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lunedì 24 novembre 2025

LA ROSA SARMENTOSA "VALENTINA BORDINI"

Avete voglia di una nuova rosa? C'è quell'angolino nel giardino, in cui una rosa starebbe proprio bene?

Il periodo migliore per interrare nuove rose è proprio l'autunno, da fine ottobre a dicembre, poiché il terreno è ancora caldo e le piante possono sviluppare un apparato radicale profondo prima del freddo invernale.
Novembre, dicembre, gennaio e inizio febbraio rappresentano il periodo migliore, soprattutto su terreni leggeri e su terra leggera, bene drenante.
Attenzione: qualsiasi periodo si scelga, mai piantare su terreni gelati o intrisi di pioggia!

Quindi: ci siamo, date il via alla vostra scelta. Che abbiate cataloghi cartacei o vi mettiate alla ricerca dei numerosissimi cataloghi online dei vari vivai o dei grandi ibridatori, questo è il momento giusto.
Avete bisogno di un consiglio?
Siccome l'autoreferenzialità impera sui social, mi sono detta: e perchè no, autocelebrati un po' anche tu.
Ecco allora che, se non vi dispiace una rosa NON RIFIORENTE, la cui fioritura è però lunghissima (circa un mese), vi consiglio la rosa Sarmentosa VALENTINA BORDINI.
E' in vendita dai Vittori Vivai di Forlimpopoli e si può ordinare a questo link.

La presentazione nella pagina del Vivaio è impressiva:























"Battezzata nel maggio 2019, questa rosa è dedicata ad una appassionatissima e vulcanica blogger romagnola, la nostra solare cliente Valentina Bordini.

Ormai da anni in coltivazione nel nostro roseto dimostrativo, dove i nostri ibridi spontanei più meritevoli vengono testati, è ora ufficialmente inserita nel nostro catalogo di vendita.

Ibrido sarmentoso a grande crescita, ha nuovi rami verde brillante, con radi aculei uncinati e foglie allungate e chiare.

Fiorisce spettacolarmente intorno a metà maggio, in grandi corimbi che da boccioli rotondi ed appuntiti, rosa intenso, si aprono in coppe semidoppie dal bordo rosa che schiarisce man mano sino al bianco, mettendo in evidenza i corti stami giallo-paglia.

Al temine della lunghissima fioritura, dal persistente profumo di miele, iniziano a formarsi i cinorrodi, i cui grappoli decorano la pianta sino alla successiva primavera.

Sanissima e vigorosa, è adatta alla crescita su alberi e grandi reticolati.

Tipologia: plantula trovata in vivaio."


Qui la mia pagina dove parlo del "battesimo" della pianta.










venerdì 4 luglio 2025

DA DOVE DERIVANO I NOMI DELLE ROSE?

In passato ho già dedicato alcuni post a questo argomento che ritengo molto affascinante: 

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2021/03/i-tempi-e-i-nomi-delle-rose.html

https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2021/03/i-tempi-e-i-nomi-delle-rose-2.html

"Una rosa con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo", disse Shakespeare. Ma qualcuno la comprerebbe? I nomi delle rose possono essere controversi ed emotivi. Il nome giusto o sbagliato può fare una grande differenza sulle vendite e sul successo di una rosa.

Nel XIX secolo era uso, presso gli ibridatori, di dare alle loro rose nomi di persone. Potevano essere clienti facoltosi, come " Mme Alfred Carrière" (moglie di un produttore di tubi di cemento di Grenoble) o "Mme Isaac Pereire " (moglie di un banchiere parigino). O persone care: "Mme Hardy" era la moglie dell'ibridatore della rosa stessa. 

Ma non tutti i nomi funzionavano. Che ne dite di questa rosa del 1922, "Baronesse M. van Tuyll van Serooskerken"? (foto sotto). Oppure, del 1923, "Mevrouw G. de Jonge van Zwynsbergen"? No. Non mi sorprende che non siano mai sopravvissute nell'elenco delle rose più famose. Entrambe sono creazioni dell'ibridatore olandese Mathias Leender, il quale probabilmente aveva più a cuore il fatto di dedicare una rosa a qualche personalità, piuttosto che della facilità del nome.




