inizio era in vaso poi lo scorso febbraio l'ho spostata in terra. E' una delle mie piante di rose che questa estate, dopo la prima fioritura (quella della mia Eglantyne è comunque sempre molto scarsa) ha perduto tante foglie. Ora si è un po' ripresa e sta producendo un pochino più di fiori. Io la sconsiglio per il nostro clima.
Cosa però da lodare: il suo profumo, fortissimo, di rosa antica, inebriante.
BROTHER CADFAEL
anche questa rosa la posseggo dal 2017 e non si è mai dimostrata un campione di sviluppo o fioritura. Sul web ne avevo trovato questa descrizione: Si presenta come un vigoroso arbusto dalla crescita rapida e, nei nostri climi temperati, dallo sviluppo talvolta pronunciato. Di fioritura eccezionale, il diametro dei fiori è uno dei maggiori fra le rose inglesi, può soffrire il grande caldo che ne limita la rifiorenza.
Sul "vigoroso" non posso dire nulla in quanto non l'ho mai vista particolarmente sofferente, tutta via non cresce granchè, e nemmeno è da segnalare per la quantità di fiori, che non sono assolutamente più grandi delle altre mie rose inglesi.
SUMMER SONG
Tra tutte le rose inglesi che ho, questa è quella che si è dimostrata più "disastrosa" di tutte.
La possiedo dal 2017, non si è mai segnalata per una abbondante fioritura, lo scorso febbraio l'ho trasferita in terra perchè pensavo che le sue difficoltà derivassero dall'essere in vaso... e questa primavera, dopo la prima fioritura, ha perso quasi tutte le foglie e molte cime dei rami si sono seccate. Insomma, un disastro. La stessa cosa, però, ha fatto un'altra rosa ARANCIONE (che però è un ibrido di tea). Io attribuisco la cosa al fatto che nel mese di maggio è piovuto quasi sempre...
THOMAS A BECKET
Tra le inglesi che coltivo, trovo che Thomas à Becket non abbia nessuna difficoltà nel nostro clima. Fiorisce quasi in continuazione, la pianta è sempre bella e sana. Si sviluppa con rami abbastanza lunghi che le danno sempre un aspetto un po' "spettinato".
Dopo questo escursus sulle mie rose inglesi, volevo però ritornare all'intervista a David Austin, nella quale ho letto una cosa che mi è dispiaciuta molto. La riporto.
Da esperto di rose quale è di certo conoscerà i grandi ibridatori italiani del secolo scorso, Aicardi, Cazzaniga, Mansuino, Barni, Fineschi, Bonfiglioli, Giacomasso… Tra le loro rose ce ne è qualcuna che ha particolarmente apprezzato?
Non conosco gli ibridatori che ha menzionato e dubito che molte delle loro rose siano più disponibili in Gran Bretagna. Forse il clima è troppo duro per loro.
Una volta ho trascorso uno splendido week-end con il Dottor Fineschi, se è la persona a cui si riferiva. Lui aveva una delle più belle collezioni di Rose Antiche del paese e non era solo una persona molto piacevole, ma era estremamente dotto sulla storia delle rose. Non so, comunque se lui ibridi rose.
L’unica eccezione è la Variegata di Bologna, ibridata da Bonfiglioli nel 1909. E’ una bellissima rosa striata, forse una delle più belle rose striate. Ha anche una buona crescita.
Il grande David Austin ignorava del tutto i nostri (ben pochi in verità) ibridatori...!!!
martedì 3 settembre 2019
venerdì 12 luglio 2019
DOMENICO AICARDI E IL "SEMINATORE" O "IBRIDATORE"
Ritengo assolutamente interessante quanto ho letto sul libro "Le Rose" di Domenico Aicardi sulla figura del seminatore o ibridatore di rose. Pertanto lo trascrivo di seguito.
Domenico Aicardi (1878-1964) iniziò lavorando all'ibridazione dei garofani. Nel 1928 acquistò in Francia 100 rosai, da questo modesto patrimonio iniziale, a soli due anni di distanza, si aggiudicherà tutti i premi al Concorso di Roma del 1933. Le rose di sua creazione hanno abbellito numerosi e importanti giardini e fornito fiori recisi per i fiorai di mezzo mondo.
(Tratto dal libro "Le Rose" di Domenico Aicardi, 1951.)
