lunedì 25 luglio 2016

IL MITO DELLA ROSA NERA

Può sembrare sorprendente, ma gli esperti affermano che la rosa nera si può ottenere senza grandi difficoltà. Ogni anno, nelle serre degli ibridatori di tutto il mondo, nascono sicuramente molte varietà il cui colore è vicino al nero, quanto meno in buona parte del fiore o in certi periodi dell'anno.

E ALLORA?
Come mai queste rose non vengono moltiplicate e messe in commercio?
Il tutto dipende da un problema tecnico. I colori scuri, infatti, assorbono la luce e con essa il calore. Questo assorbimento di calore provoca, attraverso reazioni chimiche conosciute ma non controllabili, un rapido deterioramento del colore o addirittura una bruciatura dei petali, che nel giro di qualche ora si seccano e si sbriciolano.
Le varietà attualmente in commercio sono quindi quelle che compatibilmente con il loro colore rosso scurissimo, ed almeno in parte dei petali quasi nero, meno si deteriorano per effetto del sole.
Varietà di rose di colore rosso scurissimo ne esistono del resto fin dagli inizi del secolo, e negli anni ne è stata migliorata la forma, l'eleganza dei fiori e la rifiorenza.
Il profumo, invece, per una felice e sconosciuta combinazione di geni, è quasi sempre stato presente nelle rose di colore molto scuro e si riesce a trasmetterlo nei loro ibridi con sufficiente frequenza (cfr. V. Barni, C. Medici, Sublime Rosa).

ROSA NERA IN NATURA
In Turchia, in un paese di nome Halfeti, esiste una rosa nera che cresce così in natura, non frutto di ibridazioni. "Rara e stagionale, questa rosa non è frutto di esperimenti di biotecnologia, né di finzione cinematografica, ma è il risultato dell'influenza che hanno sul colore dei petali di un fiore, il terreno, dal quale cresce, e l'acqua, che assorbe." In realtà il colore è un cremisi molto scuro, che si avvicina abbastanza al nero.
Purtroppo sembra che questa rosa sia in via di estinzione. A fine anni '90, la costruzione di dighe volute dal governo turco ha comportato l'allagamento totale di Halfeti, ad oggi riemersa solo in parte, obbligando gli abitanti a trasferirsi a circa 10 km di distanza. Qui, il terreno non è risultato perfettamente adatto alle necessità della rosa nera. I coltivatori hanno così tentato di ripiantare le rose in serre più vicine al loro luogo di origine. La situazione è migliorata, ma non ancora risolta.

martedì 19 luglio 2016

A PROPOSITO DI IRRIGAZIONE DELLE ROSE

Presa dal sacro fuoco per tutto quanto riguarda le rose, ho acquistato un secondo libro su tale argomento (il primo, lo ricordo, è "Sublime Rosa" di Vittorio Barni, nella prima edizione e non nella terza aggiornata come in questa immagine).
Il mio secondo acquisto è "Le Rose - Moderne coltivate ed allevate da amatori, floricoltori, seminatori", del famoso ibridatore italiano Domenico Aicardi. E' un libro che all'apparenza può sembrare datato, scritto nel 1951. Invece, leggo nella quarta di copertina: "questa monografia... intende essere in primo luogo un rigoroso punto di riferimento per chiunque voglia interessarsi, giorno dopo giorno, alla storia e alla coltivazione della Regina dei Fiori. Per competenza e passione viene universalmente considerato il contributo più importante che sia stato edito sull'argomento negli ultimi cento anni: una luce che continua a illuminare il cammino dei neofiti e degli esperti.
 