Rose di festa

Se oggi vi trovate davanti al reparto dedicato alle rose di quasi tutti i garden center, è probabile che più della metà di esse siano quelle che il settore chiama rose "da celebrazione". Avranno nomi come "Nozze d'argento", "Birthday Girl", "Diamond Dad" o "Grandma's Rose". Tutte pensate per il mercato degli articoli da regalo, per eventi come la festa della mamma, quella del papà, un compleanno, un anniversario di matrimonio...

Le radici della mania per un nome "da celebrazione" affondano probabilmente nella rosa "Peace" (di cui ho già parlato qui). Si trattava di una nuova rosa promettente, importata clandestinamente dalla Francia nel 1939, alla vigilia dell'invasione tedesca. L'ibridatore Francis Meilland inviò delle gemme al suo agente, Robert Pyle, negli Stati Uniti, che ne riconobbe immediatamente la particolarità.

Quando la lanciò in Francia nel 1942, Meilland la chiamò inizialmente "Mme A. Meilland", in onore di sua madre. In Italia si chiamava "Gioia". In Germania diventò Gloria Dei. Ma l'astuto Pyle la ribattezzò "Peace" per il mercato americano. La data del suo lancio – con il rilascio di due colombe simboliche – coincise con la caduta di Berlino. Un paio di mesi dopo, quando i 49 delegati alla prima sessione delle nuove Nazioni Unite si riunirono a San Francisco, Pyle si assicurò che ognuno avesse una rosa "Peace" nella propria camera d'albergo. Includeva un biglietto dell'American Rose Society, con la scritta:

"Questa è la Rosa della Pace, battezzata a Pasadena il giorno della caduta di Berlino. Speriamo che la Rosa della Pace influenzi i pensieri degli uomini per una pace mondiale eterna."

Era un nome fantastico per una rosa. Era anche una rosa fantastica. 'Peace' compare nelle linee genetiche di quasi tutte le rose moderne per la sua salute e bellezza. Stranamente, non è stata la prima rosa 'Peace': risale infatti al 1902 una rosa Tè di G.W. Piper battezzata proprio Peace, ma che evidentemente è stata surclassata dalla rosa di Meilland e finita un po' nel dimenticatoio (foto sotto).


Poi, l'ibridatore inglese Joseph Pemberton lanciò l'ibrido di moscata "Pax" alla fine della Prima Guerra Mondiale. Basti dire che non ebbe lo stesso successo che ebbe di Peace di Meilland. Forse i clienti di Pemberton non conoscevano abbastanza il latino per capire cosa significasse il suo nome!









Dare un nome a una rosa non è facile. Di recente mi è stato chiesto perché le rose vengano spesso vendute con tre o quattro nomi diversi in diverse parti del mondo. A volte si fa per evitare violazioni del copyright locale, o perché il nome originale non è ben conosciuto. Ad esempio, la rosa più famosa dei grandi ibridatori tedeschi Kordes è "Schneewittchen", che significa Biancaneve. Non credo che la Disney abbia mai rivendicato il copyright sulla traduzione inglese di Schneewittchen, ma nel resto del mondo la conosciamo con un altro nome: "Iceberg" (foto sotto).










Di solito, il distributore di ogni paese ha voce in capitolo su come verrà battezzata la rosa. Poulsen, in Danimarca, nel 1996 ibridò una rosa dal profumo meraviglioso che chiamò "Ghita Renaissance". Il suo primo distributore nel Regno Unito, Cants, la chiamò "Millie". Ma un anno dopo, quando il più grande coltivatore di rose del Regno Unito iniziò a occuparsi della distribuzione, le diede il suo attuale nome britannico, "Mum in a million". Sul database internazionale delle rose, Helpmefind.com, trovate sempre tutti i nomi con i quali un rosaio è conosciuto nel mondo. Ho provato con "Ghita Renaissance" e qua vedete il risultato.