"Con il nome di seminatore intendo definire chiunque si dedichi alla semina delle rose, sia come dilettante, sia come professionista, allo scopo di produrre nuove varietà; tanto colui che utilizza i semi raccolti su qualsiasi rosa, quanto quelli ottenuti in seguito ad incroci: operazione quest'ultima da ibridatore.
Quando si dice seminatore di rose, non si intende un seminatore nel senso comune, perchè le rose non si seminano per riprodurle alla stessa stregua di altri vegetali, ma per la ricerca di nuove varietà. [Infatti] Il seme non riproduce fedelmente nelle rose le caratteristiche della pianta madre, salvo che nelle specie pure, giacchè per la maggior parte sono ibridi.
Le specie pure si possono fissare in 93 per le asiatiche, 10 per le europee, 18 per le americane, formando un totale di 121 specie pure in tutto il mondo.
La seminagione pura e semplice non dà quasi mai soggetti migliori, mentre l'incrocio o l'ibridazione possono dare origine a tipi interessanti per vigore e bellezza: ciò avviene per il fenomeno di "eterosi".
La semina considerata come passatempo costituisce uno "sport", ma quando è praticata con indirizzo professionale, diventa un mestiere, un'arte. Nel primo caso non è necessario che il seminatore abbia conoscenze o preparazione speciali, poichè per buona parte si tratta di fortuna e chiunque vi si può avventurare, nulla rischiando.
Nel secondo caso, invece, oltre al possesso di un'attitudine alla valutazione, sono necessarie conoscenze di botanica e di genetica, nonchè una buona preparazioen nella nomenclatura enella classificazione delle rose. Tutto ciò, s'intende, congiunto ad altre doti, come pazienza, costanza, ordine, intuito, percezione e, soprattutto, buon gusto."
Alcune rose create da Domenico Aicardi:
Cristoforo Colombo
Signora Piero Puricelli
Elettra
Gloria di Roma
Saturnia
Domenico Aicardi (1878-1964) iniziò lavorando all'ibridazione dei garofani. Nel 1928 acquistò in Francia 100 rosai, da questo modesto patrimonio iniziale, a soli due anni di distanza, si aggiudicherà tutti i premi al Concorso di Roma del 1933. Le rose di sua creazione hanno abbellito numerosi e importanti giardini e fornito fiori recisi per i fiorai di mezzo mondo.
(Tratto dal libro "Le Rose" di Domenico Aicardi, 1951.)
"Con il nome di seminatore intendo definire chiunque si dedichi alla semina delle rose, sia come dilettante, sia come professionista, allo scopo di produrre nuove varietà; tanto colui che utilizza i semi raccolti su qualsiasi rosa, quanto quelli ottenuti in seguito ad incroci: operazione quest'ultima da ibridatore.
Quando si dice seminatore di rose, non si intende un seminatore nel senso comune, perchè le rose non si seminano per riprodurle alla stessa stregua di altri vegetali, ma per la ricerca di nuove varietà. [Infatti] Il seme non riproduce fedelmente nelle rose le caratteristiche della pianta madre, salvo che nelle specie pure, giacchè per la maggior parte sono ibridi.
Le specie pure si possono fissare in 93 per le asiatiche, 10 per le europee, 18 per le americane, formando un totale di 121 specie pure in tutto il mondo.
La seminagione pura e semplice non dà quasi mai soggetti migliori, mentre l'incrocio o l'ibridazione possono dare origine a tipi interessanti per vigore e bellezza: ciò avviene per il fenomeno di "eterosi".
La semina considerata come passatempo costituisce uno "sport", ma quando è praticata con indirizzo professionale, diventa un mestiere, un'arte. Nel primo caso non è necessario che il seminatore abbia conoscenze o preparazione speciali, poichè per buona parte si tratta di fortuna e chiunque vi si può avventurare, nulla rischiando.
Nel secondo caso, invece, oltre al possesso di un'attitudine alla valutazione, sono necessarie conoscenze di botanica e di genetica, nonchè una buona preparazioen nella nomenclatura enella classificazione delle rose. Tutto ciò, s'intende, congiunto ad altre doti, come pazienza, costanza, ordine, intuito, percezione e, soprattutto, buon gusto."
Alcune rose create da Domenico Aicardi:
Cristoforo Colombo
Signora Piero Puricelli
Elettra
Gloria di Roma
Saturnia
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