Pur essendo un manuale pieno di tecnicismi (che rivelano le profonde conoscenze biologiche, tecniche, naturalistiche ecc. del grande Aicardi), la lettura risulta scorrevole e molto piacevole.
Una parte mi ha colpito in questo particolare momento di gran caldo: quello che riguarda l'irrigazione delle piante di rose, e che riporto di seguito.
"Annacquare sembra una cosa facile e di nessun conto, mentre è un'operazione delicata, che richiede una certa pratica, dovendola eseguire a tempo e a modo. L'acqua, come sappiamo, è l'elemento più importante per mantenere attiva e turgida la vegetazione; senza la sua presenza i concimi restano inattivi; pertanto per nessuna ragione bisogna dilazionare l'annaffiamento a quando il terreno comincia a disseccarsi, peggio se fosse già asciutto. Ogni qualvolta somministrate acqua alle rose, siate generosi. Se al momento, per qualsiasi causa, l'acqua di cui disponete non fosse sufficiente a bagnarle tutte, annacquatene soltanto una parte come si deve, quelle che restano le bagnerete non appena vi sarà possibile. La peggior cosa che si possa fare nell'annaffiare è non dar acqua a sufficienza, poichè ciò non porta alcun giovamento reale e si perde liquido e tempo. Se avete acqua a volontà, non gingillatevi con il tubo di gomma in mano, deponetelo in terra vicino al piede della pianta e lasciatevelo fino a quando l'acqua rigurgiti ed abbiate la certezza che sia arrivata sino alle radici profonde.
[...] l'acqua di irrigazione, per trovarsi nelle condizioni termiche migliori, dovrebbe avere la stessa temperatura del terreno, poichè se è troppo calda accelera la vegetazione e se è troppo fredda la rallenta, portando nei due casi squilibrio alla circolazione della linfa.
Un altro pregiudizio è quello che non si debba eseguire l'annaffiamento di giorno con il sole cocente. Le rose non sono come certe piante ortive o da fiore, specialmente annuali, ch'è preferibile annacquare di sera. Esse sono piante legnose, dal sistema radicale vigoroso e profondo e con la chioma mantengono un'ombra rotante al loro piede, che impedisce il riscaldamento eccessivo del terreno".

Ho evidenziato in neretto le parti che mi hanno colpito di più, in quanto anche io avevo un comportamento errato riguardo a queste situazioni.

mercoledì 13 luglio 2016

ROSA RUBATA

Ora che la pianta ha attecchito ed è addirittura fiorita, posso confessare il mio crimine: dalla mia vacanza sulle Dolomiti mi sono portata a casa un rosaio di rosa rugosa che era piantato in una aiuola pubblica. 
Era piccolina, non si vedeva neanche dove l'ho presa, ce n'erano tante... questo per giustificare la mia azione. ;-)

In più la stagione, come sapete (fine giugno), era molto avanzata, le altre piante vicine stavano per fiorire, insomma, nulla mi garantiva che riuscisse ad a radicare.
Appena tornata a casa, in piena notte (erano le 23) l'ho interrata, l'ho innaffiata molto abbondantemente, l'ho circondata di sedie da giardino perchè di giorno non fosse bruciata dal sole. Ho continuata ad innaffiarla molto tutti i giorni; certo, un paio di rami si sono seccati, e anche diverse cime. Ma poi ha ributtato i germogli, e, come ho detto, stamattina è fiorita! Il fiore è semplice, color magenta, molto molto profumato, una essenza dolce.
Guardando qua e là in internet penso di aver capito che si tratta o di una Rosa rugosa typica o di una Rosa rugosa scabrosa (non ho notato grosse differenze nelle foto online), o un'altra simile.
Sarà la rosa n. 52.

Alcune notizie sulla rosa rugosa.
La rosa rugosa è una specie della rosa originaria della Corea, del Giappone, della Cina e della Siberia caratterizzata dalla sua buona resistenza al freddo.
L'arbusto può raggiungere un'altezza di 1,6 m, ed una larghezza di 2,5m.
Le foglie di questa specie presentano delle venature caratteristiche, (da cui deriva il nome specifico "rugosa"). La lamina è oblunga e seghettata. In autunno, le foglie assumono belle sfumature rossastre.
Il fiore è bianco o rosa con gli stami gialli, è relativamente piuttosto grande; i petali sono nettamente aperti e non racchiusi a calice, specie nei fiori semplici. I fiori possono presentarsi a gruppi, ma più frequentemente sono singoli. La pianta è rifiorente e produce bacche lucide che passano dal verde al rosso-arancione scuro. Hanno forma globosa-oblata (schiacciata, più larga che lunga), sono grandi (2 - 2,5 cm di diametro), con una considerevole quantità di polpa.