Quando il nome di una rosa diventa imbarazzante

Molte rose oggi prendono il nome da celebrità. Ciò è fantastico se si tratta di celebrità famose a livello internazionale. Non altrettanto fantastico se si tratta, ad esempio, di un attore danese poco conosciuto al di fuori del suo Paese. Né altrettanto fantastico se quella persona fa qualcosa di imbarazzante. 

"Duchess of York" (Duchessa di York), introdotta dal famoso coltivatore di rose irlandese Colin Dickson nel 1992, dovette essere rapidamente ribattezzata dopo che compromettenti foto di paparazzi furono pubblicate sui tabloid che ritraevano la un tempo popolare duchessa reale (Sarah Ferguson) su un lettino nel suo giardino in compagnia di qualcuno che non era il marito, il Principe Andrea. Il fatto che lei e Andrea avessero annunciato la loro separazione cinque mesi prima sembrava irrilevante per i redattori dei tabloid, che a quei tempi erano ovviamente anime sensibili. (Non si sa se il nuovo nome dato dagli agenti di distribuzione – "Sunseeker" = amante del sole – fosse ironico). Sotto la foto della rosa.












Ed ecco un altro caso. Nel 2022, David Austin Roses ha dovuto cambiare nome alla sua "Mortimer Sackler" (una rosa magnifica, tra l'altro). Si dice che la moglie di Mortimer avesse acquistato i diritti di denominazione della rosa in un'asta di beneficenza. In seguito è emerso che il denaro della famiglia filantropica americana Sackler proveniva dalla Purdue Pharma, un'azienda associata ad alimentare la dipendenza da oppioidi in America. Ora si chiama "Mary Delany", in onore di una raffinata artista del XVIII secolo che realizzava deliziosi collage di carta ritagliata. Più sicuro di così non si può! 











Oggigiorno, sempre più spesso i vivai vendono le rose senza un nome, o dando loro nuovi nomi.

Questo succede per tre motivi. Uno normativo, uno economico ed uno legato alla passione. (quello che segue è materiale tratto dal blog rosemania.it del mio amico Michele Pinto).

Le norme

La legge italiana prevede una protezione dei marchi commerciali, quindi anche dei nomi delle rose, molto lunga nel tempo. Mentre le varietà vegetali non sono altrettanto protette.

In pratica è legale prendere una rosa qualsiasi e venderla, purché non si usi il suo nome commerciale.

I soldi

Ibridare rose è molto impegnativo e ottenere risultati eccellenti è difficile. Questo lavoro viene monetizzato con la vendita delle rose ottenute. In altre parole creare rose sempre più belle e profumate costa, e il costo viene, giustamente, sostenuto da chi compre le rose.

Vendere rose senza dover pagare i diritti a chi le ha realizzate è molto più conveniente.

La passione

C’è chi si innamora di una varietà di rose. Ma a volte chi la produce preferisce ritirala dal mercato per far spazio a nuove varietà. Per poter continuare a commercializzare queste rose è necessario cambiarne il nome.

Nel complesso, il nome dovrebbe essere l'ultima cosa da considerare quando si acquista una rosa. Prima vanno sicuramente valutate altre cose come la resistenza alle malattie, il fatto che tolleri o meno zone d'ombra, il portamento (la volete a cespuglio? Rampicante?) ecc.

Il nome pertanto deve essere l'ultima cosa da valutare: ma potrebbe essere la prima a scoraggiarti! 

E a smentire subito quanto appena affermato, vi confido una bella esperienza: dopo che la mia rosa "Emma's Whims" ha vinto il secondo premio al Concorso della Rosa Principessa Maria Letizia di Moncalieri, una signora di Torino me ne ha richiesto una pianta da regalare alla nipotina Emma in occasione del suo battesimo. Grande soddisfazione!













Ma quindi, alla fine, il nome delle rose è importante o no???

martedì 3 maggio 2022

ANCORA INFO SUL MIO EVENTO

Volevo parlarvi, oggi, del vivaio che mi ha consentito di "partire" come collezionista di rose e, da lì, farmi prendere dalla passione per l'ibridazione.

