Lo scorso settembre ho voluto provare la riproduzione di rose tramite margotta.
La margotta è una tecnica di moltiplicazione agamica delle piante utilizzata in alternativa alla talea, e consiste nel far radicare un ramo ancora collegato alla pianta madre.
Da qualche tempo volevo provarla, e fare il confronto con la talea, per vedere se i risultati ottenuti erano migliori o peggiori. Soprattutto intendevo provare la margotta su una varietà di rosa che non riesco a duplicare tramite talea.
Il periodo migliore:
qui le opinioni variano. Io ho provato a metà settembre per un semplice calcolo che ho fatto: poto le rose da metà febbraio circa in poi, quindi ho calcolato 5 mesi per la radicazione. Forse sono un po' pochi, ma quest'anno mi è andata così.
Occorrente: coltellino da innesto, terriccio, buccia di banana o ormone radicante, fascette di plastica, dispositivo per la margotta. Per quest'ultimo elemento c'è vasta scelta: un semplice sacchetto, una bottiglia di plastica, una sfera per margotta (si possono acquistare da internet cercando appunto "sfera per margotta"), oppure ancora una sfera di plastica di quelle che contengono i gadget o giocattolini per i bimbi e che si prendono dalle macchinette per 1 Euro o 2 Euro.
Il sacchetto è sicuramente il dispositivo più semplice da utilizzare.
Anche una bottiglia di plastica dà buoni risultati.
Le sfere per margotta le ho ordinate online, e mi sono arrivate in queste dimensioni:
cioè con il diametro di 5, 8 e 10 cm. Ora che ho provato, posso dire che quelle con il diametro di 5 cm. sono troppo piccole, le ideali sono quelle più grandi cioè di 8 e 10 cm. di diametro. Comunque quando mi sono arrivate non lo sapevo, e le ho provate tutte.
Come si procede:
scegliere un ramo e decidere una posizione sul ramo su cui cercheremo di far formare le radici. Con il coltellino da innesto incidere la parte verde superficiale del ramo, cioè la corteccia, facendo due giri completi alla distanza di 1 cm. o poco più (dipende dallo spessore del ramo). Fare una incisione verticale tra le due incisioni orizzontali e "sbucciare" questa parte incisa (vedi foto sotto).
Sulla parte scortecciata mettere un po' di ormone radicante, oppure utilizzare la buccia di una banana, che è una sorta di radicante naturale.
Io ho ritagliato una strisciolina di buccia, l'ho arrotolata intorno alla parte interessata e l'ho fermata con un filo di erba che ho trovato in giardino. In questo modo abbiamo tutti prodotti biodegradabili.
A questo punto ho riempito le due emisfere di terriccio ben compresso (tenetevi abbondanti) e molto bagnato, e ho richiuso la sfera utilizzando le fascette. Nella foto sotto ho utilizzato 3 sfere piccole e una pallina da gadget (quest'ultima chiusa con lo scotch).
Come ho detto prima, queste sfere di 5 cm di diametro si sono dimostrate troppo piccole, o meglio, data la loro piccolezza le ho potute utilizzare solo con rami molto piccoli, che non hanno tenuto, si sono seccati.
Due giorni fa, quindi dopo 5 mesi esatti, ho raccolto le sfere i cui rami non si erano seccati. Come vedete dalla foto, ho tagliato subito sotto al bordo della sfera.
Aprendo la sfera, il risultato che ho trovato è stato questo:
Ho subito trapiantato il ramo in un vaso pieno di terriccio ben bagnato.
Posso trarre ora alcune conclusioni:
- come già detto, meglio non utilizzare rami troppo piccoli e quindi le sfere di 5 cm. di diametro;
- ho capito che quando si apre la sfera, il panetto di terriccio dovrebbe rimanere integro (a forma di palla) e non aprirsi insieme alla forma di plastica, perchè in questo modo si rischia la rottura delle radici (come mi è proprio successo in un caso). Vista l'esperienza, potrebbe essere utile foderare l'interno della sfera (o meglio delle due emisfere) con del cellophane da cucina.
- differenze con la talea? Dato il numero ristretto di varietà su cui ho provato la margotta, non posso avere avuto dei risultati definitivi, ma così a occhio posso dire che le rose che non sono riuscita a riprodurre per talea, non hanno radicato nemmeno con la margotta; quelle che hanno radicato bene con la talea hanno fatto altrettanto con la margotta.
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