Importata in Europa nel 1796, questa rosa è oggi una delle specie più diffuse nel continente. In coltivazione, la rosa rugosa è resistente e viene utilizzata per l'ibridazione.

martedì 12 luglio 2016

LA MIA ROSA "BUCCANEER"

La mia piccola rosa Buccaneer (H.C. Swim, 1952), piantata questa primavera, si sta rivelando una vera sorpresa in positivo (n. 32).
L'ho acquistata presso un ipermercato, ad un prezzo davvero ridicolo (€ 3,49 se ricordo bene). L'ho presa perchè l'immagine mostrava una rosa gialla, e sperando che corrispondesse alla realtà, l'ho comprata (non sarebbe la prima volta che una rosa risulta di un colore diverso da quello dichiarato nella confezione o nel cartellino...)
Non ha avuto difficoltà ad attecchire, è fiorita abbastanza presto, e durante l'attuale rifioritura ha prodotto dei fiori veramente belli. E molto profumati! Tipico profumo di rosa tea. Fiori giallo intenso.
 Naturalmente il prezzo esiguo è da attribuire al fatto che sia una rosa di vecchio brevetto, probabilmente ritenuta superata da nuovi ibridi. Invece io ne sono molto soddisfatta.

lunedì 11 luglio 2016

LA ROSA IMPERATRICE FARAH (ovvero QUANTO CREDERE AI CATALOGHI)

Questa mattina vorrei parlare della mia rosa Imperatrice Farah, di Delbard (1992). Nei cataloghi online trovo delle descrizioni assolutamente entusiastiche. Ad esempio:
"Forse la rosa di Delbard che ha ricevuto più premi in assoluto, ben 8 medaglie. Se esposta a pieno sole il rosso carminio del bordo dei petali contrasta ancora di più con il cuore bianco candido di questa elegante rosa dei fiori enormi."
Per il colore, questa descrizione ha ragione, ma quanto ai fiori enormi... 

Questa un'altra descrizione:
"Fiori grandi, con boccioli appuntiti dai petali color bianco candido, che arrossano i bordi con l'età. Pianta eretta. Profumata. Molto rifiorente."
D'accordissimo per il molto rifiorente , ma quanto al profumata... diciamo un lievissimo effluvio di rosa tradizionale, non di più.

Eccone un'altra, molto poetica:
"Il bottone elegante bianco e puro è orlato da ciglia di color carminio che si apre in un fiore generoso di petali orlati, 17-25 in totale. Cresce cespuglioso, eretto 100-110 cm; magnifico fogliame verde chiaro. Un rosaio molto forte e resistente alle malattie ottimo per aiuole o coltivazione in vaso."
Qui concordo con il fogliame verde chiaro, e con il fatto che sia molto resistente alle malattie. Difatti, quando la scorsa primavera tutto il mio roseto è stato attaccato dall'oidio, questa pianta è stata l'UNICA a non esserne affetta. 

Poi, su un blog, trovo anche questa stroncatura pazzesca:

"Il "problema" di questa Rosa non è il fiore quando è ben sviluppato, che può piacere o meno (ma io trovo comunque orrende -scusate- le sue colorazioni), ma tutto il resto. Ha un portamento sgraziato, fatto di mille steli allampanati lunghissimi e completamente ricoperti di spine, armati in una maniera tale che impallidirebbe persino un istrice. Il fogliame è di un verde chiaro spento da giovane, e contribuisce a rendere meno digeribile la tinta dei fiori, che di per se stessa è fluorescente e, a mio modo di vedere, assai volgare nel 90% dei casi. 
Poi c'è il problema dei bocci che.. non sbocciano! Molto spesso questa Rosa produce dei "fiori" che sembrano davvero carciofi transgenici. Invece dell'elegante forma ad urna e di bei petali distesi ci si ritrova con un ammasso di petali rigidi, squamosi, tutt'altro che attraenti, e tutto il fiore assume un'aria contratta e rincagnata decisamente poco allettante. Oltretutto in totale sproporzione con la mole esagerata della pianta."
Inserisco un paio di foto in cui si vede quanto sia cresciuta in altezza e in larghezza la mia pianta... devo concordare che appare veramente sgraziata.

Alla fine di tutto questo, una domanda: quanto sono veritieri i cataloghi?

venerdì 8 luglio 2016

LE MIE ROSE "BLU"

Come ho già scritto, possiedo due rose che appartengono al gruppo delle rose "blu", o meglio "viola": la Eminence (che ho classificato con il n. 20), un ibrido di tea di Jean-Marie Gaujard (1962), e la Sterling Silver (n. 40), un ibrido di tea di Gladys Fisher (1957).
Non mi esalta nessuna delle due, al tempo le acquistai perchè mi intrigava l'idea della rosa color viola, poi ho visto che i risultati sono questi.