Si tratta dei "Vittori Vivai" di Forlimpopoli, altamente specializzati in rose.

Dal sito web dell’azienda:

“Dal 1870 vivaismo, giardinaggio e collezione di rose”. E’ uno dei miei vivai di riferimento, la loro gamma di collezione di Rose supera le 1000 varietà, inoltre hanno un’ampia disponibilità di piante da esterno per appassionati e collezionisti.

Per quanto riguarda il loro roseto: "All’interno della nostra azienda è visibile ed aperto al pubblico, in tutte le stagioni, il Roseto espositivo.

Qui sono raccolte, catalogate ed allevate piante di rose antiche, botaniche ed ibridi moderni di particolare interesse ornamentale, ed esso funge da “laboratorio” per le esercitazioni di potatura e per i test di crescita delle diverse varietà.

Il Roseto è vivo e in perenne mutazione, cambia nell’arco delle stagioni e da un anno all’altro, dando modo ai visitatori di valutare in concreto il ciclo biologico delle Rose ed il loro valore ornamentale, all’apice della fioritura come nel riposo invernale."

I Vittori hanno anche ritenuto di dedicarmi una rosa, tuttora in vendita da loro con il mio nome. A questo link trovate la storia https://valentinaelesuerose.blogspot.com/2019/05/il-battesimo-della-rosa.html.

Ci tengo a ripetere, poi, che come riportato in fondo al volantino, sarà possibile ordinare subito delle rose da Vittori Vivai di Forlimpopoli e ritirarle direttamente casa mia quel giorno. Il link da consultare è: https://www.vittorivivai.it/portfolio_page/catalogo-rose/.

mercoledì 17 marzo 2021

I TEMPI E I NOMI DELLE ROSE - 2


Battezzare ufficialmente una nuova rosa, cioè ottenere quel segno ® di fianco al nome, e che significa "Registrato", non è cosa burocraticamente semplice né tanto meno a buon mercato.

Per essere sicura di riportare informazioni esatte in proposito, ho intervistato il mio amico ibridatore Marc Alberici. Mi ha riferito che esistono due step possibili: la registrazione e il brevetto.

Per la registrazione, occorre recarsi presso qualsiasi sede della Camera di Commercio, che si occuperà di trasmettere in via telematica la domanda di registrazione all’Ufficio Marchi e brevetti di competenza.

Per evitare di recarsi di persona alla sede della Camera di Commercio, si può portare a termine questa operazione anche on-line, creando un accesso all’apposita piattaforma, assicurandosi però di essere in possesso della firma digitale del titolare della richiesta di registrazione, necessaria per inviare i moduli. L’operazione non è facile per un privato. 

La tassa per la domanda di registrazione è di € 300,00. In questo modo si protegge SOLO IL NOME, significa che chiunque può moltiplicare la varietà dandole un altro nome.

I brevetti sulle novità vegetali, che proteggono nome e pianta, sono invece "una nebulosa di articoli" - dice Marc Alberici -, il tutto va ad una commissione europea e inoltre si pagano cifre esorbitanti, si parla di migliaia di euro all'anno.

Marc Alberici sconsiglia entrambe le cose. Quando gli ho chiesto "allora come si fa", lui ha detto che quando ha una nuova varietà degna di essere messa in commercio, decide il nome e quando invia le piante ai vari concorsi, le presenta con quel nome. E basta. Anche ai vivai presso cui vende le sue rose, le presenta con il nome da lui scelto, semplicemente.

Proprio come ha fatto il mio vivaio di riferimento per le rose, Vittori Vivai di Forlimpopoli.

Ecco la storia (che ho già abbondantemente pubblicato  in passato, ma mi piace ripeterla). Un giorno di maggio del 2017 mi recai al vivaio per ammirare il loro splendido roseto, dove hanno soprattutto varietà antiche e anche rose nuove riprodottesi spontaneamente. Quando faccio queste visite di solito scatto un sacco di foto e le pubblico sui social, soprattutto in Instagram (se proprio volete dare un'occhiata al mio profilo cercate vale_roselover). Mi piace quando altri rosomani commentano le mie immagini, e quella volta ci fu una signora americana che commentò una foto dicendo che era bellissima, e chiedendo come si chiamava. Non avendo io stessa trovato il cartellino di riferimento di quella pianta, scrissi (in inglese come tutto quello che pubblico su Instagram): "Mr. Vittori, mi può dire per favore il nome di questa rosa?"  E i Vittori risposero: "Non ha ancora un nome, ma se sei d'accordo le possiamo dare il tuo". Al che quasi svenni dalla gioia.

La proposta naturalmente venne accettata dalla sottoscritta, ma anche qui dovetti fare i conti con i tempi delle rose. Il Battesimo ufficiale della multiflora "Valentina Bordini" avvenne, infatti, solo nel maggio 2019. Come mai? Perchè dovette essere riprodotta tramite innesto, e questo è il tempo che occorre tra l'innesto delle gemme e la disponibilità della nuova pianta innestata, circa un anno e mezzo.

E la dedica che mi fecero alla consegna della rosa fu: "Per i grandi meriti di appassionata blogger".

Nelle foto: la rosa "Valentina Bordini", disponibile presso i Vittori Vivai di Forlimpopoli, visibile alla mia pagina https://valentinaelesuerose.blogspot.com/p/rosa-n-76.html.

martedì 22 dicembre 2020

L'IBRIDATORE ITALIANO MARC ALBERICI

 Ho la fortuna di conoscere personalmente da alcuni anni l'ibridatore Marc Alberici. Chi ha seguito in passato il mio blog, sa che sono stata da lui, a Piacenza, per ibridare alcune rose nel suo giardino sperimentale, inoltre lui è stato presente al battesimo della rosa cui il vivaio Vittori di Forlimpopoli ha voluto dare il mio nome.

Con Marc continuiamo a sentirci quasi giornalmente tramite i social per scambiarci notizie e aggiornamenti sui semenzali che in questo momento stanno nascendo. E' veramente una fortuna non da tutti potere usufruire costantemente dei consigli e suggerimenti di un maestro.

Ora vorrei fare una breve carrellata sulle sue rose in commercio.


ANGEL EYES

Ibrido di tè, 2009. E' un rosaio che produce fiori inizialmente color crema con sfumature gialle che col tempo diventano rosa. Forte profumo. Il fiore è molto pieno (circa 41 petali), di solito solitario. Fiorisce per tutta la stagione.




I HAVE A DREAM

Floribunda, 2005. Produce fiori color albicocca o albicocca sfumata, con il rovescio dei petali bianco. Il profumo è leggero o assente. I fiori sono a grappolo. Fiorisce per tutta la stagione.



SARA

Ibrido di tè che produce fiori color albicocca o albicocca sfumata. Il profumo è molto forte, il fiore è pieno (41 petali). Forma grandi mazzi; la fioritura è estiva con alcune ripetizioni più avanti nella stagione.



SOUVENIR DE GILLES VILLENEUVE

Forse la produzione di Alberici più famosa, si trova infatti facilmente in molti vivai. Io stessa ne ho una pianta. E' una Floribunda-Polyantha del 2010, produce fiori dalla corolla singola, il petalo variegato rosso e giallo-bianco, centro giallo. Forte profumo speziato. Fiorisce durante tutta la stagione.



VERTIGO

E' un Ibrido di tè-Grandiflora, profumatissima. Il fiore è grande, solitario, dalla forma di rosa antica. Il colore è rosa o sfumature di rosa. Fiorisce durante tutta la stagione. Può raggiungere l'altezza di 100 cm.

lunedì 27 maggio 2019

IL BATTESIMO DELLA ROSA

Ieri, 26 MAGGIO,  è stata una giornata che mi ha regalato una grande soddisfazione. Finalmente ha avuto luogo il battesimo della rosa con il mio nome, "Valentina Bordini".