Rosa Sterling silver (a sinistra)



Rosa Eminence (a destra)













Durante la visita ai Vittori Vivai rimasi entusiasta della rosa Veilchenblau (nella foto), una meravigliosa cascata di fiori color prugna. Questa una descrizione dal web: "Sarmentosa vigorosa che produce grandi mazzi di fiori piccoli, semidoppi, di color lavanda porpora, con occasionali spruzzi di bianco, che a maturazione virano al lilla bluastro. Molto profumati. Bellissima da allevare insieme a una clematide con i fiori bianchi". Unico neo (per i miei gusti): non è rifiorente.

Ho pensato quindi di "sostituirla" con la Rhapsody in Blue (foto a destra), rifiorente, di cui ho trovato questa descrizione in internet: "Questa varietà ha generato vivo interesse ed entusiasmo nel mondo delle rose. È di color viola iridescente, che nel tempo sfuma in blu ardesia – una delle varietà che si approssima maggiormente all’appellativo di ‘rosa blu’. Forma un arbusto alto e folto, che ripete bene la fioritura e si mantiene molto sano. Il suo profumo è dolce. 1,4m. x 0,9 m." 

mercoledì 6 luglio 2016

IL MITO DELLA ROSA BLU

Le rose blu non esistono in natura: semplicemente nel loro corredo cromosomico manca il gene del colore blu.
Quelle che si trovano in commercio dai fiorai sono delle candide rose bianche immerse o spruzzate con una soluzione colorante che dona loro quel colore cobalto che spesso si nota quanto sia artificiale.

Anni fa, in Australia, sembrava che stesse per vedere la luce la desiderata rosa blu. La stampa locale riportò che, grazie agli sforzi uniti della Calgene Pacifìc di Melbourne e di un'industria giapponese, la Suntory ltd. si stava per inserire nel corredo cromosomico della rosa il gene portatore del colore blu. Alcuni giornali inglesi, come il "Daily Telegraph" e il "Times" commentarono ironicamente il fatto.
Il "Daily Mail" richiamò l'attenzione sui precedenti tentativi, tutti falliti, d'innestare il gene portatore dell'azzurro delle petunie. Nello stesso periodo appare sulla rivista "The Rose" un inquietante articolo di Sean McCann, specialista del settore, secondo il quale il sistema di ibridazione del tempo sarebbe stato reso insignificante dal rimescolamento dei geni e dalla rivoluzione cromosomica ad opera dell'ingegneria genetica. Comunque anche il tentativo australiano si rivelò un fallimento a causa dell'instabilità e della successiva totale scomparsa del colore.
Uno dei migliori tentativi fu fatto nel 1964, ad opera di Tantau, un ibridatore tedesco. Egli incrociò una pianta da seme di 'Sterling Silver'con una pianta da seme non conosciuta. Ottenne così il primo esemplare di 'Blue Moon' (foto a sinistra).
Essa è conosciuta anche con i nomi di 'Sissi' e 'Mainzer Fastnacht';è una rosa vigorosa ed eretta che può superare tranquillamente il metro e mezzo di altezza.

Molte sono le rose che nell'arco della loro fioritura si avvicinano alle sfumature del fiordaliso o del violetto di Parma, o anche a qualche riflesso viola-blu, ma il blu del Delphinium, dell'aconito o l'azzurro della genzianella restano un mito.
Si può sempre sperare in una mutazione naturale, un regalo da parte di Madre Natura.
(da http://www.trafioriepiante.it/infogardening/giardino/RosabludiRomeo.htm).

Per ora dobbiamo accontentarci delle rose con tonalità viola porpora, rosso violetto o anche sfumanti nel viola di Parma. Io possiedo la Sterling Silver (n. 40) e la Eminence (n. 20). Altri nomi: Veilchenblau, Cardinal de Richelieu, Marie Viaud, Blu Magenta, Violacea, Ametista, Astrea, Florence Delattre, Rhapsody in Blue (nella foto; ho deciso che sarà il mio prossimo acquisto).

martedì 5 luglio 2016

COSA ERANO MAI QUEI SEMI...

Vi ricordate che, all'inizio di questo blog, avevo raccontato del mio acquisto online di semi di rosa, e della mia perplessità di fronte alle piantine che erano nate...
Queste sono le piantine circa un mese fa, quando finalmente ho capito cosa erano...
a voi cosa paiono? 
Dopo un po' di ricerche, applicando un po' di buon senso, ho pensato che sono... MELANZANE!
Le ho date a mio babbo perchè le trapianti nel suo orto. E un consiglio per tutti: NON FIDATEVI DEGLI ACQUISTI ONLINE!