Al vivaio Vittori di Forlimpopoli si è svolta una simpatica cerimonia, durante la quale Alberto e Maria Vittori hanno presentato la nuova rosa e le motivazioni per cui le veniva dato il mio nome. Un onore grandissimo per me! Onore di cui ringrazio tanto tutta la famiglia Vittori.
E' stato deciso che per battezzare per bene una rosa, bisogna versarle sopra il vino del brindisi! Cosa che io puntualmente ho fatto (ottimi i vini offerti dalla TENUTA VILLA TRENTOLA di Bertinoro). Speciali anche lo sciroppo di rose e la marmellata di rosa canina, in assaggio.
Ho avuto modo di conoscere di persona l'ibridatore Marc Alberici, di cui già lo scorso anno avevo acquistato una rosa ad arbusto, la Souvenir de Gilles Villeneuve.
Con Marc ho potuto visitare il roseto e le rose del vivaio, guidata dalle sue interessantissime osservazioni e spiegazioni. Ne farò tesoro.
Grazie a tutti per questa splendida domenica!







venerdì 5 aprile 2019

HO CONOSCIUTO UN VERO IBRIDATORE!

Tra le rose acquistate la scorsa primavera, una in particolare mi piace, sia perchè è molto profumata (ha un profumo speziato, non il solito profumo di rosa tea), sia perchè è variegata e ha la corolla semplice, proprio due delle caratteristiche che preferisco nelle rose.
L'ibridatore è italiano, e anche questo è un punto che ha contato nella scelta di questa rosa. 



Ma mai avrei pensato che sarei arrivata a conoscere PERSONALMENTE l'ibridatore, Marc Alberici, di Piacenza.

A me sembra una cosa particolarmente entusiasmante, perchè considero gli ibridatori dei geni, dei manipolatori (in senso assolutamente buono) della natura. 
Mi si dice che occorre anche tanta fortuna... sarà, comunque Marc Alberici ha sia le capacità, le conoscenze, l'esperienza l'intuito necessari, e la fortuna per creare delle rose che nulla hanno da invidiare ai più famosi Barni, Meilland o Guillot, tanto per rimanere nei confini di Italia e Francia.

La conoscenza è avvenuta grazie ad un social (se ne parla tanto male di questi social... ma a volte qualcosa di positivo portano!),
Avevo iniziato a seguirlo su Instagram, e lui ha commentato la mia foto di questa rosa (Souvenir de Gilleneuve), dicendo che era lui stesso l'ibridatore. Io ho risposto che lo sapevo... e abbiamo iniziato a parlare. E stiamo continuando tuttora.

Mi ha promesso che sarà presente il 26 maggio, giorno del "battesimo" della rosa che porterà il mio nome presso Vittori Vivai.

Intanto voglio presentare altre sue creazioni:

questa prima ha ancora solo una sigla, ALB21213, ma trovo che risponda in pieno ai miei gusti:



Alphonsine Rose Plessis


Angel Eyes


Cardinale Alberoni


Cassandra


Colle Oppio


Generation Bataclan


I have a dream


Johanna Villeneuve


Sara


Umberto Saudelli


Vertigo

mercoledì 27 marzo 2019

UNA BELLA STORIA

Vorrei raccontarvi una bella storia.
Naturalmente si tratta di rose.
Due anni fa, durante una visita al mio vivaio preferito, Vittori Vivai di Forlimpopoli, specializzato appunto in rose, vidi e fotografai una rosa molto bella, che mi colpì particolarmente.
Chiesi il nome e mi fu risposto che era una rosa nata spontaneamente nel roseto, frutto di un incrocio sconosciuto, e alla quale era stata data una sigla ma non ancora un nome. E mi fu chiesto se mi sarebbe piaciuto che la rosa fosse battezzata con il mio nome...
Ho fatto dei salti così! Certo che accettavo!
Lo scorso anno dalla suddetta rosa, tramite innesto, sono state ricavate diverse piante, e quest'anno sarà messa in vendita.
Il 26 maggio 2019, giorno del Porte Aperte in vivaio, ci sarà il battesimo ufficiale della rosa, con me come madrina...
Chi ama le rose è invitato!